uliana moretti
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lunedì 18 dicembre 2023
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ma la fortuna è veramente cieca?
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L'eleganza della protagonista rispecchia quella delle ambientazioni in una Parigi come tutti noi ce la immaginiamo nel suo splendore autunnale perfettamente reso dalla fotografia di Storaro. E che dire dei dialoghi e del ritmo serrato tipici del migliore Allen? Un film all'"europea" con l'impronta infallibile del grande maestro!
Uliana Moretti
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antonella
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domenica 17 dicembre 2023
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tanta inutile bellezza
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Che Allen sia in grado di creare un buon prodotto finito non stupisce, che il prodotto sia quasi completamente inutile stupisce. Che lui, o il suo entourage, e la critica non se ne siano accorti, da dubitare fortemente. Senza troppe parole, il mio commento più duro: dialoghi di una banalità disarmante, personaggi senza alcuna credibilità e consistenza.
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fab
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domenica 17 dicembre 2023
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che delusione!!
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Ok dopo 50 film fatti non si può ancora chiedere originalità e grandi opere ad un geniale regista che ormai non ha più idee nuove da proporre, però un film cosi piatto, banale e superficiale non può essere accettato dai suoi inestimanbili fans.
Personaggi che non entrano dentro alla già banale storia, e con il colpo finale che sembra proprio buttato lì perchè non si sa come far finire questa storia.
Nessun humor alla Woody rende ancora più deludente questo ultimo film.
Ora speriamo che ci sia una decisa riflessione del regista perchè se le sue ultime proposte sono delle cadute in confronto allo standard che ha contradistinto la sua filmografia.
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Ok dopo 50 film fatti non si può ancora chiedere originalità e grandi opere ad un geniale regista che ormai non ha più idee nuove da proporre, però un film cosi piatto, banale e superficiale non può essere accettato dai suoi inestimanbili fans.
Personaggi che non entrano dentro alla già banale storia, e con il colpo finale che sembra proprio buttato lì perchè non si sa come far finire questa storia.
Nessun humor alla Woody rende ancora più deludente questo ultimo film.
Ora speriamo che ci sia una decisa riflessione del regista perchè se le sue ultime proposte sono delle cadute in confronto allo standard che ha contradistinto la sua filmografia.
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alessandro
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domenica 17 dicembre 2023
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la brutta copia di matchpoint
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Da premettere che ho visto gran parte dei film di Allen esprimendo tendenzialmente commenti positivi. Mi aspettavo qualcosa in più da questo film a metà tra commedia e giallo in cui sono stati messi in risalto alcuni elementi alleniani tipici quali l'artista in cerca di ispirazione, la donna infelice della sua vita e il ruolo nevralgico giocato dal caso che imbriglia i personaggi. Andamento lento, colpi di scena mai sbalorditivi, attori poco empatici, trama non incisiva. Riprendo il titolo del commento: Brutta copia dI Matchpoint.
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jhonny
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giovedì 14 dicembre 2023
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che delusione
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Un film veramente deludente. Dialoghi scadenti, trama di una banalità e inutilità sconcertante. Sono uscito dalla sala deluso e rammaricato di aver perso 1 ora e mezza della mia vita.
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enzo70
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martedì 12 dicembre 2023
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un esercizio di stile non all''altezza di allen
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Parigi val bene una messa, ma questa volta non va bene per un film in cui a Woody Allen manca la vera ispirazione. La storia è sin da subito semplice, un uomo ricchissimo ed una donna bellissima vivono una splendida storia di amore in cui tutto sembra girare sempre al meglio. Denaro e bellezza, potere e fascino, aggettivi che non lasciano spazio ad intermezzi, a dubbi, a deviazioni. Eppure quando la donna Fanny incontra un vecchio amico, Alain, e se ne innamora le biforcazioni della vita assumono ritmi forsennati. Jean perde quel carattere di incredibile dolcezza e si dimostra per quel che è, un uomo modesto che ha raggiunto il successo attraverso il crimine. Ma la storia regge poco, o forse non regge proprio, le iperboli narrative rendono il film poco credibile, tutto troppo semplice all’inizio, tutto troppo complicato alla fine.
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Parigi val bene una messa, ma questa volta non va bene per un film in cui a Woody Allen manca la vera ispirazione. La storia è sin da subito semplice, un uomo ricchissimo ed una donna bellissima vivono una splendida storia di amore in cui tutto sembra girare sempre al meglio. Denaro e bellezza, potere e fascino, aggettivi che non lasciano spazio ad intermezzi, a dubbi, a deviazioni. Eppure quando la donna Fanny incontra un vecchio amico, Alain, e se ne innamora le biforcazioni della vita assumono ritmi forsennati. Jean perde quel carattere di incredibile dolcezza e si dimostra per quel che è, un uomo modesto che ha raggiunto il successo attraverso il crimine. Ma la storia regge poco, o forse non regge proprio, le iperboli narrative rendono il film poco credibile, tutto troppo semplice all’inizio, tutto troppo complicato alla fine. Nonostante l’autunno parigino abbia consentito a Woody di dimostrare le innegabili capacità di descrivere al meglio con la macchina da presa la bellezza, alla fine questo film mi è sembrato un esercizio di stile. E non è sufficiente per un regista come Woody Allen.
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martin
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martedì 12 dicembre 2023
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film impeccabile e freddo
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Adoro Woody Allen, faccio fatica a dare un commento negativo; il film mi pare tecnicamente perfetto, ma non decolla mai.
Resta sospeso in una atmosfera vagamente da spot pubblicitario (memorabile il cameo dell'auto di fabbricazione britannica, o i nomi dei ristoranti, o la atmosfera glamour parigina, un invito ad un week end romantico?) e gli attori rimangono impantanati in questo equivoco, non sapendo se devono esprimere delle emozioni o aumentare le visite a Parigi.
Manca la tensione emotiva e qui purtroppo la mano dell'allenatore si sente (perchè non c'è) e la squadra non gira e non fa gol.
Anche l'escamotage della sceneggiatura tipico di woody, il comprimario che prende la scena sui protagonisti (la madre di lei, come il mafioso in pallottole su broadway, ma c'era tutt'altra verve) non riescono a sollevare il ritmo fiacco del film, ed anche gli attori paiono distanti e demotivati.
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Adoro Woody Allen, faccio fatica a dare un commento negativo; il film mi pare tecnicamente perfetto, ma non decolla mai.
Resta sospeso in una atmosfera vagamente da spot pubblicitario (memorabile il cameo dell'auto di fabbricazione britannica, o i nomi dei ristoranti, o la atmosfera glamour parigina, un invito ad un week end romantico?) e gli attori rimangono impantanati in questo equivoco, non sapendo se devono esprimere delle emozioni o aumentare le visite a Parigi.
Manca la tensione emotiva e qui purtroppo la mano dell'allenatore si sente (perchè non c'è) e la squadra non gira e non fa gol.
Anche l'escamotage della sceneggiatura tipico di woody, il comprimario che prende la scena sui protagonisti (la madre di lei, come il mafioso in pallottole su broadway, ma c'era tutt'altra verve) non riescono a sollevare il ritmo fiacco del film, ed anche gli attori paiono distanti e demotivati.
Film minore, Match point era un'altra cosa, un momento di cinema fantastico ed emozionante, qui si sbadiglia.
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temat825
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lunedì 11 dicembre 2023
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le scene tagliate di match point
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Sembra fatto con le scene tagliate di Match point o con gli scampoli del copione di Crimini e misfatti.
L'unica cosa che realmente mi disturba è che ancora una volta mi sono fatto fregare dalle recensioni professionali che, fin dalla Mostra di Venezia, hanno univocamente parlato del "miglior Woody Allen degli ultimi anni".
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gianni quilici
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domenica 10 dicembre 2023
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fa sorridere, ma nessuna emozione
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Woody Allen ha realizzato il film che voleva: ironico e apparentemente spietato con un grosso limite, che è però una scelta: è meccanico.
La storia d’amore che inizia con un bel piano sequenza tra lui (giovane scrittore bohémien benestante) e lei (sposata, ricca, ex collega di scuola) è data dalla loro giovinezza e bellezza e da ciò che si dicono, ma non motivata da una profondità di rapporto. Vicina a un fotoromanzo insomma, lontanissima, si fa per capirci, da un film di Bergman
Così come la vendetta del marito. Non ci coinvolge, ne’ sconvolge, semmai ci fa sorridere, come del resto vuole Woody. Ed il finale, veloce e sorprendente, ci fa, per un attimo, ridere.
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Woody Allen ha realizzato il film che voleva: ironico e apparentemente spietato con un grosso limite, che è però una scelta: è meccanico.
La storia d’amore che inizia con un bel piano sequenza tra lui (giovane scrittore bohémien benestante) e lei (sposata, ricca, ex collega di scuola) è data dalla loro giovinezza e bellezza e da ciò che si dicono, ma non motivata da una profondità di rapporto. Vicina a un fotoromanzo insomma, lontanissima, si fa per capirci, da un film di Bergman
Così come la vendetta del marito. Non ci coinvolge, ne’ sconvolge, semmai ci fa sorridere, come del resto vuole Woody. Ed il finale, veloce e sorprendente, ci fa, per un attimo, ridere.
E’ un W. A. che vola sopra questa umanità piena di soldi, che vive di pettegolezzi, viaggia tra una capitale e l’altra e che si annoia. E’ un W. A. che non si indigna e neppure si innamora. Sorride e ci fa sorridere.
Ho pensato: uno di quei film che puoi vedere, ma che puoi, anche, perdere.
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fulvio wetzl
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domenica 10 dicembre 2023
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senza concedere più attenuanti a nessuno
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L'umanità è finalmente e senza appello dipinta per quello che è: una patetica accozzaglia di idioti totali spinta ad agire da tornaconti egoisti per dimostrare il possesso illusorio di una ragione fallace (...)
Allen guarda alle misere sorti del progetto umano senza concedere più attenuanti a nessuno.
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L'umanità è finalmente e senza appello dipinta per quello che è: una patetica accozzaglia di idioti totali spinta ad agire da tornaconti egoisti per dimostrare il possesso illusorio di una ragione fallace (...)
Allen guarda alle misere sorti del progetto umano senza concedere più attenuanti a nessuno. Non ne vale la pena. "Prima di salutarvi vorrei tanto lasciarvi un messaggio positivo. Ma non ce l'ho. Sono la stessa cosa due messaggi negativi?" diceva tempo fa. Ecco. (estratti dalla recensione di Filippo Mazzarella su FilmTV).
Vi esorto ad andare a vedere questo capolavoro "Un colpo di fortuna - Coup de chance" di Woody Allen. Un film profondissimo sotto l'apparenza di una commedia gialla. Un film necessario come "Io capitano" di Matteo Garrone. Come "C'è ancora domani" di Paola Cortellesi. Come "Killers of the Flower Moon" di Martin Scorsese. Come "Cento domeniche" di Antonio Albanese. Come "Anatomia di una caduta" di Justine Triet. Se non ci fosse il cinema ad aiutarci a decifrare il presente, saremmo in guai ancora più seri.
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