La región salvaje

   
   
   

Desiderio, Violenza e Surrealismo in Messico. Valutazione 2 stelle su cinque

di Ashtray_Bliss


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domenica 3 febbraio 2019

Prodotto sicuramente peculiare e provocatorio quello firmato Escalante che ci travolge all'interno di una storia malsana, dove regna il sesso e la violenza. Ma è anche un modo per esplorare la natura femminile, con particolare sguardo alla sfera sessuale della donna che qui viene lentamente liberata, sfogandosi e disinibendosi, all'interno di questa regione selvaggia e primitiva che libera gli istinti più basilari e primordiali dell'essere umano. E quali potrebbero essere se non la violenza e il sesso? Trasportandoci in questa sorta di incubo, il regista e sceneggiatore iberico riesce a creare una densa atmosfera suggestiva e ansiogena, conturbante e inquietante, repulsiva ma al tempo stesso seducente che ammalia i suoi protagonisti e incuriosisce gli spettatori. Certamente disturbante e a tratti veramente esplicito, The Untamed, come da titolo anglosassone, gioca con l'ambiguità dei suoi protagonisti e mantiene la pellicola costantemente in bilico tra l'originalità visionaria e il trash patetico e sovraccaricato. Ma il regista spagnolo riesce a mantenere sempre gli equilibri senza eccedere nè in un senso nè nell'altro.
Esplicito più che volgare, ci trasporta in questo universo parallelo, costruendo una storia surreale a tinte horror, impregnata di un senso di macabra ineluttabilità, supportato anche da una scenografia e fotografia potente, evocativa, suggestiva. La liberazione sessuale della donna, viene preceduta soltanto dalla disgregazione della tipica famiglia borghese esponendone menzogne e ipocrisie, rivelandone scomodi triangoli amorosi e passioni segrete. A trainare però il racconto di questa disgraziata e disfunzionale famiglia composta da Ale, moglie e madre insoddisfatta della vita coniugale, ed Angel, marito e padre poco attento ai bisogni dei suoi, c'è l'enigmatica figura di Veronica. Colei, è una giovane donna che sin dalle prime scene appare in fuga, avvolta dalla fitta nebbia, da qualcosa o qualcuno, da una minaccia impercettibile ma ugualmente maligna che si rivelerà essere la sua ossessione. Veronica, conosce infatti un segreto, tenuto nascosto e sigillato nel profondo dei boschi e custodito da due anziani guardiani. Quel segreto è legato ad un'esperienza sensoriale, e sessuale, senza precedenti, coinvolgente, primitiva, irresistibile. Tant'è che chiunque ne venga a conoscenza non possa fare a meno di ritornare in quel posto lugubre e macabro, e incontrare quella creatura di origini e intenzioni ignote che apparentemente pare appagare chiunque si avvicini. Ma è noto sin dall'antichità che Eros va a braccetto con Thanatos. La violenza e la morte non tarderanno a presentarsi e la creatura mostrerà le sue sfumature più inquietanti e violente, come una nemesi divina e cosmica che punisce chi non si accontenta, ma per egoismo e lascivia si lascia dominare dagli istinti primordiali
Possibilmente, ma senza esserne certa, il film va interpretato come parabola o metafora della decadenza dell'essere umano, intrinseca e codificata nella sua stessa natura, dell'autodistruzione che viene preceduta soltanto da fugaci ma intensi momenti di piacere i quali vengono collegati ad una liberazione carnale e spirituale, quasi misticama che inesorabilmente terminano con la distruzione, la violenza, la morte. Anche la donna, figura che inizialmente viene liberata, metaforicamente e letteralmente, dalle catene delle imposizioni sociali e morali di una società rigida, alla fine si riduce ad essere una schiava delle sue pulsioni, una pedina all'interno di un gioco allettante e pericoloso. Il fascino del male e del pericolo è arduo da resistere e combattere, e ne da ampia prova il personaggio di Veronica che non resistendo ai suoi impulsi e incapace di trovare altre fonti di piacere soccombe sotto il peso del fardello da lei creatosi pur sapendo di dover voltare pagina. Un destino migliore attenderà invece Ale che prende presto atto del potere devastante della creatura e riabbracciando i suoi figli, come da scena finale, trova forse uno scopo di vita. 
Film quindi particolare e non adatto a tutti, condito di scene forti ed esplicite che turbano e disturbano indubbiamente il pubblico, The Untamed risulta un prodotto ambiguo, a metà tra una favola horror ad alto tasso erotico ed un prodotto fatto apposta per dividere e far discutere, provocare e disgustare senza aggiungere molto altro alla trama. Chiaramente è un opera molto suggestiva e curata nei minimi particolari, dal sound pungente che accompagna ottimamente le sequenze, alla fotografia e scenografia. La regia è notevole e gli attori forniscono delle solide e convincenti prove anche nelle parti più complesse e difficili.
Non ho ancora deciso se mi piaccia o meno. Sicuramente è un film che non rivedrei volentieri. Dall'altro canto però se un film riesce a smuovere questi sentimenti nel pubblico deve essere, in parte, riuscito. 2.5/5.

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