
L'opera di Eliza Hitman si mantiene emotivamente sospesa sul vuoto e il silenzio dell'esistenza. In Concorso alla Berlinale 2020.
di Roberto Manassero
Autumn ha diciassette anni e vive in una cittadina della Pennsylvania con la madre, il suo nuovo compagno e due sorelline. Dopo la scuola lavora come cassiera in un supermercato, dove con la cugina Skylar sopporta le viscide attenzione di un superiore. Autumn è incinta di poche settimane e non potendo contare né sul presunto padre né sulla famiglia decide di andare ad abortire a New York. Accompagnata da Skylar, sale su un autobus e raggiunge la metropoli. Qui passerà tre giorni e due notti, a colloquio con medici e psicologici, in giro per strade e sale giochi con la cugina e un ragazzo conosciuto nel frattempo. Dopo l'operazione, Autumn e Skylar torneranno a casa, pronte a ricominciare la loro vita di sempre.
Al terzo lungometraggio, l'americana Eliza Hitman perfeziona il suo sguardo sull'adolescenza e sul corpo della donna con il delicatissimo ritratto di una ragazza sola e determinata a gestire liberamente la propria vita.