
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 124 minuti |
Regia di | Mauro Mancini |
Attori | Francesco Gheghi, Alessandro Gassmann, Fotinì Peluso, Giordana Marengo, Renato Carpentieri Paolo Madonna. |
Uscita | giovedì 5 giugno 2025 |
Distribuzione | Medusa |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,84 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 10 giugno 2025
Un ragazzo finisce in un giro di combattimenti clandestini sotto la guida di uno spietato allenatore. In Italia al Box Office Mani Nude ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 65,7 mila euro e 33,6 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Un ragazzo viene prelevato fuori da una discoteca e gettato nel retro di un camion che gira in tondo in uno spazio desertico. Dentro quel camion qualcuno lo copre di botte, mirando ad ammazzarlo. Invece sarà il ragazzo ad uccidere il suo avversario, senza neppure averlo visto alla luce. Il ragazzo prenderà il soprannome di Batiza e sarà costretto a combattere a mani nude contro avversari sempre diversi in un giro di incontri e scommesse clandestini orchestrati da un anziano faccendiere e gestiti da un allenatore adulto, Minuto, chiamato così perché chi l'ha incontrato in combattimento non ha potuto resistergli più a lungo di quella durata. Il rapporto fra Minuto e Batiza, improntato inizialmente al disprezzo da parte del primo verso il secondo, cambierà nel tempo, e in modi imprevedibili. Il ragazzo dovrà fare i conti con la propria natura più profonda, e imparare che nulla succede per caso.
Mani nude è l'opera seconda di Mauro Mancini che con il precedente Non odiare, vincitore alla 77esima Settimana della Critica, ha impostato uno stile visivo ben definito e una capacità da cantastorie di coinvolgere il suo pubblico attraverso un solido senso del racconto.
In Mani nude Mancini porta avanti le tematiche di Non odiare riguardo alla colpa e alla possibilità (o meno) del perdono e della redenzione, questa volta traendo libera ispirazione dal romanzo omonimo di Paola Barbato. I due protagonisti devono "imparare a contare i dolore" e confrontarsi con i propri peccati, e la loro è una storia di espiazione che avviene (o meno) attraverso un confronto di anime, più che di mani, nude. Minuto e Batiza sono riluttanti Protagora e Ippocrate, impegnati l'uno ad impartire, l'altro ad apprendere insegnamenti distorti, e destinati a scambiarsi i ruoli. Mancini è molto abile nel gestire le atmosfere sospese e le scene di azione, creando combattimenti all'ultimo sangue in ambienti equivoci (uno, più surreale degli altri, ricorda il salotto di Calvin Candie in Django) e confinamenti coatti dei quali percepiamo la claustrofobia, con un grande senso della composizione pittorica (gli schemi di colore sono opposti e complementari nelle due metà del film: il rosso e il gallo nella prima, il verde e il grigio nella seconda).
Questa volta, rispetto a Non odiare, la sceneggiatura (cofirmata con Davide Lisino) è meno fluida, perché si danno per scontati alcuni passaggi che invece servirebbero allo spettatore per comprendere meglio la trama. Tuttavia la storia delinea in maniera efficace le similitudini fra i due protagonisti, entrambi costretti a guardarsi allo specchio (anche reciproco) e a venire a patti con il proprio lato oscuro. Francesco Gheghi racconta bene lo straniamento di Batiza, anche se è difficile contrapporre la sua costituzione adolescenziale a quella di lottatori professionisti (ma è lodevole il lavoro fatto da Gheghi sul suo fisico, che aumenta di muscolatura, e dunque di credibilità, durante il corso della storia). Alessandro Gassman è un gigante dolente, tormentato da demoni interiori e irrigidito dal rimorso e dal rancore, ed è straziante vedere la sua maschera frantumarsi davanti ai ricordi più penosi. "La vita è qui. Il dolore è qui. La ricompensa è qui", dice la citazione di Ed Bunker che apre il film, ed è in un eterno presente che si dipana la parabola di Minuto e Batiza, che non possono riscrivere il passato e ritengono di non meritare alcun futuro: perché, nelle parole di Protagora, "L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono, e di quelle che non sono per ciò che non sono".
Pessimo. Violenza gratuita e sterile. In sala la gente si alza e esce. Non si capisce il motivo per cui due bravi attori, uno dei quali sicuramente non ha bisogno di lavorare per vivere, si prestino a recitare copioni pessimi così. Solo botte, schizzi di sangue e rumore di cazzotti.
(Le stelle sono 2,5/5)MANI NUDE.Ammetto che di Mauro Mancini questo ? il primo film che vedo, ma sinceramente se questo ? il meglio che ha da offrire, potrebbe essere anche l?ultimo. Tratto dal romanzo omonimo di Paolo Barbato che secondo alcune indiscrezioni risulterebbe essere pi? crudo e cupo.Un ragazzo benestante e scanzonato in discoteca viene prelevato a forza da due uomini e portato dentro il [...] Vai alla recensione »
avevo molte aspettative, ma nonostante alcuni valori formali e l'impegno, non mi ha emozionato, non ho empatizzato.
Mani nude di Mauro Mancini è un'opera implacabile e senza un orizzonte di fuga. Film italiani così, di genere, duri, disperati, non capita di vederli spesso. La dannazione in terra, di recente, l'hanno affrontata anche i fratelli D'Innocenzo con la loro prima serie, la nerissima e asfissiante Dostoevskij. Eppure l'opera di Mancini, scritta assieme a Davide Lisino a partire dal libro omonimo di Paola [...] Vai alla recensione »
In avvio di Mani nude c'è lo strano rapimento del ventenne Davide (Francesco Gheghi, miscela convincente di arroganza e fragilità), dopo una serata in discoteca, in una cittadina dell'Italia meridionale. Che il fatto non sia casuale è subito chiaro allo spettatore; le sue ragioni emergeranno invece nel corso della narrazione, anche se una cortina di mistero continuerà ad avvolgere gli esecutori dell'operazi [...] Vai alla recensione »
Un pugno nello stomaco. Un altro in faccia, anzi due, tre. Una gomitata sulla tempia, e pure una compilation di calci alle reni. Quando approcciamo il nuovo film della coppia Mancini (regia) - Lisino (sceneggiatura), lo facciamo con tutta l'attenzione maliziosa che possiamo. È un'autodifesa: troppe volte il nostro entusiasmo bamboccione è stato frustrato, troppe opere nazionali che promettevano la [...] Vai alla recensione »
All'inizio di Mani nude un ragazzo viene rapito fuori da un locale per farne un combattente di incontri clandestini. Una questione di sangue, botte, lividi e allenamenti per fortificarsi, senza la possibilità di scegliere. Un'ora dopo, ancora in mezzo alla storia, siamo in un altro film, quello di due uomini che stabiliscono un rapporto padre/figlio, vivono insieme, hanno i problemi che i padri hanno [...] Vai alla recensione »
Il ragazzo lo rapiscono fuori dalla discoteca. Si chiama Davide, viene da una famiglia benestante. Gli danno un nuovo nome, Batiza, lo obbligano a combattere, match clandestini a mani nude. Non vince chi mette Ko l'altro, vince chi uccide l'altro. II pubblico non manca mai. Batiza lo allena Minuto, così detto perché, quando combatteva lui, nessuno durava più di un minuto.
"Lo sai come andrà a finire questa storia". Rivolgendosi all'adepto Alessandro Gassmann, il boss Renato Carpentieri sembra indirizzarsi al pubblico che, a quel punto della "storia", ne avrà intuito il finale. Perché quello di Mani nude, opera seconda di Mauro Mancini, è un racconto di delitto & castigo dalla drammaturgia classica, una tragedia umanista che osa affondare il coltello nelle pieghe e nelle [...] Vai alla recensione »
Dopo il buon esordio con "Non odiare" (presentato a Venezia - Settimana della Critica - nel 2020), Mauro Mancini torna a riflettere sulla disumanizzazione dell'individuo, sulla sua natura, l'identità e il conflitto tra determinismo e libero arbitrio. "Mani nude", liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Paola Barbato (Premio Giorgio Scerbanenco 2008), racconta la discesa negli abissi di Davide [...] Vai alla recensione »
Nel 2020 il primo lungometraggio di Mauro Mancini, "Non odiare", viene presentato a Venezia nella sezione indipendente della Settimana Internazionale della Critica. È un film che lascia un suo segno importante, raccontando una storia di razzismo e intolleranza sull'eredità del Male, dove si ribaltano i ruoli storici, attraverso scelte morali molto insidiose, in una località anonima del Nordest, in [...] Vai alla recensione »
Film per stomaci forti e a tratti poco verosimile, "Mani nude" merita tuttavia attenzione perché si pone come antitesi a tanto cinema italiano ruffiano e surgelato. Sulle orme dell'omonimo romanzo noir di Paola Barbato -non a caso già trasposto a fumetti dalla stessa autrice- il regista Mauro Mancini ("Non odiare") e il cosceneggiatore Davide Lisino ci introducono, infatti, in un mondo parallelo immerso [...] Vai alla recensione »
Vendetta, perdono, colpa, resilienza e redenzione, sono temi dal quale Mauro Mancini e il suo cinema non possono e non vogliono distaccarsi. Lo dimostra il fatto che siano al centro anche del secondo lungometraggio del regista di Pontecorvo dal titolo Mani nude, nelle sale dal 5 giugno 2025 dopo le anteprime alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma e alla prima del Milano Film Fest.
Qualcuno forse ricorderà il nome di Mauro Mancini che aveva debuttato, dopo alcuni spot televisivi e un fortunato corto Il nostro segreto (2006), nel lavoro collettivo Feisbum - Il film. Passano diversi anni e poi dirige il suo primo lm da solo, Non odiare (2020), che, presentato con un certo successo alla "Settimana Internazionale della Critica" di Venezia, vince il Premio Pasinetti per la miglior [...] Vai alla recensione »
Mani nude , terzo lungometraggio di Mauro Mancini, è un oggetto da maneggiare con cura. Il rischio è di prenderlo come un film realistico, o addirittura un "documentario", sul mondo degli sport estremi - in questo caso, una forma di boxe o di MMA senza regole dove due disperati si scontrano a pugni nudi finché uno dei due non crepa. Letto così, troppe cose non funzionerebbero: a cominciare dal fisico [...] Vai alla recensione »
Presentato alla Festa del Cinema di Roma e, fuori concorso, al Milano Film Festival, dal 5 giugno arriva in sala Mani nude di Mauro Mancini, con Alessandro Gassmann e Francesco Gheghi. Ai quali si aggiungono, a completare il cast, anche Fotinì Peluso, Paolo Madonna, Giordana Marengo e Renato Carpentieri. Il film - prodotto da Eagle Original Content, Pepito Produzioni e Movimento Film con Rai Cinema [...] Vai alla recensione »
Dopo Non Odiare (2020, con Alessandro Gassmann), Mario Mancini torna sul grande schermo con una storia che scrive ispirandosi all'omonimo romanzo (edito da Piemme, 2019) di Paola Barbato. Mancini affronta temi come la colpa, la vendetta e l'espiazione attraverso una violenza senza esclusione di colpi. Davide (Francesco Gheghi) è un ragazzo di famiglia ricca, biondo ossigenato, re della notti in discoteca. [...] Vai alla recensione »
«A volte capita di incontrare la gente sbagliata. Stanotte è toccato a te». Così, Minuto (Gassmann), glaciale e privo di emozioni, spiega a Davide (Gheghi) quel che gli sta capitando, dopo averlo rapito fuori da una discoteca per costringerlo a una sequenza senza fine di combattimenti clandestini a mani nude di fronte a un pubblico sadico, quasi dei ludi gladiatori d'oggi, dove chi perde muore.
Grande assente ormai da decenni nella produzione italiana, sia pure con una gloriosissima tradizione ricacciata nel passato, il cinema di genere sembra riscuotere nelle ultime stagioni qualche timido e nuovo interesse negli orizzonti del nostro panorama nazionale. In particolare, il culto per gli anime giapponesi aveva irrobustito l'ispirazione per un film di grande successo come Lo chiamavano Jeeg [...] Vai alla recensione »
"Non c'è nessun inferno... e neanche il paradiso. La vita è qui. La ricompensa è qui. Il dolore è qui". Si apre con una citazione di Edward Bunker, Mani nude, secondo film del regista Mauro Mancini dopo Non odiare, presentato alla Settimana della Critica di Venezia nel 2020. Adattamento del romanzo omonimo di Paola Barbato, scrittrice poliedrica che nel corso della sua carriera ha spaziato dal thriller [...] Vai alla recensione »
A quattro anni dall'apprezzato esordio Non odiare (che intercettava con lucidità un tema cruciale come la recrudescenza dell'estrema destra tra i giovani), Mauro Mancini torna con Mani nude, presentato alla XIX Festa del Cinema di Roma in Grand Pubblic, e continua a rappresentare l'incontro - dunque lo scontro e viceversa - tra un ragazzo e un adulto.