alex
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sabato 26 marzo 2022
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mah
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dario
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martedì 8 marzo 2022
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non ci siamo!
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Film che non esce dalla qualità medio bassa che ormai (da sempre) la piattaforma su cui è disponibile ci ha abituati e assuefatti, con troppe produzioni fatte con il solo scopo di riempire un contenitore e nulla più.
Qualità e recitazione da sitcom italiana con il "plus" delle tematiche lgbtq, raccontate con poco o nulla di nuovo, ma anzi cadendo proprio nei soliti stereotipi di accettazione del caso, tipo la famiglia omogenitore ricca bella e affermata.
La riflessione conclusiva sul rapporto genitori figli, seppur bella, non salva a mio avviso un film decisamente trascurabile.
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riccardo2709
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sabato 5 marzo 2022
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dov''è la novità?
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Il film si propone di mostrare la normalità di una famiglia non comune, ma lo fa trattando questa da proprio da famiglia diversa: al regista non basta l'omogenitorilialità, gli serve pure una storia assurda, irrealistica e improbabile a rendere il tutto più appetibile; tutto ciò che la dede ha tenuto nascosto a tutti, infatti, è totoalmente imporbabile e lonatana dalla normativa statunitense sul caso.
Il film, peraltro, è pregno di stereotipi su diversi fronti; un genitore esasperatamente isterico, l'altro fanatico della moda, la cameriera rigorosamente filippina, l'americana sposata con un harleysta e l'amica confidente degli omosessuali.
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Il film si propone di mostrare la normalità di una famiglia non comune, ma lo fa trattando questa da proprio da famiglia diversa: al regista non basta l'omogenitorilialità, gli serve pure una storia assurda, irrealistica e improbabile a rendere il tutto più appetibile; tutto ciò che la dede ha tenuto nascosto a tutti, infatti, è totoalmente imporbabile e lonatana dalla normativa statunitense sul caso.
Il film, peraltro, è pregno di stereotipi su diversi fronti; un genitore esasperatamente isterico, l'altro fanatico della moda, la cameriera rigorosamente filippina, l'americana sposata con un harleysta e l'amica confidente degli omosessuali. Alcune scenate "isteriche" sono talmente esasperate che sembra plausibile che il regista abbia detto agli attori, durante le riprese "siate più gay". Un po' triste. Tutto ciò fa parte di una narrazione vecchia e obsoleta, di cui gli omosessuali sono, giustamente, stanchi.
L'obiettivo che il film si pone è decisamente alto e assolutamente nobile, ma esso viene perseguito attraverso un percorso troppo stereotipato e troppo obsoleto.
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riccardo2709
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sabato 5 marzo 2022
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dov'è la novità?
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Sebbene la pubblicità circolata in tv fosse avvincente, il film - Il filo invisibile - non lo è altrettanto. La presenza - quasi ridondante - di stereotipi, lo rende l'ennesima rappresentazione di una famiglia LGBTQ+ nell'immaginario di una persona non appartenente alla community: un padre che si va a confidare a casa dell'amica, l'altro padre "isterico", la passione per i vestiti firmati, le scenate di rabbia in cui si tirano i calci a qualsiasi cosa, la cameriera filippina, e la madre surrogata americana che si è creata una famiglia con un Harleysta: stereotipi su diversi fronti. Dov'è la novità? La critica alla situazione attuale delle coppie omogenitoriali in Italia (in particolare alla non-tutela delle ultime) c'è, è sottile, ma completamente affogata dalla stereotipizzazione e anche nell'assurdità di una maternità a dir poco improbabile (e non normale o normata).
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Sebbene la pubblicità circolata in tv fosse avvincente, il film - Il filo invisibile - non lo è altrettanto. La presenza - quasi ridondante - di stereotipi, lo rende l'ennesima rappresentazione di una famiglia LGBTQ+ nell'immaginario di una persona non appartenente alla community: un padre che si va a confidare a casa dell'amica, l'altro padre "isterico", la passione per i vestiti firmati, le scenate di rabbia in cui si tirano i calci a qualsiasi cosa, la cameriera filippina, e la madre surrogata americana che si è creata una famiglia con un Harleysta: stereotipi su diversi fronti. Dov'è la novità? La critica alla situazione attuale delle coppie omogenitoriali in Italia (in particolare alla non-tutela delle ultime) c'è, è sottile, ma completamente affogata dalla stereotipizzazione e anche nell'assurdità di una maternità a dir poco improbabile (e non normale o normata). La determinazione della paternità biologica di un figlio è una cosa delicata e seria, che negli USA è regolamentata da un rigido sistema di leggi e norme. Rimane chiaro l'intento del film; mostrare che anche in una famiglia omogenitoriale si possono presentare le stesse dinamiche che si presentano in una famiglia eterogenitoriale, che entrambe le realtà sono normali. Le scenate "isteriche" sono talmente esasperate e artificiali che è vivida l'immagine del regista nella mente dello spettatore che durante le riprese dice all'attore: "Devi essere più gay". La cosa fa rabbrividire, ma è plausibile che sia andata esattamente così. Una sottile citazione a The Dreamers di Bertolucci è riscontrabile in alcune dinamiche tra i due fratelli e Leone. Poteva essere l'occasione per fornire una visione reale, concreta, complessa e articolata della realtà dell'omogenitorialità; è finita per esserne, invece, il ritratto nell'immaginario dell'uomo comune. Peccato, perché il cast è interessante.
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gianluca
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venerdì 4 marzo 2022
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commovente e leggero allo stesso tempo.
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Ho avuto le lacrime agli occhi in quasi tutti i momenti del film. Cos è l'amore ? Ciò che incondizionatamente diamo al prossimo indipendentemente da tutto. Chi sono i nostri genitori ? Chi ci da amore. Molto significativo, consigliato.
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domenica 27 febbraio 2022
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un film che diverte e fa pensare
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Cos'è la genitorialità? Su cosa si basa il rapporto genitore figlio? Queste domande universali sono applicate in questo film ad una famiglia particolare, una composta da due padri e un figlio venuto al mondo con la gestazione per altri. Una dede (portatrice) è presente nella vita di Leone, ma non è la madre. I due padri non hanno voluto sapere chi sia il padre biologico di loro figlio. Un set up anomalo, molto particolare, ma decisamente interessante per rispondere ad una domanda che riguarda tutti.
Non aspettatevi però un noiso saggio sulla genitorialità, ma un film film fresco e intelligente, che diverte, commuove e fa pensare. Una scrittura brillante, una sceneggiatura piena di suspense e colpi di scena inaspettati.
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Cos'è la genitorialità? Su cosa si basa il rapporto genitore figlio? Queste domande universali sono applicate in questo film ad una famiglia particolare, una composta da due padri e un figlio venuto al mondo con la gestazione per altri. Una dede (portatrice) è presente nella vita di Leone, ma non è la madre. I due padri non hanno voluto sapere chi sia il padre biologico di loro figlio. Un set up anomalo, molto particolare, ma decisamente interessante per rispondere ad una domanda che riguarda tutti.
Non aspettatevi però un noiso saggio sulla genitorialità, ma un film film fresco e intelligente, che diverte, commuove e fa pensare. Una scrittura brillante, una sceneggiatura piena di suspense e colpi di scena inaspettati. Interpreti tutti bravissimi, i quattro giovani, Francesco Gheghi, Giulia Maenza, Matteo Giuggioli e il simpaticissimo Emanuele DiStefano sono tutti notevoli e destinati ad un grande futuro nel cinema italiano. Ma quelli che sono qui in stato di grazia sono Filippo Timi e Francesco Scianna, mai visti così bravi nel ruolo dei due padri. A volte istrionici, a volte misurati, coinvolgono il pubblico in sentimenti veri e universali. Jodhi May, attrice inglese vista in tante produzioni internazionali porta il film ai suoi apici emotivi nelle poche scene in cui appare, ma è dietro le rivalzioni del film. Regia asciutta e robusta di Puccioni che qui si misura per la prima volta con la commedia. Scelta strategica per portare al grande pubblico internazionale di Netflix (- io l'ho visto in una sala piena e partecipe, peccato davvero che sia stato solo 3 giorni ). Da vedere!
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