brunopepi
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domenica 20 settembre 2020
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un willis a far da tappezzeria
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Dovrei fare prevalentemente la recensione al film pero con una parentesi sull'attore, forse il migliore dei suoi ultimi otto anni per un Willis che fa da tappezzeria, un soggetto che si aggrappa al classico thriller non uscendone poi male e direi anche a sorpresa stuzzicante nella solita vicenda della vendetta personale, questa volta meno soporifero e addirittura con una pur relativa apprensione in alcune sequenze. Attori emergenti anche se non del tutto sconosciuti, inespressivi ma supportati da un soggetto misurato.
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Dovrei fare prevalentemente la recensione al film pero con una parentesi sull'attore, forse il migliore dei suoi ultimi otto anni per un Willis che fa da tappezzeria, un soggetto che si aggrappa al classico thriller non uscendone poi male e direi anche a sorpresa stuzzicante nella solita vicenda della vendetta personale, questa volta meno soporifero e addirittura con una pur relativa apprensione in alcune sequenze. Attori emergenti anche se non del tutto sconosciuti, inespressivi ma supportati da un soggetto misurato.
Dicevo iniziando, Bruce Willis, ormai relegato al ruolo di partecipazione in molti dei suoi ultimi lavori, notando come negli schemi di marketing il suo nome, specialmente sulle locandine, appaia sempre da protagonista o coprotagonista il che ci porta a pensare nell'inganno pubblicitario, attraverso il suo prestigio, di quel prestigio che poi va scemando, ma che attira, anche se poi ci lascia alquanto infastiditi nel decifrarne l'inganno verso lo spettatore. In questo caso è addirittura relegato a un ruolo tanto infimo per la sua fama da lasciarci quella sensazione di burla e ilarità. Comunque se osservate la sua filmografia negli ultimi otto anni si deduce quanti registi di poca risonanza siano riusciti a strappare la sua firma con un basso budget, senza però mai riuscire a mettere a segno un risultato da più di due stelle. Mortificante, ma si capisce che la sua notorietà bene o male catalizza ancora, anche se poi... ennesima delusione.
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felicity
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mercoledì 15 luglio 2020
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willis al solito fa lo specchietto per allodole
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In ACTS OF VIOLENCE la sceneggiatura è bandita, o meglio è limitata alle sole azioni punta e spara quanti più proiettili possibili.
Il film è pieno di incongruenze che nemmeno si contano.
Un prodotto di serie C, davvero pessimo. Probabilmente girato al massimo in 4 giorni.
C'è pochissima caratterizzazione dei personaggi, ci sono dialoghi poco effervescenti, non c'è una linearità in quello che viene presentato e non c'è grande carica interpretativa, soprattutto perchè Willis viene messo in secondo piano, con un paio di scene in un ufficio e amen.
Per Willis un finale di carriera inspiegabile anche perchè la motivazione economica non regge per uno con il suo background.
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In ACTS OF VIOLENCE la sceneggiatura è bandita, o meglio è limitata alle sole azioni punta e spara quanti più proiettili possibili.
Il film è pieno di incongruenze che nemmeno si contano.
Un prodotto di serie C, davvero pessimo. Probabilmente girato al massimo in 4 giorni.
C'è pochissima caratterizzazione dei personaggi, ci sono dialoghi poco effervescenti, non c'è una linearità in quello che viene presentato e non c'è grande carica interpretativa, soprattutto perchè Willis viene messo in secondo piano, con un paio di scene in un ufficio e amen.
Per Willis un finale di carriera inspiegabile anche perchè la motivazione economica non regge per uno con il suo background.
Insomma, Donowho mette in scena il classico film action usa e getta, per i soli patiti del genere e per chi non ha voglia di storie ben raccontate, ma solo per serate apatiche.
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