figliounico
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giovedì 16 marzo 2023
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un film esagerato
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Il plot di questo non memorabile, a parte il titolo, film di Campbell, un ibrido tra drammatico ed action movie, sa di già visto, e non soltanto perché è un remake e per la classica figura stereotipata del malvagio dal cuore d’oro che si redime ergendosi cavallerescamente a paladino delle vittime innocenti. Il soggetto è semplice. Un sicario spietato a fine carriera si ribella ad un ordine ineseguibile perché contrario alla propria residua moralità e finisce per scontrarsi con l’organizzazione criminale che l’ha mandato ad uccidere una ragazzina e che non ammette defezioni al suo interno né ripensamenti dell’ultimo minuto. Il protagonista viene tratteggiato come un uomo fondamentalmente buono traviato da un vissuto traumatico, un’infanzia segnata dalle violenze subite dal padre, che lo hanno condotto sulla strada del male.
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Il plot di questo non memorabile, a parte il titolo, film di Campbell, un ibrido tra drammatico ed action movie, sa di già visto, e non soltanto perché è un remake e per la classica figura stereotipata del malvagio dal cuore d’oro che si redime ergendosi cavallerescamente a paladino delle vittime innocenti. Il soggetto è semplice. Un sicario spietato a fine carriera si ribella ad un ordine ineseguibile perché contrario alla propria residua moralità e finisce per scontrarsi con l’organizzazione criminale che l’ha mandato ad uccidere una ragazzina e che non ammette defezioni al suo interno né ripensamenti dell’ultimo minuto. Il protagonista viene tratteggiato come un uomo fondamentalmente buono traviato da un vissuto traumatico, un’infanzia segnata dalle violenze subite dal padre, che lo hanno condotto sulla strada del male. Quello degli abusi genitoriali, soprattutto paterni, come causa della degenerazione dei figli è un topos ripetuto fino alla noia nel moderno genere drammatico. Il personaggio principale si attaglia perfettamente al suo interprete, appare ritagliato su misura per un Liam Neeson ormai settantenne che a letto con la giovane entraineuse indossa la maglietta della salute. Il racconto segue in parallelo le imprese omicide del killer dall’animo sensibile e le indagini dell’agente dell’FBI, un professionista del calibro di Guy Pearce relegato tuttavia in un ruolo di secondo piano e prigioniero di un personaggio senza spessore per il quale si costruisce artificiosamente un passato più che drammatico, un evento tragico, nel tentativo di renderlo più umano ed empatico. La pecca più grande del film è l’esagerazione. Esagerato appare il dispiegamento di forze di polizia ed il numero inverosimile di cecchini appostati per catturare un solo uomo. Esagerato il coinvolgimento nel malaffare dei soliti insospettabili, dall’immobiliarista miliardaria, la matrona abruzzese interpretata da un’opaca Bellucci, al capo della polizia fino al procuratore distrettuale. Una ipotesi realistica ma congegnata come una favola più che come una denuncia sociale del malaffare e che puzza di facile complottismo. Esagerato è il carico di pathos che si aggiunge alla storia del protagonista con un fratello malato di Alzheimer, che ha colpito anche lui rendendolo ancora più fragile ed inadeguato per il mestiere che fa. Esageratamente poco credibile anche il finale, ma almeno è sorprendente e questo già vale la visione di un film che altrimenti è la stanca ennesima ripetizione del clichè abusato del villain dal cuore d’oro che si riscatta in punto di morte con un gesto eroico e paradossalmente per amor di giustizia.
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l''''imbecille
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sabato 22 ottobre 2022
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ho perso il conto
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Debbo dire che non poche volte leggendo le critiche del pubblico su di un film leggo, all'opposto, la storia narrata dal film stesso. Come dire: <<ma se scrivi una recensione oppure un commento su di un film si dà per scontato che tu il film l'abbia visto e non serve sintetizzarne la storia>>.
Detto ciò passo coerentemente ad una recensione del film MEMORY o MEMORIA che dir si volgia.
Ho intitolato questo breve commento "HO PERSO IL CONTO" ed è vero!! Non sono riuscito a contare tutte le persone che sono state uccise!!
Raffiche di mitragliatrici che "fanno fuori" non si sa quante persone, e peggio ancora non si sa a che titolo e chi sono costoro!!!
Decine e decine di poliziotti della FBI che non si capisce come facciano ad arrivare nei vari siti scenografici a uccidere chi gli capita per primo.
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Debbo dire che non poche volte leggendo le critiche del pubblico su di un film leggo, all'opposto, la storia narrata dal film stesso. Come dire: <<ma se scrivi una recensione oppure un commento su di un film si dà per scontato che tu il film l'abbia visto e non serve sintetizzarne la storia>>.
Detto ciò passo coerentemente ad una recensione del film MEMORY o MEMORIA che dir si volgia.
Ho intitolato questo breve commento "HO PERSO IL CONTO" ed è vero!! Non sono riuscito a contare tutte le persone che sono state uccise!!
Raffiche di mitragliatrici che "fanno fuori" non si sa quante persone, e peggio ancora non si sa a che titolo e chi sono costoro!!!
Decine e decine di poliziotti della FBI che non si capisce come facciano ad arrivare nei vari siti scenografici a uccidere chi gli capita per primo. Senza sapere chi è e perché!! E peggio ancora dalle raffiche c'è sempre "UN QUALCUNO" che esce vivo. Chi sarà costui?? Non dico ai "posteri l'ardua sentenza" tanto chi lo ha visto sa già la risposta.
Amen.
Fatti ricorrenti, purtroppo, ed abbastanza spesso in film di questo stampo. Ed ancora una volta MEMORY (o MEMORIA che dir si voglia) non si discosta.
E' scontato quindi il giudizio.
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eugenio
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domenica 25 settembre 2022
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giustizieri e giustiziati
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Certo che a vedere Liam Neeson, con il suo solito fare tormentato arrabattarsi tra i meandri di un vicino deperimento cognitivo e gli omicidi senza pietà nel suo ruolo di serial killer, scriversi le cose importanti sul braccio, viene in mente, mica senza troppi voli pindarici, il Memento di Cristopher Nolan. E Memory in effetti, nelle sale dal 15 settembre, ne è copia spudorata eccellente vantando tra i protagonisti un Guy Pierce che ventidue anni fa ne era l’interprete assoluto di quel film, uno smemorato che arrivava a tatuarsi ogni cosa. Neeson non lo fa eppure la sua figura di prezzolato assassino, pronto ad obbedire ad una misteriosa organizzazione criminale, si infrange alla scoperta che il suo successivo bersaglio è una ragazzina.
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Certo che a vedere Liam Neeson, con il suo solito fare tormentato arrabattarsi tra i meandri di un vicino deperimento cognitivo e gli omicidi senza pietà nel suo ruolo di serial killer, scriversi le cose importanti sul braccio, viene in mente, mica senza troppi voli pindarici, il Memento di Cristopher Nolan. E Memory in effetti, nelle sale dal 15 settembre, ne è copia spudorata eccellente vantando tra i protagonisti un Guy Pierce che ventidue anni fa ne era l’interprete assoluto di quel film, uno smemorato che arrivava a tatuarsi ogni cosa. Neeson non lo fa eppure la sua figura di prezzolato assassino, pronto ad obbedire ad una misteriosa organizzazione criminale, si infrange alla scoperta che il suo successivo bersaglio è una ragazzina. Perché, sì. Va bene uccidere ma con etica e dignità!
In parallelo, l’FBI con il Guy Pierce di sopra, doppiato dal solito bravo Francesco Prando, indaga su un traffico di immigrate minorenni messicane, mandate a prostituire e ne salva proprio una dalle grinfie del tiranno genitore. Ma la giovane viene fatta fuori lo stesso, con una pistola col calibro del nostro mica tanto empatico killer, suscitando, non senza grande originalità, le ire del poliziotto. E pure di quelle del nostro Neeson, intenzionato a fare piazza pulita di tutti prima di cadere nell’alveo dell’oblio. In mezzo, una misteriosa femme fatale, interpretata da Monica Bellucci, donna d'affari (loschi) assai stimata nell’ambiente che non appare del tutto estranea al giro di prostituzione e alla morte della ragazzina. Quali sono i legami tra i tre?
Insomma, un film abbastanza fotocopia di centinaia di altre pellicole fine anni Novanta: dalla figura del classico serial killer giustiziere (come dimenticare il Tom Hanks di Era mio padre?) che si muove in parallelo alla polizia sottolineando l’eccessiva lentezza a quella del detective tormentato guidato dalla giustizia effimera di una dolorosa piaga, quella delle bambine messicane usate come merce per i gusti perversi di maschi laidi. La trama però, pur spaziando con qualche guizzo per cercar di deviar dal seminato con un minimo di approfondimento psicologico dei co-primari, rimane ancorata al clichè di genere con la figura di Neeson-Rambo-Bronson giustiziere che aiuta a modo suo, l’intervento dei cosiddetti “buoni”, per cercar di salvare il salvabile.
Il risultato è un film da vedere senza pretese accettando i vari buchi di sceneggiatura nel nome del cosiddetto beneficio del dubbio. Che rimane, in fondo, all’uscita dal cinema, convinti forse di aver bruciato due ore del nostro prezioso tempo in nome però di uno scacciapensieri sparatutto citazionistico.
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lunedì 19 settembre 2022
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assolutamente consigliato!
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Sicuramente è un film molto forte con scene altrettanto forti, ma sicuramente consigliato per la storia ma soprattutto per l'attore protagonista Liam Neeson. Ieri io e il mio ragazzo siamo andati e siamo rimasti contenti della nostra serata cinema. Consigliato assolutamente.
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