
Tratta dall'omonimo romanzo di Karin Slaugther, la serie con (l'ottima) Toni Collette inizia come un A History of Violence al femminile, ma la tensione tiene solo due episodi (su otto) prima di iniziare a dileguarsi, affogata in una melassa di flashback. Disponibile su Netflix.
di Andrea Fornasiero
Inizia come un A History of Violence al femminile, ma la tensione tiene solo due episodi (su otto) prima di iniziare a dileguarsi, affogata in una melassa di flashback. Decisamente un peccato, anche perché sarebbe bastato poco a evitare lo scivolone: più sintesi, un po' più d'azione e il gioco era fatto. Invece quello che inizia come un thriller prende sempre più la forma di un risaputo dramma familiare alto borghese, dove un fosco segreto sepolto nel passato getta la sua ombra sul presente.
Un capitale di credibilità purtroppo poi sperperato in un intreccio che manca di energia e insiste nel raccontare un passato in cui non crede fino in fondo.
Tratta dall'omonimo romanzo di Karin Slaugther, Frammenti di lei può contare su un'ottima Toni Collette nel ruolo di Laura, donna impenetrabile, spesso dura, che dopo aver sopportato una vita senza dare nell'occhio decide di riprendere il controllo della sua esistenza. Purtroppo i villain non hanno il suo stesso carisma, uno perché affidato a un attore anonimo e mai davvero minaccioso, l'altro perché tenuto da parte per una possibile seconda stagione.