jonnylogan
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giovedì 19 settembre 2024
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la realtà filtrata dai media
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Un presidente USA in balia completa del suo segretario di stato. Un egocentrico presentatore che desidera solamente accrescere la propria fama a scapito di concorrenti pronti a tutto pur di partecipare al suo reality. Un cinismo strisciante che non risparmia nessuno.
Tutto questo è American Dreamz del regista Paul Weitz, il quale pose quale unica condizione per la realizzazione del film la presenza di Hugh Grant nello sgradevole ruolo di Martin Tweed e il tutto a quattro anni di distanza da About a Boy – Un ragazzo (About a Boy; 2002) diretto da Paul e dal fratello Chris, tornato in scena e capace di colpire ancora nel segno.
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Un presidente USA in balia completa del suo segretario di stato. Un egocentrico presentatore che desidera solamente accrescere la propria fama a scapito di concorrenti pronti a tutto pur di partecipare al suo reality. Un cinismo strisciante che non risparmia nessuno.
Tutto questo è American Dreamz del regista Paul Weitz, il quale pose quale unica condizione per la realizzazione del film la presenza di Hugh Grant nello sgradevole ruolo di Martin Tweed e il tutto a quattro anni di distanza da About a Boy – Un ragazzo (About a Boy; 2002) diretto da Paul e dal fratello Chris, tornato in scena e capace di colpire ancora nel segno. Confezionando una pellicola cinica e intrisa di satira politica e sociale, che non desidera risparmiare veramente nessuno; non le massime autorità politiche USA, ma neppure i temuti terroristi Arabi, trattati alla stregua di un gruppo di appassionati di musical made in Broadway.
In tal caso i due fratelli originari di New York si dividono i compiti di produttore e regista, lasciando dietro la macchina da presa il solo Paul, cui va riconosciuto il merito di aver creato una sceneggiatura originale capace di far sorridere lo spettatore grazie a un retrogusto decisamente amaro e dato dalla capacità del regista Newyorchese di fotografare in maniera fin troppo realistica la società occidentale.
La satira graffiante della pellicola non si ferma però al solo mondo dei reality, ma riesce a toccare sia il malcostume, tutto occidentale, di creare personaggi dal nulla. Fornendo alla persona comune, nella maggior parte dei casi priva di talento, quel quarto d’ora di celebrità che Andy Warhol profetizzava già nei ’60. E anche il mondo della politica; tracciando l’identikit di un presidente USA, un Dennis Quaid perfetto nel ruolo di stupido, sempliciotto e disinformato, che proprio come i protagonisti di un reality è guidato mediante auricolare dal suo cinico segretario di stato; un Willem Dafoe, sempre molto abile nel farsi disprezzare con un sorriso amaro dipinto in faccia.
In questo tourbillon di sentimenti negativi e portati all’estremo, ben si adatta la caricatura, nemmeno troppo enfatizzata, di Hugh Grant che quando ha preferito smettere di sembrare il bravo ragazzo della porta accanto è riuscito a essere sia un attore più credibile sia capace di veicolare al meglio il messaggio del film, creando fra lui e Wally ‘Defoe‘ Sutter un parallelo fra due burattinai l’uno di un manipolo di inetti dalle belle speranze e l’altro di un inetto (o ingenuo) a capo della nazione più potente del mondo.
Black comedy molto amara e che anche se datata (uscì al cinema nel 2006) riesce a essere ancora oggi un’eccellente satira in merito alla costruzione mediatica di una notizia.
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elgatoloco
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sabato 18 aprile 2020
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formidabile weitz
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"American Dreamz", ovviamente forma corrotta di"American Dreams", come dire"sognacci ameticani(Paul Weitz, che ha scritto e diretto il film, 2006)nasce da quattro storie che si fondono. UN presentatore fatuo, lasciato dalla mogli e in cerca di"avventure", un presidente da poco elettto e completamente dipendente dall'audifono attraverso il quale gli viene detto-da un consulente assillante ma non sciocco-.ciò che deve dire(siamo nel 2006, i riferimenti a George Bush junior sono continui, con un Dennis Quaid "adattato"all'uopo, una ragazza di campagna che vuole emergere come cantante, che da poco ha rotto con il fidanzato, che è partito per l'Iraq, tornando poi ferito, un giovane di origini arabe che va a un campo di esercitazione in Afghanistan per fare il terrorista islamico-alla fine tutti sul palco per"American Dreamz", dove il giovane arabo ha l'oridine di farsi esplodere, uccidendo nel contempo il presidente.
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"American Dreamz", ovviamente forma corrotta di"American Dreams", come dire"sognacci ameticani(Paul Weitz, che ha scritto e diretto il film, 2006)nasce da quattro storie che si fondono. UN presentatore fatuo, lasciato dalla mogli e in cerca di"avventure", un presidente da poco elettto e completamente dipendente dall'audifono attraverso il quale gli viene detto-da un consulente assillante ma non sciocco-.ciò che deve dire(siamo nel 2006, i riferimenti a George Bush junior sono continui, con un Dennis Quaid "adattato"all'uopo, una ragazza di campagna che vuole emergere come cantante, che da poco ha rotto con il fidanzato, che è partito per l'Iraq, tornando poi ferito, un giovane di origini arabe che va a un campo di esercitazione in Afghanistan per fare il terrorista islamico-alla fine tutti sul palco per"American Dreamz", dove il giovane arabo ha l'oridine di farsi esplodere, uccidendo nel contempo il presidente. Satira più che corrosiva dove tutti/e hanno dei "dreams"(no, meglio"dreamz", appunto), dove il gioco diventa anche pesante per vincere un concorso presentato da un presentatore "scassato"(Hugh Grant), alla presenza di un presidente audifono-dipendente(ma alla fine dirà qualcosa di suo, purtroppo...), da una ragazza belloccia ma non proprio belissima, che vuole sfondare quale cantante)e le cose finiranno in modo assolutamente imprevisto(si può solo anticipare che vincerà il giovane islamista)e che invece un "insano gesto" verrà compiuto dal soldato che ha perso l'amore... Oltre al citato Grant, un bravissimo Dannis Quaid come presidente simil-Bush(oramai lo si può dire, visto che non è più presidente USA, anche se sappiamo che l'Italia è una quasi-colonia degli States...), un Willem Dafoe quale consulente-suggeritore del presidente, Mandy Moore che impersona la cantante non proprio bravissima, molto "gradita"al presentatore, ancora Chris Klein come William Williams, il findanzato tradito, che si rivelerà molto migliore, come cantante, dell'ex-girl freind, anche se"da fuori, non partecipando cioè al concorso, Sam Golzari, il cantante-terrorista non molto convinto... Ottima la composizione dei quattro"quadri", asoslutamente impernsabile all'inizio, bravi tutti/e gli/le interpreti, valida la "messa in scena"e ovviamente la scenografia del concorsone canoro, dove si svelano, appunto, i falsi miti e le ancora più assurde speranze di chi , in qualche modo vuol essere ciò che non riesce ad essere o che come tale non riesce ad affermarsi... La forza del corrosivo humor ebraico(yiddish)di Weitz è capace di burlarsi sia del presidente USA, "Dio laico"in quel paese, criticato, messo sotto impeachment ma poi sempre rivalutato(vedasi Richard M..Nixon), sia del terrorisita ilslamico, dove il riferimento diretto(eravamo nel 2006)è chiaramente ad Al QUaida, ma un po'anche del concorrente israeliano, che il "diabolico"(lo sarebbe se avesse maggiore"dono dell'intelleto" ma sciatto"presentatore"di"American Dreamz"ha voluto contrappore al musulmano non poco fondamentalista, ma innamorato dei musicals, che emerge al posto del cugino,. che avrebbe dovuto essere il vero candidato... Insomma da vedere e rivedere, per la sua capacità di essere beffardo, amaro(humor, non banale"comicità"), efficace quanto ben realizzato anche sul piano tecnico. El Gato
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rongiu
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venerdì 15 aprile 2016
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“deeds not words”
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Londra 1912-1913. E’ in questa città che tantissime “Everywoman” al grido di “Deeds not Words” \ Fatti non parole /, iniziano una lotta per vedere riconosciuto il loro diritto al voto e con esso una dignità mai riconosciuta. "Suffragette," ci mostra che come tale lotta è stata portata avanti.
Maud Watts \ Carey Mulligan /, ha lavorato in una lavanderia industriale fin da piccola. Nella stessa lavanderia ha perso la madre per gravissime ustioni ed ha incontrato suo marito, Sonny \ Ben Whishaw /. Come se non bastasse, una brutta cicatrice, “medaglia al lavoro” conquistata sul campo, copre una parte del braccio e della spalla.
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Londra 1912-1913. E’ in questa città che tantissime “Everywoman” al grido di “Deeds not Words” \ Fatti non parole /, iniziano una lotta per vedere riconosciuto il loro diritto al voto e con esso una dignità mai riconosciuta. "Suffragette," ci mostra che come tale lotta è stata portata avanti.
Maud Watts \ Carey Mulligan /, ha lavorato in una lavanderia industriale fin da piccola. Nella stessa lavanderia ha perso la madre per gravissime ustioni ed ha incontrato suo marito, Sonny \ Ben Whishaw /. Come se non bastasse, una brutta cicatrice, “medaglia al lavoro” conquistata sul campo, copre una parte del braccio e della spalla. Una lavanderia industriale dove per Maud, il tempo ed il mondo sembrano non darle altre possibilità fin quando è testimone di una sassaiola e riconosce, tra le partecipanti, una collega, Violet Miller \ Anne-Marie Duff /. Prima curiosa, poi convinta attivista Maud perde il suo vecchio mondo, ma guadagna il suo vero sé.
Alice \ Romola Garai / attivista benestante, chiede alle operaie della lavanderia di render conto in Parlamento, del loro lavoro, delle inquietanti ed insalubri condizioni nelle quali prestano la loro opera. Violet invitata a tenere il suo discorso, ne è impossibilitata a seguito del pestaggio subito dal marito. Sarà Maud a sostituirla e lo farà nel migliore dei modi, parlando della sua vita lavorativa con incisiva onestà intellettuale. Ed è proprio quest’ultima che strappa a David Lloyd George \ Adrian Schiller / la promessa di inserire nel prossimo dibattito parlamentare, la concessione alle donne del diritto di voto. Quando poi, davanti alla Camera dei Comuni, le Suffragette vedono negato questo diritto con uno stringato annuncio, inizia una concitata ma pacifica protesta che ben presto si trasforma in una sommossa sedata dal brutale intervento della polizia. Diverse sono le arrestate e tra questa c’è Maud. La settimana di carcere la “segna” sensibilmente e per sempre. Il rientro a casa è dei meno felici. Sonny è furioso, ha vergogna della moglie. Il loro matrimonio avrà un triste epilogo mostrando un'altra piaga nel diritto anglosassone . Maud non vuole tornare più indietro ed è più che mai convinta a riprendere la lotta.
Il film è pieno di tracce d'epoca, una di queste e la scena in cui le donne cantano un po’ de "La Marcia delle Donne" del compositore Dame Ethel Smyth.
"Suffragette" ha alla regia una donna \ Sarah Gavron /, alla sceneggiatura \ Abi Morgan / e produttori \ Alison Owen e Faye Ward /. La scelta della donna simbolo è stata sicuramente appropriata, così come quella degli uomini - un marito inizialmente solidale, che sembra non comprendere ciò che sta accadendo, un ispettore di polizia in conflitto \ Brendan Gleeson /. Gavron e il suo direttore della fotografia Eduard Grau fanno vivere le scene di protesta come se fossero notizie in diretta, conferendo all’azione una reale immediatezza che spazia fino nello stato d'animo del momento.
Il film di Gavron affianca altri film di drammi di donne sotto pressione come Norma Rae di Martin Ritt USA 1979, Silkwood di Mike Nichols USA 1983 ed Erin Brockovich – Forte come la verità di Steven Soderbergh USA 2000. "Suffragette" termina mostrando le date in cui varie nazioni hanno dato il voto alle donne. In America, tutte le donne lo hanno esercitato nel 1920, ma le leggi hanno tenuto le donne “nere” fuori dalla cabina elettorale in molte zone fino a decenni più tardi.
Perché questa palese omissione?
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vale '93
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sabato 14 giugno 2008
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e qst sarebbe un film????
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Poveri noi,dov'è sta finendo il nostro povero bel cinema?Ormai di bel film che escono se ne contano davvero pochi...Qst nn è un film,è solo un riassunto della stupidità dell maggior parte delle persone che vedono reality...Se c'è una cosa che nn sopporto sono proprio i reality,stupidi,demenziali e senza un vero scopo..Ma io dico,cosa c'è di così interessante che spiare delle persone chiuse in una casa,dov'è il divertimento?(sto parlando del grande fratello)Allora gli autori qnd vedono che gli ascolti cominciano a scendere cosa fanno?Dicono a quella specie di attori pagai di mettere in scena qualche litigio o qualche storia d'amore per alzare gli ascolti...Ormai nn sanno più cosa inventarsi!E c'è gente che ci crede pure,che sta ore e ore vicino alla tv!Poveri noi.
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Poveri noi,dov'è sta finendo il nostro povero bel cinema?Ormai di bel film che escono se ne contano davvero pochi...Qst nn è un film,è solo un riassunto della stupidità dell maggior parte delle persone che vedono reality...Se c'è una cosa che nn sopporto sono proprio i reality,stupidi,demenziali e senza un vero scopo..Ma io dico,cosa c'è di così interessante che spiare delle persone chiuse in una casa,dov'è il divertimento?(sto parlando del grande fratello)Allora gli autori qnd vedono che gli ascolti cominciano a scendere cosa fanno?Dicono a quella specie di attori pagai di mettere in scena qualche litigio o qualche storia d'amore per alzare gli ascolti...Ormai nn sanno più cosa inventarsi!E c'è gente che ci crede pure,che sta ore e ore vicino alla tv!Poveri noi....Riguardo qst film nn c'è molto da dire,perchè qst film nn ha nulla!Non posso credere che un attore discreto come Hugh Grant abbia accettato di fare un film così stupido(anche se in effetti già qnd ha fatto"about a boy" è caduto davvero in basso).In fondo a me piace abbastanza come attore solo perchè mi è piaciuto Notting Hill...troppo poco per giudicarlo vero?Mi sembra proprio di sì...Beh,ora vi saluto con la speranza che di film del genere ne facciano sempre meno....Voglio i veri FILM,CAPITO?Saluti!
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francesco l.s.
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venerdì 23 maggio 2008
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che attore pessimo..
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sono dell idea che a grant dovrebbero dare soltanto ruoli tristi perchè quando cosi non è ovvero quasi sempre risulta stupido ovvio ne carne ne pesce come tutto il film comunque,vi consiglio di uscire a prendere un po d aria piuttosto che vivere tal noia..
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gianmaria s
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mercoledì 30 aprile 2008
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promette più di quanto mantiene
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Parodia dei reality show americani che sinceramente promette più di quanto mantiene. Il fatto che il regista sia quello di American Pie , fa capire molte cose... Non è mai ficcante, si lascia andare alle solite gag. Ammetto che ha delle trovate piuttosto divertenti e delle considerazioni degne di nota, purtroppo niente di che.
Da possibile film di riflessione sulla televisione deiventa la solita commedia americana che ammicca al pubblico facile e al botteghino.
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william
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martedì 11 marzo 2008
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grande film
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dario lodi
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lunedì 3 dicembre 2007
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approssimativo
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Tentativo sarcastico legato alla società americana poco riuscito. Troppo caricaturale e semplicistico, finale compreso, benchè quest'ultimo abbia un certo spessore.
Recitazione sopra le righe, tranne quella di Dafoe, che almeno tenta di umanizzare il suo personaggio.
Buona fotografia e ritrmo accettabile. Filosofia costantemente spicciola.
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gazza973
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venerdì 14 settembre 2007
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grande dennis quaid!
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ragazzi qs commedia, vista un pò x caso mentre ero in aereo di ritorno da 1 vacanza, si è rivelata davvero al di sopra delle aspettative! Dennis Quaid è fantastico nei panni del presidente idiota ma bonaccione stile americano (x non fare nomi). Il messaggio è un pò nero, giustamente, visto i tempi che stiamo vivendo o meglio... vedendo in tv! Direi che è un film che fa riflettere ma anche divertire. Ce n'è (di frecciatine) per tutti: x i figli della tv (x dirla alla Matt Dillon in "drugstore cowboy"), x i terroristi, x gli ebrei, x i patrioti, x le fichette medio borghesi ecc... Consigliatissimo anche solo x chi vuole farsi 2 risate!
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emanuele81
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domenica 15 aprile 2007
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3 opache stelline...
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Il film mette in berlina la società americana (e non solo quella), dei falsi valori ed ideali, dove la massima ambizione della gente è ottenere popolarità e realizzare il "sogno americano".
Vista sotto questa prospettiva, la realtà appare gretta ed insignificante, tantopiù se si dovesse prendere come modello da emulare nientemeno ke il Presidente degli Stati Uniti, un personaggio ke nel film si mostra di un'insignificanza spaventosa (una esplicita "frecciatina" a Bush?)
Mandy Moore deludente, purtroppo...Hugh Grant invece se la cava meglio...ciao!
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