emilia
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mercoledì 2 marzo 2022
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bellisimo ma...
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Bellissimo e commovente ma....perché manca GIÙ LA TESTA forse il più famoso?
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vitale giuseppe
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domenica 27 febbraio 2022
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splendore
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Un film di una bellezza struggente, un tributo ad un uomo che ha reso grande ancora di piu' la settima arte, e traspare l'amore e la passione che ci mette Tornatore nel farlo questo film, un dilivuvio di personaggi che ci hanno donato emozioni che ci raccontano di un uomo schivo, e poi Morricone che si racconta che ci dparla delle sue creazioni, che si mette a nudo . Secondo me vale almeno un Oscar
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alesimoni
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domenica 27 febbraio 2022
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invito al viaggio
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Capolavoro. Non ci sono altri aggettivi. Un artista straordinario che ci fa essere orgogliosi di essere italiani, raccontato in modo altrettanto straordinario da uno dei più grandi registi di sempre. Si sente il legame fortissimo tra i due, umano e artistico. Un viaggio di 150 min che ti rapisce e ti fa bene.
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yarince
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sabato 26 febbraio 2022
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l'arte delle muse
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Un grande tributo, quello di Tornatore al maestro Morricone, un ringraziamento dovuto, per averci fatto accapponare la pelle tantissime volte, ma soprattutto per quei tre minuti di climax del finale di Nuovo Cinema Paradiso, il collage dei baci dei film, in cui Salvatore, seduto sulla poltroncina ricorda, si commuove e sorride e a noi si spalancano i canali lacrimali. Un documentario che è metacinema; il cinema che racconta di sé, perché Ennio è parte insolubile del cinema internazionale, non si può separare un film dalla colonna sonora, non si può immaginare una sequenza di Per un pugno di Dollari, Indagine su un cittadino o C’era una volta , senza che , automaticamente non pensiamo al motivo di sottofondo che li accompagna.
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Un grande tributo, quello di Tornatore al maestro Morricone, un ringraziamento dovuto, per averci fatto accapponare la pelle tantissime volte, ma soprattutto per quei tre minuti di climax del finale di Nuovo Cinema Paradiso, il collage dei baci dei film, in cui Salvatore, seduto sulla poltroncina ricorda, si commuove e sorride e a noi si spalancano i canali lacrimali. Un documentario che è metacinema; il cinema che racconta di sé, perché Ennio è parte insolubile del cinema internazionale, non si può separare un film dalla colonna sonora, non si può immaginare una sequenza di Per un pugno di Dollari, Indagine su un cittadino o C’era una volta , senza che , automaticamente non pensiamo al motivo di sottofondo che li accompagna. Morricone è stato un grande conoscitore dell’animo umano e ha saputo tradurre ogni emozione e sentimento nel suo suono corrispondente. Come gli strutturalisti e come i personaggi di Calvino, che si rifugiano nel mondo scritto e negli scacchi, Ennio cerca di dar voce, di raccontare, di spiegare tutto il reale, di dare un ordine alla molteplicità della vita, per darle un senso, pur nella consapevolezza che ci sarà sempre una variabile che sfugge e forse proprio per questo sarà così prolifico. Così quel pentagramma vuoto davanti a lui, fatto di righe e spazi, nella molteplicità delle combinazioni delle note, prende la forma di un disegno in movimento, proprio come la sequenza della pellicola di un film: puntini pieni, asticelle con una virgola, due virgole, che si rincorrono, in un tempo allegretto andante e si arrampicano sul pentagramma e poi, lentamente, planano giù e pausa… Ennio Morricone, esempio di studio, serietà, disciplina, costanza, umiltà, pur avendo imparato dai puristi della musica , si discosta dal contesto di appartenenza per avvicinarsi all’uomo profano, che sente con l’orecchio del cuore , toccherà le corde di tutte le sue emozioni, utilizzando il linguaggio universale della musica e dei suoni in tutte le sue alterazioni, generi e manifestazioni. Ennio ha ridato alla musica “alta” il suo significato originario - “ Mousikè” - l’arte delle Muse, che non era esclusivamente arte del suono, ma anche della poesia, della tragedia, della danza, della commedia. La musica, dunque , considerata come parte di un insieme di linguaggi e al servizio di altre espressioni artistiche. Ennio ha quindi sdoganato, reso fruibile e democratizzato la musica, consegnando all’umanità composizioni orecchiabili, fischiettabili, ma che dietro alla loro presentazione armonica, celano una complessità e una polifonia di stili, perfettamente combinati insieme, che non ha eguali.
Morricone è esempio di come un uomo può elevarsi, di ciò che un uomo in potenza può essere, di come può avvicinarsi a Dio, è esempio del Bello, del Bene, del Nobile e di come il proprio sapere può essere speso per il bene degli altri e consegnato, ad aeternum, al patrimonio umano. Ci si commuove molto a vederlo commuoversi dinanzi ai riconoscimenti del pubblico e dei colleghi. Chapeau al Maestro e anche a Tornatore.
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giancarlo b
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venerdì 25 febbraio 2022
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un vero documentario d''autore
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Una sola clamorosa, colossale omissione: Giù la testa (solo citato di sfuggita in rapporto alla dolorosa rinuncia a musicare A Clockwork Orange), che tuttavia non pregiudica l'eccezionale livello dell'opera. Il cui pregio maggiore secondo me è l'ampiezza del respiro narrativo unita a una calibratura quasi perfetta della sintesi audiovisiva, vale a dire la sapiente orchestrazione dei momenti di climax costruiti ad arte. Diciamo che una durata di tre ore - il minimo per trattare un corpus così gigantesco - avrebbe consentito di colmare altre piccole lacune e coronare un risultato già comunque più che alto.
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Una sola clamorosa, colossale omissione: Giù la testa (solo citato di sfuggita in rapporto alla dolorosa rinuncia a musicare A Clockwork Orange), che tuttavia non pregiudica l'eccezionale livello dell'opera. Il cui pregio maggiore secondo me è l'ampiezza del respiro narrativo unita a una calibratura quasi perfetta della sintesi audiovisiva, vale a dire la sapiente orchestrazione dei momenti di climax costruiti ad arte. Diciamo che una durata di tre ore - il minimo per trattare un corpus così gigantesco - avrebbe consentito di colmare altre piccole lacune e coronare un risultato già comunque più che alto. La classe non è acqua, come aveva già dimostrato il precedente documentario Lo schermo a tre punte.
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frascop
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giovedì 24 febbraio 2022
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solo tornatore poteva spiegare morricone
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Il film di Tornatore mi ha commosso ed entusiasmato perchè "compone" Morricone tassello per tassello, attraverso testimonianze ed esempi che costruiscono in un lungo film vero la sua incredibile storia. (Un film, non un documentario come quello che Verdelli ha fatto su Paolo Conte.) Sino all'apoteosi e al successo mondiale, passando per tutte le sofferenze e i bocconi amari che Ennio ha dovuto ingoiare. Di Morricone basta capire i suoi inizi. E il segreto del successo che secondo me sta nella sua geniale capacità melodica. Dai Beatles a Morricone (a Battisti in Italia) la melodia è il diamante.
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Il film di Tornatore mi ha commosso ed entusiasmato perchè "compone" Morricone tassello per tassello, attraverso testimonianze ed esempi che costruiscono in un lungo film vero la sua incredibile storia. (Un film, non un documentario come quello che Verdelli ha fatto su Paolo Conte.) Sino all'apoteosi e al successo mondiale, passando per tutte le sofferenze e i bocconi amari che Ennio ha dovuto ingoiare. Di Morricone basta capire i suoi inizi. E il segreto del successo che secondo me sta nella sua geniale capacità melodica. Dai Beatles a Morricone (a Battisti in Italia) la melodia è il diamante. 1964. Allora compravamo i 45 giri e il successo di una canzonetta lo decretavamo noi acquirenti nei negozi, non i media, la radio o la tv o le case discografiche. Era tutto molto semplice e lineare, per cui quando ascoltammo Il barattolo di Gianni Meccia, e poi le canzoni di Morandi, Paoli, Vianello, Dino, insomma il repertorio della Rca, noi giovani di allora capimmo che c'era una musica nuova. Chi la produceva? Gli autori, Zambrini, Paoli, Vianello? No, quelli come me appassionati lo seppero ben presto, lo scrissero i settimanali specializzati, alla Rca c'è un giovane arrangiatore che ha idee nuove. Ecco come conoscemmo Ennio e Tornatore comincia da qui, dal punto esatto in cui negli anni sessanta lo conoscemmo noi acquirenti di 45 giri. A sentirle oggi quelle canzoni si capisce bene quanto fossero innovative e moderne perchè erano piene di "trovate" (e di contrappunti, di suoni, di incipit). Così chiamavamo allora le idee di Morricone che avendo studiato composizione con Petrassi e amando la musica di Stravinski si accostava alle canzonette sperimentando contaminando e rompendo gli schemi della musica, la quale, nonostante tutti i generi, sempre su 7 note è costruita. Ennio è stato un musicista geniale perchè ha conquistato con la sua musica il mondo intero (l'Italia musicale nel mondo ha un inno orribile musicato da Michele Novaro e poi almeno una decina di inni meravigliosi di cui 9 sono di Morricone e uno di Conte, Azzurro). Per imporre la sua visione e le sue idee Ennio in una vita intera ha dovuto battere l'ideologia dei Petrassi. Su cosa si basa ogni ideologia esistente? E' semplice, su una presunta incondizionata purezza. Gli ideologi si considerano puri, e sono quelli che preservano e difendono una fede, una dottrina, un'arte dagli impuri. Ora capirete bene che sentirsi puri e dover combattere gli impuri è compito impegnativo che dura una vita intera. Anche la musica, come tutte le arti (la letteratura, la pittura, la scultura, il cinema) annovera i suoi difensori della purezza originale da preservare dai barbari. Morricone per Petrassi era un barbaro (contaminava la musica con le colonne sonore), ma lo è stato anche nella televisione, nel cinema, nelle case discografiche. Oggi ascolti una nota, una nota sola e riconosci Morricone, in tutti i paesi del mondo. Perchè è unico, ma prima dei riconoscimenti in mezzo secolo quante umiliazioni ha dovuto sopportare. Basti pensare che per ben tre volte non gli hanno dato l'Oscar preferendogli altri musicisti di passaggio. Si noti bene, le sue colonne sonore erano già nel mondo diventate leggendarie, i suoi colleghi lo ritenevano un maestro, ma Hollywood e l'Academy lo snobbavano. Ecco cos'è l'ideologia, ripeto, la purezza originaria. La patria del western con la sua purezza non poteva premiare uno che aveva musicato gli spaghetti western. Sono stati perciò costretti a dargli prima un premio alla Carriera (per contrizione) per poi premiarlo di nuovo perchè Tarantino gli aveva affidato un suo film. Gli ideologi fanno così, fanno delle giravolte impossibili, dei salti mortali carpiati. Appena sono atterrati fanno finta di niente come se nessuno avesse visto lo sforzo immane che hanno fatto per volteggiare in aria.
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edododo4
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giovedì 24 febbraio 2022
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orrore nel titolo
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ATTENZIONE C'E' UN ERRORE MACROSCOPICO NEL TITOLO. "CHE NON SI VORREBBE FINISSE MAI" vuol dire esattamente il contrario di "CHE SI VORREBBE NON FINISSE MAI". L'italiano aaaaaaah!!!!!
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giovedì 24 febbraio 2022
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orrore nel titolo
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ATTENZIONE C'E' UN ERRORE MACROSCOPICO NEL TITOLO, PER FAVORE L'ITALIANO QUANDO SI ASPIRA AD ESSERE CRITICI/GIORNALISTI: "NON SI VORREBBE FINISSE MAI" E' IL CONTRARIO DI "SI VORREBBE NON FINISSE MAI" CHE IN QUESTO CASO E' IL SENSO CORRETTO.
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marco andi
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lunedì 21 febbraio 2022
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da vedere assolutamente
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Ho sempre sorriso quando alla fine della proiezione parte un applauso, ma questa volta, complice una bella atmosfera che si respirava nella sala piena, ho partecipato anch'io e ci voleva proprio. Commovente, la prima parola che suscita questo film, traspare l'amore e la reverenza di Tornatore per il Maestro. Magnificamente montato, come già scritto si vorrebbe che non finisse mai. Mentre lo guardavo, riandando ai tempi in cui avevo visto i vari film che si succedono man mano, pensavo se un ragazzo di oggi (diciamo dai 25 anni in giù) possa apprezzare un docufilm del genere. Credo di sì, che sia il viatico anche per le nuove generazioni per la scoperta del, a tutti gli effetti, piccolo mondo cinematografico dove tutti si conoscono e riconoscono le vere bravure geniali, come quella di Morricone.
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Ho sempre sorriso quando alla fine della proiezione parte un applauso, ma questa volta, complice una bella atmosfera che si respirava nella sala piena, ho partecipato anch'io e ci voleva proprio. Commovente, la prima parola che suscita questo film, traspare l'amore e la reverenza di Tornatore per il Maestro. Magnificamente montato, come già scritto si vorrebbe che non finisse mai. Mentre lo guardavo, riandando ai tempi in cui avevo visto i vari film che si succedono man mano, pensavo se un ragazzo di oggi (diciamo dai 25 anni in giù) possa apprezzare un docufilm del genere. Credo di sì, che sia il viatico anche per le nuove generazioni per la scoperta del, a tutti gli effetti, piccolo mondo cinematografico dove tutti si conoscono e riconoscono le vere bravure geniali, come quella di Morricone. Grazie Tornatore
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emilio concettoni
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venerdì 18 febbraio 2022
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tornatore racconta ennio
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Ennio Morricone si racconta, in un documentario apparentemente lunghissimo e dico apparentemente in quanto la lunghezza è stemperata dall'eccellente capacità del regista di raccontare la vita del compositore e soprattutto dalle innumerevoli colonne sonore e non solo, che pervadono la pellicola. Questo documentario però non ci racconta solo l'Ennio compositore prettamente cinematografico ma, soprattutto, e questa é la parte più sorprendente del film, l'arrangiatore ovvero colui che ha musicato moltissime canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana degli anni'60 e '70 (da "Abbrozantissima" a "Se telefonando" ) e abbiamo le preziosissime testimonianze di coloro che hanno beneficiato di queste musiche di sottofondo, da Paoli a Morandi e Vianello.
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Ennio Morricone si racconta, in un documentario apparentemente lunghissimo e dico apparentemente in quanto la lunghezza è stemperata dall'eccellente capacità del regista di raccontare la vita del compositore e soprattutto dalle innumerevoli colonne sonore e non solo, che pervadono la pellicola. Questo documentario però non ci racconta solo l'Ennio compositore prettamente cinematografico ma, soprattutto, e questa é la parte più sorprendente del film, l'arrangiatore ovvero colui che ha musicato moltissime canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana degli anni'60 e '70 (da "Abbrozantissima" a "Se telefonando" ) e abbiamo le preziosissime testimonianze di coloro che hanno beneficiato di queste musiche di sottofondo, da Paoli a Morandi e Vianello. Ennio aveva cominciato proprio da arrangiatore per poi diventare colui che tutti noi conosciamo, ovvero uno dei maggiori compositori di colonne sonore della storia del cinema e la sua evoluzione e crescita da musicista non é stata priva di ostacoli (significativo il suo rapporto col maestro e padre putativo Goffredo Petrassi) ci viene raccontata da lui e da tutti coloro che hanno avuto il piacere e l'onore di lavorarci, dai registi degli inizi (Bertolucci, Argento, Bellocchio) a quelli degli anni più recenti (lo stesso Tornatore, Tarantino). Interessanti gli interventi di studiosi del campo musicale e anche di veri e propri compositori di colonne sonore come Zimmer e Piovani. Da evidenziare un paio di scene interessanti e soprattutto divertenti, dalla reazione di Migliacci alla versione finale e vincente di "In ginocchio da te", fino alla marcia di "Allonsanfàn" cantata in coro dai Fratelli Taviani. Numerosissime le voci chiamate a commentare il lavoro di Ennio, in un film interessantissimo che ti sorprende, in quanto tu entri in sala pensando che Ennio si già grande, e invece ti rendi conto che la sua grandezza é ancora maggiore di quanto tu pensassi in precedenza.
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