Esterno Notte |
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Un film di Marco Bellocchio.
Con Fabrizio Gifuni, Margherita Buy, Toni Servillo, Fausto Russo Alesi.
continua»
Formato Serie TV,
Drammatico,
durata 330 min.
, numero episodi: 6.
- Italia 2022.
- Lucky Red
uscita mercoledì 18 maggio 2022.
MYMONETRO
Esterno Notte
valutazione media:
3,95
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un evento chiave nella storia della Repubblicadi mauro.tFeedback: 4451 | altri commenti e recensioni di mauro.t |
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mercoledì 29 giugno 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bellocchio affronta uno degli eventi più tragici ed emblematici della prima Repubblica. Il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro sono narrati in sei episodi (nella serie completa), ciascuno dei quali è la rappresentazione dei fatti secondo un particolare punto di vista. Tutti i personaggi co-protagonisti della vicenda trovano collocazione nel film: la moglie, i figli, Benigno Zaccagnini, Francesco Cossiga, Giulio Andreotti, Paolo VI, Enrico Berlinguer, Bettino Craxi, Steve Pieczenik, oltre ai terroristi Mario Moretti, Valerio Morucci, Adriana Faranda. Il taglio che il regista sceglie è quello della tragedia piuttosto che della cronaca: il film privilegia gli aspetti umani e psicologici della vicenda su quelli istituzionali-investigativi, con risultati spesso efficaci ma disomogenei. I rischi (non sempre evitati da Bellocchio) sono almeno un paio: il primo è che elementi importanti per comprendere una vicenda complessa passino in secondo piano; il secondo è che si cada nella caricatura dei personaggi. Almeno due protagonisti sono ritratti a mio avviso in modo piuttosto maldestro: la figura di Cossiga, la cui sindrome bipolare era nota, è così infelice, codarda e problematica da rasentare il grottesco. Adriana Faranda invece viene disegnata poco verosimilmente come una pasionaria isterica con tratti adolescenziali. Tornando al primo rischio, in questa rappresentazione che privilegia i travagli interiori dei protagonisti perdono peso alcuni fattori fondamentali. Il personaggio di Andreotti, pur risultando tra gli oppositori più decisi contro la trattativa con le BR, ne esce opaco e quasi innocente. I conati di vomito che lo scossero alla notizia del rapimento, da lui stesso confessati, potrebbero essere interpretati come un estremo turbamento per il legame con il rapito, mentre in un contesto più completo denuncerebbero la preoccupazione per ciò che avrebbe potuto emergere dal "processo" alla DC. La cosa meno comprensibile è la scelta di Bellocchio di omettere completamente il memoriale di Aldo Moro. Vero è che, a parte qualche anticipazione nelle lettere, i documenti sono stati trovati dopo la sua morte, ma come sono state messe alcune considerazioni del rapito nel colloquio finale col prete, c’era lo spazio per inserire stralci dei risultati degli interrogatori di Moro. Il memoriale, con le sue rivelazioni circa i rapporti con gli USA, i riferimenti a “Gladio” e le allusioni alle attività poco trasparenti di Andreotti, sono un elemento basilare per comprendere meglio l’intera vicenda. In mancanza di quello, diventano un po’ più deboli gli accenni sulla P2 ai vertici dei servizi segreti, il falso comunicato del lago della Duchessa, le preoccupazioni di Cossiga per le reazioni degli Americani. Aldo Moro è stato rapito e ucciso dalle BR, ma ormai è noto che emissari USA e pezzi della DC non avessero interesse a salvarlo, e che i servizi segreti abbiano potuto agire con consistenti azioni di depistaggio. E’ ovvio che il regista potrebbe rivendicare la libertà di espressione artistica, ma non può ignorare che il film rappresenti un’opera di divulgazione storica. D’altro canto gli va senz’altro riconosciuta l’attenuante della difficoltà di rappresentazione di un caso estremamente complesso, che presenta ancora diverse zone d’ombra. Centrata comunque la figura di Moro come un uomo onesto, democratico e politicamente coraggioso così come la ricostruzione del delicatissimo momento della vita della Repubblica. E a Bellocchio al di là di tutto va attribuito il merito di lasciare un film importante, che consente alle nuove generazioni di approcciare un evento chiave della recente storia d’Italia. Grandissima l’interpretazione di Fabrizio Gifuni nei panni del Presidente e ottima quella di Margherita Buy nella parte di Noretta.
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