Illusioni Perdute |
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Un film di Xavier Giannoli.
Con Benjamin Voisin, Cécile De France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan.
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Titolo originale Illusions Perdues.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 144 min.
- Francia 2021.
- I Wonder Pictures
uscita giovedì 30 dicembre 2021.
MYMONETRO
Illusioni Perdute
valutazione media:
3,80
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Balzac nostro contemporaneo
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Balzac nostro contemporaneo. La Francia della Restaurazione come specchio deformante del presente.
I traffici della nascente industria culturale come prova generale di qualcosa con cui non abbiamo mai smesso di fare i conti: il giornalismo, la pubblicità, la manipolazione delle notizie, la mercificazione dei corpi e delle idee. E i mille modi in cui tutto questo si intreccia e si confonde.
Nella Parigi frenetica di Luigi XVIII tutto si compra e tutto si vende (ma tutto si scrive, anche, come capiremo alla fine). Carriere, opinioni, sogni di gloria: ogni cosa ha un prezzo. È la stampa, bellezza! Anzi è il liberalismo. Tutto è consumabile (e reversibile), salvo la morte.
La morte e il suo contrario: la nascita. Per cui il giovane aspirante scrittore Lucien de Rubempré, nato più volgarmente Chardon, ha un bel fregiarsi del cognome nobiliare materno (lo stesso Balzac si era aggiunto un "de" dopo la morte del padre). L' aristocrazia parigina non aprirà mai le sue porte a quel borghesuccio di provincia se non per castigarlo.
E il cuore dell' affollato film di Giannoli, regista eclettico, ambizioso e con trascorsi da giornalista, come il suo eroe, sta proprio in questa promessa senza fine, in questa energia inesauribile che porta l' elettrico Lucien (Benjamin Voisin scoperto in "Estate 85" di Ozon) di casa in casa, di letto in letto, di redazione in redazione.
In un vorticare di sfide - e disillusioni - scandite dalla voce narrante di Xavier Dolan, altro giovane scrittore e suo più maturo alter ego. Centro segreto di una costellazione che unisce giornalisti venduti e contenti (Vincent Lacoste), capoclaque servili e onnipotenti (il compianto Jean-François Stévenin), baronesse innamorate ma vili (Cécile de France), marchese occhiute e viperine (Jeanne Balibar), editori analfabeti ma dal fiuto infallibile (Gérard Depardieu), attricette generose e innocenti, dunque destinate a pagare il prezzo più alto (Salomé Dewaels). Mentre i banchieri diventano ministri (come Macron, come Draghi), gli imprenditori investono in prodotti esotici (l' ananas!). E lo spettatore si gode il gioco di riflessi fra ieri e oggi contagiato dal divertimento di un cast multigenerazionale che non si perde un sottinteso, un ammicco, un "bon mot". Tutto molto francese, dunque da godere possibilmente in originale.
Copie permettendo, naturalmente.
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