steffa
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mercoledì 29 maggio 2024
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molto mediocre
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incredibile l'involuzione costante e profonda del povero Von Trier, da sempre affetto da stravaganzeria acuta, con quest'ultimo volgarissimo lavoro maschera l'assoluta mancanza di idee e contenuti con scene disturbanti ed attori da passarella, un vero strazio, trash!
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martileficent
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domenica 19 novembre 2023
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poca chiarezza e consistenza.
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L'idea di per sé è geniale, ma lo si capisce solo leggendo i commenti di altre persone che per gentilezza hanno voluto farlo.
Non si capisce come Jack sia morto (lo é?); non si capisce il motivo del cambio delle riprese quando va con "Verge" ossia il suo "Virgilio" in quel buco sotto la sua casa di cadaveri.
A mio parere, questo film é stato considerato perché fa riferimento al viaggio di Dante (poco chiaro) alla fine del film.
Si rimane con l'amaro in bocca perché non si capirà se la polizia riuscirà a beccare Jack, né come il tutto si sia innescato nella sua mente.
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paolp78
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mercoledì 29 giugno 2022
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provocatorio e disturbante
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Opera molto complessa ed ancor più discutibile con cui il talentuoso autore danese Lars von Trier si cimenta in indagini psicoanalitiche e filosofiche, condendo il tutto con dotti richiami letterari ed artistici. L’opera che ne deriva è tanto ambiziosa quanto confusa e difficile da decifrare.
La cifra stilistica che caratterizza la pellicola è l’ossessiva ricerca dello sgradevole e del disturbante; sembra in effetti che von Trier si sforzi di sfidare il buon gusto, provocando pesantemente lo spettatore nel nome di una libertà artistica che non accetta alcun limite, tantomeno quelli dettati dall’etica e dalla morale.
Il prodotto finale è un’opera cinematografica deformata da questo pervicace desiderio di scioccare ad ogni costo il pubblico, elemento che finisce col penalizzare lo stesso reale valore artistico della pellicola.
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Opera molto complessa ed ancor più discutibile con cui il talentuoso autore danese Lars von Trier si cimenta in indagini psicoanalitiche e filosofiche, condendo il tutto con dotti richiami letterari ed artistici. L’opera che ne deriva è tanto ambiziosa quanto confusa e difficile da decifrare.
La cifra stilistica che caratterizza la pellicola è l’ossessiva ricerca dello sgradevole e del disturbante; sembra in effetti che von Trier si sforzi di sfidare il buon gusto, provocando pesantemente lo spettatore nel nome di una libertà artistica che non accetta alcun limite, tantomeno quelli dettati dall’etica e dalla morale.
Il prodotto finale è un’opera cinematografica deformata da questo pervicace desiderio di scioccare ad ogni costo il pubblico, elemento che finisce col penalizzare lo stesso reale valore artistico della pellicola.
Provando a catalogare l’opera dentro i canoni della cinematografia classica, la si può definire un thriller orrorifico che, seguendo un filone invalso già intorno all’inizio del ventunesimo secolo, propone, con sadico compiacimento, una serie di situazioni in cui un odioso maniaco psicopatico infligge ogni specie di tortura alle sue malcapitate vittime. Il pubblico è costretto ad assistere inerme allo spettacolo e ne resta frustrato in quanto desidererebbe vedere una punizione del carnefice, ma questo naturale desiderio non viene appagato. Insomma un film dalla cui visione se ne esce soddisfatti solo se masochisti.
Tra i riferimenti letterari rinvenibili, quello certamente più esplicito, ma francamente poco convincente, è all’”Inferno” di Dante, mentre nell’assenza di sensi di colpa e nell’impunità dell’assassino, si può forse cogliere una specie di rivisitazione del “Delitto e castigo” di Dostoevskij.
Il difficile ruolo del disumano maniaco protagonista è ricoperto da Matt Dillon, mentre Bruno Ganz, in una delle sue ultime prove, interpreta l’enigmatico Virgilio presente dall’inizio della pellicola come voce fuori campo con cui dialoga col maniaco, per poi mostrarsi soltanto nel finale. Per il resto si segnala Uma Thurman nella parte di una delle vittime, la prima.
Talune sequenze macabre risultano effettivamente disgustose.
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stefano pesaresi
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domenica 3 aprile 2022
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treir va all''inferno
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Il film ha i tratti del capolavoro nella recitazione dei protagonisti e nella capacità del regista di descrivere con le immagini i meandri della mente umana. Pecca nell'indugiare sui crimini del killer seriale, per cui il film a metà sembra già completo e sufficiente. Tuttavia la visione allegorica del bene e del male è resa in maniera viva e non retorica. Bello anche e soprattutto il finale con la discesa all'inferno. Non manca mai una vena sadica e grottesca. Superfluo dire che ogni inquadratura di Trier è un piacere per gli occhi di ogni intenditore di cinema.
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lucaguar
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mercoledì 5 gennaio 2022
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il solito lars von trier, tra pregi e difetti
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Il buon Lars von Trier non delude neanche stavolta, anche se non dobbiamo dare a tale afffermazione una connotazione valoriale. Chi lo detesta continuerà a farlo,così come chi lo osanna. Personalmente sono uno dei pochi che ha sempre avuto una posizione ambigua rispetto alle opere del regista danese. Anche "La casa di Jack" porta con sè molte intuizioni importanti e per giunta ben realizzate: la fotografia è ottima (specialmente nella sequenza finale dell'inferno dantesco), la caratterizzazione del personaggio è buona e i dialoghi tra il killer e il suo interlocutore fuori camposono interessanti, come gli intermezzi culturali e le citazioni alte.
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Il buon Lars von Trier non delude neanche stavolta, anche se non dobbiamo dare a tale afffermazione una connotazione valoriale. Chi lo detesta continuerà a farlo,così come chi lo osanna. Personalmente sono uno dei pochi che ha sempre avuto una posizione ambigua rispetto alle opere del regista danese. Anche "La casa di Jack" porta con sè molte intuizioni importanti e per giunta ben realizzate: la fotografia è ottima (specialmente nella sequenza finale dell'inferno dantesco), la caratterizzazione del personaggio è buona e i dialoghi tra il killer e il suo interlocutore fuori camposono interessanti, come gli intermezzi culturali e le citazioni alte. D'altro canto però, troviamo i soliti problemi: anzitutto non si comprende mai fino in fondo se le citazioni suddette siano connesse alla storia secondo un filo logico o se siano soltanto estetismo ed erudizione fini a loro stessi; inoltre quello che è a mio avviso il tema principale del film, ovvero il disturbo ossessivo-compulsivo è rappresentato con moltissime imprecisioni dal punto di vista della sintomatologia psichiatrica. Non è possibile che un ossessivo si pronunci per l'esaltazione della corruzione, del disfacimento delle forme e lo porti pure come sintesi di una forma di arte poichè è esattamente ciò che l'ossessivo cerca in tutti i modi di esorcizzare. Egli cerca l'ordine e la perfezione assoluta e cerca di allontanare l'informe, al contrario. A ciò si aggiunge un profilo del serial killer non particolarmente originale, direi quasi da cinema di genere, se non che egli agisce alla luce del sole, anche se anche questo è già un tema che si ritrova in un certo Dario Argento. Insomma, anche in questo lavoro il regista mantiene certo i suoi punti forti, e forse li migliora rispetto ad altri film, ma i suoi manierismi e il suo autocompiacimento che lo limitano non sembrano volersi dileguare.
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mr.rizzus
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giovedì 11 febbraio 2021
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masterpiece
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mr.rizzus
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martedì 9 febbraio 2021
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masterpiece
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mr.rizzus
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lunedì 8 febbraio 2021
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capolavoro!
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mr.rizzus
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domenica 7 febbraio 2021
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capolavoro assoluto
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ennio
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giovedì 23 aprile 2020
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von trier alla ricerca di mefistofele
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C'è sempre stata una competizione nel cinema, specialmente tra i registi di maggior fama, ad inseguire i record. In questo caso, Von Trier ha cercato di conquistare il trono per il personaggio cinematografico più perverso e crudele della storia. Ha raggiunto un buon risultato, pur nel sacrificio (per lo spettatore) di alcuni momenti davvero sgradevoli anche per gli stomaci più collaudati all'horror-trash.
Nel complesso "la casa di Jack" è un film godibile, e riconoscibilissima è la mano del maestro, anche per la sua abitudine di inserire una voce narrante. Von Trier in età avanzata si fa più cinico ma senza abbandonare i suoi fronzoli umoristici, che invero abbondano in questo film, e tutti ritagliati sul protagonista (un ottimo Matt Dillon), serial killer tanto truculento e privo di empatìa quanto comicamente distratto e fortunato nei suoi crimini.
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