felicity
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martedì 16 agosto 2022
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rigido, stanco, stantio, poco divertente
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Il sesso degli angeli è un progetto che si regge sul senso di responsabilità dell’attore, a cui va riconosciuto il merito di uscire dal seminato, di esplorare le potenzialità di un personaggio complesso, sfaccettato, spigoloso, firmando un film che è una commedia, ma che ha i suoi momenti migliori quando si scopre dramma psicologico, quando lascia il suo protagonista solo con i suoi dubbi o quando, al massimo, il racconto dell’interiorità di Simone passa attraverso un dialogo minimale tra lui ed uno dei comprimari.
Ma Pieraccioni non riesce mai ad afferrare davvero la complessa materia del film, è rigido, stanco, assecondare le varie linee del racconto non lo diverte.
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Il sesso degli angeli è un progetto che si regge sul senso di responsabilità dell’attore, a cui va riconosciuto il merito di uscire dal seminato, di esplorare le potenzialità di un personaggio complesso, sfaccettato, spigoloso, firmando un film che è una commedia, ma che ha i suoi momenti migliori quando si scopre dramma psicologico, quando lascia il suo protagonista solo con i suoi dubbi o quando, al massimo, il racconto dell’interiorità di Simone passa attraverso un dialogo minimale tra lui ed uno dei comprimari.
Ma Pieraccioni non riesce mai ad afferrare davvero la complessa materia del film, è rigido, stanco, assecondare le varie linee del racconto non lo diverte.
A volte dimentica persino la sua straordinaria generosità, carica tutto il peso del film su di sé e non sostiene abbastanza i comprimari. E così capita che a essere più a suo agio negli sghembi spazi del racconto sia la più istintiva Sabrina Ferilli che il più navigato Marcello Fonte.
È distratto, Pieraccioni, preoccupato che una lucidissima satira laica sull’autodeterminazione della donna e contro una morale immobilista, gli sfugga dalle mani. Perché non è più tempo per lanciare strali così violenti e, soprattutto, lui per primo non pare avere più la mano ferma degli inizi, che gli avrebbe permesso di gestire un film così esorbitante. Il film è ancorato ad un’ideologia stantia, ma rassicurante per il pubblico.
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lizzy
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venerdì 5 agosto 2022
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niente sesso, siamo cattolici!
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Sarà stata la pandemia, sarà il nuovo millennio non troppo favorevole a certe "vecchie glorie", sarà quel che sarà...
Ma insomma...a me questo film dii Pieraccioni fa veramente piangere, altro che ridere.
Come anche per l'ultimo lavoro di versione questo "Sesso degli angeli" mi sembra proprio l'ultima spiagga per il comico toscano.
Lontani i fasti "ciclonici" ed "universitari" qua ci ritroviamo con le medesime battute scontate e le stesse ambientazioni "buoniste" degli ultimi film.
Malgrado appena conosciuta la trama io abbia pensato "Beh... vediamo che esce fuori: gli ingredienti per grasse risate ci sono tutti", dopo la (triste) visione di questo (cortissimo) filmetto mi son dovuta ricredere.
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Sarà stata la pandemia, sarà il nuovo millennio non troppo favorevole a certe "vecchie glorie", sarà quel che sarà...
Ma insomma...a me questo film dii Pieraccioni fa veramente piangere, altro che ridere.
Come anche per l'ultimo lavoro di versione questo "Sesso degli angeli" mi sembra proprio l'ultima spiagga per il comico toscano.
Lontani i fasti "ciclonici" ed "universitari" qua ci ritroviamo con le medesime battute scontate e le stesse ambientazioni "buoniste" degli ultimi film.
Malgrado appena conosciuta la trama io abbia pensato "Beh... vediamo che esce fuori: gli ingredienti per grasse risate ci sono tutti", dopo la (triste) visione di questo (cortissimo) filmetto mi son dovuta ricredere.
Tutto è preso molto alla larga e manco le "situazioni impossibili" che potevano essere sfruttate sono spuntate a farmi sorridere abbondantemente.
Pieraccioni qua fa il prete bacchettone e poco lungimirante, la Ferilli invece non esiste (ormai passa da intense e osannabili interpretazioni tipo nel film di Sorrentino a melense e censurabili esibizioni tipo quando la scelse Nuti per il suo Quindicipalle). Marcello Fonte invece, tanto drammatico e nel personaggio in film di spessore (tipo Dogman), qua viene letteralmente sprecato in un ruolo che manco un bambino dell'asilo si rifiuterebbe di recitare.
Anche le "professioniste" e il loro "posto di lavoro" sono tutt'altro che realistici: giusto qualche scena per mettere della "carne al fuoco" per attizzare qualche sfigato spettatore (o spettatrice: siamo in tempi di par condicio!) e convincero a vedere la pellicola...scene che mi ricordano il girato di Verdone nel suo ultimo "Si vive una volta sola" dove ci vengono proprinati i soliti boccacceschi primi piani delle parti anatomiche della figlia.
Insomma: va bene "il mestiere" e "la materia prima", ma almeno facciam qualcosa con stile.
Qua invece l'unico stile che vedo... non arriva manco alla tanto cara "commedia sexy all'italiana degli anni 70".
Quei film certo erano schifezze inenarrabili, ma almeno si rideva.
Qua manco quello.
E per chiudere la "impossibile" liason fra il prete e la maitresse... già dalle prime battute si capisce che è tutta una fesseria e che andrà a finire...male.
Oddio... che brutta sceneggiatura, che trama pessima.
Però, come da copione, tutto ha una fine.
E gli ultimi metri di pellicola (va beh...ormai è tutto digitale, ma fatemi sognare ancora i bei vecchi tempi fatti da proiettori e bobine da cambiare!) sono più una vera benedizione che un triste commiato.
Amen.
(Giusto per restare in tema).
P. S. Eppure una cosa, una sola cosa bella, nel film l'ho trovata! Il brano degli Alcazar usato come colonna sonora: la cover di "Don't you want me" degli Human League.
E va beh... ma questa è una cosa "presa in prestito" e nulla ha a che fare col film stesso...
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