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Per la prima volta mi trovo nella strana situazione di dover dichiarare la mia grande difficoltà a riassumere, e recensire, un film, e non solo per la durata, davvero eccessiva, della pellicola (circa tre ore e mezzo), ma anche per la trama, apparentemente semplice, e invece assai aggrovigliata nei mille rivoli di senso che la innervano. Eppure, a ben guardare, doveva essere esattamente così: la firma della regia ne è una vera certificazione: Martin Scorsese. Il suo stile, la sua anima, il suo genio emerge da ogni fotogramma, da ogni inquadratura, da ogni contrasto così come la sua pirotecnica anima cinematografica, un po’ western un po’ dramma, che imprime in tutte le sue opere. Non so se Killers of the Flower Moon, rimarrà nell’Empireo della cinematografia internazionale, una cosa è certa che, chi avrà la forza di studiare questa pagina di storia statunitense, anche tramite il lungo racconto cinematografico di Scorsese, ne rimarrà impressionato... Personalmente mi ha davvero colpito: si tratta di una lunga narrazione che riporta una delle pagine più crudeli e aggrovigliate della presenza dei bianchi neo-inglesi nel territorio americano, conteso e strappato con forza e inganno ai nativi della tribù della tristemente famosa Nazione Osage, apparentati alla tribù dei Sioux. Killers of the flower moon a mio avviso costituisce un imperdibile appuntamento per chi voglia trovarsi ancora una volta di fronte al grande Cinema, quello con la C con la maiuscola, per intenderci. Il film infatti non segna solo l’ennesimo apice artistico di un grande maestro, ma rappresenta un esempio classico di come deve essere costruita una grande ed epica storia. Basandosi su un libro-inchiesta, Scorsese denuncia il lento annientamento del popolo indiano nonché il tributo di sangue, l’avidità e la sopraffazione su cui si fonda il prosperare di molti. La narrazione ha un ritmo uniforme, non presenta vere e proprie scene madri ed è spettacolo puro e di ampio respiro. La compostezza e chiarezza espositiva, le inquadrature potentissime e l’estetica curata si accompagnano a un racconto pieno di passione che sposa toni seri, compassati e malinconici ma sapientemente intervallati da momenti di leggerezza e ironia. Nonostante tutto lo consiglio vivamente a chi ama i grandi film, quelli che un tempo si chiamavano colossal: mi pare di poter che Killers of the flower moon non sia semplicemente un nuovo grande affresco americano, ma una vera presa di coscienza collettiva dei tanti lati oscuri dell'animo umano.
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