Anno | 2025 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 88 minuti |
Regia di | Niccolò Maria Pagani |
Attori | Giancarlo Giannini, Erri De Luca, Mauro Corona, Piero Pelù . |
Uscita | lunedì 5 maggio 2025 |
Distribuzione | Wanted |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 29 aprile 2025
Un documentario che racconta i pensieri e la filosofia di vita dello scrittore, scultore e alpinista Mauro Corona, attraverso monologhi, voci fuori campo, chiacchierate con amici e incontri con artisti.
CONSIGLIATO NÌ
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"Qui giace Mauro Corona, uomo iniquo e perverso. Pregare per lui è tempo perso". Mauro Corona, scrittore, scultore e alpinista, conosciuto dal grande pubblico per la sua presenza al talk-show "Carta bianca" condotto da Bianca Berlinguer, viene mostrato sotto una prospettiva più intima, nella quotidianità delle sue giornate quando si sposta, per esempio, con la sua Fiat Panda per le strade di Erto o mentre si trova nella sua abitazione. In un viaggio avanti e indietro nel tempo, ripercorre alcuni momenti più importanti della sua vita, partendo dall'infanzia difficile ed evidenzia il profondo legame che ha con il territorio e le sue passioni personali.
Come lui stesso ha affermato, è composto da tre dna; la manualità l'ha ereditata dal nonno, la passione per i libri dalla madre e la vita all'aria aperta dal padre.
C'è solo un momento in cui la sua immagine diventa pubblica ed è quello in cui si sta collegando con "Carta bianca". Per il resto Mauro Corona - La mia vita finché capita è soprattutto una lunga confessione a cuore aperto, tra problemi privati (quelli di salute dei figli che gli hanno impedito di andarsene) e le violenze subite dalla madre e tragedie che hanno colpito il suo territorio come il disastro del Vajont del 1963 di cui porta ancora degli indelebili segni nella sua memoria. Inframmezzato dalle conversazioni/duetti con Piero Pelù (che lo definisce 'un metallaro' e 'un'anima blues'), Davide Van De Sfroos ed Erri De Luca (coetaneo di Corona, essendo entrambi nati nel 1950), porta alla luce parte del Corona-pensiero, dal concetto di reputazione, al rapporto con la paura fino all'ombra della morte, già annunciata da quel beffardo epitaffio sui titoli di testa.
Questa prende forma soprattutto nei momenti toccanti in cui passa davanti le abitazioni degli amici che non ci sono più e di fronte alla tomba della madre. Il ricordo diventa parte integrante del documentario. Nei suoi discorsi viene anche omaggiato Mario Rigoni Stern ("il più grande filosofo del pianeta" lo ha definito Corona). E sono le rughe sul suo viso ma anche la brillantezza del suo sguardo che mostrano il suo continuo rapporto col tempo, tra passato e presente, tra "gli ostacoli su un sentiero che oggi vengono aggirati e non più saltati", le arrampicate sulle rocce e il legame con gli amici con cui gioca a morra cinese.
Diretto da Niccolò Maria Pagani che ha seguito Corona per sette mesi, tra riprese e montaggio, nella vallata di Erto dove vive, rivela il lato più autentico e meno provocatore del personaggio. I testi sono tratti dal suo romanzo "Le altalene", pubblicato da Mondadori nel 2023 in cui lo scrittore si lascia andare al flusso dei ricordi.
Legato indissolubilmente al libro, Mauro Corona - La mia vita finché capita non è riuscito però a depurarsi del tutto dalla scrittura dei dialoghi, da una letterarietà di fondo dove la sua voce s'incrocia con quella narrante di Giancarlo Giannini e i brani di apertura e chiusura di Omar Pedrini. Una tale impostazione potrebbe essere più adatta per uno spettacolo teatrale. Nel documentario invece finisce per limitare la presenza scenica dello stesso Corona. Il rapporto e gli sfondi della vallata rappresentano invece la sua parte più autentica e interrompono un monologo che è insieme interessante ma anche eccessivamente ridondante.
Essere accolti, o per lo meno accettati, da Mauro Corona nella sua Erto sulle montagne friulane, 360 anime vive e centinaia di altre morte (nel vasto cimitero dove riposano tante vittime del Vajont), non è stato facile per il filmmaker Niccolò Maria Pagani, che però c'è riuscito, autore di un documentario dove Corona si rivela lontano dal personaggio quasi macchiettistico della tv.