
Il film d'animazione di Ute von Münchow-Pohl tocca temi educativi come il desiderio di sentirsi integrati. Da giovedì 13 marzo al cinema.
di Simone Granata
La giovane e curiosa Elfie vive con il suo clan di Elfkins nella mansarda di una pasticceria di Colonia, uscendo solo di notte per svolgere il proprio compito senza farsi scoprire. Elfie, però, è annoiata dalla solita routine e desidera nuove avventure. La svolta arriva quando incontra Bo, membro di un altro clan di Elfkins. Elfie si unisce a loro scoprendo che i due clan sono rivali, e tenta assieme a Bo di riconcigliarli. Nel frattempo, gli Elfkins devono anche sfuggire ad una poliziotta e al suo gatto che danno loro la caccia.
Mettendo insieme gadget high tech e le creature della tradizione fiabesca tedesca, il secondo film d'animazione sugli Elfkins parla di amicizia e integrazione.
Il disegno semplice e i colori vivaci, uniti al movimento fluido specialmente nelle scene d’azione, contribuiscono all’atmosfera leggera e rassicurante, nella quale il rapporto di amicizia tra Elfie e Bo non rivela nessuna spinosità e tutti i contrasti tra i personaggi sono destinati a risolversi nei buoni sentimenti. La formula collaudata sembra poter funzionare per il suo target di pubblico, e per questo la saga degli Elfkins potrebbe proseguire con altri sequel.