
Presentato al Biografilm, un film che con naturalezza tratta la tematica della sessualità.
di Raffaella Giancristofaro
Claudia ha vent'anni, una malformazione da spina bifida che tra le altre cose la priva di sensibilità alle gambe e la obbliga a tutori e bastoni per camminare. Vive con i genitori e la sorella ed esce di casa solo per andare in piscina, non ha mai avuto rapporti sessuali ma ne ha ovvia curiosità. Marco, quarantadue anni, partecipa come operatore socio sanitario al primo protocollo sperimentale italiano per OEAS: operatore all'emotività, affettività e sessualità. Non si sono mai incontrati e Marco viene assegnato a Claudia con lo scopo di farle prendere consapevolezza della propria affettività e felicità erotica. Lo farà attraverso la sua presenza fisica, stabilendo un rapporto di fiducia con lei e dandole indicazioni sia pratiche che psicologiche, sulla traccia di un percorso delineato e coordinato dal sessuologo Fabrizio Quattrini. Con grande trasparenza e libertà Claudia racconta le sue paure e i suoi desideri e Marco l'aiuta e l'ascolta con pazienza, interagendo anche con i suoi familiari.
Sul tema della sessualità delle persone con disabilità si era già espresso The Sessions di Ben Lewin, ispirato a una storia vera e più focalizzato su terapie "a domicilio" a un tetraplegico. Poi, con spirito vivace e altrettanto rispetto, in forma più codificata e "scritta" di road movie, c'era stato The Special Need di Carlo Zoratti, in cui due amici accompagnavano all'estero il loro amico ventinovenne Enea per affidarlo, in Germania, a un'assistente sessuale professionale, in assenza, nel nostro Paese, di una apposita figura di cura.
Scritto dal regista Francesco Cannavà con Andrea Paolo Massara e finanziato in crowdfunding grazie all'associazione LoveGiver di Max Ulivieri (che promuove l'assistenza sessuale ai disabili), Because of My Body è la documentazione di un'esperienza reale e di una possibilità.