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Il film è basato sulla storia vera dell'avvocatessa americana Judy Wood che grazie ai suoi studi ed alla sua specializzazione in diritto di immigrazione è riuscita a far cambiare la legge sul diritto di asilo negli USA. La vicenda, narrata in modo scorrevole e linare, è quella di una ragazza afgana detenuta in un penitenziario americano in attesa di essere rimpatriata nel suo paese di origine. Il caso viene seguito da Judi Wood, separata con un figlio di 6/7 anni, che trasferitasi a Los Angeles, prima inizia a collaborare con un importante studio associato (dove le viene affidato il caso), e poi apre un piccolo studio legale dedicandosi completamente alle pratiche di immigrazione anche con piccoli profitti, ma ciò che spinge Judy Wood è soprattutto la ricerca della verità e il riconoscimento della giustizia. La ragazza afgana - "colpevole" nel suo paese di voler insegnare a scrivere ed a leggere alle bambine - viene arrestata e stuprata; una volta scappata in America viene arrestata come clandestina. Grazie alla tenacia della sua avvocatessa, che non si fermerà al primo grado di giudizio, il legale propone appello chiedendo il diritto di asilo per questa donna stante l'elevato rischio di essere perseguitata al suo rientro in patria. La Corte accoglie l'appello dando inizio all'iter legislativo di modifica della legge sul diritto di asilo negli USA che salverà migliaia di donne. Il tema trattato dalla pellicola é serio ed ancora attuale; la bravura della sceneggiatura e della regia sta nel proporlo nel modo più semplice possibile. Unico limite del film sta però nel suo ritmo un pò lento e nella sua confezione tipica da "film tv". Per il resto è ben interpretato da tutto il cast ed in particolare dalle 2 attrici protagoniste. Nell'ultima scena compare la vera Judy Wood che continua la sua attività legale in favore degli immigrati.
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