Le ombre rosse

Rifletto sulle battute a mia disosizione,solo 3500.Poche.Troppo poche, per parlare malissimo (che vuol dire contribuire al "benissimo" di un discorso a venire,che so,il prossimo film di Maselli)di un film di un regista che amo per verve intellettuale,gusto,e vis polemica. E' Maselli il colpevole o la realtà è IRRAPPRESENTABILE? La realtà della idea di una contestazione-reazione allo "stato di cose estente".Si annaspa da decenni , da decenni!, nel come-cosa-chi-quando e come,come,cambiare.Rebus sic stantibuis, domando, c'è da cambiare, è possibile?E' ANCORA possibile? E' auspicabile? Ognuno avrà la sua interpretazione del reale. Ne trarrà le proprie conseguenze e se sarà aperto all'altro da sè, discuterrùà e cercherà di farsi promotore di un proprio cambiamento di idea. Si chiama pensare, cio'. Cambiare, dunque...Gli attori sociali mancano. Non parliamo poi di quelli del film, i cosiddette, propriamente, attori. La pessima Carnelutti,il cui cognome ha origini così nobili intellettualmente e geograficamente,in campo giuridico,ma è così...se stessa...così...prodotto di una generazione incapace ab origine di com-prendere...questi falsi sguardi in camera o no,questa falsa storia di amore con il tossicodipendente che fonda il centro sociale,queste false movenze mentre si spoglia,labbra macerate e non curate come le sprezzanti compagnucce che snobbano un filo di eye liner e rossetto,è questo che conta per essere costruttrici di domani?E già, queste ragazzette di una sinistra(?)che si parlano,scannano (poco sentitam,ente) e poi a fine sequenza si abbracciano in mailntese eppure cercate,dsdirate e almeno ancora umane complicità di genere,le ragazze delle ultime contestazioni anni '90 dell Università La Sapienza,per esempio,la Pantera...Un'altra chance mancata, terribile.Residuati bellici di un combat che,come il sottoscritto,non era (nè sarebbe stato possibile, anagraficamente) stato fatto mai. Forse non basta. Forse è/era un incipit.Molto gracile.L'ottimismo della volotà ancora rifulge.Ma gracile incipit. Nostalgici di commemorazioni di fatti più che di di res gestae,come arguto e caustico rappresentava un intelligente vignettista,tale Vauro da Siena.Era l'88.Ventennale monumentale,inserti de "il manifesto" mirabili,e celebrazioni, finanche rai tv, a josa e di qualità, retorica assente quasi del tutto. Non è successo più,il 40nnale era tepido e morigerato.Come il clima (sotto)culturale reazionario e spaventato,così allarmati dalla propria ombra mefistofelica,che lo ha ricordato.Guardate cosa scrive il M.Veneziani,non stiamo bene.Non godiamo di buona salute culturale,è forse nua fase.Una lunga fase.Dura dagli anni '80. Maselli lo sa. Intanto si fa tardi, direbbe il poeta. (Part 1 , to be continued)