loland10
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mercoledì 17 novembre 2021
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duetti sornioni
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“Una notte da dottore” (2021) è il decimo lungometraggio del regista, sceneggiatore torinese Guido Chiesa.
La Colorado Film (di Salvatores e Abatantuono) produce e distribuisce un ennesimo film (remake del film francese “Docteur?” di Tristan Séguéla) per seguire una linea intrapresa più volte col regista Guido Chiesa.
Una produzione non ad altissimo costo con un’idea buona e un confronto generazionale (di età, situazioni e lavoro) non sfruttato pienamente cercando la ‘facile’ commisurazione con un pubblico ‘medio’ e una prospettiva di ‘commedia’ già vista in altre pellicole (e non solo nell’originale.
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“Una notte da dottore” (2021) è il decimo lungometraggio del regista, sceneggiatore torinese Guido Chiesa.
La Colorado Film (di Salvatores e Abatantuono) produce e distribuisce un ennesimo film (remake del film francese “Docteur?” di Tristan Séguéla) per seguire una linea intrapresa più volte col regista Guido Chiesa.
Una produzione non ad altissimo costo con un’idea buona e un confronto generazionale (di età, situazioni e lavoro) non sfruttato pienamente cercando la ‘facile’ commisurazione con un pubblico ‘medio’ e una prospettiva di ‘commedia’ già vista in altre pellicole (e non solo nell’originale.
In ogni caso un film piacevole, scorrevole,
Manca il salto per una storia di ‘approfondimenti’: il passato del dottore e la morte del figlio, la famiglia e il padre di Mario e quel ‘sociale’ che solo si intravede in superficie.
Il sorriso costante (in alcuni frangenti molto ben caratterizzato) e un certo cinismo sanno andare a braccetto abbastanza bene pur con sfumature diverse per non merito di una sceneggiatura non sempre adeguata in ogni circostanza. Le sequenze a distanza (tra il vecchio dottore e lo sprovveduto Mario) sono (in alcuni casi) riuscite. Il bambino e il rapporto col papà, la puntura e i 100 euro, il signore della festa e lo scherzo, il parto da svenire…
I momenti più simpatici sono tra il dottore e la ristoratrice: gli ordini, i piatti supercalorici e la giusta dieta per un medico: Pierfrancesco ingerisce tutto dicendo tante bugie al telefono….
Tutto in un piccolo cabotaggio di semplice e immediata scrittura. Non c’è un vero proprio percorso d’insieme tra le vite del dottore del rider. Si racconta qualcosa ma non si va oltre. Unico appiglio importante è Anna e la nipotina di Pierfrancesco: il burbero nonno si apre e ha qualcosa da raccontare anche a noi che guardiamo. Un finale leggero e senza pretese. Si legge da prima una certa atmosfera conclusiva e anche il luogo. Le riprese cittadine dall’alto paiono un gioco ‘semplicistico’ per assemblare ogni ‘visita’ notturna.
Cast:
Diego Abatantuono (Pierfrancesco Mai): sa fare sempre il suo con maestria, conosce i tempi; gigioneggia troppo ma rimane ‘simpatico’;
Frank Matano (Mario): una recitazione spigliata e spiritosa; vuole rubare la scena al ‘dottore’ e in alcuni frangenti ci riesce. Quando stacca l’auricolare col ‘dottore’ ha qualcosa da dire per farci sorridere.
Giorgia Spinelli (Anna): bella prova e convincente.
Fotografia: offuscata dal ‘buio’ artificiale di una città che ‘vive’ di notte.
Musica: un po’ ripetitiva, comunque accattivante.
Regia di Guido Chiesa, ordinaria e di mestiere; poteva osare di più.
Voto: 6/10 (**½) -cinema leggero-
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fabrizio friuli
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lunedì 24 giugno 2024
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il dottore burbero e il rider tontolone
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Pierfrancesco Mai è un dottore in età che svolge degli interventi durante le ore notturne ed appare come una persona piuttosto antipatica che non ha mai tempo per la sua famiglia, mentre Mario è un giovane Rider che appare come un tipo ingenuo ma empatico che inizia a lavorare per il dottore dopo averlo incontrato casualmente, mettendosi un auricolare nell' orecchio per avere suggerimenti per svolgere gli interventi al posto del dottore vero, ma questa insolita collaborazione aiuterà Pierfrancesco a diventare un uomo migliore.
Sulla commedia del regista Giudo Chiesa è possibile stabilire che essa rientra nella categoria di commedie italiane moderne che non sono minimamente divertenti, per via dei personaggi che non sono ben caratterizzati, soprattutto il personaggio di Mario che sembra essere la tipica rappresentazione del giovane poco sveglio originario del sud Italia che comunque dimostra di essere una persona umile e buona, mentre il personaggio di Diego Abatantuono è il solito '' orso '' ovvero, un uomo incredibilmente burbero come il nonno di Heidi, che nel corso del film, diventa un uomo migliore, un po' come il personaggio di Zoran- il mio nipote scemo, interpretato dall' attore Giuseppe Battiston, anche se i personaggi sono differenti tra loro ( ed è probabile, nel caso del personaggio di Diego Abatantuono che lui abbia questo brutto carattere per la perdita del figlio ).
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Pierfrancesco Mai è un dottore in età che svolge degli interventi durante le ore notturne ed appare come una persona piuttosto antipatica che non ha mai tempo per la sua famiglia, mentre Mario è un giovane Rider che appare come un tipo ingenuo ma empatico che inizia a lavorare per il dottore dopo averlo incontrato casualmente, mettendosi un auricolare nell' orecchio per avere suggerimenti per svolgere gli interventi al posto del dottore vero, ma questa insolita collaborazione aiuterà Pierfrancesco a diventare un uomo migliore.
Sulla commedia del regista Giudo Chiesa è possibile stabilire che essa rientra nella categoria di commedie italiane moderne che non sono minimamente divertenti, per via dei personaggi che non sono ben caratterizzati, soprattutto il personaggio di Mario che sembra essere la tipica rappresentazione del giovane poco sveglio originario del sud Italia che comunque dimostra di essere una persona umile e buona, mentre il personaggio di Diego Abatantuono è il solito '' orso '' ovvero, un uomo incredibilmente burbero come il nonno di Heidi, che nel corso del film, diventa un uomo migliore, un po' come il personaggio di Zoran- il mio nipote scemo, interpretato dall' attore Giuseppe Battiston, anche se i personaggi sono differenti tra loro ( ed è probabile, nel caso del personaggio di Diego Abatantuono che lui abbia questo brutto carattere per la perdita del figlio ). Oltre all' analisi dei due protagonisti privi di qualità e originalità, la commedia non fa ridere, ed è una caratteristica
onnipresente in molte commedie italiane moderne : quasi nessuna delle nuove commedie italiane è realmente divertente, le eccezioni ci sono, ma sono decisamente poche. Come se non bastasse, questa commedia è anche noiosa, nemmeno gli attori scelti hanno permesso alla commedia di ottenere una valutazione sufficiente per il rotto della cuffia, perché nessuno attore presente in questo film ha saputo ( o forse ) non ha voluto lavorare con impegno in questo film, lo stesso Diego Abatantuono ha interpretato Pierfrancesco Mai con apatia, e non solo per il personaggio, sembra che l' attore lo abbia interpretato semplicemente per noia o per lavorare senza entusiasmo o impegno, ed ecco un dettaglio che può balzare all' occhio : la mancanza di interesse dell' attore nell' interpretare il ruolo assegnato e tale dettaglio ( che può essere valido o no ) impedisce a questa pellicola italiana di essere un film di qualità e nemmeno di essere un film sufficiente.
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