
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Tunisia, Francia |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Kaouther Ben Hania |
Attori | Saja Kilani, Amer Hlehel, Clara Khoury, Motaz Malhees . |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
MYmonetro | 4,50 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 3 settembre 2025
Il film ripercorre - con audio originali - l'uccisione a Gaza di Hind Rajab. Il film è stato premiato al Festival di Venezia,
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Striscia di Gaza 2024. Un'auto con a bordo una famiglia viene colpita dalle forze dell'Idf. Sopravvive solo una bambina di 6 anni che la Mezzaluna Rossa palestinese riesce a contattare telefonicamente. Seguiamo quindi i colloqui con Hindi di cui ci viene restituita la voce registrata dal centralino del pronto soccorso. Il suo destino sarà analogo a quello degli altri occupanti dell'auto anche a causa delle molteplici barriere che ostacolano l'intervento dell'ambulanza che si troverebbe a poca distanza da lei.
Quando il cinema si mette al servizio degli esseri umani (ancor più se si tratta di bambini) assolve ad una delle sue funzioni primordiali.
Kaouther Ben Hania, con il supporto produttivo di nomi come Brad Pitt e Alfonso Cuarón, mette al centro di questo film quanto di più anticinematografico si potrebbe pensare: una voce. È quella di Hindi Rajab che la regista ha ascoltato mentre era indirizzata verso tutt'altro progetto e che ha sentito come non eludibile, riflettendo su come si potesse evidenziare lo strazio di una vita sbocciata da poco che non si è potuta salvare.
Togliamo subito dal campo delle valutazioni il sospetto che questo film abbia un contenuto che travalica la forma. Che cioè possa essere apprezzato per ciò che espone più che per come lo fa. Non è così. Siamo di fronte a un cinema che mette la finzione (ricostruita su basi reali) al servizio di una presa di coscienza che non vuole banalmente 'commuovere' quanto piuttosto far pensare. Lo fa attraverso riprese che conservano l'unità di luogo e di azione senza però mai cadere (neanche per un istante) nel teatro su schermo grazie a una camera che costruisce, insieme a gli straordinari interpreti, una tensione continua.
Qualcuno lo bollerà come un film di propaganda in cui nulla è vero. Ci pensano le immagini finali a smentire clamorosamente questa prevedibile accusa. Si tratta invece di un film in cui, oltre alla voce reale della bambina che per ore è stata sostenuta psicologicamente con la speranza di poterla salvare, ci viene presentata anche l'impotenza di chi non solo non ha potuto intervenire a tempo debito con i mezzi di soccorso a causa della burocrazia della morte, imposta dagli occupanti, sotto le mentite spoglie dei percorsi protetti, ma poi vi ha trovato a sua volta la morte.
Per decenni ci siamo giustamente e doverosamente commossi dinanzi alle sofferenze patite dagli ebrei a causa del nazismo e dell'antisemitismo. Ora qualcuno vorrebbe però impedirci di fare altrettanto nei confronti di questa strage degli innocenti compiuta in nome della caccia ai terroristi di Hamas, pena l'accusa di diventare a nostra volta antisemiti.
Continueremo a commuoverci davanti alle immagini della bambina col cappottino rosso di Schindler's List ma piangeremo anche per Hindi perché quando un bambino muore poco importa se ciò accade per mano di un genocida o di un massacratore criminale. È morto e tanto deve bastare per suscitare un senso di repulsione per chi lo ha ucciso e chi gli ha ordinato di farlo così come di pietà (nel senso più alto del termine) per lui. Questo film ci aiuta a tenere viva la fiamma dell'indignazione.
Questo è un film horror! Ma non nel senso che si inscrive in un genere filmico così chiamato, ma nel senso che fa provare il vero e terrificante orrore creato dall'uomo con la guerra indiscriminata odierna, quella che distrugge civili inermi. Il film è la quasi insostenibile radiocronaca della morte, lentissima (varie ore) e straziante, di una bambina palestinese di 6 anni, [...] Vai alla recensione »
un film documento che mette a nudo come fin dall'inizio le operazioni militari d'Israele avevano un obbiettivo ben preciso: la pulizia etnica. Questo film documento inchioda alle proprie responsabilit? Israele e i suoi fidi alleati. Nessuna retorica, film pulito con gli audio originali della piccola Hanood. La morte in diretta
Già prima che la Mostra si aprisse The Voice of Hind Rajab è stato presentato come la risposta della Biennale alle richieste espresse nella lettera di Venice for Palestine, firmata da migliaia di professionisti del cinema e della cultura, di una sua presa di posizione sul genocidio a Gaza. Questo titolo tornava sempre, e certo oggi possiamo dire che la sua presenza in concorso è un segno importante [...] Vai alla recensione »
Abbiamo un Leone più duro che d'Oro visto che The Voice of Hind Rajab è uno dei film più angoscianti, belli e strazianti visti a Venezia negli ultimi vent'anni. La regista tunisina Ben Hania recupera le vere telefonate disperate della bambina di 6 anni Hind Rajab (nel film la chiamano Hanood) al centro di soccorso Mezzaluna. L'esercito israeliano ha crivellato con 355 colpi la macchina dove si trovava [...] Vai alla recensione »
È tutto nel titolo, The Voice of Hind Rajab. La voce, appunto, di una bambina palestinese di cinque anni, residente nella Striscia di Gaza, uccisa dall'esercito israeliano durante l'invasione di Gaza insieme ad altri sei membri della sua famiglia e due paramedici accorsi in suo aiuto. La voce vera, appunto, come ci informa un cartello in apertura del film di Kaouther ben Hania, in Concorso a Venezia [...] Vai alla recensione »