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lunedì 29 settembre 2025
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complimenti
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Marzia ti leggo da anni e devo dire che diventi sempre pi? brava. Su Ad Astra hai scritto una recensione straordinaria. e' un piacere leggerti.
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fabio
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lunedì 27 gennaio 2025
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straordinario
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Un film introspettivo, profondo, con ampia riflessione sulla relazione padre/figlio, ma non solo... Brad Pitt, dall'inizio alla fine ? il protagonista assoluto di un dialogo esistenziale, non c'? da perdere una sola parola. Grandissima interpretazione.
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dandy
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venerdì 20 dicembre 2024
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spazio e vuoto interiore.
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Alla sua prima megaproduzione(che vede tra gli altri lo stesso Pitt)il regista sembra cercare echi di "Cuore di tenebra" nello spazio,che vede protagonista ed obbiettivo come figlio e padre.Le riflessioni sul loro(mancato)rapporto sono lasciate in disparte rispetto a quelle sulla ricerca di se attraverso l'esplorazione dell'ignoto e allo stesso tempo la fuga dalle responsabilità.E la descrizione della vita nello spazio e dei vari ambienti è totalmente fredda ed antispettacolare(a dispetto di qualche parentesi action notevole ma dovuta più che altro a esigenze commerciali)così come il protagonista è anti-eroico e umanamente fragile ma costretto a fingere(i continui monologhi interiori che contrastano con la calma ed impassibilità esteriore).
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Alla sua prima megaproduzione(che vede tra gli altri lo stesso Pitt)il regista sembra cercare echi di "Cuore di tenebra" nello spazio,che vede protagonista ed obbiettivo come figlio e padre.Le riflessioni sul loro(mancato)rapporto sono lasciate in disparte rispetto a quelle sulla ricerca di se attraverso l'esplorazione dell'ignoto e allo stesso tempo la fuga dalle responsabilità.E la descrizione della vita nello spazio e dei vari ambienti è totalmente fredda ed antispettacolare(a dispetto di qualche parentesi action notevole ma dovuta più che altro a esigenze commerciali)così come il protagonista è anti-eroico e umanamente fragile ma costretto a fingere(i continui monologhi interiori che contrastano con la calma ed impassibilità esteriore).Con tali premesse il coinvolgimento può essere limitato(gli incassi sono stati prevedibilmente inferiori al previsto)e certi momenti risultano forzati come l'ultimo confronto fra Roy e il padre,ma colpisce il ritratto dell'Uomo costretto a confrontarsi con i limiti tanto spaziali quanto propri.E Pitt è bravissimo in un ruolo sofferente di introspezione e sottrazione(per certi versi ricorda il Louis di "Intervista col vampiro",ma qui con molta più maturità e capacità attoriale)Notevole fotografia in 35mm di Hoyte van Hoytema.Musiche di Max Richter.
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eugen
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venerdì 3 febbraio 2023
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notevole, "discutibile"
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"Ad astra", sottintendendo anche"Per aspera", dato che il detto, relativamente recentein questa forma non e'citazione riscontrabile nei classici)e'un film di John Gray del 2019, che il regista ha scritto con Ethan Gross e che arriva in Europa poco prima della pandemia, non avendo il successo meritato. Sorta di"odissea"di un responsabile dell'aereonautica USA, figlio di un grande esplocratore dello spazio, di cui da anni si erano perse le tracce, il protagonista va alla ricerca di se0, del padre, del proprio rapporto con il cosmo(con la classica domanda se vi siano altre forme di vita"intelligente"altrove, al di fuori della terra), del rapporto emotivita{-ragione e razionalita¿.
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"Ad astra", sottintendendo anche"Per aspera", dato che il detto, relativamente recentein questa forma non e'citazione riscontrabile nei classici)e'un film di John Gray del 2019, che il regista ha scritto con Ethan Gross e che arriva in Europa poco prima della pandemia, non avendo il successo meritato. Sorta di"odissea"di un responsabile dell'aereonautica USA, figlio di un grande esplocratore dello spazio, di cui da anni si erano perse le tracce, il protagonista va alla ricerca di se0, del padre, del proprio rapporto con il cosmo(con la classica domanda se vi siano altre forme di vita"intelligente"altrove, al di fuori della terra), del rapporto emotivita{-ragione e razionalita¿. Si chiude , fil film, senza una risposta definitiva, il che avra'sconcertato un pubblico che chiede risposte definitive, certe, "assolute"ai grandi inteorogativi riguardanti"Dio e il mondo, per dirla con espressione emblematica. Di notevole concezione filmica, concede deicsamente poco alla classica"science fiction"anche quando sembra che invece lo faccia.... Folm, appunto, "difficile", in qualche modo"spigoloso", si chiude invero rraamente su di se'e anche le citazioni dal classico kubrickiano"2001. A Space Odissey"(le scimmie assassine nella navicella spaziale, qui, mentre la0era la genesi dell'uomo, seocndo la giusta teoria darwiniana)sono in realta'opportune, anche se forse non vengono colte sempre opportunamente. Film di ricerca, di"investigation", sempre non si rrestringa il suo campo alla mera detection. Notevole la prova di Brad Pitt, finalmente e defintivamente uscito da una giovinezza"eroica", quella di Tommy Lee Jones, il padre, ancora quella di Ruth Negga e Liv Thler, le interpreti femminili del film, di DOnald Sutherland, in un ruolo di grande efficacia quale"antagonista"del protagonista Roy Mc Bride. Eugen
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thx1138
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venerdì 15 aprile 2022
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ad astra: un interstellar che non ce l''ha fatta
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La prima volta che ho visto un tipo in tuta bianca parlare dei casi suoi ad una macchina era in "THX1138" (malamente tradotto in italiano ne "l'uomo che fuggì dal futuro") e il tipo nella tuta bianca era un quarantenne Robert Duvall, completamente pelato, operaio in una società controllata dalle macchine e dagli psicofarmaci nel lungometraggio di esordio di George Lucas.
Tutto questo per dire cosa ? Che "Ad Astra" vuole essere figo, ha l'attore figo, col suo monologo interiore, tutti i suoi problemi col padre, queste cose qua.
Il regista poi pesca a piene mani i canoni estetici dalla grande fantascienza del passato: Lucas, il Carpenter di Dark Star (Gray forse non lo sa, ma noi sì), i voli spaziali di linea di "2001: odissea nello spazio", il paesaggio marziano di Fantasmi da Marte (ancora Carpenter, sarà un caso ?).
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La prima volta che ho visto un tipo in tuta bianca parlare dei casi suoi ad una macchina era in "THX1138" (malamente tradotto in italiano ne "l'uomo che fuggì dal futuro") e il tipo nella tuta bianca era un quarantenne Robert Duvall, completamente pelato, operaio in una società controllata dalle macchine e dagli psicofarmaci nel lungometraggio di esordio di George Lucas.
Tutto questo per dire cosa ? Che "Ad Astra" vuole essere figo, ha l'attore figo, col suo monologo interiore, tutti i suoi problemi col padre, queste cose qua.
Il regista poi pesca a piene mani i canoni estetici dalla grande fantascienza del passato: Lucas, il Carpenter di Dark Star (Gray forse non lo sa, ma noi sì), i voli spaziali di linea di "2001: odissea nello spazio", il paesaggio marziano di Fantasmi da Marte (ancora Carpenter, sarà un caso ?).
Ma non è che se non spieghi niente e fai tutto questo monologo interiore sei figo per forza: bisogna farla una sceneggiatura, cribbio, un minimo di trama, di spiega dei personaggi, anche perchè diciamolo tutto, con rispetto parlando, non sei Kubrick, nè Wes Anderson e neanche Sorrentino.
Morale, gli ingredienti ci sono tutti e sarebbero anche di qualità, ma è tutto slegato, tutto frammentario.
In Interstellar lo capisci il rapporto del padre con la figlia.
Qua, boh ? C'è sto pippone finale, voglio dire, hai Tommy Lee Jones (che pure un qualche film di fantascienza l'ha fatto), usalo bene.
Hai Donald Sutherland e gli fai fare poco più che un cameo.
Il finale fa quasi ridere
Brad Pitt secondo me lavora meglio con Tarantino (vd "C'era una volta a Hollywood")
Peccato, un'occasione sprecata.
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f.vassia 81
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venerdì 12 novembre 2021
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quasi un''apocalypse now nello spazio
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A parte il finale, francamente un po' banale e deludente, una sorta di "Apocalypse Now" nello spazio, con tanto d'identica impostazione narrativa; il viaggio psichico e fisico di un uomo alla ricerca di se stesso, delle proprie origini e del proprio destino, fra i meandri di un cosmo criptico che sembra non avere risposte ai grandi interrogativi dell'umanità. Il tutto, tra l'altro, in una cornice vagamente pessimista, con riflessioni, seppur in secondo piano, sui mali atavici e inguaribili del genere umano, come si evince dalle sequenze ambientate sulla Luna. Splendida colonna sonora giustamente ipnotica, in sintonia coi freddi ma perfetti ( e certo non privi di fascino ) tecnicismi registici.
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A parte il finale, francamente un po' banale e deludente, una sorta di "Apocalypse Now" nello spazio, con tanto d'identica impostazione narrativa; il viaggio psichico e fisico di un uomo alla ricerca di se stesso, delle proprie origini e del proprio destino, fra i meandri di un cosmo criptico che sembra non avere risposte ai grandi interrogativi dell'umanità. Il tutto, tra l'altro, in una cornice vagamente pessimista, con riflessioni, seppur in secondo piano, sui mali atavici e inguaribili del genere umano, come si evince dalle sequenze ambientate sulla Luna. Splendida colonna sonora giustamente ipnotica, in sintonia coi freddi ma perfetti ( e certo non privi di fascino ) tecnicismi registici. In alcune scene la tensione si taglia col coltello, anche se, qua e là, qualche momento morto c'è.
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no_data
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venerdì 15 ottobre 2021
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ma per favore...
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Ennesimo pastrocchio sul conflitto padre-figlio, stavolta in salsa sci-fi - roba tediosa che tra l'altro ci ammorba dai tempi di Dart Vader vs Luke Scaiuolcher.
Bellissima fotografia, ottimi effetti ma l'effetto generale è quello di un paio di ciabatte de Fonseca a natale, incartate in una busta di Gucci.
Tre perle piuttosto cringe e totalmente fuori contesto : la stazione lunare che sembra un centro commerciale della bassa padana, i pirati lunari che sparano ammazzano speronano e poi se ne vanno - così, per spasso - e le scimmie assassine nella nave abbandonata, buttate lì solo per suscitare il concetto di rabbia repressa. E giù a ride.
Ah, dimenticavo, un pannello della nave del padre usato come scudo spaziale che gli permette di attraversare la fascia degli asteroidi di Nettuno senza manco un bozzo.
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Ennesimo pastrocchio sul conflitto padre-figlio, stavolta in salsa sci-fi - roba tediosa che tra l'altro ci ammorba dai tempi di Dart Vader vs Luke Scaiuolcher.
Bellissima fotografia, ottimi effetti ma l'effetto generale è quello di un paio di ciabatte de Fonseca a natale, incartate in una busta di Gucci.
Tre perle piuttosto cringe e totalmente fuori contesto : la stazione lunare che sembra un centro commerciale della bassa padana, i pirati lunari che sparano ammazzano speronano e poi se ne vanno - così, per spasso - e le scimmie assassine nella nave abbandonata, buttate lì solo per suscitare il concetto di rabbia repressa. E giù a ride.
Ah, dimenticavo, un pannello della nave del padre usato come scudo spaziale che gli permette di attraversare la fascia degli asteroidi di Nettuno senza manco un bozzo. E giù a ride, once again.
Ah no, ce n'è un'altra : il vecchio TLJ che una volta nello spazio decide di fare la finaccia e si fa lasciare alla deriva nello spazio infinito. A quel punto poteva scegliere di naufragare con la sua nave minata dalla testa gigatronica e che diamine!
Un Brad Pitt monoespressivo - prestazione alla Nicholas Cage - che aggiunge monotonia al tedio strutturale della narrazione.
E per giunta dura pure troppo.
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alessandro de felice
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martedì 22 giugno 2021
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cuore di tenebra nello spazio
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Conrad non finisce mai di ispirare. Che sia l'Africa, il Sud Est Asiatico o lo spazio ( ne dimentico sicuramente altri), lo scrittore ucraino di nascita, inglese di vita, continua ad attirare a se proseliti. Il suo racconto evidentemente va alla radice dell'uomo ed è forse per questo che tanto viene citato nelle opere degli ultimi decenni.
Un uomo viene mandato a finire il lavoro di un altro ( causa la sua pericolosità) e il fatto che i due siano consanguinei non sarà motivo d'intralcio.
Film piuttosto lento e prevedibile, con un Brad Pitt monocorde come poche volte si era visto e con tutti gli altri attori che gli girano attorno entrando ed uscendo dalla pellicola.
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Conrad non finisce mai di ispirare. Che sia l'Africa, il Sud Est Asiatico o lo spazio ( ne dimentico sicuramente altri), lo scrittore ucraino di nascita, inglese di vita, continua ad attirare a se proseliti. Il suo racconto evidentemente va alla radice dell'uomo ed è forse per questo che tanto viene citato nelle opere degli ultimi decenni.
Un uomo viene mandato a finire il lavoro di un altro ( causa la sua pericolosità) e il fatto che i due siano consanguinei non sarà motivo d'intralcio.
Film piuttosto lento e prevedibile, con un Brad Pitt monocorde come poche volte si era visto e con tutti gli altri attori che gli girano attorno entrando ed uscendo dalla pellicola.
Lo avevo lasciato in disparte su di uno scaffale in attesa di vederlo ....e come avevo previsto l'attesa poteva essere ancora prolungata.
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utas74
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sabato 5 giugno 2021
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soliloquio
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Ottimo cast, ma il film risulta un pò noioso, troppi soliloqui. Spessissimo. Si può benissimo fare altro mentre si segue il film, non si perde certo nulla di fondamentale che ti impedisca di continuarne la visione.
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rescart
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domenica 18 aprile 2021
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c''è qualcosa che non regge
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Il film parte male, con una realizzazione che tecnicamente non regge perché nessuna antenna potrebbe essere costruita delle dimensioni tali da raggiungere un'altezza di svariati chilometri e sostenere la suo apice il peso di strumenti pesanti come le parabole. Lo scopo della trovata evidentemente è un altro, farci sapere fin dall'inizio che la fantascienza qui è solo un'allegoria, senza alcuna pretesa di essere realistica. Quindi alla fine la conclusione che non esistono altre forme di vita nell'universo risulta altrettanto poco credibile e lascia comunque la porta aperta a tale possibilità, sui cui la scienza ha fondato la sua idea di mondi abitati più che possibili (come dimostra l'equazione di Drake citata nel film), di multiverso e di relatività della concezione spazio-temporale.
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Il film parte male, con una realizzazione che tecnicamente non regge perché nessuna antenna potrebbe essere costruita delle dimensioni tali da raggiungere un'altezza di svariati chilometri e sostenere la suo apice il peso di strumenti pesanti come le parabole. Lo scopo della trovata evidentemente è un altro, farci sapere fin dall'inizio che la fantascienza qui è solo un'allegoria, senza alcuna pretesa di essere realistica. Quindi alla fine la conclusione che non esistono altre forme di vita nell'universo risulta altrettanto poco credibile e lascia comunque la porta aperta a tale possibilità, sui cui la scienza ha fondato la sua idea di mondi abitati più che possibili (come dimostra l'equazione di Drake citata nel film), di multiverso e di relatività della concezione spazio-temporale. Dopo aver messo le mani avanti, come suol dirsi, ed essersi così dichiarato incompetente su tematiche strettamente tecniche, Gray può sbizzarrirsi sulle tematiche che gli stanno più a cuore, quelle umane, lasciando a noi di giudicare anche con asprezza quelle che invece gli sono aliene, su cui a questo punto "nulla si può dire", come appunto gli alieni. Anzitutto tema trattato è quello dell'influenza che ha su ciascuno di noi l'estrazione famigliare. Talis pater talis filius, si potrebbe dire per rimanere nel linguaggio che dà il titolo al film. Convinzione questo che è confermata da diversi esempi reali e che ha ispirato per esempio il principio dell'ereditarietà dei titoli nobiliari o delle aziende di famiglia. Nessun "Deus ex machina" ci salverà perché la prosecuzione del genere umano dipende anzitutto da quel nucleo primordiale che è la famiglia. Quello che ancora come umanità fatichiamo a riconoscere è il ruolo della donna, che non deve adeguarsi al modello maschile per ricoprire ruoli decisionali. La responsabile della colonia su Marte rimane donna a tutti gli effetti ma deve violare le regole se vuole far valere le sue doti femminili che l'hanno convinta a considerare Roy, non l'incapace equipaggio del Cepheus, il soggetto più adatto per salvare la vita della gente che le è stata affidata.
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