Il richiamo della foresta |
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Un film di Chris Sanders.
Con Harrison Ford, Omar Sy, Dan Stevens, Karen Gillan, Bradley Whitford.
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Titolo originale The Call of the Wild.
Avventura,
Ratings: Kids,
durata 100 min.
- USA 2020.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 20 febbraio 2020.
MYMONETRO
Il richiamo della foresta ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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bella trasposizione di jack london
di elgatolocoFeedback: 257507 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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mercoledì 1 dicembre 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"The Call of the Wild"(Chris Sanders, sceneggiatura di Michael Green, dal classico romanzo omonimo di Jack London, del 1903)parla del cane Buck, cane lupo dal bel pelo e dalla vivace intelligenza, che viveva nella residenza di un giudice, dapprima rapito e venduto ai cercatori d'oro in Alaska e diventato capo-branco di un"branco"di cani che distriubuiscono la posta ai cercatori d'oro, agli orridni di un Francese di colore, viene poi acquistato, quando il postino perde i lavoro, da un feroce quanto cinico viaggiatore che sottomette la torma di cani a una discilpilina infenrale e massacrante. Sarà Buck a guidare la rivoltw e seguirà una sorta di eremita, con cui si crea un rapporto veramente"simbiotico". Ma il destino di Buck, dopo un periodo relativamente lungo(anche per il lungo viaggio che compiono)insieme all'uomo, lo porterà a sentire, appunto "The Call of the Wild", ritoranndo dai suoi antentati lupi, appunto nella foresta. IL grande romanzo(per me ma per molti il suo capolavoro)di London ha subito o diremmo meglio avuto 5 trasposizioni filmiche e questa è appunto la più recente. Forse non particolarmente incline ad accentuare il carattere(e, diremmo anche la"personalità"di Buck)ribelle del cane e il tema rosseauiano del "ritorno alla natura"presente in London, sa però evidenziare alcuni aspetti particolarmente forti: 1)la curiosità del cane Buck, alla ricerca del mondo-esemplare in tal senso la"sciopeta della neve", che avviene attraverso l'oflatto ma anche la vista e in realtà tutti i sensi, anzi per meglio dire tutto l'apparato sensotriale; 2)il suo non essere mai un "cane gregario", ma invece un" capo branco"che cerca l'autonomia, l'autorealizzazione anche scoprendo di volta in volta le insiedie dle mondo e della realtà che gli si para davanti; 3)RIspetto ad altre versioni, questo"The Call of the Wild"tiene molto ad essere storia d'avventura(ossia di scoperta)degli animali, dov eil mondo umnao è visto come minaccioso o invece come amico, nel caso dell'eremita(un Harrison Ford finalemnte libertato dall'ingombrante ruolo di Indiana Jones, quasi un"Marchio a fuoco", negli ultimi decenni, per l'attore, che qui invece riesce ad esprimersi intemnsamente quanto anche pienamente)o anche di Perrault, il postino(bravissimo OMar Sy, in un ruolo molto diverso da quelli consueti), mentre qui il"vilain"è Dan Stevens. La tecnica filmica, che è comunque "appannaggio"della cinematografia USA viene qui funzionalizzata alla storia, con risultati efficaci. El Gato
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