alessandro bellini
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lunedì 17 aprile 2023
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tante aspettative... molta delusione
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Sono andato a vederlo carico di aspettative dopo l'assegnazione dei 7 oscar (tra l'altro non certo oscar minori...) e non ho voluto neanche vedere nè trailer nè trama per non spoilerarmi niente.
Alla fine sono rimasto deluso, doppiamente se lo raporto alla mole di riconoscimenti ottenuti. La prima parte del film l'ho trovata esageratamente trash e piena di un'accozzaglia di azione e scene anche di pessimo gusto; inoltre anche il soggetto e le varie modalità realizzative non sprizzavano per niente originalità, facendo saltare subito alla mente film cult come Matrix o Mr. Nobody. La seconda parte molto meglio, con tematiche più profonde ed esistenziali, ma niente che possa rimanere estremamente impresso nella memoria.
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Sono andato a vederlo carico di aspettative dopo l'assegnazione dei 7 oscar (tra l'altro non certo oscar minori...) e non ho voluto neanche vedere nè trailer nè trama per non spoilerarmi niente.
Alla fine sono rimasto deluso, doppiamente se lo raporto alla mole di riconoscimenti ottenuti. La prima parte del film l'ho trovata esageratamente trash e piena di un'accozzaglia di azione e scene anche di pessimo gusto; inoltre anche il soggetto e le varie modalità realizzative non sprizzavano per niente originalità, facendo saltare subito alla mente film cult come Matrix o Mr. Nobody. La seconda parte molto meglio, con tematiche più profonde ed esistenziali, ma niente che possa rimanere estremamente impresso nella memoria.
Ultima nota sulla recitazione: sicuramente la Yeoh e Quan sono bravi, non so se da oscar ma comunque interpretazione importante. Jamie Lee Curtis invece mi chiedo come abbia fatto ad ottenere l'oscar. La reputo una brava e simpatica attrice ma non certo degna di un'oscar per questa interpretazione, direi molto "nella norma".
Un film quindi a cui darei un 6 politico, ma visti i presupposti da cui arrivava, non va altre il 4. Peccato
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pacana''
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mercoledì 12 aprile 2023
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per una volta non ho guardato il forum...
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... ed è stato un grave errore: se avessi letto i commenti mi sarei salvato! Non avendo trovato NULLA di gradevole in questo film, pensavo di essere io rimbambito. Ora, da un lato sono contento di far parte di una vasta schiera, dall'altro sono preoccupato per il futuro del cinema: è questa roba qua???? Mi domando fra l'altro se non si sono sentiti defraudati gli altri attori candidati all'Oscar come non protagonisti, dato che la solitamente brava J.L. Curtis non è stata certamente messa in condizione, in questo film, di fornire una grande prova attoriale!
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alessandro spata
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domenica 9 aprile 2023
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uno sguardo sullo spettatore nuovo
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- Credo nel cinema che non esclude lo spettatore. Ma a tutto ci sarà un limite? -
Schizzi di “multiverso cinematografico” si spargono copiosi sullo spettatore inerme. Questi Daniels (multi)versatili o decidi di prenderli in blocco oppure provi a scansarli per sempre. Ma noi che siamo come i bambini alle prese con i barattoli di vernice ci piace imbrattarci e volentieri ci immergiamo mani e piedi in questo ennesimo "pastrocchio" filmico.
Non dico di essermi esattamente annoiato, ma una certa uggia l’ho sperimentata qua e là. Sebbene girato con sapienza registica e nonostante la presenza di ottimi attori non mi sono sentito coinvolto dall'inizio alla fine.
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- Credo nel cinema che non esclude lo spettatore. Ma a tutto ci sarà un limite? -
Schizzi di “multiverso cinematografico” si spargono copiosi sullo spettatore inerme. Questi Daniels (multi)versatili o decidi di prenderli in blocco oppure provi a scansarli per sempre. Ma noi che siamo come i bambini alle prese con i barattoli di vernice ci piace imbrattarci e volentieri ci immergiamo mani e piedi in questo ennesimo "pastrocchio" filmico.
Non dico di essermi esattamente annoiato, ma una certa uggia l’ho sperimentata qua e là. Sebbene girato con sapienza registica e nonostante la presenza di ottimi attori non mi sono sentito coinvolto dall'inizio alla fine.
In un opera del genere in cui la girandola di immagini e situazioni fantasmagoriche la fanno da padroni sarebbe sbagliato voler scovare una qualche logica. Ripensandoci, normalmente non ci facciamo troppi scrupoli di fronte alla surrealtà di un film fantasy come ad esempio il Signore degli Anelli. Sappiamo che è totalmente assurdo e non ci chiediamo il senso di ciò che vediamo. Sospendiamo l’incredulità e andiamo avanti se ci piace certo genere di spettacoli. Oppure ci viene voglia di andarci a leggere il romanzo da cui è tratto il film nella migliore delle ipotesi. A proposito, qualcuno è uscito dalla visione di Everything Everywhere All At Once(EEAAO) con la voglia irrefrenabile di saperne di più sulla Teoria delle stringhe?
Per apprezzare certi film forse avere un’infarinatura di fisica dei quanti o di quarta dimensione aiuterebbe ad apprezzare di più ciò che scorre sullo schermo. Tuttavia, non è facendoci una cultura sulla "Teoria della relatività" che ameremo di più i contenuti del film. Dopo un primo momento di smarrimento ti riprendi prontamente pensando che è sufficiente, forse, farsi affascinare dalle sequenze di immagini avvincenti che ti passano frenetiche davanti agli occhi (o almeno così te la racconti). È soltanto a questo che ti devi aggrappare per una questione proprio di igiene mentale, oserei dire. E poi non vorrei ricadere tragicamente nel trappolone di chi sta lì a tutto oggi a chiedersi cose del tipo: “Come diavolo avrebbe fatto un wormhole a collegare due o più buchi neri (a vostro piacere) attraverso uno dei quali è poi transitato il motore di un aereo precipitato (il motore non l’aereo) in seguito su una casa (e più precisamente dentro la stanza di un adolescente tormentato della "Virginia") quando lo stesso identico motore in questione si trova ancora incollato ad un aereo non ancora partito dall’aeroporto di Los Angeles. Ok, avete esattamente 28 giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi per rispondere alla domanda prima che io incorra definitivamente in un “collasso gravitazionale”. Tranquilli, non voglio riaprire l’annosa questione e poi sono sicuro che ciascuno di voi ha compreso tutto benissimo e da un bel pezzo pure dell’opera in questione.
Ma più che parlare del film dei Daniels in sé vorrei concentrarmi sullo spettatore tipo di questo genere di film. Che tipo di spettatore “stanno selezionando” i film cervellotici, macchinosi, cerebrali cui assistiamo sempre più spesso al cinema? Per uno abituato ad una narrazione lineare tipica dello schema di certi romanzi ottocenteschi può risultare davvero arduo seguire certe trame molto (tanto) apparentemente contraddittorie che assomigliano sempre più al tracciato impazzito dell’elettroencefalogramma di uno in preda agli incubi. Motivo per cui l'interpretazione dell'elettroencefalogramma, pardon, del film rischia sempre di più di essere affidata a specialisti esperti di funzioni cerebrali, pardon, di cinema o di Teoria della relatività ristretta, all’occorrenza. Oppure più semplicemente si sta espandendo sempre più una platea “esclusiva” di nerd patiti per i videogiochi e i videoclip musicali e col pallino della fisica teorica, eventualmente? Non sarà che sta cambiando proprio l’assetto cognitivo dello spettatore, in quanto campione medio statisticamente significativo del genere umano? In fondo perché stupirsi se anche il settore del cinema è coinvolto in questo cambiamento evolutivo di certa plasticità neurale e di pensiero dell’uomo e donna Sapiens?
Spero di non esagerare se dico che l’argomento del “multiverso” è oggi utilizzato da certi cineasti come espediente per combattere l’attitudine eccessiva e dilagante a semplificare la realtà. Cioè il bersaglio dei Daniels sarebbe il pensiero “sincretico” (e la sua degenerazione nel pensiero magico). In sostanza, qui lo spettatore viene invitato a mettere in atto un processo per mezzo del quale gli eventi che appaiono superficialmente dissimili vengono ritenuti comunque collegati da una qualche relazione causale. Concretamente la “persona-spettatore” del film è chiamato a tollerare le contraddizioni che apparentemente, per una mente non allenata, si susseguono nelle inquadrature obbligandolo a riportare all’unità in qualche modo elementi diversi o palesemente incompatibili con la propria abituale visione del mondo. In qualche modo, quantomeno nella mente dell’astante, la contraddizione va sanata e la complessità prima aborrita come la peste va accettata ed eventualmente ricondotta ad una nuova unità (si spera forse di livello superiore)
Dietro certe operazioni cinematografiche c’è dunque l’esortazione a superare l’attitudine perniciosa all’«economia cognitiva» che se esagerata impedisce qualunque manifestazione di creatività e soprattutto diventa un modo per chiudersi a riccio e rifiutare gli altri e le condizioni e i saperi diversi dai propri. Certo c’è anche l’esortazione a vivere “il qui ed ora”, a dare “valore” al - momento presente – (quindi, non è vero che tutto ha lo stesso valore) ricordandoci che ogni azione ha delle conseguenze su noi stessi e sugli altri (quantomeno quelli che ci sono più vicini).
La rapidità con cui i protagonisti sono risucchiati da un ambiente all’altro è la stessa vissuta dallo spettatore. I cambiamenti simultanei di setting sembrano configurare una specie di “Cinema interruptus”: ogni scena sembra una scena sempre incompiuta destinata a concludersi altrove, forse in un altro spazio-tempo o forse in un altro genere cinematografico, ma che, proprio per questa interruzione costante, potrebbe rimanere più a lungo nella memoria dello spettatore. Una sorta di “Effetto Zeigarnik” filmico.
Ovviamente non dico che il film dovrebbe essere preceduto da una guida completa alla sua visione. Perché se è vero che tutto è già sapientemente predisposto dai due registi e anche vero che molto è lasciato potenzialmente all’iniziativa personale dello spettatore e al suo tentativo sovente frustrato di interpretazione. Veloce non è sinonimo necessariamente di semplice e insulso. Dico solo che bisogna stare attenti a che dietro il dilagare di certa “multiforme e bizzarra e frenetica miscelazione di generi e argomenti vari” non si finisca per fomentare al contrario una spaventosa povertà di pensiero e di emozione.
Qui il paradosso è che la platea è semplice spettatrice della scena, ma non vi partecipa veramente. Un film che non lascia molto spazio all'interpretazione dello spettatore, in realtà. Non si tratta ad esempio di quel genere di opera ambigua che permette allo spettatore di decifrare i dettagli “fuori-campo” attraverso le proprie esperienze.
Puoi soltanto inebriarti delle immense possibilità (creative) offerte dalla (ir)realtà degli universi multipli sebbene tu faccia un’identica immensa fatica a simbolizzarli. Qui c’è uno spettatore che viaggia insieme ai protagonisti (“coesiste”) in un'illusione o distorsione spazio-temporale (ammesso che si possa dire così). Ora se è vero che personaggi protagonisti e spettatori in sala si fanno vivere dagli eventi più che viverli, allora il personaggio del film e lo spettatore vivono una sorta di simbiosi. Chi è più reale tra i due? Chi dei due staziona nell’universo tangente? Chi nell’universo principale? Ma soprattutto, quale di questi è l’universo principale? La risposta dovrebbe essere assolutamente soggettiva e dall’immaginazione di ognuno potrebbe scaturire la soluzione più opportuna. Potremmo azzardare che il personaggio del film è contemporaneamente lo spettatore stesso (e viceversa) seppure in un altro universo (delirio multiversale).
Nello spettatore, immerso com’è in un variopinto ed abbagliante caleidoscopio di immagini e suoni contrastanti, è provocata una reazione ambivalente di instabilità e disorientamento che scaturisce verosimilmente dall’impressione permanente che sempre un maggior numero di informazioni gli siano negate (cioè che gli manchi sempre qualcosa per risolvere l’arcano). Alcune delle scene più importanti sembrano rivolte direttamente allo spettatore toccato quasi da una forma d'ansia per questa sensazione di essere interrogato quasi dalle immagini. Una condizione permanente di “Dissonanza cognitiva” alimenta uno stato di curiosità e di fastidio insieme nell’osservatore. Lo spettatore in quanto spettatore non coinvolto, alla stregua di un giornalista distaccato, si limita a seguire l'evoluzione delle situazioni. L’«Innocente spettatore» dagli occhi come telecamere si limita a registrare un fatto così come si compie e mentre si compie.
Sembra quasi che lo spettatore medesimo sia incluso come parte del divenire paradossale di questa “storia non-lineare”. Anche la protagonista non comprende fino in fondo ciò che le succede, ma proprio come lo spettatore è stimolata a sentire la “verità” di questa (non)storia (una verità multipla ovviamente), anziché comprenderla razionalmente.
Più che virtualmente coinvolto nella (ri)costruzione di una “storia” (che implica la ricerca di senso) ti ritrovi a dover identificare l’esistenza di coincidenze plausibili. Quindi, più che confrontarti con una “storia” finisci per dover mettere ordine ad una successione di “immagini” che in apparenza non hanno un ordine preciso. Potremmo dire, in omaggio all’idea delle “logiche polivalenti” che trattasi di un “disordine precostituito”. Ma sono comunque immagini potenti. Alcuni effetti visivi, alcuni stratagemmi dall’effetto comico rimangano indubbiamente nella mente dello spettatore e proprio come gli universi multipli coesistenti possono assumere potenzialmente valenze multiple nello spettatore.
Ancora una volta questo contrasto “chiaroscurale” di generi e temi, di emozione e cognizione, mantiene lo spettatore in sospeso, trascinandolo in un viaggio a perdifiato nel tempo e nello spazio attraverso orizzonti cinematografici forse anche quelli solo apparentemente lontani.
Mi piacerebbe che i Daniels la smettessero di fare i videoclippari e mettessero il loro talento al servizio di un film meno "surrealista". Oramai sono stati sdoganati dall’establishment e a suon di Oscar pure. Non hanno più bisogno di fare i “trasgressivi”, gli alternativi, a vita. Certi “frullati di folk intelligente” a lungo andare stufano. Fare il “manifesto vivente dei festival off-Hollywood” tipo Sundance alla lunga diventa stucchevole. Il loro profilo “tardo hippy” è sufficientemente maturo per essere elaborato ad un livello superiore. Tuttavia, una cosa è certa. Col passare del tempo e a forza di assistere a certo cinema “visionario” (ma non soltanto per questo, ovviamente) finiremo con l’abbandonare la vecchia impostazione cerebrale che elabora il mondo in termini lineari di causa-effetto. Quali ricadute l’abbandono di questa vecchia abitudine mentale possa avere in termini etici e morali sulla società futura è tutto da scoprire. O forse finiremo tutti per pensare in moto alternativo? E magari saremo soltanto “tutti uguali nel pensare in modi diversi”. Una forma di trasgressione-conformista o di conformismo-trasgressivo si profila all’orizzonte? Un ossimoro ontologico pervaderà le nostre vite? Ops! Tranquilli, “è solo il mio cervello che è sottoposto ad un grande stress”. Ma come si fa balenare nel film, - dipende soltanto dalle nostre azioni il tipo di piega che prenderà il nostro universo. Facciamo in modo che la vita non sia soltanto “una ineluttabilità statistica”.
Consiglio finale: guardate il film almeno un paio di volte prima di rinunciare definitivamente.
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dreamers
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sabato 8 aprile 2023
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due ragazzini spinellati della medie
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Immaginatevi tutto il piacere di trovarvi di fronte a due ragazzini spinellati delle Medie che, ridacchiando tra loro come idioti, vi vomitano addosso la birra che si sono scolati insieme a un racconto del tipo: "poi c'è quello che si vuole picchiare nel c. il coso... e allora quell'altro che gli tira il cane sul grugno...", "no, quello è dopo... c'è prima la tipa che spara al nonno o, no, aspetta, era il nonno che forse...", "minchia che ridere... e quando quell'altra va con la testa nella parete... c'hai in mente...?", "o quando è lì con l'altro tipo che...eh eh...il poliziotto che c'ha giù le braghe.
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Immaginatevi tutto il piacere di trovarvi di fronte a due ragazzini spinellati delle Medie che, ridacchiando tra loro come idioti, vi vomitano addosso la birra che si sono scolati insieme a un racconto del tipo: "poi c'è quello che si vuole picchiare nel c. il coso... e allora quell'altro che gli tira il cane sul grugno...", "no, quello è dopo... c'è prima la tipa che spara al nonno o, no, aspetta, era il nonno che forse...", "minchia che ridere... e quando quell'altra va con la testa nella parete... c'hai in mente...?", "o quando è lì con l'altro tipo che...eh eh...il poliziotto che c'ha giù le braghe... e allora gli fa: oh, ma che c. fai?", "no, non gli dice così... è prima che glielo dice quando c'ha le dita come un hotdog...". Ecco, per pietà mi fermo qui. Così come, per pietà verso me stessa, dopo aver strenuamente resistito per un'ora, per la prima volta in vita mia me ne sono fuggita dalla sala, con un sentimento di profondissima gratitudine e sincera ammirazione verso l'arte cinematografica hollywoodiana e soprattutto l'onestà di Andrea Fornasiero, autore di una recensione davvero ferrea, anzi cristallina. Un perfetto esempio di... com'è che la definiva Mourinho...?
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amgiad
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lunedì 3 aprile 2023
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multiversaccio
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Si può anche vederlo ma, nel mio caso, dopo l' iniziale curiosità, la noia è regnata sovrana. Diciamo che è tanta roba.. troppa roba. Matrix anche a distanza di anni si rivede volentieri. Questo Everything ecc.ecc. non credo. Sicuramente sbaglio io e hanno ragione i giudici che gli hanno assegnato l' Oscar ma, guardando nella storia del premio, non sarebbe il primo caso di riconoscimento dato a opere molto dimenticabili.
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adriana bianchin
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martedì 28 marzo 2023
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spettari avvisati, spettatori ... salvati?
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Sono andata a vederlo perché ha fatto incetta di Oscar, quindi ho ritenuto doveroso accertarmi di persona di che si trattava. Ammetto che lo sforzo registico, per così dire "di genere" (la coppia di registi/sceneggiatori è specializzata in videclip) possa essere stato anche notevole, tuttavia il riconoscimento insito nell'assegnazioone di un Oscar, in particolar modo quello al miglior film, mi ha lasciata piuttosto perplessa. Ho compreso, anche se disapprovato, chi non ha retto alla noia uscendo anzi tempo dalla sala. Sarà pure una questione di "età" (son certa che i ragazzini lo adoreranno), sarà pure stata presente, come qualcuno ha giustamente osservato, una certa dose di ironia, sia negli evidenti rimandi al classico filone sulle arti marziali, sia nella palese strizzata d'occhio all'orgoglio gay ma, alla fin fine, persino l'asfittica e striminzita morale conclusiva (l'accettazione finalmente incondizionata di una madre per sua figlia, lesbica ma antipaticissima) si presenta come un pretesto per situazioni sin troppo ripetitive e quindi ben presto scontate.
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Sono andata a vederlo perché ha fatto incetta di Oscar, quindi ho ritenuto doveroso accertarmi di persona di che si trattava. Ammetto che lo sforzo registico, per così dire "di genere" (la coppia di registi/sceneggiatori è specializzata in videclip) possa essere stato anche notevole, tuttavia il riconoscimento insito nell'assegnazioone di un Oscar, in particolar modo quello al miglior film, mi ha lasciata piuttosto perplessa. Ho compreso, anche se disapprovato, chi non ha retto alla noia uscendo anzi tempo dalla sala. Sarà pure una questione di "età" (son certa che i ragazzini lo adoreranno), sarà pure stata presente, come qualcuno ha giustamente osservato, una certa dose di ironia, sia negli evidenti rimandi al classico filone sulle arti marziali, sia nella palese strizzata d'occhio all'orgoglio gay ma, alla fin fine, persino l'asfittica e striminzita morale conclusiva (l'accettazione finalmente incondizionata di una madre per sua figlia, lesbica ma antipaticissima) si presenta come un pretesto per situazioni sin troppo ripetitive e quindi ben presto scontate. Per carità: niente da dire sull'affascinante protagonista (Michelle Yeho) e sul suo stralunato e immaturo marito (in pratica, un deficiente interpretato da Ken Huy Quan), contraltati da un'arcigna e implacabile Jamie Lee Curtis, tuttavia farsi sottrarre ben due ore e venti minuti della propria vita da quest'opera "furba" lascia appunto dubbiosi e persino seccati. Sarò cattiveriosa, ma confesso che mi ha fatto pensare a un preciso calcolo finalizzato ad accattivarsi i nuovi poteri mondiali (la Cina) blandendone le esigenze per così dire "liberal", esigenze che vedono nello spauracchio delle tasse, e quindi nella "giusta" opportunità di evaderle (sic!), un freno alle proprie "umane" ambizioni, freno persino violento e ben rappresentato da un'anziana e inacidita signora non a caso abbandonata dal marito (la funzionaria interpretata dalla brava Jamie Lee Curtis). Grazie per avermi letta sin qui e ora, se proprio volete andarlo a vedere (com'è giusto che sia prima di dire la vostra), beh, siete stati avvisati ...
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roby70
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domenica 26 marzo 2023
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schizifrenico
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2 ore e 20 di film
Sembre diretto da due persone diverse
( o da uno schizofrenico)
La prima ora autentica spazzatura con scopiazzature clamorose, di una noia unica
Forse a causa della giovane età dei registi
Il nerd dentro di loro emerge
a generare un videogioco davvero scadente
La seconda parte invece svolge tematiche esistenziali, emozionali e inter-generazionali molto profonde e coinvolgenti
Se si sostituisse la prima parte trash con una introduzione breve e meno pacchiana, ne uscirebbe un gran bel film
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the moon
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domenica 26 marzo 2023
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questo film è un eritema
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Sono sbalordito soltanto da una cosa ,come si può dare sette oscar a questo film.questa cosa, non ha ne interpretazione ne musica ne scenografia ne sceneggiatura ne alcun che si possa premiare con un oscar.Lo vedo più per serata pizza e birra per farsi due risate su scene veramente stupide ed inutili.è un'accozzaglia di cose frullate e messe dentro perchè qualche regista ha capito che basta rivoltare tutto come nel sacchetto della tombola a caso per avere un oscar.Cosa c'è dietro questa premiazione ? Sicuramente niente che ha a che fare con il buon cinema e la cultura.Sono drastico e duro? No so,no stato anche troppo buono per aver speso 7 euro e avere un eritema alla pelle.
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Sono sbalordito soltanto da una cosa ,come si può dare sette oscar a questo film.questa cosa, non ha ne interpretazione ne musica ne scenografia ne sceneggiatura ne alcun che si possa premiare con un oscar.Lo vedo più per serata pizza e birra per farsi due risate su scene veramente stupide ed inutili.è un'accozzaglia di cose frullate e messe dentro perchè qualche regista ha capito che basta rivoltare tutto come nel sacchetto della tombola a caso per avere un oscar.Cosa c'è dietro questa premiazione ? Sicuramente niente che ha a che fare con il buon cinema e la cultura.Sono drastico e duro? No so,no stato anche troppo buono per aver speso 7 euro e avere un eritema alla pelle.
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sara14
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domenica 26 marzo 2023
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deludente, noioso e caotico
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Ho dovuto resistere per non andarmene dalla sala dopo la prima ora. L'argomento del metaverso è affrontato in maniera frettolosa, caotica e confusa, il film sembra un mix tra un videogioco ed un tentativo di lanciare messaggi colmi di profondità (dal mio punto di vista, fallito). Ci sono tanti riferimenti sessuali che non hanno nessun senso in quel contesto. Un mix veramente mal riuscito, il film è troppo lungo e annoia, oltre al fatto che non è chiaro quando arriverà il messaggio finale, ne se ci sarà. Si salva qualche dialogo interessante che però non viene mai approfondito: è un calderone di troppe cose che non c'entrano l'una con l'altra.
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Ho dovuto resistere per non andarmene dalla sala dopo la prima ora. L'argomento del metaverso è affrontato in maniera frettolosa, caotica e confusa, il film sembra un mix tra un videogioco ed un tentativo di lanciare messaggi colmi di profondità (dal mio punto di vista, fallito). Ci sono tanti riferimenti sessuali che non hanno nessun senso in quel contesto. Un mix veramente mal riuscito, il film è troppo lungo e annoia, oltre al fatto che non è chiaro quando arriverà il messaggio finale, ne se ci sarà. Si salva qualche dialogo interessante che però non viene mai approfondito: è un calderone di troppe cose che non c'entrano l'una con l'altra. Gli unici due aspetti che mi sono piaciuti sono stati l'interpretazione, in particolare, di Jamie Lee Curties e i costumi.
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annalisa
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giovedì 23 marzo 2023
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brutto, noioso e stupido
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Film decisamente brutto e a tratti di una volgarità unica ma poi tutti quegli Oscar....ma si può premiare un film del genere e attori così mediocri quando c'era in sala Cate Blanchett interpretazione unica, sublime inTar oppure il magnifico film gli spiriti dell'isola. Invece con questo film ha vinto la mediocrità assoluta, il vuoto e l'obrobrio. Forse rispecchia l'epoca che stiamo vivendo?
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