eugen
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giovedì 28 dicembre 2023
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film di tim burton, una garanzia
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Che ogni film di Tim Burton sia una garanzia e'vero e vale certamente anche in questo caso, con"Dumbo"(2019), trasposizione in film d'attori del film 'danimazione del 1941 e scritto da Ehren Kruger. 1919, USA: torna una star del circo Medici, ferito nella battaglia delle Ardenne, ritrovando i figli piccoli ma gia'molto"svegli", dopo essere rimasto vedovo della moglie. Nel circo e'nato Dumbo, elefantino dalle orecchie molto grandi, che proovoca la deerisione e lo scherno di molti spettatori, ma li entuasiasma, sapendo volare. Dopo un episodio tragico, non dovuto a sua (di Dumbo o della star citata)responsabilita', Dumbo entusiasma il pubblico, tanto da coinvolgere un ricco e cinico impresatio circense, che scrittura Dumbo e una trapezista affascinante, gia'nel"cast".
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Che ogni film di Tim Burton sia una garanzia e'vero e vale certamente anche in questo caso, con"Dumbo"(2019), trasposizione in film d'attori del film 'danimazione del 1941 e scritto da Ehren Kruger. 1919, USA: torna una star del circo Medici, ferito nella battaglia delle Ardenne, ritrovando i figli piccoli ma gia'molto"svegli", dopo essere rimasto vedovo della moglie. Nel circo e'nato Dumbo, elefantino dalle orecchie molto grandi, che proovoca la deerisione e lo scherno di molti spettatori, ma li entuasiasma, sapendo volare. Dopo un episodio tragico, non dovuto a sua (di Dumbo o della star citata)responsabilita', Dumbo entusiasma il pubblico, tanto da coinvolgere un ricco e cinico impresatio circense, che scrittura Dumbo e una trapezista affascinante, gia'nel"cast". Qui, ancora una volta, Dumbo entusiasma nonostante la mancanza di una rete protettiva, esibendosi con la trapezista in un volo entusiasmante, ma ormai Dreamland e'distrutta da un incendio terribile. Dumbo ritrova la libeerta' con la madre e se ne va nella giungla, mentre riprendre, tra varie difficolta'la vita del circo Medici. Forse non e'il"miglior"Burton(sempre pero considerando una logica che vede sempre l'artista in competizione con se'stesso, logica molto discutibile e comunque castrante la creativita', certamente), ma il film e'talmente immaginifico e creativo per gli spunti che offre agli spettatori e alle spettatrici di ogni eta'(sottolineo il particolare, dato che non e'un film "per bambini", come spesso si tende a dire in senso litante-riduttivo),,da meritare particolare menzione comunque. Non conoscendo l'originale, mi limitio a esmainare il film di Burton, senza rapproto all'originale. Colin Farrell(la star cicrense reduce dalla prima guerra mondiale), Michael Keaton(il cattivo impresario circense), Danny de Vito(Medici)Eva Green(la trapezista affascinante)e Alan Arkin sono interpeti di noteovlisssima statura, che insieme alla"promessa"Dumbo, conferiscono al film il suo indubbio fascino. Eugen
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steffa
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sabato 20 luglio 2019
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delusione
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il film è rivolto troppo esclusivamente ad un utenza dai 3 ai 5 anni destando nessun interesse ad età superiori, il finale è toccante e salva il salvabile. tra tutti gli attori recita soltanto DeVito, tutti gli altri più che altro leggono il copione. effetti speciali deludenti a metà tra il cartone animato, Tim Burton a sprazzi qua e la mostra ogni tanto il suo reale potenziale, più che una mezza delusione
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felicity
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mercoledì 17 luglio 2019
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un buon compromesso tra tradizione e innovazione
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Dumbo è un racconto di crescita e riscatto che incoraggia a credere nei propri talenti e un inno alla diversità per spettatori di tutte le età.
Si lascia guardare, a volte strappa una risata, altre una stretta al cuore.
Dumbo è un mix riuscito di azione e sentimenti, temi disneyani e in parte burtoniani: la mancanza di una figura materna, il riscatto di un padre attraverso il coraggioso esempio del cucciolo di elefante e, in fondo, la storia dell’America piegata dalla guerra appena conclusa, che romanticamente si rialza e cambia pagina.
Si vede il grande lavoro sulla sceneggiatura dal momento che il film d’animazione del 1941 aveva una narrazione molto pulita e intensa.
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Dumbo è un racconto di crescita e riscatto che incoraggia a credere nei propri talenti e un inno alla diversità per spettatori di tutte le età.
Si lascia guardare, a volte strappa una risata, altre una stretta al cuore.
Dumbo è un mix riuscito di azione e sentimenti, temi disneyani e in parte burtoniani: la mancanza di una figura materna, il riscatto di un padre attraverso il coraggioso esempio del cucciolo di elefante e, in fondo, la storia dell’America piegata dalla guerra appena conclusa, che romanticamente si rialza e cambia pagina.
Si vede il grande lavoro sulla sceneggiatura dal momento che il film d’animazione del 1941 aveva una narrazione molto pulita e intensa.
Con i suoi diversi ammiccamenti al classico (il treno Casimiro, il topolino Timoteo, le canzoni) e un forte slancio sul presente Dumbo 2019 trova un buon compromesso tra tradizione e innovazione, anche se il classico del 1941 resta un piccolo capolavoro inavvicinabile.
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ralphscott
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sabato 25 maggio 2019
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l'emozione si alza in volo
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Il grande cinema classico, le favole dei buoni sentimenti,di storie con malvagi che trovano la fine che meritano e buoni che,temprati da mille disavventure,riescono finalmente a meritarsi la felicità dopo averla solo accarezzata. Keaton ci regala una maschera da ricordare,ennesima prova di un poliedrico,sensibile attore. Farrell è credibile,curiosamente menomato come ne "L'inganno" di S.Coppola. La Green strepitosamente fisica. Che dire d'altro ancora? C'è tutto ciò che ci si aspetta,per cui vibriamo e palpitiamo. Burton ha proprio il merito di ammodernare la storia,anche metafora della fallacità delle macchine quando l'uomo ne perde il controllo,senza stravolgerla.
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Il grande cinema classico, le favole dei buoni sentimenti,di storie con malvagi che trovano la fine che meritano e buoni che,temprati da mille disavventure,riescono finalmente a meritarsi la felicità dopo averla solo accarezzata. Keaton ci regala una maschera da ricordare,ennesima prova di un poliedrico,sensibile attore. Farrell è credibile,curiosamente menomato come ne "L'inganno" di S.Coppola. La Green strepitosamente fisica. Che dire d'altro ancora? C'è tutto ciò che ci si aspetta,per cui vibriamo e palpitiamo. Burton ha proprio il merito di ammodernare la storia,anche metafora della fallacità delle macchine quando l'uomo ne perde il controllo,senza stravolgerla. E lo fa col suo marchio di fabbrica,con gli occhi ed il cuore di un fanciullo dalla grandissima immaginazione.
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movies
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giovedì 2 maggio 2019
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si può sempre sognare!
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Non si è mai troppo grandi per continuare a sognare e per emozionarsi. Il film è ben adattato all'originale con quella tipica atmosfera che solo la Disney ci può regalare.Un film sopratutto per famiglie ma anche per chi con nostalgia vorrebbe rivivere quelle emozioni provate per la prima volta con il cartone originale.Recitazione buona e fotografia ottima.Film molto consigliato!
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elpiezo
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lunedì 29 aprile 2019
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una favola formativa!!!
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Tim Burton riscrive l’omonimo capolavoro marcato Disney, lo incastona in una giostra di colori senza omettere un sottotraccia volutamente educativo.
Dumbo, menomato cucciolo d’elefante trasforma lo scherno di una modesta platea di campagna negli applausi scroscianti di una faraonica babilonia circense.
Un blockbuster forte delle aspirazioni artistiche del suo regista sostenuto da un cast altamente esperto ed elegante.
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giuseppetoro
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martedì 23 aprile 2019
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normale nulla di imperdibile
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Film carino che copia il bellissimo cartone di un tempo. Purtroppo interpretazione mediocre e scontata,. Nulla di imperdibile
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domenicomaria
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martedì 23 aprile 2019
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miele e veleno
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Concordo con "Cateri",sul fatto che è una pellicola con molti passi crudeli, dolorosi,neri e, aggiungo, anche di dura denuncia, spietata, senza appello. Ho avuto in diversi momenti i lucciconi: ho ritrovato reminiscenze di grandi registi del passato(il tramonto infuocato sul treno abbandonato a inizio film,mi ricorda il tramonto infuocato dei "Cavalieri del Nord Ovest di John Ford anni '40, come per le scene circensi certo ci sta sotto Fellini,pur se rivisto nelle dimensioni e nei toni,molto scuri),ma oltre a questo,uno sguardo ancora più crudele e spietato verso la specie umana(nel "Portaborse" Nanni Moretti dice che gli uomini presi in massa andrebbero fatti a fette!).
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Concordo con "Cateri",sul fatto che è una pellicola con molti passi crudeli, dolorosi,neri e, aggiungo, anche di dura denuncia, spietata, senza appello. Ho avuto in diversi momenti i lucciconi: ho ritrovato reminiscenze di grandi registi del passato(il tramonto infuocato sul treno abbandonato a inizio film,mi ricorda il tramonto infuocato dei "Cavalieri del Nord Ovest di John Ford anni '40, come per le scene circensi certo ci sta sotto Fellini,pur se rivisto nelle dimensioni e nei toni,molto scuri),ma oltre a questo,uno sguardo ancora più crudele e spietato verso la specie umana(nel "Portaborse" Nanni Moretti dice che gli uomini presi in massa andrebbero fatti a fette!).Al dolcissimo candore dell'elefantino dagli occhi di cielo, si possono avvicinare,oltre ai suoi simili,gli animali, i piccoli,sopra a tutto se sofferenti, orfani, e le pochissime persone(come l'uomo col turbante,poche battute ma "col turbo") dotate di una sensibilità estrema. Su un gradino più basso le persone adulte menomate, sofferenti,ma aperte alla meraviglia e al cuore,nonostante le loro fragilità e debolezze(forse proprio per queste).Vale per Farrell come per De Vito, pure se in forme diverse. Il film ha in effetti alcuni passi poco appassionanti e forse noiosi;ma credo che ciò indichi e denunci l'infinito squallore,la malvagità,e la disumanità della gran parte degli umani rappresentati, esseri immondi che replicano, scena dopo scena i vari gradi di disgusto, finanche noioso e ripetitivo.Burton li affossa senza pietà, senza un milligrammo di riscatto, fatta eccezione per Eva Green, disgustosa anche lei a inizio pellicola,arrampicatrice e oca, che si trasforma in persona con anima, prima davanti al prodigio dell'elefantino che vola, poi quando prende coscienza che la Dreamland anni '20 imbottita di tecnologia e effetti speciali,è destinata al crollo, in una scena di quasi titanico apocalisse. Anche il pubblico circense viene presentato con disgustoso disprezzo; è massa forse inconsapevolmente crudele,certo senza colore e senza anima.Massa pilotata da un gruppetto di diabolici criminali, perfidi e saccenti.Massa anonima e passiva, quindi inumana.
Il ritorno nella foresta ha allora una valenza allarmante;se non si torna ai sentimenti e alle radici più vere,il crollo di Dreamland potrebbe essere la parafrasi del "Sogno Americano", che si avvelena dopo Dallas e sprofonda dopo le Torri Gemelle.Ma questa volta può valere anche per tutta l'umanità.
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inesperto
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domenica 14 aprile 2019
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jumbo
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Classicamente dedicato ad un pubblico infantile, ma godibile anche per un adulto. Il film è piacevole da seguire nello svilupparsi della trama e gli attori sono bravi: anche se Colin Farrell ricopre un insolito ruolo che non ne risalta le note capacità, Michael Keaton, Eva Green e Danny DeVito rispondono molto bene. Quello che manca, come già sottolineato altrove, è proprio Tim Burton: sembra che si sia limitato al regolare compitino, ma per quello sarebbe stato sufficiente qualunque altro regista.
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cateri
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mercoledì 10 aprile 2019
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film per bambini? no
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Il film è molto bello, esteticamente, è geniale, recitato benissimo. Ma pure straziante, non lo trovo adatto ai bambini perché c'è un dolore di sottofondo che può colpire molto la sensibilità infantile; certo sarebbe educativo, il messaggio finale è positivo: mai più animali nel circo, non c'è bisogno; ma trattandosi di un'opera di fantasia visionaria è difficile valutare se sia veramente adatto a un pubblico di piccoli.
Io sono adulta e vaccinata eppure ho sofferto quasi dall'inizio, e così pure i miei compagni di visione.
Insomma, non ci porterei i miei bambini.
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