samanta
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martedì 15 gennaio 2019
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quando la fantasia trasforma le realtà
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Robert Zemeckis noto e bravo regista americano di tante pellicole di successo (ad esempio: Forrest Gump, per cui ha preso l'Oscar, Cast Away, Ritorno al futuro, Chi incastrato Roger Rabbit) ha diretto e sceneggiato il film che è tratto da una storia vera, il cui protagonista è ancora vivo.
[Spoiler] La trama: Mark Hogancamp (Steve Carell) era un disegnatore di fumetti di successo, in un bar ubriaco viene preso in giro e quando lui dice che gli piace mettere le scarpe a spille 5 avventori lo pestano sevggiamente e viene ricoverato in ospedale in pericolo di vita. Si salva, ma il pestaggio ha provocato danni irreversibili, in particolare la capacità di disegnare e una grave forma di amnesia per cui non ricorda interi periodi della sua vita.
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Robert Zemeckis noto e bravo regista americano di tante pellicole di successo (ad esempio: Forrest Gump, per cui ha preso l'Oscar, Cast Away, Ritorno al futuro, Chi incastrato Roger Rabbit) ha diretto e sceneggiato il film che è tratto da una storia vera, il cui protagonista è ancora vivo.
[Spoiler] La trama: Mark Hogancamp (Steve Carell) era un disegnatore di fumetti di successo, in un bar ubriaco viene preso in giro e quando lui dice che gli piace mettere le scarpe a spille 5 avventori lo pestano sevggiamente e viene ricoverato in ospedale in pericolo di vita. Si salva, ma il pestaggio ha provocato danni irreversibili, in particolare la capacità di disegnare e una grave forma di amnesia per cui non ricorda interi periodi della sua vita. Si ricrea come fotografo e in particolare costruisce in miniatura un villaggio belga: Marwen ambientato durante la II guerra mondiale, abitato dal capitano di aviazione Mark Hogan abbattuto vicino al villaggio che con sei donne armate fino ai denti difendono il villaggio dai nazisti. I personaggi sono bambolotti che hanno divise, vestiti, armi, macchine e simboli perfettamente adeguati ai tempi e che Mark fotografa ingrandendoli nelle foto. Nella fantasie oniriche di Mark (citando Tolkien: la fantasia non è fuga del traditore, ma l'evasione del prigioniero) questi bambolotti si animano, si ingrandiscono e hanno aspetto umano, le mirabolanti avventure si concludono spesso positivamente e Mark si sveglia di soprassalto (direi è un riferimento ai Sogni Proibiti di Danny Kay). Mark si rifiuta ad andare al processo dei suoi 5 torturatori, quando si decide di andare la prima volta scappa dall'aula, ma alla fine ritorna e la sua deposizione sarà decisiva, nella stesso giorno ha luogo la mostra delle sue forografie tutte ambientate a Marwen e con i suoi personaggi. Nel frattempo si era inamorato di una vicina gentile Nicol (Leslie Mann) che però lo delude perché gli dice che per lei è solo un amico, ma anche questa delusione gli permetterà di relazionare con la padrona del negozio Roberta (Merrit Wever) dove comprava i bambolotti e gli altri giocattoli.
La dico subito il film è un pò noioso e confuso nella trama, anche se parte da un'idea e da un soggetto interessanti e molto belli, ma non possiede la verve, la briosità e anche la genialità solite nei film di Zemeckis, è un film di fantasia direi quasi una fiaba che ha momenti belli, commoventi: vedere come un essere umano è stato colpito per pura malvagità, in qualche caso fa sorridere, ma che non convince del tutto. Buona la recitazione di Steve Carell (che abbiamo visto recentemente in Vice), in una parte molto difficile, mediocre la recitazione degli altri interpreti.
Ho apprezzato molto il finale che dà una speranza: anche nelle condizioni più disperate c'é una possibilità di uscire dalla prigione, c'è sempre una luce in fondo al tunnel ...
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luca scialo
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venerdì 12 aprile 2019
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zemeckis si sforza di raccontare una storia vera incredibile
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Robert Zemeckis non ha bisogno di presentazioni. Conosciamo il suo genio, a partire dal cult Ritorno al futuro. Nella fattispecie, ha provato a raccontare una storia incredibile. Quella del fumettista Mark Hogancamp, che dopo aver subito il pestaggio quasi mortale da parte di 4 xenofobi neonazisti, per il semplice fatto che ami le scarpe col tacco delle donne pur non essendo gay, è rimasto scioccato. E per eludere la difficile realtà, si è costruito un modo fantastico utilizzando delle dolls. Che altro non sono che la trasposizione delle donne che lo stanno aiutando nel tentativo di tornare alla normalità, oltre che la sua. Ovvero, un valoroso soldato americano di nome Hogie, che con quelle donne, combatte quotidianamente contro dei nazisti che non muoiono mai.
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Robert Zemeckis non ha bisogno di presentazioni. Conosciamo il suo genio, a partire dal cult Ritorno al futuro. Nella fattispecie, ha provato a raccontare una storia incredibile. Quella del fumettista Mark Hogancamp, che dopo aver subito il pestaggio quasi mortale da parte di 4 xenofobi neonazisti, per il semplice fatto che ami le scarpe col tacco delle donne pur non essendo gay, è rimasto scioccato. E per eludere la difficile realtà, si è costruito un modo fantastico utilizzando delle dolls. Che altro non sono che la trasposizione delle donne che lo stanno aiutando nel tentativo di tornare alla normalità, oltre che la sua. Ovvero, un valoroso soldato americano di nome Hogie, che con quelle donne, combatte quotidianamente contro dei nazisti che non muoiono mai. I quali, altro non sono che coloro che lo hanno pestato a sangue. Le sue avventure immaginarie si svolgono a Marwel, una cittadina tipica del belgio. Con una piazza, una fontana al centro, una chiesetta e negozietti che la circondano. Ai suoi personaggi si aggiungerà anche la graziosa vicina appena arrivata. La quale, se nel suo mondo inventato si innamorerà di Hogie, nella realtà non contraccambierà i suoi sentimenti. Ma il signor Hogancamp ha un'altra missione ben più ardua da portare a termine: depositare la propria testimonianza contro chi lo ha pestato, stravolgendogli la vita. Raccontare in formato Cinema una simile storia non è facile, soprattutto quando la realtà finisce per superare la stessa fantasia di cui il Cinema si nutre. Zemeckis, che è un maestro di inventiva, ci ha provato. E il risultato finale è riuscito a metà, visto che non manca un pò di confusione. Ma era lo stesso progetto iniziale ad essere ambizioso. Non manca comunque un riferimento al mitico Ritorno al futuro, quando la strega che influenza la vita di Hogie vuole portarlo con sè nel futuro su una macchina del tempo. Molto simile alla Delorean. Una chicca che i cultori della filmografia di Zemeckis apprezzeranno senz'altro.
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annalisa
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domenica 28 aprile 2019
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una via diversa nell'affrontare la paura
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Tutti hanno bisogno di una storia. Questa ti serve per raccontare aneddoti, ridere o piangere, esperienze da non ripetere o da voler rivivere. Una storia ti serve a crescere e a capire chi tu sia e sei diventato. Ma se questo non avvenisse più, e tutta la tua vita viene cancellata?
Ecco che così prende vita Marwin. Un posto che non esiste in una realtà realmente esistita. Dove diverso era "sinonimo" di bersaglio.
La storia narra di un uomo con una strana passione nell'indossare scarpe da donna, per motivi x il discorso esce in un bar e 5 uomini lo pestano a tal punto (come dice il film) da "cancellargli la memoria a calci".
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Tutti hanno bisogno di una storia. Questa ti serve per raccontare aneddoti, ridere o piangere, esperienze da non ripetere o da voler rivivere. Una storia ti serve a crescere e a capire chi tu sia e sei diventato. Ma se questo non avvenisse più, e tutta la tua vita viene cancellata?
Ecco che così prende vita Marwin. Un posto che non esiste in una realtà realmente esistita. Dove diverso era "sinonimo" di bersaglio.
La storia narra di un uomo con una strana passione nell'indossare scarpe da donna, per motivi x il discorso esce in un bar e 5 uomini lo pestano a tal punto (come dice il film) da "cancellargli la memoria a calci".
L'uomo vivo per miracolo, vignettista di fumetti un tempo (quel tempo che non ricorda), ha perso la forza nelle dita per poter disegnare, ma una cosa gli riesce bene. Quella di fare le foto.
Così, prendono vita i suoi personaggi, raccontandogli storie continue, dove non si sa da dove vengono ma si sa chi sono.È la perfetta rappresentazione di una realtà troppo crudele che non si riesce ad affrontare di persona! Tutte le analogie, anche se buttate lì hanno il loro senso. Quello che pensi che sia la tua eroina malvagia è in realtà, l'antidololorifico trasformato in droga, che non ti fa andare avanti e ti lascia intrappolato, creando un senso di colpa che ti bussa nell'orecchio facendoti pensare che il tutto accade perché te lo meriti.
Le guardie che continuano a prendere vita, perché nella realtà hai paura di affrontare i tuoi carnefici. E questi non possono morire finché non vengono affrontati.
E poi una storia d'amore che lega tutto il filo logico del film. Inizialmente confusa tra immaginazione e realtà, porta il protagonista a dichiararsi per essere poi rifiutato! Il rifiuto da la chiave del film, ossia alla guarigione. La realtà e l'immaginazione si separano, iniziando a vivere le loro vite separatamente...
Il film lascia diversi punti interrogativi, ma se molti dettagli non li conosce il protagonista, allora perché dovremmo saperlo anche noi?
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elgatoloco
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giovedì 26 settembre 2019
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film intelligente e emotivamente coinvolgente
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"Welcome to Marwen"(2018, Robert Zemeckis)è una conferma, di un grande talento, che in"Back to Future", "Roger Rabbit", "Forrest Gump"e altri film si era già espresso compiutamente. Qui, narrando-ricreando la vicenda di Mark Hogancamp, Zemerckis, anche autore della sceneggiatura, "gioca"su vari terrenni: passato e presente, film d'attori e di "cartoons", ma, a differenza che in"Roger Rabbit"(1988)qui la proposta anche etica è molto chiara ed espressa compiutamente: contro la tendenzaa razzista che discimina non solo gay(non era il caso del "fumettista"Hogancamp, che si metteva scarpe da donne per cogliere "l'essenza della femminilità"), ma anche chi è in qualche modo eccentrico.
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"Welcome to Marwen"(2018, Robert Zemeckis)è una conferma, di un grande talento, che in"Back to Future", "Roger Rabbit", "Forrest Gump"e altri film si era già espresso compiutamente. Qui, narrando-ricreando la vicenda di Mark Hogancamp, Zemerckis, anche autore della sceneggiatura, "gioca"su vari terrenni: passato e presente, film d'attori e di "cartoons", ma, a differenza che in"Roger Rabbit"(1988)qui la proposta anche etica è molto chiara ed espressa compiutamente: contro la tendenzaa razzista che discimina non solo gay(non era il caso del "fumettista"Hogancamp, che si metteva scarpe da donne per cogliere "l'essenza della femminilità"), ma anche chi è in qualche modo eccentrico....Ricerca intelligente, come sempre, quella di Zemeckis, che qui ripropone l'eterno pericolo del nazismo, ora travestito da"neonazismo"non meno pericoloso... Da esaminare con attenzione, questo film, sia sul piano tecnico(la contaminazione con il fumetto oggi risulta molto più efficace che più di 30 anni fa, merito, ovviamente, dello sviluppo teconolgico segnata<mente in campo informatico)sia su quello della produzione di senso, dove bisogna sempre ricordare che tra i due libelli non c'è stacco. Se le donne del film sono bellissime(per non far torto a nessuna non si potrebbero citare analiticamente)quanto bravissime, idem vale per le bambole che le riproducono. Steve Carell è protagonista di rara intensità, decisamente più impegnato, qui, come interprete drammatico che comico, senza che peraltro tra i due livelli (comico e drammatico)si crei uno stacco oppure, peggio, una schisi. El Gato
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felicity
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martedì 21 gennaio 2020
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incubo bizzarro e sogno dolcissimo
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Tra live action e stop motion, una nuova, grandiosa, fantastica sfida nel cinema di Zemeckis, che mantiene, con un miracoloso equilibrio, il gioco e il dramma.
Benvenuti a Marwen è drammatico e angoscioso, ma è anche liberissimo e sanamente purificatorio, è un incubo bizzarro e un sogno dolcissimo, opera a suo modo infinita nello smarrirsi e riprodursi senza soluzione di continuità tra il presente e il passato, tra il cinema e la Storia, tra l'artificiale e il reale, tra il live action e il motion capture, i colori e gli oggetti, tra i modellini e il digitale; e ancora una volta la perizia tecnica, il dettaglio, gli effetti visivi danno forma straordinaria al sentimento.
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Tra live action e stop motion, una nuova, grandiosa, fantastica sfida nel cinema di Zemeckis, che mantiene, con un miracoloso equilibrio, il gioco e il dramma.
Benvenuti a Marwen è drammatico e angoscioso, ma è anche liberissimo e sanamente purificatorio, è un incubo bizzarro e un sogno dolcissimo, opera a suo modo infinita nello smarrirsi e riprodursi senza soluzione di continuità tra il presente e il passato, tra il cinema e la Storia, tra l'artificiale e il reale, tra il live action e il motion capture, i colori e gli oggetti, tra i modellini e il digitale; e ancora una volta la perizia tecnica, il dettaglio, gli effetti visivi danno forma straordinaria al sentimento.
Zemeckis fa quello che gli riesce meglio: si affida a Steve Carell per il doppio ruolo dell’Hogancamp reale e della sua trasposizione action figure e prova a catturare questa “doppia” esistenza senza soluzione di continuità, alternando live action e performance capture.
Per ragionare ancora una volta sulla fusione tra realtà e immaginazione, tra perdita e recupero.
Con Steve Carell nuovo Forrest Gump.
Benvenuti a Marwen potrebbe leggersi anche come un film sull’uguaglianza di gender, che condanna ogni forma di intolleranza. Di qualsiasi tipo. Perché è vero, ognuno deve essere libero di vivere la propria vita come vuole. Senza doversene mai vergognare. Quello che ognuno di noi sente di voler fare conta molto di più di quello che gli altri si aspettano da noi.
E Benvenuti a Marwen è ancora una volta un film profetico e rivoluzionario.
Per entrarci davvero dentro, anche nella vita del villaggio durante la Seconda Guerra Mondiale, ci vogliono degli occhiali speciali.
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inesperto
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mercoledì 16 gennaio 2019
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bambole assassine
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Il film è molto ben confezionato, non c'è che dire. Le donne di Marwen sono allo stesso tempo personaggi principali e secondari, al fine di porre al centro della scena il nostro protagonista e la sua vicenda personale. Mark ha la passione tutta particolare delle scarpe femminili; una sera, ubriaco, commette il grave errore di parlarne di fronte ad una banda di filo-nazi. Il pestaggio che ne consegue lo riduce in fin di vita e gli cancella la memoria; ma lo rinchiude anche in una prigione di paura dalla quale trova sfogo creando un mondo di fantasia popolato da bambole, nel quale il suo alter ego è un eroe, aiutato e sostenuto da coloro che hanno fatto altrettanto nella vita reale, le sue amiche.
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Il film è molto ben confezionato, non c'è che dire. Le donne di Marwen sono allo stesso tempo personaggi principali e secondari, al fine di porre al centro della scena il nostro protagonista e la sua vicenda personale. Mark ha la passione tutta particolare delle scarpe femminili; una sera, ubriaco, commette il grave errore di parlarne di fronte ad una banda di filo-nazi. Il pestaggio che ne consegue lo riduce in fin di vita e gli cancella la memoria; ma lo rinchiude anche in una prigione di paura dalla quale trova sfogo creando un mondo di fantasia popolato da bambole, nel quale il suo alter ego è un eroe, aiutato e sostenuto da coloro che hanno fatto altrettanto nella vita reale, le sue amiche. Una lode speciale a Steve Carell, che continua a fornire interpretazioni sempre più convincenti. Ebbene, la trama c'è tutta, il lavoro è ottimo, eppure, col materiale a disposizione, ci si aspettava che questa pellicola fosse molto più commovente di quanto non sia. Si può dire, in conclusione, che manchi solo la ciliegina su di una torta già apprezzabile.
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[+] la fantasia, rifugio da una realtà fatta di dolore
(di antonio montefalcone)
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