paola libro
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domenica 22 gennaio 2017
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viaggio fisico, psicologico ed emotivo verso casa
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"Lion – il viaggio verso casa”
Ispirato ad una storia reale, è il viaggio fisico, psicologico ed emotivo del giovane Saroo alla ricerca delle proprie origini, dei propri cari e della propria terra, vivi solo nei ricordi. Un bambino che viveva in un villaggio poverissimo dell’India della fine degli anni ’80 del novecento, dagli occhioni neri e vispi, che per una serie di circostanze, da una parte avverse ma dall’altra fortunatissime, si ritrova solo su un treno senza possibilità di scendervi per diversi giorni. Ed una volta giù dal treno ha inizio la sua avventura alla ricerca della strada giusta per tornare a casa: piccolo e con un linguaggio non del tutto corretto, com’è tipico per la tenera età, che lo farà allontanare sempre più dalla meta; nel corso del suo viaggio, tuttavia, riesce a sfuggire a diverse situazioni pericolose grazie a quell’istintività e quell’astuzia acquisite vivendo per strada, giungendo infine in un orfanotrofio terrificante di Calcutta che, però, per l’umanità dell’assistente sociale sarà la sua ancora di salvezza: adottato da una agiatissima famigli australiana, alla quale sarà riconoscente e lagatissima per tutta la vita, il giovane Saroo ha la possibilità di studiare e realizzare il suo sogno di imprenditorialità, dimenticando la sua triste storia di abbandono.
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"Lion – il viaggio verso casa”
Ispirato ad una storia reale, è il viaggio fisico, psicologico ed emotivo del giovane Saroo alla ricerca delle proprie origini, dei propri cari e della propria terra, vivi solo nei ricordi. Un bambino che viveva in un villaggio poverissimo dell’India della fine degli anni ’80 del novecento, dagli occhioni neri e vispi, che per una serie di circostanze, da una parte avverse ma dall’altra fortunatissime, si ritrova solo su un treno senza possibilità di scendervi per diversi giorni. Ed una volta giù dal treno ha inizio la sua avventura alla ricerca della strada giusta per tornare a casa: piccolo e con un linguaggio non del tutto corretto, com’è tipico per la tenera età, che lo farà allontanare sempre più dalla meta; nel corso del suo viaggio, tuttavia, riesce a sfuggire a diverse situazioni pericolose grazie a quell’istintività e quell’astuzia acquisite vivendo per strada, giungendo infine in un orfanotrofio terrificante di Calcutta che, però, per l’umanità dell’assistente sociale sarà la sua ancora di salvezza: adottato da una agiatissima famigli australiana, alla quale sarà riconoscente e lagatissima per tutta la vita, il giovane Saroo ha la possibilità di studiare e realizzare il suo sogno di imprenditorialità, dimenticando la sua triste storia di abbandono. Ognuno di noi è unico e speciale proprio per le proprie vicende vissute ma non si può sfuggire dal passato: occorre accettarlo per poter vivere bene nel presente in vista di un futuro sereno; ben presto il passato, infatti, tornerà a bussare alla sua porta, materializzandosi sotto forma di un tipico dolce indiano, sempre desiderato nell’infanzia ma mai assaggiato perché troppo costoso; le conseguenze del risveglio di quel ricordo ormai lontano dalla sua mente riapre profonde ferite, rimarginate solo in superficie. E così, su spinta di colleghi e della fidanzata, comincia una vera e propria ricerca personale, che a poco a poco lo allontanerà da tutto e tutti (famiglia, fidanzata, amici, lavoro), aiutato dalla tecnologia e dalla applicazioni di Google Earth. Si tratta di una ricostruzione tecnologia inversa rispetto al viaggio fisico di andata, con la simulazione di velocità ed esplorazioni di luoghi che si alternano a flashback impressi nella sua mente. Un lavoro minuzioso, a tratti snervanti, che alla fine gli permetteranno di individuare il suo villaggio originario, a cui fa seguito il viaggio fisico per ritornare a casa propria. L’abbraccio amorevole della madre, che lo riconosce per una cicatrice in fronte, permetterà di ricongiungere le due famiglie, quella indiana e quella australiana che lo ha cresciuto. Saroo scopre di aver sempre pronunciato male sia il nome del villaggio natale sia il proprio nome che è nella lingua locale significa “Re della foresta”. Le emozioni vissute e le lacrime tra i protagonisti della storia e quelle degli spettatori in sala sono strettamente intrecciate.
Paola Libro
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mike26
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venerdì 21 luglio 2017
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le radici sono le radici
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Un film delicato,commovente,potente, che ci porta nell'India fine anni 80, dove povertà, sovrappopolamento e delinquenza la fanno da padrona. La storia Vera raccontata da Garth davis ci apre il cuore, ci scuote e percuote l'anima in un misto di emozioni, la prima parte tutta sottotitolata (ottima scelta) ci parla dei due fratelli saroo 4 anni, guddu, e di Kamla la madre dei due, e della loro completa sintonia e complicità, che svanisce nel momento in cui il destino decide di separarli: una notte, saroo accompagnato il fratello a lavoro, sale erroneamente su un treno che lo trasporterà a 1.600 km di distanza dal suo villaggio, senza possibilità di ritornarvi, il resto sarà un viaggio lungo, pieno di paure per Saroo, che lo porterà nella seconda parte del film ad essere adottato da una famiglia Australiana per iniziare una nuova Vita, ma le radici sono le radici e dopo 25 anni si metterà in cerca della sua Famiglia.
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Un film delicato,commovente,potente, che ci porta nell'India fine anni 80, dove povertà, sovrappopolamento e delinquenza la fanno da padrona. La storia Vera raccontata da Garth davis ci apre il cuore, ci scuote e percuote l'anima in un misto di emozioni, la prima parte tutta sottotitolata (ottima scelta) ci parla dei due fratelli saroo 4 anni, guddu, e di Kamla la madre dei due, e della loro completa sintonia e complicità, che svanisce nel momento in cui il destino decide di separarli: una notte, saroo accompagnato il fratello a lavoro, sale erroneamente su un treno che lo trasporterà a 1.600 km di distanza dal suo villaggio, senza possibilità di ritornarvi, il resto sarà un viaggio lungo, pieno di paure per Saroo, che lo porterà nella seconda parte del film ad essere adottato da una famiglia Australiana per iniziare una nuova Vita, ma le radici sono le radici e dopo 25 anni si metterà in cerca della sua Famiglia. gli attori, Dev Patel e la sempre brava Nicole Kidman ci regalano un performance ad alti livelli, Sunny Pawar nelle vesti del piccolo Saroo è di una dolcezza unica, e Rooney Mara è sempre impeccabile. bellissima la fotografia e le musiche, per un film che merita di essere visto assolutamente!.
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maurizio meres
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martedì 27 dicembre 2016
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una grande storia
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Una storia vera raccontata splendidamente,toccante per la realtà di come vivono i bambini in India,abbandonati a se stessi senza un briciolo di assistenza in un paese dove la corsa al consumismo non ammette sentimentalismi,solo in alcuni casi come la storia del piccolo Saroo l'epilogo non è drammatico seppur la sua esistenza è segnata da momenti difficili.
Il bravissimo regista Garth Davis,passa dall'adolescenza alla maturazione del personaggio ,essendo i due momenti più importanti,senza perdersi in facili sentimentalismi scenici,ma soltanto emozionare il publico con la pura verità.
Bellissima la prima parte tutta in lingua originale con sottotitoli,sicuramente per dare più peso alla vera realtà di come il bambino sia vissuto in quel momento,ma senza tralasciare il grande amore materno,sia della vera madre che quella adottiva.
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Una storia vera raccontata splendidamente,toccante per la realtà di come vivono i bambini in India,abbandonati a se stessi senza un briciolo di assistenza in un paese dove la corsa al consumismo non ammette sentimentalismi,solo in alcuni casi come la storia del piccolo Saroo l'epilogo non è drammatico seppur la sua esistenza è segnata da momenti difficili.
Il bravissimo regista Garth Davis,passa dall'adolescenza alla maturazione del personaggio ,essendo i due momenti più importanti,senza perdersi in facili sentimentalismi scenici,ma soltanto emozionare il publico con la pura verità.
Bellissima la prima parte tutta in lingua originale con sottotitoli,sicuramente per dare più peso alla vera realtà di come il bambino sia vissuto in quel momento,ma senza tralasciare il grande amore materno,sia della vera madre che quella adottiva.
Gli attori tutti bravissimi,che dire del bambino che interpreta il piccolo Saroo,qualcosa di meraviglioso,con un ottima fotografia che da il vero senso del malessere sociale.
Ambientazione bellissima dell'isola di Tasmania,un altro mondo culturalmente aperto all 'uguaglianza sociale.
Film gradevole da vedere,commovente,con un finale vero in cui le foto che scorrono,dei personaggi reali sono la vera essenza dell'amore materno.
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francesco izzo
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domenica 1 gennaio 2017
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molto bello ma lento
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La storia raccontata dal film è una storia vera. E sono molto realistici infatti sia i furtarelli dei due fratellini, sia la loro solidarietà nella miseria, sia la paura del protagonista bambino salito improvvidamente su un treno e portato lontano dai suoi luoghi di origine, sia le sue fughe per sfuggire ad infami aguzzini che approfittano dei piccoli vagabondi.
Poi l'adozione, il fratello adottivo con grossi problemi, e i genitori adottivi estremamente generosi ed affettuosi.Infine la sua ricerca delle origini, che gli nasce da dentro e non cozza, anzi si intreccia con l'amore per la fidanzata, i genitori e il fratello adottivi .
La storia è molto bella, al di la della pur ben realizzata interpretazione degli attori; unico difetto, a mio parere, la lentezza estrema dello svolgimento.
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La storia raccontata dal film è una storia vera. E sono molto realistici infatti sia i furtarelli dei due fratellini, sia la loro solidarietà nella miseria, sia la paura del protagonista bambino salito improvvidamente su un treno e portato lontano dai suoi luoghi di origine, sia le sue fughe per sfuggire ad infami aguzzini che approfittano dei piccoli vagabondi.
Poi l'adozione, il fratello adottivo con grossi problemi, e i genitori adottivi estremamente generosi ed affettuosi.Infine la sua ricerca delle origini, che gli nasce da dentro e non cozza, anzi si intreccia con l'amore per la fidanzata, i genitori e il fratello adottivi .
La storia è molto bella, al di la della pur ben realizzata interpretazione degli attori; unico difetto, a mio parere, la lentezza estrema dello svolgimento.
E una certa smielatura di fondo che è pur sempre credibile (se la storia è vera...!!), ma si avverte con una certa insistenza soprattutto nella seconda parte del film.
Comunque lo consiglio certamente.
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maria f.
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lunedì 13 febbraio 2017
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evviva i buoni film!
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Ho letto un commento sul Forum di Mymovies che definisce questo film una storia da vedere mentre si stira, più avanti c’è un’altra definizione inaudita per qualificarne la fine: “carambata”.
Tutti possono muovere critiche, e ci mancherebbe, ma il commento definisce anche la sensibilità e il gusto della persona, che evidentemente non è del tutto attenta al mondo di quei bambini che quotidianamente in tutti gli angoli del nostro pianeta sono sfruttati e abusati e devono difendersi dai mostri che li circondano anche solo per mettere nello stomaco un sudicio torsolo di mela.
Il film è tratto da una delle tante storie reali purtroppo, e quindi lo definirei un documentario, un reportage.
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Ho letto un commento sul Forum di Mymovies che definisce questo film una storia da vedere mentre si stira, più avanti c’è un’altra definizione inaudita per qualificarne la fine: “carambata”.
Tutti possono muovere critiche, e ci mancherebbe, ma il commento definisce anche la sensibilità e il gusto della persona, che evidentemente non è del tutto attenta al mondo di quei bambini che quotidianamente in tutti gli angoli del nostro pianeta sono sfruttati e abusati e devono difendersi dai mostri che li circondano anche solo per mettere nello stomaco un sudicio torsolo di mela.
Il film è tratto da una delle tante storie reali purtroppo, e quindi lo definirei un documentario, un reportage.
Quel tratto di vita del piccolo Saroo, che va dal vagare nella stazione vicina al suo villaggio per cercare il fratello fino ai due anni successivi, fa accapponare la pelle.
Finalmente poi è adottato e può così trascorrere la sua vita nella normalità, ma ecco che affiorano ricordi della sua infanzia e comincia il tarlo che lo divora, cioè la necessità di volere conoscere le sue origini, e pur non disconoscendo i suoi genitori adottivi che lo sostengono in questa impresa, comincia la sua ricerca di sensazioni affettive, sensoriali, immagini impresse per sempre dentro di lui che con difficoltà lo porteranno a individuare il suo luogo di nascita e la sua mamma biologica.
In India ci sono migliaia di bambini che vivono per strada, che hanno come unico bene di proprietà un pezzo di cartone sul quale potersi stendere e riposare, attenti sempre che qualcuno non li insidi o che non siano rapiti.
E’ una popolazione infantile talmente numerosa che le Missioni stabilitesi in quei luoghi non sono in grado di ospitarli tutti.
Sono favorevole alle adozioni a distanza ed io stessa ho adottato a distanza - presso il PIME di Milano (Pontificio Istituto Missioni Estere) - una bambina, condivido il pensiero della signora Brierley e l’ammiro per l’immensa generosità che ha dimostrato rinunciando a dei figli propri, preferendo accogliere bambini rifiutati dal mondo.
Ringrazio il regista, gli attori tutti e lo staff al completo per aver raccontato con sapienza e maestria, senza inutili fronzoli questa vicenda, trasmettendoci solo l’autenticità dei fatti.
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[+] teoria della mente
(di antoniobianchi)
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jackmalone
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giovedì 16 marzo 2017
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alla ricerca del poco tempo perduto
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Nella vita di ognuno di noi c'è qualcosa che ci lega sempre al passato: sensazioni , emozioni, immagini e soprattutto odori che risvegliano ricordi di ciò che siamo stati o immaginato con il rimpianto e l'impotenza di non poter riacchiappare mai più quei momenti. Quando il rapporto con il passato si s stravolge in modo tanto traumatico, come nel caso del piccolo Saroo, le immagini, i suoni e gli odori della sua breve vita in India diventano il filo che lo riporterà indietro ;tutto il suo viaggio è già compiuto prima ancora di prendere l'aereo che da adulto lo riporterà finalmente verso casa. E' un viaggio bellissimo che Saroo adulto compie dentro se stesso, pieno di dubbi e di incertezze, assalito da sensi di colpa verso i genitori adottivi, verso il fratello problematico, verso la compagna, ma è un viaggio che non può evitare: deve tornare indietro per capire se qualcuno lo ha cercato , se suo fratello non lo ha dimenticato, se sua madre è stata in trepidazione per lui:deve sapere se lo hanno veramente amato.
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Nella vita di ognuno di noi c'è qualcosa che ci lega sempre al passato: sensazioni , emozioni, immagini e soprattutto odori che risvegliano ricordi di ciò che siamo stati o immaginato con il rimpianto e l'impotenza di non poter riacchiappare mai più quei momenti. Quando il rapporto con il passato si s stravolge in modo tanto traumatico, come nel caso del piccolo Saroo, le immagini, i suoni e gli odori della sua breve vita in India diventano il filo che lo riporterà indietro ;tutto il suo viaggio è già compiuto prima ancora di prendere l'aereo che da adulto lo riporterà finalmente verso casa. E' un viaggio bellissimo che Saroo adulto compie dentro se stesso, pieno di dubbi e di incertezze, assalito da sensi di colpa verso i genitori adottivi, verso il fratello problematico, verso la compagna, ma è un viaggio che non può evitare: deve tornare indietro per capire se qualcuno lo ha cercato , se suo fratello non lo ha dimenticato, se sua madre è stata in trepidazione per lui:deve sapere se lo hanno veramente amato. Non gli basta l'affetto smisurato dei genitori adottivi che lo hanno desiderato : deve sapere se "i suoi" hanno sentito la sua mancanza e far sapere loro che ce l'ha fatta, che ha superato tante difficoltà e che non devono più soffrire per causa sua. Attraverso gli occhi di Saroo bambino e di Saroo adulto l'India appare oscura e impenetrabile, capace di misfatti orribili e di profonda religiosità , popolata da personaggi attoniti e impietriti apparentemente indifferenti alle miserie umane dove solo i bambini sembrano persone reali: invisibili che spariscono a migliaia ogni anno, oltraggiati , sfruttati, eppure vivi. E' terribile il confronto tra gli spazi smisurati e desertici della Tasmania e il sovraffollamento altrettanto desolante di Calcutta: sembrano luoghi appartenenti a pianeti diversi che solo l'ostinazione e il coraggio di un piccolo leone sono in grado di riunire. Quando al piccolo Saroo viene comunicato dall'assistente sociale che nessuno ha risposto all'appello per la sua scomparsa il bimbo sembra incredulo e grida :" neanche mia madre mi ha cercato?". E' proprio impossibile che una madre si dimentichi del proprio figlio, lo capisce anche un bambino! Film veramente notevole e raro per le emozioni che riesce a comunicare e la regia da maestro.
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cinemawatcher
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giovedì 5 gennaio 2017
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lion: la lunghissima strada verso casa
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Un bellissimo film. Quando sono entrato in sala avevo l'aria di sufficienza molto molto dubbioso, mentre uscito dalla sala mi sono accorto di aver visto un bellissimo film, con una recitazione molto buona (Nicole Kidman non delude mai) e che non perde mai il filo.
Saroo Brierley all'età di cinque anni sale su treno per sbaglio ritrovandosi a Calcutta 1600 km lontano dalla sua casa. Qui da solo trova il modo per sopravvivere (a mio avviso la prima parte è la migliore). Dopo essere ritrovato dalle autorità viene messo in un orfanotrofio e dopo un po' viene adottato da una famiglia australiana.
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Un bellissimo film. Quando sono entrato in sala avevo l'aria di sufficienza molto molto dubbioso, mentre uscito dalla sala mi sono accorto di aver visto un bellissimo film, con una recitazione molto buona (Nicole Kidman non delude mai) e che non perde mai il filo.
Saroo Brierley all'età di cinque anni sale su treno per sbaglio ritrovandosi a Calcutta 1600 km lontano dalla sua casa. Qui da solo trova il modo per sopravvivere (a mio avviso la prima parte è la migliore). Dopo essere ritrovato dalle autorità viene messo in un orfanotrofio e dopo un po' viene adottato da una famiglia australiana.
Dopo vent'anni decide, utilizzando google earth, di ritrovare la sua famiglia in India, ma non sarà così facile come sembra.
La regia è molto classica, non c'è nulla di nuovo. Ma un film per essere bello non deve essere per forza qualcosa di nuovo. Paesaggi australiani e indiani molto belli.
Dev Patel si conferma un attore molto competente e molto espressivo. Rooney Mara eccezionale. Non le è stato affidato un personaggio molto complicato, ma comunque è riuscita a interpretarlo alla perfezione. Nicole kidman non ha bisogno di recensione.
Detto questo penso sia un film molto elegante e emozionante, consiglio caldamente di vederlo.
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domenica 8 gennaio 2017
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ti cattura dal primo fotogramma
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Non è così scontato uscire dalla sala soddisfatti dei soldi spesi per l'acquisto del biglietto, e per questo film ne è valsa assolutamente la pena. La sala era piena e i commenti finali degli spettatori erano entusiastici. Silenzio assoluto in sala dal primo istante in cui comincia la pellicola e si viene catturati dal fascino dell'India rurale seguendo le vicende del piccolo protagonista, che potrebbe tranquillamente concorrere per il premio Oscar. Ogni tema scottante della povertà indiana viene mostrato, senza tuttavia mai entrare nel morboso o nel violento. Ci sono solo accenni di quello che in realtà avviene ogni giorno in India, come si ricorda alla fine del film: bambini che spariscono, spesso usati come schiavi del sesso o per il traffico di organi.
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Non è così scontato uscire dalla sala soddisfatti dei soldi spesi per l'acquisto del biglietto, e per questo film ne è valsa assolutamente la pena. La sala era piena e i commenti finali degli spettatori erano entusiastici. Silenzio assoluto in sala dal primo istante in cui comincia la pellicola e si viene catturati dal fascino dell'India rurale seguendo le vicende del piccolo protagonista, che potrebbe tranquillamente concorrere per il premio Oscar. Ogni tema scottante della povertà indiana viene mostrato, senza tuttavia mai entrare nel morboso o nel violento. Ci sono solo accenni di quello che in realtà avviene ogni giorno in India, come si ricorda alla fine del film: bambini che spariscono, spesso usati come schiavi del sesso o per il traffico di organi. In questa drammatica realtà seguiamo le vicende tortuose del piccolo protagonista che si perde addormentandosi su un treno che lo trasporterà a migliaia di kilometri da casa fino alla città di Calcutta dove verrà adottato da una coppia australiana. La seconda parte del film è il ritorno di Saroo ormai adulto alla ricerca della sua casa e della sua famiglia, ormai smarrita da 25 anni.
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immersanelblu
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mercoledì 25 gennaio 2017
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merita davvero di essere premiato
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Tratto da una storia vera, il film racconta l'esperienza di un bambino che si allontana da casa e la ricerca della stessa 20 anni dopo. L'ho trovato perfetto da ogni punto di vista. La storia è ben articolata, gli attori sono bravissimi e tutti perfettamente in grado di comunicare con lo spettatore. Gli sguardi sono in grado di rompere la quarta parete consentendo al pubblico di percepire le sensazioni del personaggio. La fotografia è stupenda e le ambientazioni magnifiche. Non concordo con le persone che definiscono questo film lento e ripetitivo con accezione negativa. Per quanto i flashback e così le immagini possano essere riportati più volte, trovo che sia fondamentale questa scelta perché si percepisca realmente il sentimento provato dal protagonista.
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Tratto da una storia vera, il film racconta l'esperienza di un bambino che si allontana da casa e la ricerca della stessa 20 anni dopo. L'ho trovato perfetto da ogni punto di vista. La storia è ben articolata, gli attori sono bravissimi e tutti perfettamente in grado di comunicare con lo spettatore. Gli sguardi sono in grado di rompere la quarta parete consentendo al pubblico di percepire le sensazioni del personaggio. La fotografia è stupenda e le ambientazioni magnifiche. Non concordo con le persone che definiscono questo film lento e ripetitivo con accezione negativa. Per quanto i flashback e così le immagini possano essere riportati più volte, trovo che sia fondamentale questa scelta perché si percepisca realmente il sentimento provato dal protagonista. Le emozioni che è in grado di far scaturire sono perfettamente equilibrate tra loro. Bravissimo l'attore protagonista Dev Patel nonché la sua versione "più piccola" Sunny Pawar, i quali sguardi sono in piena sintonia tra loro. Molto bella anche l'interpretazione della Kidman.
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gianleo67
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martedì 16 gennaio 2018
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dev patel è tornato!
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Dopo essersi addormentato su di un treno diretto a Calcutta, il piccolo Saroo non riesce più a tornare nel poverissimo e remoto villaggio rurale dell'India Centro Occidentale da cui proviene. Le vicissitudini nella megalopoli indiana lo porteranno dapprima a vivere di espedienti, sfuggendo al racket pedofilo, e quindi ai rigori di un orfanotrofio da cui verrà adottato da un'amorevole coppia di coniugi tasmaniani. Solo alla soglia dei trent'anni, la nostalgia della sua perduta infanzia e l'amore per la sua famiglia biologica lo porteranno a ricercare con ostinazione le sue radici. Tutto torna in questo dramma strappalacrime sulle tracce dell'infanzia perduta: dal libro autobiografico cui si ispira il soggetto alla sceneggiatura melodrammatica dello specialista Luke Davies, dal respiro magniloquente di una piccola epopea di riscatto sociale alle contaminazioni musical-popolari di un cinema bollywoodiano con trasferta tasmaniana: il richiamo del cuore di un piccolo profugo in fuga dalla miseria terzomondista che approda alla consapevolezza tecnologica e globalizzata dell'età adulta.
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Dopo essersi addormentato su di un treno diretto a Calcutta, il piccolo Saroo non riesce più a tornare nel poverissimo e remoto villaggio rurale dell'India Centro Occidentale da cui proviene. Le vicissitudini nella megalopoli indiana lo porteranno dapprima a vivere di espedienti, sfuggendo al racket pedofilo, e quindi ai rigori di un orfanotrofio da cui verrà adottato da un'amorevole coppia di coniugi tasmaniani. Solo alla soglia dei trent'anni, la nostalgia della sua perduta infanzia e l'amore per la sua famiglia biologica lo porteranno a ricercare con ostinazione le sue radici. Tutto torna in questo dramma strappalacrime sulle tracce dell'infanzia perduta: dal libro autobiografico cui si ispira il soggetto alla sceneggiatura melodrammatica dello specialista Luke Davies, dal respiro magniloquente di una piccola epopea di riscatto sociale alle contaminazioni musical-popolari di un cinema bollywoodiano con trasferta tasmaniana: il richiamo del cuore di un piccolo profugo in fuga dalla miseria terzomondista che approda alla consapevolezza tecnologica e globalizzata dell'età adulta. Formula particolarmente azzeccata che si tiene ben lontana dal crudo realismo dei temi trattati, per spostarsi nel campo assai più fertile delle drammatizzazioni romanzesche del cinema hollywoodiano, dove lo squallore della povertà è edulcorato dalla forza dei legami di sangue e la logica paradossale dell'arbitrio che governa le vite dei protagonisti è contraddetta dal riscatto di un benessere sociale che redistribuisce le ricchezze immateriali del suo mondo interiore. Insomma un butterflay effect (le falene sono un importante simbolismo presente nel film, permettendo di risalire al luogo di provenienza) che lega destini e intreccia percorsi distanti migliaia di miglia, ma che rivela nella memoria di un piccolo Odisseo di ritorno all'Ovest lo schema inverso delle sue infinite variabili, il percorso a ritroso del suo ritorno a casa. Nella calcolata alternanza tra primi piani e spettacolari sequenze aeree, tra il registro esemplare di una narrazione parca di dialoghi e le pacchiane sottolineature di un insistito commento musicale, tra il ricatto sentimentale di un'infanzia perduta ed il riscatto sociale di una famiglia ritrovata, la sapiente rilegatura di un montaggio cinematografico che recupera in flashback il tempo perduto, riannodando i fili di un intreccio emotivo che raggiunge nel finale l'acme di una commozione così travolgente che smuoverebbe alle lacrime persino le pietre. L'adolescente innamorato del David Patel di Slumdog Millionaire è diventato grande, vive in Australia, studia da manager ma sogna di tornare nel remoto snodo ferroviario tra Mumbai e Calcutta da cui tutto ha avuto inizio; un crocevia della memoria cinematografica che confonde buoni sentimenti e storie che funzionano, sperequazioni sociali e strali della fortuna, soundtrack orecchiabili che scalano le classifiche (Never give Up) e malcelati sogni della Notte degli Oscar. Che disdetta non chiamarsi Danny Boyle... Buon cast tra cui spiccano il talento naturale dello sciuscià Sunny Pawar e l'algida professionalità di una materna Nicole Kindman che nemmeno la chirurgia estetica è riuscita veramente ad imbruttire. Sei candidature agli Oscar, quattro ai Globe e cinque ai BAFTA, ma solo due di queste ultime andate a buon fine e di cui una per la furberia di presentare il barbuto attore anglo-indiano come miglior interprete non protagonista. Giuro che non ho mai pianto tanto davanti a un film, ma non me lo sentirete mai confessare!
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