thomas
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lunedì 20 dicembre 2021
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eva kant 3 - diabolik 1
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Sgombriamo subito il campo da un equivoco: è Eva Kant la vera protagonista del film, Diabolik è la spalla. È Eva che permea della sua persona tutta la storia muovendosi sinuosa tra gli invitati delle feste a Courmayeur, respingendo algida le goffe avances del viceministro, attirando Diabolik nella sua stanza e seducendolo, salvandogli coraggiosamente la vita, gettando nel profondo del mare il proprio passato e, così, proiettandosi ineluttabilmente avanti. E i Manetti Bros valorizzano la notevole prova recitativa di Miriam Leone con primissimi piani, indugiando sul corpo, sul viso, spesso sugli occhi, quasi a voler penetrare nella corazza della sua anima. Luca Marinelli invece è un Diabolik non in perfetta parte e perde il confronto perché ha uno sguardo naturalmente dolce: il suo tentativo di "incattivirsi" con la fissità delle espressioni non gli giova in quanto toglie spessore al personaggio che interpreta e rischia di farlo deragliare in una monodimensionalità legnosa.
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Sgombriamo subito il campo da un equivoco: è Eva Kant la vera protagonista del film, Diabolik è la spalla. È Eva che permea della sua persona tutta la storia muovendosi sinuosa tra gli invitati delle feste a Courmayeur, respingendo algida le goffe avances del viceministro, attirando Diabolik nella sua stanza e seducendolo, salvandogli coraggiosamente la vita, gettando nel profondo del mare il proprio passato e, così, proiettandosi ineluttabilmente avanti. E i Manetti Bros valorizzano la notevole prova recitativa di Miriam Leone con primissimi piani, indugiando sul corpo, sul viso, spesso sugli occhi, quasi a voler penetrare nella corazza della sua anima. Luca Marinelli invece è un Diabolik non in perfetta parte e perde il confronto perché ha uno sguardo naturalmente dolce: il suo tentativo di "incattivirsi" con la fissità delle espressioni non gli giova in quanto toglie spessore al personaggio che interpreta e rischia di farlo deragliare in una monodimensionalità legnosa. La storia invece funziona eccome: dopo una prima parte più arrancante nella trama e soprattutto nella qualità della recitazione dei personaggi di contorno (in alcuni casi stranamente inadeguata, quasi da sceneggiato televisivo anni '60), col passare dei minuti sale però di livello e con essa aumentano i virtuosismi alla regia dei Manetti, fino al colpo in banca, rappresentato con un senso del ritmo eccellente. Ingegnosità della rapina e concatenarsi degli eventi esterni si legano alla perfezione e l'ultima mezz'ora del film da sola vale il biglietto. "Diabolik" quindi è un bel prodotto italiano, capace di raccontare senza essere superficiale, idoneo a coniugare azione ed approfondimento psicologico, in grado di divertire senza cercare a tutti i costi l'adrenalina delle scene d'azione fini a se stesse. Mettere su pellicola i personaggi dei fumetti è complicato e indubbiamente non tutto funziona alla perfezione, ma i Manetti Bros confezionano un'opera che, se pure porta il nome di un uomo, ha il grande merito di regalare un intenso ritratto di donna
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[+] il titolo doveva essere "eva e quell''altro!"
(di bobrocker)
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[+] "quale prova recitativa, scusa??"
(di brutus66)
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kleber
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mercoledì 29 dicembre 2021
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solo eva
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La sola cosa riuscita del film è Eva Kant, ma quando rimane in silenzio. Trama scontata e prevedibile, personaggi incongrui, recitazioni approssimative peggiorate da un suono che dire artigianale è offensivo per l'artigianato. Il bacio fra Eva e Diabolik era quasi impossibile farlo male ma ci sono riusciti. Non hanno azzeccato nemmeno l'iconica attaccatura dei capelli del genio del male... che è da Dracula più che da Diabolik. Il talento di Marinelli è sprecato, pare in stand by per mancanza di imput, così come la Leone che sembra imprigionata da una regia che non sembra vedere oltre la cifra estetica.
[+] fiacco
(di martino revelli)
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[+] come ci si può innamorare di questi diavoli!
(di gbavila)
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[+] salvo solo la fotografia!
(di roberto)
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dandy
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domenica 27 marzo 2022
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marinellik.
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Seconda trasposizione del celebre fumetto creato nel'62 da Angela e Luciana Giussani,basato sul terzo albo della serie "L'arresto di Diabolik",che sancisce l'incontro tra l'inafferrabile criminale e la sua futura compagna Eva Kant.Ovviamente i più hanno chiamato in causa il film di Mario Bava del'68 invocando la solita lesa maestà ed erigendolo a capolavoro inarrivabile,Cosa che decisamente non è,come questo film.Si riscontrano pregi e difetti tipici della filmografia dei registi,a cominciare da certe scelte sbagliate e la necessità di far coincidere esigenze di copione con imposizioni produttive.Il primo problema sta nella scelta di Marinelli,non tanto per recitazione(fredda e distaccata come richiede la situazione)quanto per faccia,che proprio non c'entra col personaggio,a differenza dei più azzeccati Valerio Mastrandrea e Miriam Leone(la migliore).
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Seconda trasposizione del celebre fumetto creato nel'62 da Angela e Luciana Giussani,basato sul terzo albo della serie "L'arresto di Diabolik",che sancisce l'incontro tra l'inafferrabile criminale e la sua futura compagna Eva Kant.Ovviamente i più hanno chiamato in causa il film di Mario Bava del'68 invocando la solita lesa maestà ed erigendolo a capolavoro inarrivabile,Cosa che decisamente non è,come questo film.Si riscontrano pregi e difetti tipici della filmografia dei registi,a cominciare da certe scelte sbagliate e la necessità di far coincidere esigenze di copione con imposizioni produttive.Il primo problema sta nella scelta di Marinelli,non tanto per recitazione(fredda e distaccata come richiede la situazione)quanto per faccia,che proprio non c'entra col personaggio,a differenza dei più azzeccati Valerio Mastrandrea e Miriam Leone(la migliore).Roja invece fa un pò il Dandi in versione sofisticata.Poi c'è la confezione curatissima ma con i soliti virtuosismi gratuiti,tipo lo split screen nella seconda parte.E sebbene la scelta di un ritmo lento a sfavore dell'azione funzioni,il film ha il grande limite di fare con lo spettatore quel che Diabolik fa con Ginko:anticipandolo,rendendo ovvi tutti i colpi di scena e togliendo così qualunque sorpresa e mordente al racconto...E' un pò come "5 è il numero perfetto" di Igort,un buon prodotto di genere non spiacevole ma neanche memorabile.Sceneggiatura dei regista e tra gli altri Mario Gomboli,curatore del fumetto.Manuel Angelli canta le canzoni "La profondità degli abissi" e "Pam pum pam".Claudia Gerini è la "signora Morel".Già annuncisati altri 2 sequel,con Giacomo Gianniotti al posto di Marinelli.
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etherchild
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venerdì 8 dicembre 2023
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scandaloso! purtroppo in senso negativo...
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Premetto che ho amato Song'e'napule dei Manetti Bros così come il loro lavoro con il personaggio di Coliandro. Già con Ammore e Malavita che ho comunque mediamente apprezzato ho percepito qualcosa che non mi andava a genio. Un qualcosa di indefinito ma che potrebbe sintetizzarsi in una certa ridondanza ed un fine a se stesso non piacevole, anzi quasi fastidioso. Ho aspettato molto prima di vedere Diabolik. Beh, sono rimasto, anzi siamo rimasti in due esterrefatti. I dialoghi erano così patetici e mal scritti da risultare involontariamente ridicoli e comici. E già all'inizio il timore è che non fosse fatto apposta. Non so se si volesse seguire una sorta di registro fumettistico anni 60 ma non regge, è un fallimento.
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Premetto che ho amato Song'e'napule dei Manetti Bros così come il loro lavoro con il personaggio di Coliandro. Già con Ammore e Malavita che ho comunque mediamente apprezzato ho percepito qualcosa che non mi andava a genio. Un qualcosa di indefinito ma che potrebbe sintetizzarsi in una certa ridondanza ed un fine a se stesso non piacevole, anzi quasi fastidioso. Ho aspettato molto prima di vedere Diabolik. Beh, sono rimasto, anzi siamo rimasti in due esterrefatti. I dialoghi erano così patetici e mal scritti da risultare involontariamente ridicoli e comici. E già all'inizio il timore è che non fosse fatto apposta. Non so se si volesse seguire una sorta di registro fumettistico anni 60 ma non regge, è un fallimento. Il film non si regge, e si segue a stento per quanto è banale e vuoto, vacuo. Non c'è alcun interesse per alcun personaggio e Diabolik sembra una macchietta, o una satira involontaria. Resto senza parole perché nonostante questa delusione cocente si percepisce l'impegno nella messinscena ma tutto è sprecato e,.cosa rara, non sono riuscito a superare la mezz'ora di visione. Non c'era alcun interesse nel procedere a vedere questa farsa involontaria...
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felicity
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mercoledì 25 maggio 2022
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iperrealista ma carnale, cartoonesco ma feroce
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In Diabolik gli autori hanno saputo tradurre in immagini i punti cardine dello specifico linguaggio dei fumetti: primissimi piani, sguardi e baci appassionati, inseguimenti e fughe dalla polizia che non si risolvono nei termini contemporanei, quelli dell’Action e il Thriller, ma piuttosto attraverso l’ingegno, le soluzioni, le assurde invenzioni del Re del terrore.
Insensato forse giudicare il film con Luca Marinelli secondo gli standard del cinecomic contemporaneo, distinto dalla moltiplicazione spasmodica degli stimoli audiovisivi, ovvero un linguaggio incompatibile e lontanissimo dagli anni ’70, decennio di riferimento della sceneggiatura del film.
Ma anche più insensato accusare Diabolik di essere un’opera nostalgica, costruita per compiacere i vecchi fan del fumetto.
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In Diabolik gli autori hanno saputo tradurre in immagini i punti cardine dello specifico linguaggio dei fumetti: primissimi piani, sguardi e baci appassionati, inseguimenti e fughe dalla polizia che non si risolvono nei termini contemporanei, quelli dell’Action e il Thriller, ma piuttosto attraverso l’ingegno, le soluzioni, le assurde invenzioni del Re del terrore.
Insensato forse giudicare il film con Luca Marinelli secondo gli standard del cinecomic contemporaneo, distinto dalla moltiplicazione spasmodica degli stimoli audiovisivi, ovvero un linguaggio incompatibile e lontanissimo dagli anni ’70, decennio di riferimento della sceneggiatura del film.
Ma anche più insensato accusare Diabolik di essere un’opera nostalgica, costruita per compiacere i vecchi fan del fumetto. Al contrario, il film è evidentemente il prodotto di due profondi conoscitori del Re del Terrore, ma anche del Giallo secondo Hitchcock.
Un progetto che non è programmato per il pubblico, anzi lo sfida a riscoprire una diversa percezione del cinema, guardare agli stessi Diabolik, Ginko ed Eva Kant, perché le icone del fumetto tornino a rispecchiarsi sul grande schermo.
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frankmoovie
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domenica 19 dicembre 2021
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diabolik si ... ma con eva.
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I Manetti Brothers sono ormai un marchio di garanzia: i loro film segnano sempre un punto di ripartenza del cinema italiano. Questo "Diabolik" è un bel film e lo poteva essere ancora di più. I ritmi italiani dei thriller, sia in TV che al cinema, sono lenti e inizialmente si ha la sensazione che il grande personaggio dei fumetti non sarà rappresentato come ce lo siamo immaginati nelle storie delle sorelle Giussani fin dagli Anni '60: dinamico, forte, impassibile; Luca Marinelli appare un eroe dai tempi "meditativi", gracilino anche per il suo tono di voce, sentimentalmente arrendevole verso alcuni personaggi e totalmente di fronte ad una splendida Eva Kant che Miriam Leone ha saputo rappresentare nell'eleganza, nella furbizia e nel carattere deciso dell'eroina che ci ha fatto sempre sognare .
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I Manetti Brothers sono ormai un marchio di garanzia: i loro film segnano sempre un punto di ripartenza del cinema italiano. Questo "Diabolik" è un bel film e lo poteva essere ancora di più. I ritmi italiani dei thriller, sia in TV che al cinema, sono lenti e inizialmente si ha la sensazione che il grande personaggio dei fumetti non sarà rappresentato come ce lo siamo immaginati nelle storie delle sorelle Giussani fin dagli Anni '60: dinamico, forte, impassibile; Luca Marinelli appare un eroe dai tempi "meditativi", gracilino anche per il suo tono di voce, sentimentalmente arrendevole verso alcuni personaggi e totalmente di fronte ad una splendida Eva Kant che Miriam Leone ha saputo rappresentare nell'eleganza, nella furbizia e nel carattere deciso dell'eroina che ci ha fatto sempre sognare ... In pratica, all'inizio si ha il timore di annoiarsi, poi man mano che la storia va avanti e si comincia a entrare nella "filosofia" della coppia terribile, inafferrabile, solida, in cui la donna ha la sua giusta parità, si viene coinvolti. Importante il solido appiglio costituito dal personaggio dell'Ispettore Ginko che Valerio Mastrandea ci offre come conferma delle aspettative che negli anni ci siamo immaginati, quelle del cacciatore puntiglioso, deduttivo e capace. Il coinvolgimento avviene anche per l'illustrazione dei trucchi e delle tecniche usate dal criminale e per la Clerville "milanese" che portano in strade e piazze note ai locali e ai turisti ... Buona la colonna sonora e la fotografia che indugia spesso sugli occhi dei due personaggi, perforando le maschere e entrando nel loro intimo. Altri attori ben inseriti come Claudia Gerini, Vanessa Scalera. «continua Serena Rossi, Alessandro Roja, Stefano Pesce ... Conclusione: film da vedere perché fa parte della storia di moltissimi spettatori di tutte le età tenendo presente che Diabolik è si l'eroe, ma Eva è la sua metà imprescindibile.
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lucvon
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domenica 26 dicembre 2021
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un trionfo per i fan... una noia per gli altri
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Da fan del fumetto e da conoscitore anche dei primi fumetti del Re del Terrore, sono andato con molta curiosità a vedere questo film.
E purtroppo cari Manetti, non ci siamo.
Il film è un adattamento praticamente inquadratura per inquadratura di 2 albi di Diabolik molto famosi, il primo racconto del primo incontro tra Diabolik e Eva Kant, il secondo introduce il grande colpo al centro della trama.
Sembra quasi un progetto Shot for shot alla Sin City per interci, ma è già che si vede il primo passo falso dei Manetti.
Il film infatti riproponendo in maniera iper fedele la trama degli albi di diabolik lascia per strada l'introduzione di certi personaggi e certe situazioni e gadget assurdi che fanno parte del mondo di Diabolik, se i fan non avranno problemi a identificare personaggi e situazioni, lo spettatore ignaro rimarrà molto spaesato e gli sembrerà di assistere a un brutto sceneggiato Rai, i Mainetti poi nel voler riproporre le inquadrature dei fumetti seguendo e riproponendo il linguaggio alla lettera su schermo, come effetto collaterale dilatano i tempi rendendo il film lentissimo , la fedeltà del fumetto poi colpisce anche il carattere dell'opera che appare Fredda e distaccata come in una noiosa lezione scolastica, nel film infatti manca quasi del tutto l'ironia e scene d'azione che avrebbero sicuramente giovato a un ritmo così lento.
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Da fan del fumetto e da conoscitore anche dei primi fumetti del Re del Terrore, sono andato con molta curiosità a vedere questo film.
E purtroppo cari Manetti, non ci siamo.
Il film è un adattamento praticamente inquadratura per inquadratura di 2 albi di Diabolik molto famosi, il primo racconto del primo incontro tra Diabolik e Eva Kant, il secondo introduce il grande colpo al centro della trama.
Sembra quasi un progetto Shot for shot alla Sin City per interci, ma è già che si vede il primo passo falso dei Manetti.
Il film infatti riproponendo in maniera iper fedele la trama degli albi di diabolik lascia per strada l'introduzione di certi personaggi e certe situazioni e gadget assurdi che fanno parte del mondo di Diabolik, se i fan non avranno problemi a identificare personaggi e situazioni, lo spettatore ignaro rimarrà molto spaesato e gli sembrerà di assistere a un brutto sceneggiato Rai, i Mainetti poi nel voler riproporre le inquadrature dei fumetti seguendo e riproponendo il linguaggio alla lettera su schermo, come effetto collaterale dilatano i tempi rendendo il film lentissimo , la fedeltà del fumetto poi colpisce anche il carattere dell'opera che appare Fredda e distaccata come in una noiosa lezione scolastica, nel film infatti manca quasi del tutto l'ironia e scene d'azione che avrebbero sicuramente giovato a un ritmo così lento.
Il cast sulla carta sembrava perfetto con qualche riserva per Marinelli e Mastrandrea , Luca Marinelli rende il suo personaggio (Diabolik) incredibilmente glaciale e inquietante, giocando con la voce e gli sguardi dando prova del suo talento nella prima parte mentre nella seconda si perde in fretta.
Mastrandrea invece interpreta il personaggio di Ginko come un classico ispettore uscito direttamente da uno sceneggiato degli anni '60 che detto così sembra un male ma in realtà è semplicemente la rappresentazione del personaggio nel albo da cui il film è tratto, peccato che anche qui la fedeltà maniacale al fumetto si mangia le interpretazioni degli attori, non rendendoli abbastanza liberi di dare una caratterizzazione ai loro personaggi.
Quella che regala l'interpretazione migliore è la bellissima Miriam Leone, uscita direttamente dalle pagine del fumetto ed è la sola che ha un pò più di spazio di interpretazione rispetto agli altri attori ed è il solo personaggio introdotto e spiegato, si può quasi dire che il film sia su di lei.
Il comparto tecnico invece non è buono... è un mezzo miracolo, Diabolik infatti è un fumetto difficilissimo da trasporre su schermo, ma qui tutto è stato realizzato in maniera impeccabile e credibile, anche se con qualche sbavatura a causa della fedeltà maniacale al fumetto che rende alcuni personaggi un pò ridicoli (l'attaccatura dei capelli di Marinelli vi impallerà perennemente lo sguardo), la regia dei Manetti poi è scorrevole e e piena di omaggi e citazioni e fa sentire tutto il loro amore per il cinema e il fumetto di Diabolik.
Arrivando alle conclusioni, a malincuore penso che un film del genere difficilmente farà breccia negli spettatori, anche ai fan stessi, perché è un film freddo e chiuso su se stesso, che non tenta di piacere al pubblico ma pretende da esso attenzione e anche una certa cultura cinematografica, ed è cosa buona e giusta pretenderlo in un momento dove ogni ragazzino va pazzo per spiderman no way home e viene solo bombardato da effetti speciali, ma se con un progetto del genere tra le mani non lo rendi appetibile e non crei un universo accattivante, rimarrà un film che i Manetti si guarderanno a casa loro insieme al direttore della Astorina, godendo come dei bambini... ma da soli.
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[+] se c''è lo chignon ci deve essere pure il sopraccig
(di kleber)
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jack beauregard
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lunedì 27 dicembre 2021
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eva kant forever
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Devo dire che non mi è dispiaciuto. Non sono mai stato un fan del fumetto, ma credo che il film possa piacere un po' a tutti, tenendo però ben presente la sua origine disegnata.
C'è da dire che il titolo più giusto per il film dovrebbe essere Eva Kant. È lei la vera protagonista di questa pellicola, Diabolik è solo un comprimario.
Miriam Leone è di una bellezza da mozzare il fiato. Elegantissima in strepitosi abiti anni 60, con una predilezione per il bianco, valorizzata oltre ogni limite estetico da primissimi piani in cui risaltano occhi grigi e ciglia lunghissime, capelli quasi sempre raccolti in uno chignon che al di là della somiglianza col personaggio del fumetto, richiamano immediatamente la memoria alla sensuale Kim Novak di Vertigo, il capolavoro inarrivabile di Hitchcock.
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Devo dire che non mi è dispiaciuto. Non sono mai stato un fan del fumetto, ma credo che il film possa piacere un po' a tutti, tenendo però ben presente la sua origine disegnata.
C'è da dire che il titolo più giusto per il film dovrebbe essere Eva Kant. È lei la vera protagonista di questa pellicola, Diabolik è solo un comprimario.
Miriam Leone è di una bellezza da mozzare il fiato. Elegantissima in strepitosi abiti anni 60, con una predilezione per il bianco, valorizzata oltre ogni limite estetico da primissimi piani in cui risaltano occhi grigi e ciglia lunghissime, capelli quasi sempre raccolti in uno chignon che al di là della somiglianza col personaggio del fumetto, richiamano immediatamente la memoria alla sensuale Kim Novak di Vertigo, il capolavoro inarrivabile di Hitchcock. E questo non è neanche l'unico riferimento al maestro del brivido, dato che pure il furto nell'hotel ricalca apertamente Caccia al ladro.
Ma tornando al film, la prima parte è un po' macchinosa, i dialoghi e la recitazione risentono molto dell'origine fumettistica, suonano a volte poco spontanei e molto datati. Però quest'ultimo non è un vero difetto, infatti consente ben presto di entrare nel mood giusto, che riguarda gli anni 60 e personaggi da fumetto, quindi con caratteristiche psicologiche poco approfondite e poveri di sfumature. L'ambientazione vintage, la fotografia ricca di caldi colori marroni e freddi grigi e neri, contribuiscono in maniera decisiva a dare credibilità all'operazione. Quindi dopo una prima fase di assestamento o forse potremmo dire di acclimatamento, il film decolla, raggiungendo l'apice nella seconda parte della rapina in banca con un buonissimo utilizzo dello split screen, che richiama le strisce su carta, mantenendone lo stesso ritmo che si ha con la lettura.
Per quanto riguarda il resto del cast, molto bene il Ginko di Mastandrea, misurato e credibile. Un po' debole invece la performance di Marinelli, in un ruolo forse troppo monodimensionale per lui. Diabolik è un cattivo tout court (specialmente quello delle prime serie del fumetto), un duro, sia nei lineamenti che nei fatti. Marinelli ha un viso troppo dolce, se l'era cavata benissimo in Jeeg Robot, perché lì interpretava un cattivissimo, folle e sopra le righe e poteva sbizzarrirsi e dare il meglio di sé. Qui invece la parte richiede un lavoro per sottrazione, che Marinelli limita a un eccesso di staticità. Ma la colpa non è interamente sua, la parte avrebbe richiesto un'altra faccia, molto più spigolosa e fredda. E di attori così, attualmente e nel panorama cinematografico italiano, non me ne viene in mente nessuno.
Riprendendo l’assunto iniziale, penso che sia gli amanti del Diabolik cartaceo, che i lettori meno appassionati, come il sottoscritto, non resteranno delusi dal film, però la conoscenza almeno superficiale del fumetto resta imprescindibile per poterne godere appieno.
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[+] recensione chiara, corretta, misurata.
(di ralphscott)
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umberto
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martedì 28 dicembre 2021
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un fumetto animato in 2d
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DIABOLIK... Venendo dalla botta emotiva ed adrenalinica di Spider-Man - No way home, dare un giudizio su qualsiasi altro film uscito in questo periodo è un'impresa ardua, vista la difficoltà di rimanere freddi e lucidi. Infatti così è stato in questo caso, nonostante avessi aspettato una decina di giorni prima di vederlo. I Manetti Bros, con una regia che ho molto apprezzato soprattutto in alcune riprese particolari, trasportano quasi perfettamente il fumetto sulla pellicola, nel senso che sembra effettivamente di vedere un fumetto animato più che un film. Tempi, dialoghi, scene sono lenti e piatti, quasi noiosi, tipo nella scena di Diabolik intento a copiare una voce dal registratore; si ha l'impressione che mancasse la terza dimensione.
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DIABOLIK... Venendo dalla botta emotiva ed adrenalinica di Spider-Man - No way home, dare un giudizio su qualsiasi altro film uscito in questo periodo è un'impresa ardua, vista la difficoltà di rimanere freddi e lucidi. Infatti così è stato in questo caso, nonostante avessi aspettato una decina di giorni prima di vederlo. I Manetti Bros, con una regia che ho molto apprezzato soprattutto in alcune riprese particolari, trasportano quasi perfettamente il fumetto sulla pellicola, nel senso che sembra effettivamente di vedere un fumetto animato più che un film. Tempi, dialoghi, scene sono lenti e piatti, quasi noiosi, tipo nella scena di Diabolik intento a copiare una voce dal registratore; si ha l'impressione che mancasse la terza dimensione. Anche gli effetti speciali banali amplificano tutta questa sensazione. Il film non accende nell'immediato, ma già dopo una giornata dalla visione lo si capisce e apprezza di più. Nel cast, che è superbo e azzeccatissimo per quei ruoli, spicca decisamente Miriam Leone nei panni di una Eva Kant che alla fine risulta essere la vera protagonista del film. Se vi piacciono i Noir anni Sessanta, questo film fa per voi.
Voto: 7
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maramaldo
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martedì 28 dicembre 2021
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eva, ancora un trionfo
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E' stato iugulato, invece, un esponente importante della Tribù dei Macho Ribaldi. Piagnisteo d'obbligo ma il film si fa vedere se non altro per i richiami e i ricordi che suscita. Il "Calzamaglia predatore" viene da lontano ma i Manetti, saggiamente, ce l'hanno offerto come un portato culturale genuinamente nostrano. Attingono alle loro frequentazioni. Una moglie, figurarsi, ignara e trascurata. Direttrice di banca, segretaria maneggiona, garantisco, le conosco di persona.
Più redditizia la scorribanda. Si parte dal Pincio e da Trinità dei Monti e, via, per Bologna, Milano, Courmayeur, Trieste. Per le stradine selciate di Premariacco (prov.
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E' stato iugulato, invece, un esponente importante della Tribù dei Macho Ribaldi. Piagnisteo d'obbligo ma il film si fa vedere se non altro per i richiami e i ricordi che suscita. Il "Calzamaglia predatore" viene da lontano ma i Manetti, saggiamente, ce l'hanno offerto come un portato culturale genuinamente nostrano. Attingono alle loro frequentazioni. Una moglie, figurarsi, ignara e trascurata. Direttrice di banca, segretaria maneggiona, garantisco, le conosco di persona.
Più redditizia la scorribanda. Si parte dal Pincio e da Trinità dei Monti e, via, per Bologna, Milano, Courmayeur, Trieste. Per le stradine selciate di Premariacco (prov. di Udine). La Kant si getta nei gorghi del Natisone dal ponte romano. Il Friuli. Curiosamente, anni fa, dalle parti di Maniago (prov. di Pordenone) - rinomata per i coltelli, anche quello del film viene da lì - si celebrò una kermesse in onore di Diabolik: mostre, disegni, repliche di oggetti, intellettuali che spiegavano il perchè di quel Ladro fuori del comune. Oggi, recandovisi, i due Campani trovano che il Friuli somiglia a... Clerville.
Paradossalmente, il fumetto è più "cinematografico" dell'attuale pellicola. Sibili e stridori resi con efficacia, ombreggiature che fanno atmosfere, contrasti di luce violenti; inquadrature, prospettive e scorci innovativi e audaci. I Bros, volendo fare "vintage", han calato un onirico sbiadito, tra il seppia e il grigioferro, privo di suggestione..
Notai allora, senza capire, un'insolita accuratezza, pignoleria, nei dettagli del vestiario: martingale, pantaloni con risvolto ben stirati, orli di maniche con i bottoni; camicie con motivi fantasia anche dei cattivi; abilità di "matite" nel tracciare trama del tweed della giacca di Ginko. Mano, occhio di una donna, anzi di due, Angela (già modella) e Luciana Giussani. Un riverbero si coglie nel damascato a fiorami della "robe de chambre" indossata dal politico che "insidia" Eva, classe, il seduttore di una volta. L'episodio alza di un palmo il film.
Forse perchè pensato per i non liberati adolescenti dell'epoca non si riscontra riferimento concreto al sesso come, del resto nel film, a parte qualche smanceria. Un'occhiata alla tuta attillata ci dice che l'eroe è "liscio" (la "volgarità", non mia, è illustre) come Topolino, Paperino... Non è Minnie, certo, Eva Kant. Un punto cruciale. Elegante ma non sexy, nemmeno nei deshabillé che sfoggia nell'intimità del covo segreto. Altera, formosa, statuaria, come il marmo, appunto, gelida e astratta. Un modello di bellezza che non funziona con le controparti. Felicemente, i bravi Manetti evitano l'inconveniente grazie soprattutto al fulgore di Miriam Leone. Splendida figlia di Ellade anche nel profilo, collo e omeri fatti da Canova. Induce un'emozione estetica prima di accorgerti della dominanza artistica.
Finale. Barchetta nello scintillio dell'acqua. Veleggia immobile. Lei, smontato sul cocuzzolo lo chignon della Kant, torna a natura nella natura, adagiandosi sulla tolda, sciolta e sorridente, sontuosa e pur carezzevole. Un dimesso Diabò (il volenteroso Luca Marinelli) porge, in ginocchio, il diamante rosa. L'Eva, giustamente, lo butta a mare (il diamante). Non le serve, è già adornata dei suoi propri doni.
P.S. Patriottismo è andare a vedere Diabolik. Dopo il Maghetto, i glutei bronzodorati di Dune, dedicatevi a prodotti Km 0 per non perdere lavori pregevoli come, ad es. Una Famiglia Mostruosa. Consuntivo finora: lamento. Un barlume di ottimismo, chi l'avrebbe detto, proviene da questa distratta riesumazione. Prodigioso ma si tratta di un caso. Non capita tutti i giorni assistere al successo di una creatura che dà o promette, pur non sapendo cosa. Fin dalla notte dei tempi. Già, Eva. In principio...
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[+] bellissima recensione
(di kleber)
[ - ] bellissima recensione
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