easytiger
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martedì 20 maggio 2008
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un inglese tra tarantino ed i fratelli coen
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Martin McDonagh ci regala con questa pellicola la risposta inglese alle opere di Tarantino ed dei fratelli Coen.
Con cinismo e taglio fumettistico In Bruges è un film decisamente strano...O si ama o si odia...Ma di sicuro è un soggetto molto bizzarro ed originale con una trama che da spazio a risate,colpi di scena ed a "nani xenofobi". Si passa da un inizio lento e volutamente oppressivo,grazie anche alla colonna sonora,ad un finale pieno d'azione e suspance..Bellissimo lo scenario della cittadina belga che per alcuni sembra quello di una favola (Ralph Fiennes)per altri sembra un'incubo (Colin Farrell)!Bravissimi gli interpreti:Farrell, Fiennes e Gleeson meriterebbero un premio ma penso che un film europeo difficilmente sarà capito.
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Martin McDonagh ci regala con questa pellicola la risposta inglese alle opere di Tarantino ed dei fratelli Coen.
Con cinismo e taglio fumettistico In Bruges è un film decisamente strano...O si ama o si odia...Ma di sicuro è un soggetto molto bizzarro ed originale con una trama che da spazio a risate,colpi di scena ed a "nani xenofobi". Si passa da un inizio lento e volutamente oppressivo,grazie anche alla colonna sonora,ad un finale pieno d'azione e suspance..Bellissimo lo scenario della cittadina belga che per alcuni sembra quello di una favola (Ralph Fiennes)per altri sembra un'incubo (Colin Farrell)!Bravissimi gli interpreti:Farrell, Fiennes e Gleeson meriterebbero un premio ma penso che un film europeo difficilmente sarà capito...(purtroppo Fiennes è abituato alle nomination e non alle premiazioni,per lui sarebbe anche l'ora di un awards)...Comunque il regista è riuscito nell'intento di creare un film strano,cupo e divertente al tempo stesso,una commedia drammatica che apprezzerete di più nel momento in cui vi accorgerete che molte battute resteranno impresse nella vostra mente nei giorni seguenti..L'humor inglese è sottile e se vi sono piaciuti film come Trainspotting non potete assolutamente perdervi questo!Dico un "fumetto" in film da vedere perchè penso che oggi killer e boss non abbiano nè coscienza nè codice d'onore!Al momento nei cinema tra il supereroe di turno e la commediola leggerissima questa pellicola si ritaglia a fatica la sua fetta di pubblico immeritatamente!...(Il trailer promozionale non le rende giustizia)L'appello lo rivolgo a tutti quelli che come me amano il CINEMA VERO e ci vanno quando ne vale la pena e non per vedere i film da cassetta o per passatempo!
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(di camilla, brescia)
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laurence316
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venerdì 12 ottobre 2018
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geniale, un esordio imperdibile ed esilarante
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Primo lungometraggio di McDonagh, rinomato commediografo, fratello di quel John Michael regista di The Guard (Un poliziotto da happy hour), In Bruges merita di essere inserito in un'ideale classifica dei migliori esordi cinematografici del decennio.
Assolutamente irresistibile, fra dialoghi taglienti e umorismo nero graffiante, inseriti nell'affascinante cornice della città di Bruges, Venezia del Nord che diventa ben più di un semplice paesaggio grazie al regista, è un film fortemente teatrale ma non per questo meno appassionante o movimentato.
Grazie al brio degli interpreti e della sceneggiatura, In Bruges fuga le perplessità di quello che poteva rivelarsi quale un banalissimo prodotto eccentrico e derivativo, e mette in moto una vicenda se non originale quantomeno trattata in modo originale.
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Primo lungometraggio di McDonagh, rinomato commediografo, fratello di quel John Michael regista di The Guard (Un poliziotto da happy hour), In Bruges merita di essere inserito in un'ideale classifica dei migliori esordi cinematografici del decennio.
Assolutamente irresistibile, fra dialoghi taglienti e umorismo nero graffiante, inseriti nell'affascinante cornice della città di Bruges, Venezia del Nord che diventa ben più di un semplice paesaggio grazie al regista, è un film fortemente teatrale ma non per questo meno appassionante o movimentato.
Grazie al brio degli interpreti e della sceneggiatura, In Bruges fuga le perplessità di quello che poteva rivelarsi quale un banalissimo prodotto eccentrico e derivativo, e mette in moto una vicenda se non originale quantomeno trattata in modo originale.
McDonagh si afferma fin da subito abilissimo sceneggiatore e costruisce una trama che, pur nella generale ironia, non manca di confrontarsi con temi importanti.
Corredato da un'intera galleria di personaggi di contorno memorabili (dal nano razzista al boss moralista), In Bruges ha il grande pregio di non perdere nulla in tensione nonostante la quasi totale assenza di scene d'azione (e quando, nella conclusione, finalmente l'azione arriva è qualcosa che sicuramente riuscirà a mantenersi ben impresso nella memoria degli spettatori).
Finale aperto alle più libere e disparate interpretazioni.
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marco glerean
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martedì 28 settembre 2010
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il codice etico degli assassini
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Non sappiamo se esista un albo degli assassini professionisti ma guardando questo film appare certa l’esistenza di un codice deontologico in uso fra di essi.
“In Bruges” è la storia di un frangente della vita di tre killer, un frangente a dire il vero assai importante per ognuno di essi.
I tre (Farrell, Gleeson e Fiennes) ammazzano veramente ma la cosa non è il vero elemento centrale del dramma e si svolge senza rubare un secondo più del necessario e senza scomodare effetti speciali o virtuosismi di ripresa e montaggio.
Il vero tema è la coscienza individuale di ognuno dei tre, come lottano con essa e come adeguano i propri comportamenti in conseguenza di questo combattimento interiore.
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Non sappiamo se esista un albo degli assassini professionisti ma guardando questo film appare certa l’esistenza di un codice deontologico in uso fra di essi.
“In Bruges” è la storia di un frangente della vita di tre killer, un frangente a dire il vero assai importante per ognuno di essi.
I tre (Farrell, Gleeson e Fiennes) ammazzano veramente ma la cosa non è il vero elemento centrale del dramma e si svolge senza rubare un secondo più del necessario e senza scomodare effetti speciali o virtuosismi di ripresa e montaggio.
Il vero tema è la coscienza individuale di ognuno dei tre, come lottano con essa e come adeguano i propri comportamenti in conseguenza di questo combattimento interiore. L’interruttore che fa scattare questo meccanismo è l’effetto collaterale di una delle loro imprese, ovvero la morte accidentale di chi non dovrebbe mai morire in questo modo.
La storia si svolge a Bruges, città belga ricca di canali e di storia tanto da essere dichiarata patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco, dal fascino gotico e con quel tanto di noir che ben si sposano con la storia. Il periodo è quello natalizio ed anche il clima contribuisce a questo scopo con i cieli plumbei e le nevicate notturne.
Trasportare questo tipo di vicende dalle metropoli frenetiche ad una ambientazione simile è uno degli elementi di originalità del film e la svolta “spirituale” dei personaggi ne è una conseguenza logica.
I protagonisti hanno le facce giuste e, nel caso di Fiennes, anche la voce nel doppiaggio italiano. Uno è un uomo maturo anagraficamente che scopre di esserlo anche come persona e pertanto apre la porta a sentimenti più nobili, disposto ad accettarne le conseguenze dal punto di vista del codice d’onore dei criminali. Un altro è un giovane neofita del mestiere, impulsivo e irrequieto nelle azioni quotidiane tanto quanto lo è la propria coscienza di fronte a quello che non doveva accadere. Il terzo è letteralmente un folle, pedante, spietato e inarrestabile nel compiere le azioni che si prefigge ma anche lui riesce per un attimo a trovare un briciolo di umanità, seppur in modo del tutto personale, nei confronti di un amico per poi inchinarsi del tutto coerentemente al proprio rigido codice etico professionale.
Di contorno vi sono altri criminali grandi e piccoli e simpatici personaggi tanto del luogo quanto turisti tra cui vanno assolutamente segnalati una bella spacciatrice che si scopre innamorata ed un nano razzista che scopre una specie di amicizia.
Diverse le scene surreali che meritano attenzione, una per tutte quella in cui si svolgono contemporaneamente un tentato omicidio ed un tentato suicidio.
“In Bruges” è un film particolare che sa uscire dagli schemi canonici e presenta diversi momenti divertenti e trovate curiose e lo fa senza le forzature e le esagerazioni tipiche dei film di genere tanto di moda in questi anni. E’ uno spettacolo gradevole e chi è interessato a qualcosa di più troverà il modo di fare qualche analisi nei percorsi introspettivi dei personaggi.
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pistinna
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mercoledì 20 febbraio 2013
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un purgatorio grottesco
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Due sicari irlandesi sporcano un lavoro e così vengono spediti dal loro boss in Belgio in vacanza forzata. Una cittadina medioevale sull'acqua, questa la loro destinazione.
Inizia così "in Bruges" film difficile da etichettare ma a cui sicuramente il sottotitolo italiano "la coscienza dell'assassino" non rende giustizia.
Man mano che la storia prosegue Bruges, questo il nome della cittadina, assume un ruolo sempre più importante. Interagisce con i personaggi affascinandoli o annoiandoli, inseguendoli o ignorandoli, riempiendoli di vita o uccidendoli, sempre senza mezze misure. Si trasforma lentamente da distaccato sfondo per turisti a intima custode delle vite dei personaggi che la abitano fino a non tollerarne nemmeno la fuga.
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Due sicari irlandesi sporcano un lavoro e così vengono spediti dal loro boss in Belgio in vacanza forzata. Una cittadina medioevale sull'acqua, questa la loro destinazione.
Inizia così "in Bruges" film difficile da etichettare ma a cui sicuramente il sottotitolo italiano "la coscienza dell'assassino" non rende giustizia.
Man mano che la storia prosegue Bruges, questo il nome della cittadina, assume un ruolo sempre più importante. Interagisce con i personaggi affascinandoli o annoiandoli, inseguendoli o ignorandoli, riempiendoli di vita o uccidendoli, sempre senza mezze misure. Si trasforma lentamente da distaccato sfondo per turisti a intima custode delle vite dei personaggi che la abitano fino a non tollerarne nemmeno la fuga.
La regia è squisitamente lenta nel descrivere questa trasformazione mentre un taglio più fumettistico rende briosi dialoghi e finale.
Martin McDonagh, qui in doppia veste di regista/sceneggiatore, chiede anche agli interpreti in carne e ossa di recitare dentro personaggi all'apparenza stereotipoati ma in realtà costantemente in trasformazione. Complessi e sfuggevoli, anche i personaggi minori diventano essenziali protagonisti mossi da sentimenti e valori contrastanti. Spicca un bravissimo Brendan Gleeson nel ruolo di Ken il sicario più anziano.
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costanza
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domenica 14 giugno 2009
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non tutti gli assassini sono uguali
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E' un film molto duro ma riesce a creare atmosfere delicate e suggestive: Molto dipende dal luogo, Bruges, una città "da favola" che persino al killer più spietato evoca immagini di un'infanzia forse negata, L'arte domina la scena: le chiese gotiche, i quadri dei pittori fiamminghi, le piazze,la torre. Non sembra un posto adatto a due assassini di professione,in un periodo,oltretutto natalizio.E' strano come i due protagonisti riescano a suscitare la simpatia degli spettatori; il più anziano perchè ama la città, i suoi monumenti e i suoi abitanti, pur così diversi dagli inglesi,perchè è comprensivo, generoso e altruista; l'altro ,per i sensi di colpa che lo angosciano pur senza annullare i suoi istinti violenti e la sua voglia di vivere.
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E' un film molto duro ma riesce a creare atmosfere delicate e suggestive: Molto dipende dal luogo, Bruges, una città "da favola" che persino al killer più spietato evoca immagini di un'infanzia forse negata, L'arte domina la scena: le chiese gotiche, i quadri dei pittori fiamminghi, le piazze,la torre. Non sembra un posto adatto a due assassini di professione,in un periodo,oltretutto natalizio.E' strano come i due protagonisti riescano a suscitare la simpatia degli spettatori; il più anziano perchè ama la città, i suoi monumenti e i suoi abitanti, pur così diversi dagli inglesi,perchè è comprensivo, generoso e altruista; l'altro ,per i sensi di colpa che lo angosciano pur senza annullare i suoi istinti violenti e la sua voglia di vivere. Il finale , da tragedia , è un'ecatombe,ma la voce fuori campo ci lascia con un senso di speranza.
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molenga
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martedì 12 luglio 2011
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morte nelle fiandre
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Ottimo esordio cinematografico per questo regista irlandese.
Bruges è il dipinto fiammingo dove si spengono le esistenze di un killer esperto giunto alla fine del suo apprendistato, brendan gleeson, e del suo boss, un sempre più "folle" ralph fiennes; è un film come non se ne vedevano da tempo, forse unico: McDonagh rende alla città belga un servizio da tenebrosa cartolina....se è vero che per tutto il film farrell ripete quanto quel posto sia noioso, brutto, un inferno, alla fine è proprio bruges la protagonista del film, complice la fotografia magistrale. i personaggi emergono dali ciottoli come fantasmi di una notte lisergica e scompaiono con la medesima facilità, l'epilogo è un malinteso circondato da commedianti dell'arte.
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Ottimo esordio cinematografico per questo regista irlandese.
Bruges è il dipinto fiammingo dove si spengono le esistenze di un killer esperto giunto alla fine del suo apprendistato, brendan gleeson, e del suo boss, un sempre più "folle" ralph fiennes; è un film come non se ne vedevano da tempo, forse unico: McDonagh rende alla città belga un servizio da tenebrosa cartolina....se è vero che per tutto il film farrell ripete quanto quel posto sia noioso, brutto, un inferno, alla fine è proprio bruges la protagonista del film, complice la fotografia magistrale. i personaggi emergono dali ciottoli come fantasmi di una notte lisergica e scompaiono con la medesima facilità, l'epilogo è un malinteso circondato da commedianti dell'arte.
chi cerca la pace, chi cerca se stesso, chi vuol mantenere l'equilibrio delle cose: a bruges c'è spazio per tutti
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loburz
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venerdì 13 marzo 2015
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l'inferno in terra
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Dopo aver ucciso per errore un bambino in chiesa il killer Ray (Colin Farrell) viene mandato nel piccolo borgo medievale di Brugge in Belgio assieme al suo complice Ken (Brendan Gleeson). I due devono attendere istruzioni da Harry, il loro capo, interpretato da Ralph Finnies. La città non è gradita a Ray che continua a lamentarsi con Ken, il quale al contrario apprezza molto le bellezze storiche e artistiche del luogo che possono ricordare al visitatore uno di quei villaggi magici popolati da creature fantastiche e fiabesche. In seguito però l'intento abilmete studiato del regista Martin McDonagh prende forma, e lo scenario si trasforma in un luogo di sofferenza degno delle Malebolge della Divina Commedia.
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Dopo aver ucciso per errore un bambino in chiesa il killer Ray (Colin Farrell) viene mandato nel piccolo borgo medievale di Brugge in Belgio assieme al suo complice Ken (Brendan Gleeson). I due devono attendere istruzioni da Harry, il loro capo, interpretato da Ralph Finnies. La città non è gradita a Ray che continua a lamentarsi con Ken, il quale al contrario apprezza molto le bellezze storiche e artistiche del luogo che possono ricordare al visitatore uno di quei villaggi magici popolati da creature fantastiche e fiabesche. In seguito però l'intento abilmete studiato del regista Martin McDonagh prende forma, e lo scenario si trasforma in un luogo di sofferenza degno delle Malebolge della Divina Commedia. La presenza di edifici costruiti in stile gotico con enormi statue di diavoli, uniti alla visita in un museo dell'opera il "Giorno del Giudizio" di Hieronymus Bosch, famoso per la presenza di soggetti surreali come mostri, persone deformi, malati mentali e animali demoniaci, vengono riflessi nell'incontro da parte di Ray e Ken con dei personaggi buffi e grotteschi, come un gruppo di tre americani decisamente "Over Size" definiti da Ray "Branco di elefanti", di un nano che sta girando un film, di un canadese pallido con cui Ray attacca rissa, per finire con l'ultima scena sul set del film del nano assieme a personaggi mascherati in modo pauroso con teste da topo e corna sul capo. Questi elementi rendono Brugge una sorta di limbo, un'anticamera dell'inferno dove Ray è consapevole di aver commesso l'unica cosa a cui nella vita non si può rimediare, l'uccisione di un innocente. Il tutto culmina con l'arrivo in città di Harry, paragonabile alla discesa sulla terra di un demone irascibile il cui scopo è porre fine alla vita di Ray per l'errore commesso. I dialoghi grotteschi, le scene tragicomiche, la bellezza di Brugge, vengono amalgamate insieme in un calderone diabolico dove al centro troviamo vicissitudini amare e una rappresentazione delle virtù più maligne dell'uomo, facendo di questo film una geniale messa in scena teatrale, ricca di umorismo, drammaticità e bellezze artistiche senza tempo.
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francesco2
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lunedì 15 giugno 2009
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tutto il resto è stranezza
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Ciò che era interessante, valutando quest'opera, era se la scelta"Europea" volesse essere un richiamo o se invece manifestasse l'intenzione di andare oltre il semplice thriller.
Nonostante i personaggi, in questo presunto) film anticonformista, risultino(Solo) alle volte prevedibili nele loro reazioni, il film riesce spesso a mettere inrilievo le loro incongruenze.Il giovane:è un tipo da grilletto facile, ma contemporaneamente tormentato dai sensi di colpa.Questo non gli impedisce di uscire con una ragazza.L'amico:E' costretto ad ucciderlo, ma proprio quando vorrebbe farlo non solo desiste,ma salva lui dal suicidio e lo spedisce da un'altra parte.Il"Terzo":uomo con pochi scrupoli, ha però la coscienza di suicidarsi quando uccide il SECONDO bambino(Un altro,e qui Farrell lo avverte come il prete aveva avvertito lui).
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Ciò che era interessante, valutando quest'opera, era se la scelta"Europea" volesse essere un richiamo o se invece manifestasse l'intenzione di andare oltre il semplice thriller.
Nonostante i personaggi, in questo presunto) film anticonformista, risultino(Solo) alle volte prevedibili nele loro reazioni, il film riesce spesso a mettere inrilievo le loro incongruenze.Il giovane:è un tipo da grilletto facile, ma contemporaneamente tormentato dai sensi di colpa.Questo non gli impedisce di uscire con una ragazza.L'amico:E' costretto ad ucciderlo, ma proprio quando vorrebbe farlo non solo desiste,ma salva lui dal suicidio e lo spedisce da un'altra parte.Il"Terzo":uomo con pochi scrupoli, ha però la coscienza di suicidarsi quando uccide il SECONDO bambino(Un altro,e qui Farrell lo avverte come il prete aveva avvertito lui).
Questa è la forza del film, altrove prevedibile nell'intreccio e poco coraggioso nell'eliminare i cliché(Il "terzo" killer, specialmente, rischia di essere poco più di una macchietta, l'amico del giovane assume nei suoi confronti una funzione "Salvifica"che mi lascia un pò perplesso).
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jacopo b98
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giovedì 27 giugno 2013
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un film intelligente che fa riflettere e diverte
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Due sicari (Farrell e Gleeson) si rifugiano a Bruges (Belgio), la “Venezia del Nord”, perché uno dei due oltre a uccidere la vittima stabilita ha fatto fuori anche un bambino innocente. Il grande capo dell’organizzazione (Fiennes) ordinerà a uno dei due di togliere di mezzo l’altro ma questo non avrà il coraggio di farlo e sarà un massacro. Tutto in questa cazzo di Bruges. Esordio alla regia di McDonagh, anche sceneggiatore, premio Oscar 2006 per il miglior cortometraggio, è un film grottesco che passa da una prima parte decisamente divertente, anche se inserita in un contesto drammatico, ed un finale estremamente drammatico e sconsolato, seppur sempre piuttosto grottesco.
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Due sicari (Farrell e Gleeson) si rifugiano a Bruges (Belgio), la “Venezia del Nord”, perché uno dei due oltre a uccidere la vittima stabilita ha fatto fuori anche un bambino innocente. Il grande capo dell’organizzazione (Fiennes) ordinerà a uno dei due di togliere di mezzo l’altro ma questo non avrà il coraggio di farlo e sarà un massacro. Tutto in questa cazzo di Bruges. Esordio alla regia di McDonagh, anche sceneggiatore, premio Oscar 2006 per il miglior cortometraggio, è un film grottesco che passa da una prima parte decisamente divertente, anche se inserita in un contesto drammatico, ed un finale estremamente drammatico e sconsolato, seppur sempre piuttosto grottesco. Vinse a sorpresa il Golden Globe per il miglior attore (Farrell) e il BAFTA per la miglior sceneggiatura originale ed ottenne la nomination all’Oscar nella medesima categoria. È una commedia drammatica intelligente, talvolta acuta, con alcune situazioni assolutamente geniali, dialoghi rapidi e divertenti. Totalmente girato in una Bruges bellissima, gotica e malinconica (anche grazie alle belle musiche di Carter Burwell) ben fotografata da Eigil Bryld è un film sulla coscienza dell’assassino come già anticipa il titolo che spesso in realtà ripensa alle proprie vittime. Interessantissima è la parte con protagonista il nano razzista (Prentice) che fa riflettere immaginando scenari post-apocalittici con guerre tra bianchi e neri. È una piccola perla del cinema indipendente, uno di quei film che pochi vedono ma di cui poi ci si innamora.
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antonio baldini
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domenica 5 luglio 2020
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bah
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L'idea forse era buona; il thriller in un'ambientazione inusuale, Bruges che diventa la metafora del purgatorio
Il risultato però è mediocre
La recitazione e i personaggi non convincono (assolutamente poco credibile colin farrel che in una scena sembra un deficiente che fa battute di cattivo gusto, nell'altra dovrebbe essere profondamente afflitto per aver ucciso un bambino); la trama abbozzata e dai risvolti banali (cit:"lui è giovane, merita una seconda possibilità")
vorrebbe atteggiarsi a dark comedy dall'ironia pungente in stile cohen e tarantino e allo stesso tempo portare significati profondi e commuovere; non riesce nè in l'uno nè nell'altro
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