
I nuovi episodi scartano la monocoltura della protagonista per far respirare l'ecosistema Addams. Su Netflix.
di Gabriele Prosperi
Mercoledì torna alla Nevermore tormentata da visioni che le rigano il volto di nero, mentre un nuovo delitto riapre i sotterranei segreti della scuola e di un manicomio dove si sperimentava sui reietti. Nell'ombra vigila il preside Barry Dort, tutt'altro che trasparente, mentre tutta la Famiglia Addams avanza al centro della scena: Pugsley si iscrive alla scuola, Mano e Fester diventano pedine decisive, e il passato di Morticia e Gomez presenta il conto.
Decisamente attesa (per ben due anni), la seconda stagione di Mercoledì spinge inevitabilmente a fare un paragone con il successo iconico della prima, come è facilmente riscontrabile in tutte le recensioni apparse online. Il punto, però - soprattutto per una seconda stagione - non è tanto se essa regga il confronto con la prima, ma cosa decide di mettere al centro.
Dove la prima stagione inseguiva (anche legittimamente) la scintilla pop, questa seconda preferisce un patchwork che mette alla prova la nostra idea di coerenza per farci guardare altrove: non alla protagonista come monumento, ma alla diversità come metodo.