onufrio
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venerdì 2 marzo 2018
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la casa degli usher
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Ispirato ad uno dei racconti di Edgar Allan Poe, Corman narra le vicende degli Usher, una famiglia condannata nei secoli alla sofferenza sia in vita che in morte. Al castello degli Usher giunge Philip, il ragazzo di Madeline Usher, l'uomo vuole portarla via da quel tetro ambiente e sposarla, ma il fratello di Madeline, Roderick, si oppone, consapevole che è impossibile per gli Usher condurre una vita normale al di fuori di quel lugubre castello.
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contrammiraglio
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domenica 29 marzo 2015
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ristrutturazioni
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Questi films hanno ancora un grande fascino, e price è un attore sublime!
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mondolariano
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venerdì 27 maggio 2011
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coinvolgente ambientazione horror
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Edgar Allan Poe: sfortunato in vita e sfortunato al cinema. Tutte le riduzioni cinematografiche dei suoi capolavori, infatti, non hanno niente a che vedere con la grandezza dello scrittore americano. Si tratta più che altro di camei, pezzi di bravura qua e là efficaci e dotati di semplice spontaneità, ma niente più. Anche perché, per ovviare alla brevità delle narrazioni, sono state inventate parecchie cose a fini spettacolari che distolgono l’attenzione dall’essenziale. Soprattutto vengono quasi ignorati i particolari (“minuteness of detail”) con cui Poe muove i personaggi dei racconti. Non si tratta di trasposizioni serie e fedeli dei testi ma di libere reinvenzioni di cui i testi costituiscono semplici tracce.
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Edgar Allan Poe: sfortunato in vita e sfortunato al cinema. Tutte le riduzioni cinematografiche dei suoi capolavori, infatti, non hanno niente a che vedere con la grandezza dello scrittore americano. Si tratta più che altro di camei, pezzi di bravura qua e là efficaci e dotati di semplice spontaneità, ma niente più. Anche perché, per ovviare alla brevità delle narrazioni, sono state inventate parecchie cose a fini spettacolari che distolgono l’attenzione dall’essenziale. Soprattutto vengono quasi ignorati i particolari (“minuteness of detail”) con cui Poe muove i personaggi dei racconti. Non si tratta di trasposizioni serie e fedeli dei testi ma di libere reinvenzioni di cui i testi costituiscono semplici tracce. Però, se si tralascia il materiale originale e si considerano soltanto i film in se stessi, il risultato è comunque buono. Da segnalare l’immancabile Vincent Price, che con la sua presenza costituisce gran parte dell’interesse di questi gioiellini dark.
“I vivi e i morti” (ossia “La rovina della casa degli Usher”), è forse il più coinvolgente come ambientazione horror, con alcune scene impressionanti ma centrate su una storia d’amore improponibile.
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fabian t.
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sabato 11 dicembre 2010
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un buon inizio
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Benché all'epoca biasimato dalla critica per aver così liberamente tratto ispirazione da Edgar Allan Poe in questo e negli altri, Roger Corman è stato poi giustamente rivalutato ribadendo personalmente la passione e il rispetto per la letteratura di ispirazione, ma arrogandosi il diritto di dare nuova linfa al genere con un linguaggio cinematografico del tutto personale. "I vivi e i morti", riprendendo il famoso racconto de "La caduta della Casa Usher", è il primo passo verso la riproposizione di storie impeccabilmente gotiche ma costantemente intrise di ironia e suggestione. Sebbene qualche inadeguatezza è ben ravvisabile nella scelta del casting e in alcuni dialoghi, il solo carisma recitativo del grande Vincent Price e l'atmosfera decadente ricreata meritano al film una più lodevole considerazione.
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Benché all'epoca biasimato dalla critica per aver così liberamente tratto ispirazione da Edgar Allan Poe in questo e negli altri, Roger Corman è stato poi giustamente rivalutato ribadendo personalmente la passione e il rispetto per la letteratura di ispirazione, ma arrogandosi il diritto di dare nuova linfa al genere con un linguaggio cinematografico del tutto personale. "I vivi e i morti", riprendendo il famoso racconto de "La caduta della Casa Usher", è il primo passo verso la riproposizione di storie impeccabilmente gotiche ma costantemente intrise di ironia e suggestione. Sebbene qualche inadeguatezza è ben ravvisabile nella scelta del casting e in alcuni dialoghi, il solo carisma recitativo del grande Vincent Price e l'atmosfera decadente ricreata meritano al film una più lodevole considerazione. Indubbiamente Corman, capace come sempre di conciliare bassi costi di produzione e interessanti sceneggiature, farà molto meglio con i suoi noti capolavori quali "La tomba di Ligeia" (1964), anzitutto, "La vergine di cera" (1963), "Il pozzo e il pendolo" (1961) e "La città dei mostri" (1963), quest'ultimo dedicato allo scrittore Lovecraft. Tali opere sono oggi dei 'cult movie' e il regista rimane tuttora l'esempio più lampante di come al cinema, più che degli effetti speciali o del marketing, ciò che conta davvero è la storia e come essa viene narrata.
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