L'Alligatore |
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Un film di Daniele Vicari, Emanuele Scaringi.
Con Matteo Martari, Thomas Trabacchi, Gianluca Gobbi, Valeria Solarino, Fausto Maria Sciarappa.
continua»
Formato Serie TV,
Drammatico,
, numero episodi: 8.
- Italia 2020.
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Successo pieno...a metà
di Ruger357MgMFeedback: 4682 | altri commenti e recensioni di Ruger357MgM |
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martedì 1 dicembre 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mi avventuro, come i giovani d'oggi, nella visione massiva dell'intera serie, giacchè in tempi di Covid si fa prima ad entrare in un Pronto Soccorso che in una sala di proiezione. Non sono avvezzo a questi tour de force, ancorato come il "vecchio" Rossini Beniamino ai moduli del cinema vero. Qui mi trovo di fronte ad un bivio, o crossroad, come quello dove si dice Robert Johnson abbia incontrato il Demonio, in qualche parte della Georgia, incantando l'incantatore con il suono della sua slide guitar : devo credere all'astuto Carlotto e ai suoi fascinosi scritti, dove il mondo che si è inventato gira attorno al mileu malavitoso da cui escono, disamorati e disillusi, ma mai vinti, i suoi personaggi o lasciarmi affascinare, per mia colpa originale, dalle brume e dalle lagune non convenzionali del Delta Veneto, Porto Tolle, Rosolina e zone limitrofe, ottimamente fotografate da un drone mai eccessivo ? Rispetto ai libri del Carlotto, da divorare in una sola nottata, la fiction ha ritmi blandi, dialoghi smozzicati, personaggi impallati. Tuttavia qualcosa rimane : non fosse per la bella faccia da carogna che interpreta Tristano Castelli ( assonanza troppo facile che ce lo assimila, anche per la fine che si da, al più noto Felice della mala del Brenta ) o per l'eccezionale espressione da delinquente, purtroppo sfregiata da una acconciatura da paninaro fine anni 80, del bravissimo Trabacchi che impersona il "vecchio" Beniamino Rossini, unico personaggio in linea con quelli della saga letteraria . Mi piace l'accento veneto, pesante, del Buratti Marco televisivo, meno la sua monotona giacca di pelle. Non credibile Max la memoria, eco warrior di risulta e hacker dilettante, troppo magro per corrispondere al"ciccione" descritto da Carlotto. Discorso a parte va fatto per le protagoniste femminili :la Greta di Valeria Solarino vorrebbe essere Amy Winehouse ma ha troppo pochi tormenti e nessuna ruggente vocalità da blues, molto meglio la Virna disincantata innamorata non corrisposta dall'ex galeotto. Scene d'azione cruente troppo prevedibili, maneggio delle armi approssimativo, solo Rossini sembra avere una parvenza di istruzione al maneggio delle colt mod.911 - stopping power - , anche se sfido chiunque a sparare con una pistola per mano andando ragionevolmente a bersaglio a più di 10 metri. Musiche della prima puntata scadenti, molto molto meglio nelle successive. Male le canzoni di Solarino, poco blues dal vivo, benché l'ambientazione deltizia ( bello sognare il Po di Gnocca come il Missisipi) le pretenda. Esperimento comunque riuscito, forse i fan del personaggio di Carlotto, come chi scrive, avrebbero preteso più stivali da cowboy e steel guitar, più gessati da gangster per Rossini, i cui braccialetti hanno ballato troppo poco, che culi al vento... Aspettiamo le parti sarde e corse della serie per confermare se la produzione, indubbiamente coraggiosa ma qui riuscita solo a metà, avrà il successo che merita.
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