f.vassia 81
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giovedì 19 maggio 2022
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un sequel più classico
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Sequel decisamente più improntato sugli standard di un horror classico, ma costruito veramente bene: regia di classe ( anche se un tantino ripetitiva ), ambientazioni allestite con gran senso per il postapocalittico, diversi passaggi drammaturgici intelligenti, ottima gestione narrativa; e suspense e spaventi non mancano di certo.
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carloalberto
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sabato 25 dicembre 2021
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delude le aspettative create dal primo
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Una delle cose migliori del primo A quiet place di John Krasinski era stata la trovata della regola del silenzio che la famigliola superstite alla catastrofe mondiale si autoimpone per sfuggire agli alieni cattivi dotati di un super udito. Infantile quanto banale, la regola, richiamandosi ad un gioco di bimbi, appariva tuttavia originale e sorprendente. Il sequel, ovviamente privo di quell’effetto, come tutti i sequel, soffre della ripetitività delle azioni e delle situazioni già viste nel capostipite di quella che si annuncia, dalla sequenza finale, come una vera e propria serie di futuri ennesimi posti tranquilli.
Cillian Murphy dà il cambio a Krasinski, morto nel primo episodio, nel ruolo di protagonista maschile, affiancando l’eroina Emily Blunt nella lotta all’invasore.
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Una delle cose migliori del primo A quiet place di John Krasinski era stata la trovata della regola del silenzio che la famigliola superstite alla catastrofe mondiale si autoimpone per sfuggire agli alieni cattivi dotati di un super udito. Infantile quanto banale, la regola, richiamandosi ad un gioco di bimbi, appariva tuttavia originale e sorprendente. Il sequel, ovviamente privo di quell’effetto, come tutti i sequel, soffre della ripetitività delle azioni e delle situazioni già viste nel capostipite di quella che si annuncia, dalla sequenza finale, come una vera e propria serie di futuri ennesimi posti tranquilli.
Cillian Murphy dà il cambio a Krasinski, morto nel primo episodio, nel ruolo di protagonista maschile, affiancando l’eroina Emily Blunt nella lotta all’invasore. Ma la vera protagonista è la piccola Millicent Simmonds, attrice sorda dalla nascita che interpreta una ragazza sordomuta, destinata, nonostante o proprio per il suo handicap, a grandi imprese.
A parte il lodevole intento di dimostrare che le disabilità possono essere un dono ed una risorsa insperata per la comunità, il film si riduce ad una serie di effetti speciali computerizzati, senza riuscire a ricreare con la stessa intensità, se non in rari momenti, quella suspense e quella angoscia che erano state il punto di forza del film precedente.
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enrico
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sabato 18 settembre 2021
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non vale nemmeno la spesa dsi popcorn
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Film a dir poco imbarazzante, lentissimo, esasperante nella sua inutilità, che ruota tutto attorno ad una bambina sordomuta. Il fatto è che tutti si esprimono con il linguaggio dei segni, e cosí pure madre e fratello, per cui se non lo conoscete, non capite nulla del film. Dialoghi inesistenti, anche quando parlano brevemente, i personaggi bisbigliano cosí sommessamente e con la voce impastata, che non capirete nulla ugualmente. Io comprendo che il bisbiglio sia dovuto alla necessità di non far rumore per non attrarre gli alieni, ma questo è troppo, poche parole spezzettate dette senza nemmeno un filo di voce. Film senza idee, basato appunto tutto sul movimento lentissimo per non farsi scoprire, il resto non esiste e non vi è alcuna storia.
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Film a dir poco imbarazzante, lentissimo, esasperante nella sua inutilità, che ruota tutto attorno ad una bambina sordomuta. Il fatto è che tutti si esprimono con il linguaggio dei segni, e cosí pure madre e fratello, per cui se non lo conoscete, non capite nulla del film. Dialoghi inesistenti, anche quando parlano brevemente, i personaggi bisbigliano cosí sommessamente e con la voce impastata, che non capirete nulla ugualmente. Io comprendo che il bisbiglio sia dovuto alla necessità di non far rumore per non attrarre gli alieni, ma questo è troppo, poche parole spezzettate dette senza nemmeno un filo di voce. Film senza idee, basato appunto tutto sul movimento lentissimo per non farsi scoprire, il resto non esiste e non vi è alcuna storia. La fine, poi, è una liberazione, è la parte piú brutta del film, e lascia ovviam ente le cose a metà, ma dopo tanto squallore si torna a casa, il che ti riconcilia con la vita.
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kyotrix
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domenica 12 settembre 2021
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mediocre
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Premesso, già il primo non mi aveva fatto impazzire. Ho guardato il seguito solo per i commenti positivi qui sopra. Boh. Nulla di nuovo, scontato e personalmente non mi ha creato alcuna tensione o emozione. Guardatelo solo se non avete altro da fare ( Ovviamente dovete aver visto il primo film, da cui riparte la trama )
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felicity
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lunedì 30 agosto 2021
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un horror scifi che fa il suo dovere
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La storia riprende i presupposti del primo episodio, non li rinnova ma li gestisce al meglio incastrando lo spettatore in un meccanismo narrativo ad alta tensione che si sconta momento per momento.
Questo sequel conferma il talento alla regia di John Krasinski fin dalla prima scena. Vediamo un cittadina vuota, è il mondo post apocalittico introdotto nel film precedente invece no, dopo poco arriva un’auto, fa rumore, evidentemente siamo nel pre apocalisse. Ancora più nello specifico siamo nel momento in cui tutto è cambiato, quando sulla Terra sono arrivati gli alieni che ci hanno decimato e che sono attratti solo dai suoni. Una premessa sempliciotta anima una scena di tensione eccezionale, ben giostrata tra diverse situazioni e personaggi.
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La storia riprende i presupposti del primo episodio, non li rinnova ma li gestisce al meglio incastrando lo spettatore in un meccanismo narrativo ad alta tensione che si sconta momento per momento.
Questo sequel conferma il talento alla regia di John Krasinski fin dalla prima scena. Vediamo un cittadina vuota, è il mondo post apocalittico introdotto nel film precedente invece no, dopo poco arriva un’auto, fa rumore, evidentemente siamo nel pre apocalisse. Ancora più nello specifico siamo nel momento in cui tutto è cambiato, quando sulla Terra sono arrivati gli alieni che ci hanno decimato e che sono attratti solo dai suoni. Una premessa sempliciotta anima una scena di tensione eccezionale, ben giostrata tra diverse situazioni e personaggi. È l’annuncio di come sarà tutto il film.
Con un inizio che porta dentro alla vicenda anche chi non ha visto il primo episodio e che, senza bisogno che nessun personaggio lo dica apertamente, ci spiega il punto dell’intreccio (per l’appunto ci sono mostri pericolosissimi che sventrano gli esseri umani e l’unica maniera per non attirarli è non fare rumore), A Quiet Place 2 introduce i suoi protagonisti: una madre (Emily Blunt) dotata di una tenacia eccezionale, una figlia sordomuta e un figlio spaventato.
A Quiet Place 2 inizia un minuto dopo la fine di A Quiet Place. I superstiti incontrano un nuovo personaggio e con lui tentano di spostarsi là dove forse ci sono altri umani, una resistenza, un minimo di organizzazione. Questa è la trama. Né più né meno. Un intreccio al minimo per quello che alla fine è un survival movie. Non ci sono nuove consapevolezze da maturare e non c’è un arco narrativo da compiere: c’è da non morire e basta. È la ricetta per un film banale che invece nelle mani di Krasinski diventa ottimo. Per lui ogni scena è un’occasione per creare tensione o prepararla. Un film in cui nessuno deve fare rumore è un parco giochi di trovate: il regista vede possibilità di fare cinema ovunque. Non copia, inventa. Un cronometro con cui regolare il tempo per sopravvivere dentro un forno, una bombola d’ossigeno che potrebbe terminare o una ragazza che non sente il nemico avvicinarsi. Sono tutte armi dall’arsenale creativo di Krasinski.
Ispirato in parte a The Last of Us, con una scelta vincente di non mettere in primo piano le performance degli attori, ma tenerle al minimo, A Quiet Place 2 costruisce un sequel all’altezza dell’originale che ne amplia la prospettiva come è abitudine dei secondi film, ne rilancia le ambizioni e ne prosegue con coerenza i presupposti. È il tipico “film-meccanismo”, quello in cui la tensione è tutto ciò che conta e ogni dettaglio della storia è lì per favorirla o è propedeutico alla tensione che deve ancora venire.
È infatti solo Krasinski che rende complicata questa storia. La sua regia di fatto riscrive il film, mette in parallelo due eventi separati, facendoci saltare dall’uno all’altro in modo che la tensione del primo (pieno di rumori) accresca il secondo (giocato sul silenzio), oppure allunga una scena mostrandoci nello sfondo quel che il personaggio in primo piano non sta guardando. Si tratta del meccanismo base del cinema: rilasciare gradualmente le informazioni, impiegare poco meno di due ore a dire tutto, così che ogni passaggio sia significativo, carico e (nel caso specifico) massimizzi la tensione narrativa.
Perché A Quiet Place 2 in realtà, privato della sua tensione e dei mille modi sempre diversi e creativi con cui cerca di ingarbugliare acque in realtà semplici sarebbe anche un film noioso. Noiosi sono i personaggi, dotati di personalità risibili e privi di qualsiasi conflitto. Noiosa è la storia in sé, finalizzata alla sopravvivenza ma senza alcun dilemma morale o senza questioni che mettano in crisi qualcuno o qualcosa. Noioso e l’intreccio, perché non accade mai nulla di imprevedibile. Noiosissimi infine sono i dialoghi, privi di qualsiasi verve. Eppure tutto questo inserito nel meccanismo della tensione di Krasinski diventa un film che non lascia mai andare lo spettatore, lo inchioda, lo costringe a stare nel silenzio più assoluto e ne esalta le capacità di interazione con un film che ti sfida sempre a capirlo senza l’aiuto delle parole.
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montefalcone antonio
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mercoledì 11 agosto 2021
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silenzi interiori più rumorosi di quelli materiali
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Sull’onda dell’inaspettato successo di “A Quiet Place”, il suo sequel riparte proprio dove era terminata la prima pellicola, innalzandone ulteriormente la vena spettacolare (atmosfere inquiete, ambienti perturbanti, tensione, ritmo sostenuto, ottimo montaggio, efficace regia, notevoli sequenze di suspense con effetti speciali) e al tempo stesso l’interesse e l’attenzione verso la dimensione intimistica e personale dei personaggi, dei loro legami e paure.
L’idea intelligente, coinvolgente ed evocativa alla base di queste due opere di sci-fi, horror e survival-movie anomale, rimane come sempre quella di seguire il comportamento estremo di una famiglia che, per poter sopravvivere a un’orda di mostri alieni dall’udito super sviluppato, è costretta a fare silenzio ed evitare qualsiasi tipo di rumore.
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Sull’onda dell’inaspettato successo di “A Quiet Place”, il suo sequel riparte proprio dove era terminata la prima pellicola, innalzandone ulteriormente la vena spettacolare (atmosfere inquiete, ambienti perturbanti, tensione, ritmo sostenuto, ottimo montaggio, efficace regia, notevoli sequenze di suspense con effetti speciali) e al tempo stesso l’interesse e l’attenzione verso la dimensione intimistica e personale dei personaggi, dei loro legami e paure.
L’idea intelligente, coinvolgente ed evocativa alla base di queste due opere di sci-fi, horror e survival-movie anomale, rimane come sempre quella di seguire il comportamento estremo di una famiglia che, per poter sopravvivere a un’orda di mostri alieni dall’udito super sviluppato, è costretta a fare silenzio ed evitare qualsiasi tipo di rumore.
Con questo nuovo capitolo però, tutto si fa ancora più complicato, sia per le sfide più ardue da dover affrontare, sia per un obiettivo da perseguire, una missione da completare (ci si apre al mondo per esplorare l’ignoto oltre la fattoria del primo episodio, e per aiutarsi a raggiungere un’isoletta in mezzo al mare con le poche ma utili armi a disposizione).
Silenzio e assenza di rumori sono ancora una volta i veri protagonisti della vicenda, e stavolta non soltanto su un piano fisico, materiale, reale ma anche su uno metafisico, psichico, intimo, come riflesso di sentimenti e stati d’animo individuali, se a turbarsi a livello di pensieri ed emozioni sono la voglia di indipendenza dei figli da una parte e la preoccupazione dei genitori nel volerli continuare a proteggere dall’altra. L’obiettivo primario resta la sopravvivenza, certo, ma la meta diventa illusione senza il raggiungimento di una pace interiore che sconfigga ogni tipo di demone umano o alieno.
E sotto questo aspetto, molto riuscito è anche il ritratto dei personaggi, ben tratteggiati in caratterizzazioni e approfondimenti psicologici.
Centrale come sempre il ruolo e la funzione narrativa, tematica e cinematografica della componente sonora.
Film godibile e piacevole, ottimamente scritto, curato nello stile di regia e del montaggio alterno, formalmente e tecnicamente ineccepibile, e con una efficace messinscena che da valore e bellezza ad ogni immagine. All’ottimo cast (su tutti la bravissima Emily Blunt) già conosciuto nel primo episodio, si aggiunge Cillian Murphy, qui nei panni di un amico di famiglia.
L’opera nel complesso funziona ed è un degno sequel di cui si consiglia la visione.
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alessandro de felice
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lunedì 9 agosto 2021
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sequel…senza pretese
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Diamo perdiate per scontate tutte le cose accadute nel primo...quindi lo spettatore sa già cosa attira e i mostri e cosa li respinge, il sequel procede lungo la stessa via.
Abbiamo ,in effetti, come unica novità gli accadimenti del giorno uno dell'invasione , giusto per poter fare un po' di rumore, altrimenti Michel Bay se non ci son due o tre scoppi ci resta male...
Quando il film entra nel vivo, invece, tutto diventa piuttosto prevedibile e previsto. La Blunt ,praticamente, fa una comparsa ta o quasi, così da dare spazio a Murphy che assieme alla figlia della Blunt attuerà il piano che dovrebbe...il condizionale in questi film è sempre d'obbligo.
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Diamo perdiate per scontate tutte le cose accadute nel primo...quindi lo spettatore sa già cosa attira e i mostri e cosa li respinge, il sequel procede lungo la stessa via.
Abbiamo ,in effetti, come unica novità gli accadimenti del giorno uno dell'invasione , giusto per poter fare un po' di rumore, altrimenti Michel Bay se non ci son due o tre scoppi ci resta male...
Quando il film entra nel vivo, invece, tutto diventa piuttosto prevedibile e previsto. La Blunt ,praticamente, fa una comparsa ta o quasi, così da dare spazio a Murphy che assieme alla figlia della Blunt attuerà il piano che dovrebbe...il condizionale in questi film è sempre d'obbligo...chiudere la serie visto che ora gli umani sanno come sconfiggere il nemico.
Il film scorre abbastanza,ma sembra più un episodio televisivo che un film per cui ci si spendono dei soldi per andarlo a vedere al cinema ...e questo è un limite non da poco.
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max821966
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venerdì 16 luglio 2021
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quais perfetto
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Sono sempre scettico dei sequel, ma in questo caso, non ho voluto perdermi la visione del 2° in sala Energia a Melzo (la miglior sala in Europa e tra le prime 5 al mondo), a livello di emozioni, penso che il 2° faccia saltare sulla sedia molto di + del 1° capitolo, è più diretto, non ci sono pause, un susseguirsi di emozioni che mi hanno ricordato (forse un omaggio del regista? al grande maestro Hitchcock, maestro nel non dare tregua allo spettatore). Essendo un film tra l'horror e la fantascienza , ho rivissuto il ritmo forsennato e fantastico di Aliens di J.Cameron.
L'unico neo: salto qualche riga per non spoilerare:
Il film è un po' troppo corto e si interrompe nel bel mezzo di una drammaticissima scena e poi appaiono i titoli di coda.
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Sono sempre scettico dei sequel, ma in questo caso, non ho voluto perdermi la visione del 2° in sala Energia a Melzo (la miglior sala in Europa e tra le prime 5 al mondo), a livello di emozioni, penso che il 2° faccia saltare sulla sedia molto di + del 1° capitolo, è più diretto, non ci sono pause, un susseguirsi di emozioni che mi hanno ricordato (forse un omaggio del regista? al grande maestro Hitchcock, maestro nel non dare tregua allo spettatore). Essendo un film tra l'horror e la fantascienza , ho rivissuto il ritmo forsennato e fantastico di Aliens di J.Cameron.
L'unico neo: salto qualche riga per non spoilerare:
Il film è un po' troppo corto e si interrompe nel bel mezzo di una drammaticissima scena e poi appaiono i titoli di coda.......ergo, ma lo si sapeva già, ci sarà un 3° capitolo.
Lo stacco repentino tipo serie tv,lascia un po' l'amaro in bocca, poi pensi che basta avere una settimana di pazienza per sapere come finirà la sequenza interrotta.Quì invece dovremo aspettare quanto? Kazinsky non aveva bisogno di questo escamotage per richiamare al cinema il suo pubblico.....può anche darsi che sia un'idea che sposeranno in molti. Il vero neo è la durata, 1/2 h in più non avrebbe guastato, la scelta del finale invece, come ho già detto può essere accettabile, soprattutto a un mangia serie tv del mio calibro.
Pasiamo alla parte tecnica: la recitazione di E.Blunt è perfetta, come del resto dei due ragazzi ed iun attore che ammiro fin dai tempi di "28 giorni dopo": C.Murphy.
Effetti ok, musica ad hoc , fotografia idem
consigliatissimo
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eugenio
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venerdì 9 luglio 2021
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il silenzio è oro
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In tempi in cui il silenzio appare come una sorta di tabù nella liberazione dalla forzata prigionia dell’incomunicabilità emotiva dettata dal Coronavirus di cui interessante esperimento fu la pellicola Il giorno e la notte di Daniele Vicari, John Krasinki, ci fa rientrare mentalmente in quel periodo da cui stiamo faticosamente uscendo, riprendendo in un secondo capitolo, quello che fu una spettacolare quanto sconvolgente opera prima nel 2018, A quiet place.
Un’antifrasi per quello che fu un grande successo al botteghino, un on the road, serrato e disperante dove una famiglia, Abbott, sopravvive a un’inattesa invasione aliena -con tanto di mostri alla Stranger thing dalle bocche a corolla- estremamente sensibili a ogni rumore e chiaramente assai distruttivi.
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In tempi in cui il silenzio appare come una sorta di tabù nella liberazione dalla forzata prigionia dell’incomunicabilità emotiva dettata dal Coronavirus di cui interessante esperimento fu la pellicola Il giorno e la notte di Daniele Vicari, John Krasinki, ci fa rientrare mentalmente in quel periodo da cui stiamo faticosamente uscendo, riprendendo in un secondo capitolo, quello che fu una spettacolare quanto sconvolgente opera prima nel 2018, A quiet place.
Un’antifrasi per quello che fu un grande successo al botteghino, un on the road, serrato e disperante dove una famiglia, Abbott, sopravvive a un’inattesa invasione aliena -con tanto di mostri alla Stranger thing dalle bocche a corolla- estremamente sensibili a ogni rumore e chiaramente assai distruttivi. La famiglia, o quello che ne resta, in questo sconvolgente secondo capitolo, si muove ancora una volta tra le reliquie di una società al tramonto. Evely (Emily Blunt) con i figli adolescenti la sordomuta Regan (Millicent Simmonds) e l’inquieto Marcus (Noah Jupe) a cui si aggiunge il nuovo arrivato, il neonato che ahimè non potrà vedere mai il volto del padre, sono i classici volti che noi spettatori, siamo contenti di rivedere dopo appunto il terribile evento che li ha resi soli, o almeno, così reputano, tali. La famiglia della resurrezione cammina, lentamente, senza parlare, a piedi nudi in un mondo senza senso con evidenti echi al parossismo di Cormac Mc Carthy e in particolare al suo celebre La strada.
Se nell’oscurità si aggirano i terribili esseri mortiferi pronti a sferrare i loro letali attacchi indisturbati, il nostro terzetto, mai stanco, crede ancora nella luce appunto della vita (come simboleggiato dal piccolo neonato senza nome) pronta a rinascere con una misteriosa canzone “Oltre il mare”, messaggio in codice per una nuova, riparata società.
Gli Abbott, nel loro cammino, fatto di auto abbandonate incolonnate sui ponti, treni deserti, binari della ferrovia da seguire stile Stand by me, tagliole nascoste tra palazzi fatiscenti dove vivono riparati (ex) amici ritenuti morti, di strenua ricerca di medicine (con anche bombole di gas soporifero per addormentare i vagiti del bambino), saranno costretti a dividersi, per riuscire, topos ricorrente, a trovare un nuovo Eden in cui risorgere. E, chiaramente, come da tradizione horror e di numerose serie televisive odierne (non ultima Walking Dead) non sarà facile.
A quiet place II inizia in sordina, un po’ alla The mist, con una decina di minuti assai eloquenti che ci spiegano cosa sia avvenuto il “primo” giorno dell’invasione. Presto, però la pellicola di Krasisnki entra in medias res, e come se fosse un capitolo assolutamente autonomo, ci mostra uno sviluppo di una vicenda tutto sommato convenzionale per l’intera oretta e mezza ma interessante. Se nel primo capitolo, la tensione permeava l’atmosfera per tutta la durata del film, avvinghiando lo spettatore in quel rintanato bugigattolo, la casa, fortezza e tomba al tempo stesso, uscire da quest’ambiente “protetto”, rende la pellicola fragile e ahimè meno originale. La ricerca di superstiti, la speranza, il desiderio di Regan di partire per cercar aiuto, prima osteggiato da Emily, poi aiutato da un ex amico di famiglia, Cillian Murphy, rintanato in un bunker di un palazzo abbandonato, sono temi ricorrenti di molta letteratura di genere; tuttavia va dato merito a Krasinski di essere riuscito ad alternare con un montaggio serrato il basculare dei nostri protagonisti e le loro vicissitudini al confronto sia con i mostri a corolla che con gli stessi superstiti, non tutti propriamente positivi.
Dall’altro lato, la superficialità psicologica, il mancato spessore di molti protagonisti sacrificati dopo alcuni minuti, rendono A Quiet Place II meno incisivo dell’originale, tanto che alcune volte ci si viene a chiedere: ma era veramente necessario un seguito?
E se all’orizzonte si profila l’ombra di un terzo capitolo, con un finale evidentemente e volutamente aperto, la speranza, è che Krasinski decida di investire tempo e risorse in una trama assai più elaborata pur se nota a priori.
La speranza, già, lei, l’ultima a morire ma che, alla fine muore lo stesso.
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kolors
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mercoledì 30 giugno 2021
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ma stiamo scherzando? la brutta copia di the walking dead
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Film scolastico, banale, prevedibile, lento e assente di trama. Copia spudorata di the walking dead, persino i doppiatori sono gli stessi. Il risultato? Pareva di essere a terminus e l’uomo con la barba é palesemente Rick Grimes. John Kracinsky avrebbe fatto meglio a continuare a recitare come attore comico. Di horror ha nulla, di survival pure. Non esiste un dialogo degno di nota, non viene trasmessa alcuna emozione se non quando viene messo in scena un teatrino asmr, buchi neri di trama. Insomma spendete diversamente i vostri soldi, magari per una pizza in compagnia. Non ve ne pentirete
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