francesco belsito
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giovedì 12 settembre 2019
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vuoto e noia
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Non ricordo di avere mai visto un film così vuoto e noioso come Coffee and cigarettes.
Dialoghi assolutamente vuoti , che non lasciano nulla di niente . Ho inutilmente aspettato fino a metà film che qualcosa decollasse , ma mi sono reso conto che oramai ero in trappola , fino alla liberazione del the end.
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gino64
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venerdì 26 febbraio 2016
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divertissement di jarmusch
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11 episodi con la stessa ambientazione nella quale due persone dialogano bevendo caffè e fumando sigarette. Si passa da sketch più sperimentali (Renee) ad altri più convenzionali (Champagne) accomunati da un bel bianco e nero (scelta obbligata poiché il primo sketch è del 1986 e gli ultimi del 2003). Come molti film ad episodi ce ne sono alcuni molto riusciti ed altri che non sono neanche episodi a tutti gli effetti. I migliori sono quelli sul successo (Cugine e Cugini?) e quello da antologia con Iggy Pop e Tom Waits (Da qualche parte in California). Meno riusciti tutti gli altri (menzione speciale per Jack mostra a Meg la sua bobina di Tesla, imbarazzante a parere di chi scrive). Coffee and Cigarettes è quindi un film che si regge su tre grandi cortometraggi, ma si ha la forte sensazione che non sia altro che un divertissement del regista volto a mettere in risalto la sua idea estremamente minimalista di cinema.
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aldo marchioni
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martedì 20 gennaio 2015
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meglio una sala d'attesa
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Jim Jarmusch si conferma artefice di prodotti assurdamente noiosi, e comunque decisamente vuoti.
Cosa voleva dire con quest'accozzaglia di materiale raccogliticcio? Sarò stupido io, ma proprio non ci arrivo.
Stare ad ascoltare i discorsi di gente qualunque in treno o in una sala d'attesa di un dentista o di un barbiere è decisamente più interessante. Le persone sono altrettanto sconosciute (saranno anche personaggi famosi, ma, per chi non è nato e vissuto in America, sono in gran parte illustri sconosciuti).
Nessuno degli episodi è riuscito a sollevare un benchè minimo interesse. Se c'è comicità, è molto ben mascherata, perchè l'idea di un sorriso non mi ha mai nemmeno sfiorato.
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Jim Jarmusch si conferma artefice di prodotti assurdamente noiosi, e comunque decisamente vuoti.
Cosa voleva dire con quest'accozzaglia di materiale raccogliticcio? Sarò stupido io, ma proprio non ci arrivo.
Stare ad ascoltare i discorsi di gente qualunque in treno o in una sala d'attesa di un dentista o di un barbiere è decisamente più interessante. Le persone sono altrettanto sconosciute (saranno anche personaggi famosi, ma, per chi non è nato e vissuto in America, sono in gran parte illustri sconosciuti).
Nessuno degli episodi è riuscito a sollevare un benchè minimo interesse. Se c'è comicità, è molto ben mascherata, perchè l'idea di un sorriso non mi ha mai nemmeno sfiorato.
Se qualcuno mi domandasse quale è il peggior film che io abbia mai visto, sarei indeciso tra questo e Stranger than Paradise. Ma questo non è nemmeno un film.
Qualunque cosa sia, è veramente brutta.
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fabal
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lunedì 17 febbraio 2014
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undici sketch, con più bassi che alti
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Attorno a un tavolino, con tazze di caffè, fumando una sigaretta, si svolgono 11 scenette con personaggi grotteschi e dialoghi improbabili.
Il film è un collage di cortometraggi, iniziato nel 1986 e terminato nel 2003. Prodotto indipendente, Coffee and cigarettes nacque come ipotetico spin off del Saturday Night Live, commissionato allo Jarmusch del coevo Daunbailò: da qui il regista arruolò Benigni per il primo degli sketch. Il secondo risale al 1989, ancora raccattando gli attori con cui Jarmusch lavorava per il nuovo Mystery Train: Cinqué Lee e Steve Buscemi nell'episodio Memphis version. E nel 1993 il duetto Waits - Iggy Pop, premiato con una palma d'oro a Cannes.
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Attorno a un tavolino, con tazze di caffè, fumando una sigaretta, si svolgono 11 scenette con personaggi grotteschi e dialoghi improbabili.
Il film è un collage di cortometraggi, iniziato nel 1986 e terminato nel 2003. Prodotto indipendente, Coffee and cigarettes nacque come ipotetico spin off del Saturday Night Live, commissionato allo Jarmusch del coevo Daunbailò: da qui il regista arruolò Benigni per il primo degli sketch. Il secondo risale al 1989, ancora raccattando gli attori con cui Jarmusch lavorava per il nuovo Mystery Train: Cinqué Lee e Steve Buscemi nell'episodio Memphis version. E nel 1993 il duetto Waits - Iggy Pop, premiato con una palma d'oro a Cannes. Costruito in (un lungo) itinere, Coffee and cigarettes può vantare un'incubazione ancora maggiore dei 15 anni con cui Cameron ha incensato lo script di Avatar: il risultato non è però straordinario. Il bianco e nero pareggia gli inevitabili anacronismi che, per esempio, senz'altro sorgerebbero tra un Benigni anni '80, tutto arruffato, e una Blanchett fashion e modernissima attrice. Con l'efficace fotografia e le coerenti soluzioni registiche, Coffee and Cigarettes ha il pregio di sembrare un prodotto unitario, ottimamente confezionato, a compimento di una sola grande idea maturata negli anni. Ma ha il difetto di preferire, banalmente, la forma alla sostanza, con la conseguenza di lasciare un marchio che non va oltre l'impatto visivo. Lo spettatore ricorderà, così, l'alternanza tra primissimi piani e inquadrature ai tavolini, costellati di tazzine e mozziconi, oltre al calcatissimo nero del caffè, sempre più nero del resto. Ma ben poco rimarrà impresso circa il contenuto dei dialoghi, lasciando più di un dubbio sulla ragion d'essere di alcune sequenze, troppo realistiche per ottenere l'alibi del nonsense, troppo poco per darne un taglio documentaristico. Solo la teoria di Waits - sul vantaggio di aver smesso di fumare - è antologica, così come l'episodio Somewhere in California è l'unico che provi a illustrare una qualche filosofia legata al binomio caffè/sigaretta.
Per il resto rimane poco, se non le interpretazioni che escono illese dal bozzettismo: su tutti la Blanchett, nel doppio ruolo in cui non è immediatamente riconoscibile, e l'umile Molina. Il quale, tra l'altro, beve thè. Sprecato, invece, Bill Murray.
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brando fioravanti
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mercoledì 25 luglio 2012
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originale
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12 episodi sensa alcun nesso se non quello di bere caffè e fumare sigarette. Forse è l'unica cosa che hanno in comune persone diverse con interessi diversi. Dialoghi interessanti e in molti casi divertenti. Il film è girato sempre intorno a dei tavoli dove viene servito caffè, ma nonostante questo le scenografie sono molto curate. Originale ed unico. Da vedere.
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sfurinzia
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giovedì 17 settembre 2009
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film particolare, con alti e bassi
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Film quasi unico nel suo genere. Cast di tutto rispetto, in alcuni episodi risulta un po' lento e dal significato sfuggente, mentre alcuni passaggi sono davvero notevoli per contenuto, cast e regia.
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cinofilo_bau
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venerdì 19 settembre 2008
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un accostamento pericoloso
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Ho rivisto questo piccolo gioiello in tempi in cui il solo sospetto di essere fumaore ti attira gli sguardi irati di qualunque e qualsiasi essere bipede e senza penne che ci capiti di incrociare. Se uno ha le dita macchiate di nicotina diventa un paria e la gente lo schifa, manco avesse la rogna.
Un film da cui sprizano le gioie dei piccoli riti e piaceri, quale quello, a noi italiani assai conosciuto in un recente ma quanto mai lontano passato, di fumare una sigaretta (o quant' altro) bevendo un caffè, seduti con uno o più amici al tavolo di un bar (o caffè se vogliamo essere internazionali o perlomeno europei).
Splendida la scelta del bianco-nero (per un film come questo il colore sarebbe stato inutile e fuorviante)e ottimi ( a volte irresistibili) i dialoghi.
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Ho rivisto questo piccolo gioiello in tempi in cui il solo sospetto di essere fumaore ti attira gli sguardi irati di qualunque e qualsiasi essere bipede e senza penne che ci capiti di incrociare. Se uno ha le dita macchiate di nicotina diventa un paria e la gente lo schifa, manco avesse la rogna.
Un film da cui sprizano le gioie dei piccoli riti e piaceri, quale quello, a noi italiani assai conosciuto in un recente ma quanto mai lontano passato, di fumare una sigaretta (o quant' altro) bevendo un caffè, seduti con uno o più amici al tavolo di un bar (o caffè se vogliamo essere internazionali o perlomeno europei).
Splendida la scelta del bianco-nero (per un film come questo il colore sarebbe stato inutile e fuorviante)e ottimi ( a volte irresistibili) i dialoghi. Per non parlare delle facce alle quali mancano solo Ian Dury e Hugh Laurie per completare il capolavoro.
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ely
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giovedì 14 agosto 2008
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bleaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!
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ero capace pure io a fare un film così idiota! dialoghi inesistenti, non fanno altro che fumare e bere caffè. Orrendo a dir poco. Chissà quanto ci avranno messo a imparare le battute gli attori. forse due secondi scarsi.
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giulio
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domenica 3 agosto 2008
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ce ne fossero!
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Un film sul rapporto sottile che si crea tra gli esseri umani attorno ai piaceri della vita.
Anche quelli piccoli, soprattutto quelli, che tutti si possono permettere e che ci rendono uguali almeno per 5 minuti in una giornata.
Che ti fanno venire voglia e creano l'occasione di scambiare una parola con la persona che ti sta accanto e di cui non sai niente.
Un film sul fallimento della comunicazione che ognuno avverte dentro.
Un film leggero e divertente e profondo. In altre parole un film bellissimo.
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francesco l.s.
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venerdì 23 maggio 2008
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alcol e drum
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mio caro benigni sei una luce che brilla sopra di noi..
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