matteo g.z.
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domenica 19 agosto 2007
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vi stimo molto
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Taglio cinico sul mondo del lavoro e sulla distorsione comportamentale generata da target ambiziosi e sfidanti. Ognuno di noi, se manager, si sente Pressi. Il continuo battere ed essere battuti: un giorno incudine ed un altro martello. La globalizzazioneporta eccessi di questo tipo che in questo film si chiamanto risorse umane da tagliare in altri ambiti risultati da raggiungere. La frase perno?: Vi stimo moltissimo. A me suona un po' come la classica: Non posso lamentarmi (ovvero: anche se ne avessi titolo non potrei farlo perchè o non cambia niente o non posso farlo). Pasotti si ritaglia una prestazione credibile, molto ma molto meno la giapponesina, superflua al bilancio del film. Buona la Capotondi.
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Taglio cinico sul mondo del lavoro e sulla distorsione comportamentale generata da target ambiziosi e sfidanti. Ognuno di noi, se manager, si sente Pressi. Il continuo battere ed essere battuti: un giorno incudine ed un altro martello. La globalizzazioneporta eccessi di questo tipo che in questo film si chiamanto risorse umane da tagliare in altri ambiti risultati da raggiungere. La frase perno?: Vi stimo moltissimo. A me suona un po' come la classica: Non posso lamentarmi (ovvero: anche se ne avessi titolo non potrei farlo perchè o non cambia niente o non posso farlo). Pasotti si ritaglia una prestazione credibile, molto ma molto meno la giapponesina, superflua al bilancio del film. Buona la Capotondi. Buona prova di film italiano
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michele il critico
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giovedì 12 maggio 2005
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volevo solo dormirle addosso
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VOLEVO SOLO DORMIRLE ADDOSSO
regia: Eugenio Cappuccio
Giorgio Pasotti è il protagonista di questo film italiano sul lavoro e sui suoi effetti sociologici nell’Europa contemporanea.
Lo sfondo spaziale è Milano. Le condizioni disumane determinate dalla precarietà del lavoro e dai ritmi frenetici imposti nella grande città si riflettono nei comportamenti del protagonista e nei suoi rapporti con il prossimo.
I principali luoghi scenici sono le stanze d’ufficio, i night e gli interni delle abitazioni.
La rappresentazione delle stanze d’ufficio è realizzata mediante campi geometrici, attraverso i quali lo spazio assume toni visivi quasi metafisici: ciò permette di rendere evidente la coerente logica dei nuovi rapporti di lavoro (esigenze di competitività, rapporti a tempo determinato, taglio del personale) e al contempo la loro assurdità.
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VOLEVO SOLO DORMIRLE ADDOSSO
regia: Eugenio Cappuccio
Giorgio Pasotti è il protagonista di questo film italiano sul lavoro e sui suoi effetti sociologici nell’Europa contemporanea.
Lo sfondo spaziale è Milano. Le condizioni disumane determinate dalla precarietà del lavoro e dai ritmi frenetici imposti nella grande città si riflettono nei comportamenti del protagonista e nei suoi rapporti con il prossimo.
I principali luoghi scenici sono le stanze d’ufficio, i night e gli interni delle abitazioni.
La rappresentazione delle stanze d’ufficio è realizzata mediante campi geometrici, attraverso i quali lo spazio assume toni visivi quasi metafisici: ciò permette di rendere evidente la coerente logica dei nuovi rapporti di lavoro (esigenze di competitività, rapporti a tempo determinato, taglio del personale) e al contempo la loro assurdità.
Nelle scene dei night il regista preferisce la macchina a mano che meglio si adatta alla rappresentazione di luoghi in cui il protagonista cerca una fuga ed una perdita del controllo.
Infine la casa: dentro le mura domestiche meglio emergono la frustrazione e il cinismo. La casa non è uno spazio in cui il protagonista cerca di costituire momenti di vita a misura d’uomo, ma piuttosto “un corridoio”, una prosecuzione dell’ufficio in cui i disagi creati dal lavoro si riversano nel modo di vivere (sedersi sulla tazza del bagno con il portatile) e di rapportarsi con le persone vicine (tu vuoi solo scoparmi e dormirmi addosso gli dice la compagna).
Lo schematismo del film si trascina fino al deludente finale: Pasotti (temo che in ogni film dovremmo vederlo nutrirsi di mele) è costretto a dimettersi, ha perso la sua sfida (doveva “incoraggiare” al prepensionamento 25 colleghi entro tre mesi e, fermo a quota 24, decide di essere lui il venticinquesimo), la sua voce fuoricampo spiega che questo è il mondo del lavoro (prendere o lasciare), l’ascensore si chiude, nulla cambia.
VOTO **
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paride86
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giovedì 20 gennaio 2011
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così così
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"Volevo solo dormirle addosso" racconta la vita di Marco Pressi, giovane manager perso nel gorgo di un lavoro odioso e opprimente.
Fin quando il film verte sul piano lavorativo, e dunque sociale, funziona piuttosto bene; la parte privata, invece, è mal tratteggiata e appesantisce la storia.
In definitiva si tratta di un film che ha il coraggio di affrontare, anche con una certa ironia, il moderno mondo del lavoro; tuttavia lo fa in maniera per niente brillante: si lascia guardare senza lasciare il segno.
Giorgio Pasotti è un protagonista bravo ma senza particolari lodi.
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