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L’anziano e geniale regista inglese, sir Ridley Scott, ha fatto di nuovo centro. Credevo che il suo capolavoro fosse e rimanesse Il Gladiatore, anche grazie alla meravigliosa interpretazione fornita da Russel Crowe, credo, invece che, ancora una volta, il grande maestro si sia superato. Nonostante i suoi 85 anni il celebre regista inglese ha voluto affrontare un personaggio storico davvero difficile e intrigante: Napoleone Bonaparte. L’impresa era ardua, insidiosa: descrivere la vita e le opere di uno dei più grandi e geniali e condottieri della storia dell’umanità, l’ascesa e il declino del generale e imperatore corso Napoleone. Il film è meraviglioso, affascinate e conturbante. Alla fine, dopo oltre due ore di film, con una grandiosa recitazione e un’immensa struttura filmica, della narrazione di Scott risuona angosciante nel mio cuore (ma credo anche nel cuore, e nell’immaginario, degli spettatori che hanno affollato la nostra sala), rimane un potente interrogativo, quello che ispirò il grande Alessandro Manzoni nella sua più sublime e famosa ode poetica: fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza, nui chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui del creator suo spirito, più vasta orma stampar. Come un bravo studente liceale, il buon regista, oltre a porre tante domande agli spettatori del suo kolossal, si limita a dare pochissime risposte; vuole solo descrivere con intelligente passione letteraria, uno dei personaggi più importanti della storia europea degli ultimi secoli: Tutto ei provò: la gloria maggior dopo il periglio, la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio: due volte nella polvere, due volte sull’altar… a dirla ancora col Manzoni. Ma torniamo al grandioso film di Ridley Scott e alle interessanti interpretazioni dei bravi attori Joaquin Phoenix, nei panni dell’imperatore generale e di Vanessa Kirby, nelle vesti della moglie Giuseppina.In questo senso si tratta di un Napoleone moderno, cioè di un uomo di oggi con molti problemi e caratteristiche simili alla maggior parte dei politici di oggi, il cui statuto e la cui preminenza vengono ampiamente rivisti alla luce dei valori che soggiacciono al governo di tante nazioni europee odierne. Scott ci presenta non un modello di virilità e di abilità nel governo, anzi talvolta sembra esattamente il suo contrario.
Abilissimo ma anche maldestro e maleducato nelle relazioni diplomatiche, viene descritto quasi timido e impacciato nei rapporti e nelle relazioni interpersonali, insicuro, ansioso ed estremamente vulnerabile. Nella sua regia Ridley Scott di Napoleone alterna la grandezza delle imprese all’ordinaria piccolezza: ottima la scelta di far interpretare, in maniera anche eccessiva, Napoleone al bravissimo attore Joaquin Phoenix, che riesce a rendere in modo assolutamente naturale la genialità militare, il carattere aggrovigliato e la naturale irrequietezza di uno dei più grandi personaggi storici degli ultimi secoli. Un gran bel film: n'est pas?
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