La casa degli sguardi

Un film di Luca Zingaretti. Con Luca Zingaretti, Gianmarco Franchini, Federico Tocci, Chiara Celotto.
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Drammatico, durata 109 min. - Italia 2024. - Lucky Red uscita giovedì 10 aprile 2025. MYMONETRO La casa degli sguardi * * * - - valutazione media: 3,11 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

la casa degli sguardi Valutazione 5 stelle su cinque

di sergio dal maso


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lunedì 13 ottobre 2025

“Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola.”   Cesare Pavese - Il mestiere di vivere
 
Marco sta male. Da quando è morta la madre si è chiuso in sé stesso, ha lasciato la fidanzata e abbandonato gli amici. Affoga l’angoscia e i suoi tormenti nell’alcool, placa la rabbia con gli ansiolitici, in una deriva autodistruttiva che sembra inarrestabile. Solo le poesie che scrive febbrilmente nel suo taccuino riescono lenirne il dolore, dargli una parvenza di tranquillità interiore.
Gli è rimasto accanto solo il padre, un uomo mite e semplice, tramviere di professione. Non sembra in grado di poter aiutare Marco, eppure, silenzioso e tenace, è sempre presente, instancabile. Dopo l’ennesimo incidente in cui il figlio, ubriaco fradicio, si schianta di notte contro un camion, capisce che non c’è più tempo, serve una svolta radicale.
C’è una possibilità di un lavoro nella cooperativa delle pulizie dell’ospedale pediatrico. Marco, però, ha paura di non farcela, teme che vivere a contatto con il dolore altrui, specialmente quello dei bambini malati, gli risulti insopportabile. La sua straripante sensibilità gli fa sentire nell’anima la bellezza della poesia ma amplifica anche la percezione del dolore. Nella delicata fase che sta vivendo la vicinanza con altra sofferenza potrebbe essere devastante.
Invece, sarà proprio l’esperienza dell’ospedale, il lavoro in gruppo condividendo la fatica, il contatto quotidiano con la malattia dei piccoli pazienti, a indicargli la strada da percorrere per liberarsi dal male di vivere che lo affligge. Ricominciare non sarà facile, sarà un percorso impervio e difficile, con continue ricadute e sbandamenti, ma anche con una consapevolezza nuova.
La casa degli sguardi, splendido esordio alla regia di Luca Zingaretti, è un film duro e potente, capace di toccare corde profonde e di emozionare. Non era semplice portare sullo schermo l’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli, scrittore già adottato da Francesco Bruni nella serie Tutto chiede salvezza. Il rischio di compiacere il pubblico raccontando il dolore con toni da melodramma o emozioni facili era alto. Zingaretti lo evita abilmente con una regia attenta e misurata, senza retorica né pietismi. Racconta la sofferenza di Marco quasi con pudore, con profondo rispetto e una sincerità che arriva al cuore. Emoziona facendo parlare gli sguardi, i silenzi, i piccoli gesti come le corna fatte dal bambino malato alla finestra.
Non ci sono eventi miracolosi, Marco ritrova una via d’uscita dall’angoscia esistenziale grazie alla solidarietà della squadra delle pulizie e alla condivisione reciproca dei propri problemi, capendo che ognuno vive, in un modo o nell’altro, l’esperienza del dolore. E che anestetizzarsi con alcool o droghe non serve a nulla.
Il dolore non si può eliminare, va vissuto come una tappa necessaria”, ha affermato lo stesso regista,
quando Marco scopre che il dolore non è evitabile ne uscirà fuori, perché il dolore si deve accogliere, per riacquistare la capacità di stare nelle cose, senza fuggirne”.
Il rapporto padre-figlio è un po' l’asse centrale attorno al quale ruotano gli altri personaggi della storia.
Se la bravura di Zingaretti nella parte del padre non è stata una sorpresa, lo è, invece, la formidabile interpretazione di Marco da parte di Gianmarco Franchini. Il giovane attore, che aveva da poco brillantemente esordito in Adagio di Sollima, dà vita a una performance recitativa viscerale e palpitante. Trasuda rabbia e angoscia ma trasmette anche dolcezza e tenerezza. Non è difficile prevedere una carriera luminosa per questo giovane attore. Va detto, però, che l’intero cast ha funzionato benissimo: tutti i personaggi, anche quelli secondari, sono scritti e recitati in modo assolutamente credibile.  
La sceneggiatura è solida e curata nei dettagli, ma anche le altre componenti cinematografiche sono di grande qualità, dalla raffinata fotografia di Maurizio Calvesi, con i suoi colori notturni molto evocativi, alle musiche minimali di Michele Braga, perfettamente funzionali allo sviluppo narrativo della storia.
Quello di Zingaretti è un cinema genuinamente popolare, attento a restituire un senso di verità alla storia.
A partire da Marco e il padre fino all’ultimo protagonista, La casa degli sguardi racconta persone prima che personaggi, ognuno con la sua storia e le sue vicissitudini, perché il dolore, prima o poi, riguarda tutti.
E ognuno deve affrontarlo e attraversarlo senza paura, perché non è si è mai soli. Usando le parole di Mencarelli, di fronte al dolore “tutto chiede salvezza”.

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