elgatoloco
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mercoledì 15 febbraio 2017
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dumas c'entra poco, ma...
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Conoscendo l'originale di Dumas, questo"La tulipe noire"di Christian-Jaque(1964)ne ha preso lo spunto iniziale, l'"idea"; ma il fi,m, irrispettoso filologicamente, è di un brio, di una vivacità che vorrei definire"mozartiana"ma anche debitrice a Claude Tillier, l'autore di"Mon oncle Benjamin". Delon(ma qui ci vorrebbe un giudizio femminile)era splendido fisicamente, ma anche efficacissimo interprete, capace di alternarssi nel doppio ruolo(il conte traditore della sua classe e"tulipano nero"e il fratello)senza problemi e di caricare di brio un film simpaticamente impertinente, che fa suoi senza problemi gli ideali della Rivoluzione francese e non se li lascia dietro la spalla, come cosa avvenuta e già"superata"ma al contrario li ripropone nella loro totalità.
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Conoscendo l'originale di Dumas, questo"La tulipe noire"di Christian-Jaque(1964)ne ha preso lo spunto iniziale, l'"idea"; ma il fi,m, irrispettoso filologicamente, è di un brio, di una vivacità che vorrei definire"mozartiana"ma anche debitrice a Claude Tillier, l'autore di"Mon oncle Benjamin". Delon(ma qui ci vorrebbe un giudizio femminile)era splendido fisicamente, ma anche efficacissimo interprete, capace di alternarssi nel doppio ruolo(il conte traditore della sua classe e"tulipano nero"e il fratello)senza problemi e di caricare di brio un film simpaticamente impertinente, che fa suoi senza problemi gli ideali della Rivoluzione francese e non se li lascia dietro la spalla, come cosa avvenuta e già"superata"ma al contrario li ripropone nella loro totalità. Film decisamente"nuovo"per l'epoca(credo, almeno)nel suo brio distruttore di certezze, "La tulipe noire"rilancia, per chi pratichi la storia del cinema e non solo il cinema contemporaneo, una sorta di"commedia con brio"(uso fin troppo il lemma, ne sono conscio, ma il"pari"è voluto, anche perché espressione in tutto e per tutto di origine musicale, quindi adattissimo a un film come questo , che solo nel finale dà forse troppo peso al voler essere"di cappa e spada". Gli altri interpreti, dalla Lisi a Takir Amiroff, sono adattissimi/e alla loro rispettiva parte. Da recuperare in goni modo, se possibile. I teorici e critici della"Nouvelle Vague"(Truffaut, in primis, allora critico, prima di diventare regista, per fortuna...)ne erano giustamente entusiasti, di Christian.-Jaque intendo, e la loro scelta-predilezione non era certo casuale né avventata. Vero cinema di più di mezzo secolo fa, come va giustamente segnalato. El Gato
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elgatoloco
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giovedì 12 dicembre 2019
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poco a che fare con dumas
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"La tulipe noire"(1964, Christian Jaque)ha in comune con il romanzo originale di Alexandre Dumas père quasi solo il titolo, in realtà, come è meglio precisare subito d'abord, per evitare equivoci. Con Marcello Ciorciolini il regista aveva imbastito una storia "di cappa e spada"divertente, abbastanza anticonvenzionale, pur se nello stile d'epoca(duelli, inseguimenti.fughe, dialoghi anche politici, visto che si parla del periodo immeridatamente precednete la presa della Bastiglia, episodio con cui in realtà poi il film si chiude, scene d'amore), che sa tenere molto ritmo, forse ben più di certi film dei nostri anni"Duemila".
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"La tulipe noire"(1964, Christian Jaque)ha in comune con il romanzo originale di Alexandre Dumas père quasi solo il titolo, in realtà, come è meglio precisare subito d'abord, per evitare equivoci. Con Marcello Ciorciolini il regista aveva imbastito una storia "di cappa e spada"divertente, abbastanza anticonvenzionale, pur se nello stile d'epoca(duelli, inseguimenti.fughe, dialoghi anche politici, visto che si parla del periodo immeridatamente precednete la presa della Bastiglia, episodio con cui in realtà poi il film si chiude, scene d'amore), che sa tenere molto ritmo, forse ben più di certi film dei nostri anni"Duemila"... Christian.-Jaque non era amatissimo dalla nouvelle-.vague, che pure gli riconosceva vari meriti(cfr. "Les fiilms de ma vie"di François Truffaut), ma in complesso dimostrava di saper alternare humor, talora anche in forma di sberleffo ai potenti, azione, scene varie(come detto brevemente sopra), insomma un ricco pot-pourri filmico, senz'altro divertnete, che ci propone anche un Alain Delon nel doppio ruolo della"Tulipe noire"e del fratello più"tranquillo", entrambi però rivoluzuoinari, o melgio aristocratici simpaticamente"traditori"della loro classe sociale di appartenenza, pur se con modalità molto diverse tra loro. Una scelta simpatica, questo film, se fatta sapendo a ciò cui si va incontro, che ho cercato brevmente di tratteggiare nel sunto. L'iirrisione ai potenti, circa un lustro dopo, torna in"Mon oncle Benjamin"di Edouard Molinaro con Jacques Brel nel ruolo di protagonista simpaticamente"a proprio agio", ma, appunto, c'era stato il grande precedente di Delon. oggi irriconoscibile se paragonato ai trascorsi d'antan.... Ma c'è anche Virna Lisi, coprotagonista bravissima, una comunque Dawn Addams., Akim Tamiroff, Francis Blanche e ancora altri/e bravi/e interpreti. Cinema forse anche routinario ma assolutamente"bien fait". El Gato
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