Ormai è fatta! |
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Un film di Enzo Monteleone.
Con Paolo Graziosi, Antonio Catania, Emilio Solfrizzi, Stefano Accorsi.
continua»
Drammatico,
durata 99 min.
- Italia 1999.
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Una storia tutta italiana
di johngarfieldFeedback: 1350 | altri commenti e recensioni di johngarfield |
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giovedì 18 agosto 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una storia tutta italiana. Non può definirsi altrimenti un racconto dai risvolti drammatici che riesce a far sorridere e in qualche momento, anche commuovere. Il carattere "italiano" lo dà il taglio volutamente sottotono, l'intenzione di non creare una tensione emotiva relativa agli sviluppi dell'azione (un tentativo di evasione da parte di un detenuto finito in un sequestro di ostaggi e alla fine nel ferimento del sequestratore), Al regista interesse studiare il protagonista, uno Stefano Accorsi che interpreta un rapinatore realmente esistito, Horst Fantazzini, noto per le sue evasioni e le sue rapine senza spargimento di sangue. Non gli interessa un'analisi-denuncia delle condizioni carcerarie di quel peiodo (i primi anni '70): per quanto ne esistano le condizioni. A Monteleone interessa scavare nella psicologia dei personaggi e studiare le dinamiche che si attivano nel rapporto sequestratore-ostaggi, tema su cui è stato detto molto e che correva il rischio di dire cose già dette. E' qui allora che interviene l'ottica tutta italiana: fra i due ostaggi e il detenuto si crea poco a poco una sorta di complicità, di empatia innescata di volta in volta da richiami alla realtà di quei tempi (la famosa Hit Parade del sabato alla radio condotta da Lelio Luttazzi, la canzone di Patty Pravo "Pazza idea", le fotografie esibite da un ostaggio, il pasto frugale ecc. C'è un momento nel film in cui inizia questo graduale avvicinamento tra ostaggi e detenuto ed è quando questi chiede loro il perchè della scelta di fare quel lavoro (e cioè la guardia carceraria). La consapevolezza di trovarsi di fronte non a due nemici ma a due poveracci che stanno peggio di lui, con paghe da fame e condizioni di lavoro da sfruttamento, ne attenua la carica aggressiva e lo avvicina in termini di simpatia agli ostaggi. Loro stessi, poco a poco, iniziano un rapporto quasi amichevole con Accorsi, constatandone l'indole sostanzialmente bonaria. Il rapporto che si viene creando è fatto di alti e bassi, di momenti di tensione e altri di relax che aiutano i tre a capirsi sempre meglio e a "fare gruppo" contro quelli, là fuori, pronti a sparare. Ma il momento forse più alto è quello della telefonata del padre di Accorsi-Fantazzini, interpretato da un sorprendente Guccini (che si indovina a suo agio nel personaggio). In quella telefonata traspare tutta la distanza fra un padre ex-partigiano, anarchico ma fondamentalmente onesto e solidale e un figlio di cui non condivide la deriva criminale egoistica e piccolo-borghese ("Rubare alla banca può essere una buona idea, ma lo si deve fare per la causa, per i lavoratori e non per fare la bella vita" lo rimbrotta il padre).
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