il critico 89
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sabato 16 aprile 2016
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quando l'italia batte holliwood
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Finalmente il cinema italiano che batte il cinema Hollywoodiano.
Altro che i vari Fast and Furiors.
Direi che se la gioca con Rush come miglior film sul genere automobilistico ma in Veloce come il vento c'è altro oltre alle corse:è una storia di vita,drammatica in alcuni momenti,divertente in altri.
Fantastica interpretazione di Accorsi nel ruolo dell'ex pilota "Ballerino".
Film consigliatissimo.
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dabar
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venerdì 15 aprile 2016
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l’adrenalina sull’asfalto e gli affetti ritrovati
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L’ultimo lavoro cinematografico del regista Matteo Rovere con protagonisti Stefano Accorsi e Matilda De Angelis trae libera ispirazione dalle vicissitudini del pilota di rally Carlo Capone, che cade nel tunnel della droga dopo una serie di gare vinte, per delle difficoltà di carattere sia professionale sia privato.
A vestire i panni del talentuoso e sfortunato pilota è Stefano Accorsi con il nome di Loris De Martino.
Il giovane vive in un evidente stato di degrado a causa della sua dipendenza dalle droghe, accampato in una roulotte insieme alla sua compagna, anch’essa tossicodipendente.
Quando scopre che il padre è morto, si reca al suo funerale, incontrando per la prima volta dopo dieci anni, la sorella diciassettenne (Matilda De Angelis) e il fratello più piccolo Nico.
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L’ultimo lavoro cinematografico del regista Matteo Rovere con protagonisti Stefano Accorsi e Matilda De Angelis trae libera ispirazione dalle vicissitudini del pilota di rally Carlo Capone, che cade nel tunnel della droga dopo una serie di gare vinte, per delle difficoltà di carattere sia professionale sia privato.
A vestire i panni del talentuoso e sfortunato pilota è Stefano Accorsi con il nome di Loris De Martino.
Il giovane vive in un evidente stato di degrado a causa della sua dipendenza dalle droghe, accampato in una roulotte insieme alla sua compagna, anch’essa tossicodipendente.
Quando scopre che il padre è morto, si reca al suo funerale, incontrando per la prima volta dopo dieci anni, la sorella diciassettenne (Matilda De Angelis) e il fratello più piccolo Nico.
Il rapporto tra i tre fratelli è ormai compromesso a causa delle discutibili scelte di vita di Loris.
Sarà la passione per le corse (anche la sorella è una promettente giovane pilota) e l’obiettivo comune di non perdere la casa del padre (data in garanzia per sostenere i costi delle gare) a riavvicinare dopo varie peripezie i tre fratelli.
Il messaggio che si può cogliere dal film è positivo, visto che l’insegnamento che vuole trasmetterci è che si può vincere nella vita, quando si combatte con sinergia per un obiettivo comune, a prescindere dagli scopi personali, mettendo da parte le paure, le divergenze di opinione e i pregiudizi.
Film intenso e coinvolgente, come pure l’interpretazione di Accorsi che rende credibile il suo personaggio di fratello maggiore irresponsabile e disperato, alternando momenti drammatici a quelli goliardici (come la scena in piscina).
Film consigliato sicuramente agli appassionati di corse automobilistiche, ma anche a chi cerca le emozioni che scaturiscono dai sentimenti autentici.
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giulacqua77
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venerdì 15 aprile 2016
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fast & furious in salsa emiliana
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A me in genere non piace Stefano Accorsi, lo trovo inespressivo, monocorde, non mi dà di niente. Ma in questo film è veramente da paura, da applausi, non dico da Oscar, ma almeno da David di Donatello, che forse è anche di più. È lui la vera forza di un film comunque bello e commovente, con un cast in stato di grazia e una storia forte. Lui è l’anima del film. Un’anima nera, ferita, segnata dalle magagne familiari, da una vita vissuta a tutta velocità. E dalla droga. La droga che distrugge persone, famiglie, vite. Ma poi, per quanto a pezzi, basta sapere di avere almeno un parente in vita per sentirsi meglio, più forti, in pace. Gioie e dolori della famiglia. La suspance c’è, le scene delle gare sono girate benissimo.
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A me in genere non piace Stefano Accorsi, lo trovo inespressivo, monocorde, non mi dà di niente. Ma in questo film è veramente da paura, da applausi, non dico da Oscar, ma almeno da David di Donatello, che forse è anche di più. È lui la vera forza di un film comunque bello e commovente, con un cast in stato di grazia e una storia forte. Lui è l’anima del film. Un’anima nera, ferita, segnata dalle magagne familiari, da una vita vissuta a tutta velocità. E dalla droga. La droga che distrugge persone, famiglie, vite. Ma poi, per quanto a pezzi, basta sapere di avere almeno un parente in vita per sentirsi meglio, più forti, in pace. Gioie e dolori della famiglia. La suspance c’è, le scene delle gare sono girate benissimo. Completa il tutto la giovane e bella Matilda De Angelis, attrice e cantante, degna controparte di Accorsi in questo film (farà strada, magari non come nel film ma farà strada) e il sempre bravo Paolo Graziosi.
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davide cinema
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giovedì 14 aprile 2016
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finalmente!!!!!
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Matteo Rovere dirige con stile e grande sensibilità un film automobilistico che fa scuola nel genere.
Consapevole del passato recente di tale genere, e dei grandi successi che hanno preceduto questo film, Rovere fa della scrittura la sua forza!
Un film d'autore al servizio del genere, una storia drammatica veicolo di emozioni.
E così le corse automobilistiche si rendono veicolo per una storia brillante ed accattivante, a tratti commovente, adrenalinica e sapientemente equlibrata.
Un pò Rocky, un pò The Fighter, questo Veloce come il vento corre per tutta la sua durata regalandoci attimi di grande cinema!
Che sia ritornata la magia nel cinema italiano?
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(di vapor)
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nanni
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giovedì 14 aprile 2016
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veloce come il vento
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Una famiglia tipo del terzo millennio (padre separato, madre in fuga, figlio tossico...etc...etc) in Emilia, la terra Italiana dei motori e della velocità. Tra l'ossessione per le corse, da finanziare a tutti i costi e i fallimenti famigliari, il film, tratto da una storia vera, non riesce mai a comunicare quel minimo di senso, che se c'era e' rimasto tutto nelle buone ma purtroppo inespresse intenzioni. Anche L'espediente dei personaggi troppo caratterizzati (la ragazzina pilota troppo prodigio, il vecchio meccanico troppo stecchino in bocca, il tossico troppo tossico) non solo non riesce a dare consistenza al film ma li fa, invece, risultare ancor più incongrui ed incoerenti squilibranudo maggiormente la narrazione.
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Una famiglia tipo del terzo millennio (padre separato, madre in fuga, figlio tossico...etc...etc) in Emilia, la terra Italiana dei motori e della velocità. Tra l'ossessione per le corse, da finanziare a tutti i costi e i fallimenti famigliari, il film, tratto da una storia vera, non riesce mai a comunicare quel minimo di senso, che se c'era e' rimasto tutto nelle buone ma purtroppo inespresse intenzioni. Anche L'espediente dei personaggi troppo caratterizzati (la ragazzina pilota troppo prodigio, il vecchio meccanico troppo stecchino in bocca, il tossico troppo tossico) non solo non riesce a dare consistenza al film ma li fa, invece, risultare ancor più incongrui ed incoerenti squilibranudo maggiormente la narrazione. Le corse, come unico momento di intrattenimento, sono davvero troppo troppo poco. Il racconto non riuscendo mai ad andare oltre il fine a se stesso risulta, dunque, volendo essere davvero buoni, molto modesto. Ciao Nanni
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[+] personaggi, invece, perfetti.
(di gommaflex28)
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(di marezia)
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maumauroma
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mercoledì 13 aprile 2016
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veloce come il vento
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Bella storia, semplice e popolare, intrisa di sentimenti puri e antichi, che si snoda tra urla di motori, odore di benzina e lubrificanti, tra gomme bruciate dall'asfalto e vite divorate dalla droga. La giovanissima pilota Giulia, dai capelli azzurri,al funerale del padre che la assisteva nelle corse, incontra dopo dieci anni il fratello maggiore Loris,ex pilota,, ormai consumato dall'uso di stupefacenti.All'inizio tra loro sara'scontro morale e esistenziale completo, ma poi prevarranno il legame di sangue e la passione per le auto da corsa a suggellare il loro nuovo rapporto. Loris fara' da allenatore a Giulia, portandola ai successi nelle gare.Non stiamo nel modo ricco e fatato della Formula 1, qui le auto da corsa vengono allevate e coccolate come figli, tra fatica,sudore e compromessi.
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Bella storia, semplice e popolare, intrisa di sentimenti puri e antichi, che si snoda tra urla di motori, odore di benzina e lubrificanti, tra gomme bruciate dall'asfalto e vite divorate dalla droga. La giovanissima pilota Giulia, dai capelli azzurri,al funerale del padre che la assisteva nelle corse, incontra dopo dieci anni il fratello maggiore Loris,ex pilota,, ormai consumato dall'uso di stupefacenti.All'inizio tra loro sara'scontro morale e esistenziale completo, ma poi prevarranno il legame di sangue e la passione per le auto da corsa a suggellare il loro nuovo rapporto. Loris fara' da allenatore a Giulia, portandola ai successi nelle gare.Non stiamo nel modo ricco e fatato della Formula 1, qui le auto da corsa vengono allevate e coccolate come figli, tra fatica,sudore e compromessi.Molto bella la prima parte del film, che poi si perde un po'sfrangiandosi in diversi e improbabili percorsi, perdendosi infine in un finale piuttosto banale. Peccato. Veloce come il vento resta comunque tra le migliori pellicole italiane della stagione. La regia di Matteo Rovere e'affilata,nervosa,rapida .Ottima la prova di Accorsi e De Angelis,. Affascinante la livida fotografia e coinvolgenti i dialoghi in dialetto emiliano. Stona un po' che Accorsi guidi nel film la mitica 205 turbo 16 degli anni 80, della stessa marca di auto francese di cui e' testimonial,ma si puo' perdonare...
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filippo catani
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mercoledì 13 aprile 2016
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disperati veri
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Una giovane ragazza corre nel campionato italiano GT per cercare di salvare la propria casa dai debiti. Nel frattempo perde il padre e, vista l'assenza della madre, deve occuparsi del fratello minore. Insperabilmente ad aiutarla arriverà il fratello maggiore diventato tossico ma con un importante passato nelle corse.
Davvero un ottimo film girato all'interno del mondo dell'automobilismo da Matteo Rovere che regala inquadrature e montaggio degni di un film americano di genere. Non c'è ovviamente solo questo ma molto altro. Principalmente è la storia a funzionare davvero bene e a fare breccia nel cuore dello spettatore. Impossibile non prendere le parti del Ballerino un uomo ormai sbandato ma che a modo suo cercherà di prendersi cura della famiglia.
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Una giovane ragazza corre nel campionato italiano GT per cercare di salvare la propria casa dai debiti. Nel frattempo perde il padre e, vista l'assenza della madre, deve occuparsi del fratello minore. Insperabilmente ad aiutarla arriverà il fratello maggiore diventato tossico ma con un importante passato nelle corse.
Davvero un ottimo film girato all'interno del mondo dell'automobilismo da Matteo Rovere che regala inquadrature e montaggio degni di un film americano di genere. Non c'è ovviamente solo questo ma molto altro. Principalmente è la storia a funzionare davvero bene e a fare breccia nel cuore dello spettatore. Impossibile non prendere le parti del Ballerino un uomo ormai sbandato ma che a modo suo cercherà di prendersi cura della famiglia. Così come non si può non simpatizzare con il fratello minore ribattezzato allegria o con la sorella che a 17 anni si ritrova una terribile responsabilità sulle spalle. E così il film vola via veloce come il vento tra scene adrenaliniche e altre decisamente più drammatiche perchè come dice Ballerino ormai di disperati veri ne sono rimasti pochi. Ottimo cast con una menzione speciale ad Accorsi quì a mio avviso nella sua parte migliore di sempre. Ottima anche la colonna sonora.
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eden artemisio
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mercoledì 13 aprile 2016
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quando è veloce il vento scuote
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Viene detto che è un film di genere. Si può anche aggiungere che, intenzionalmente o no, lo schema della sceneggiatura è esattamente conforme agli insegnamenti di Robert McKee, l’autore della Bibbia degli sceneggiatori, con la struttura della storia in tre atti, l’evento sconvolgente nei primi 10 minuti, la progressione della storia attraverso il contrasto psicologico dei personaggi e il colpo di scena finale. I tratti ora riassunti sono chiaramente riconoscibili e testimoniano l’attenzione degli autori alla costruzione della sceneggiatura che, però, nonostante sia osservante di una certa linearità formale e sia anche basata su una storia vera, lascia qualche dubbio sulla credibilità di un vago happy end, improbabile più che inaspettato.
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Viene detto che è un film di genere. Si può anche aggiungere che, intenzionalmente o no, lo schema della sceneggiatura è esattamente conforme agli insegnamenti di Robert McKee, l’autore della Bibbia degli sceneggiatori, con la struttura della storia in tre atti, l’evento sconvolgente nei primi 10 minuti, la progressione della storia attraverso il contrasto psicologico dei personaggi e il colpo di scena finale. I tratti ora riassunti sono chiaramente riconoscibili e testimoniano l’attenzione degli autori alla costruzione della sceneggiatura che, però, nonostante sia osservante di una certa linearità formale e sia anche basata su una storia vera, lascia qualche dubbio sulla credibilità di un vago happy end, improbabile più che inaspettato. Quanto appena evidenziato è, però, soltanto pignoleria. Perché poi quello che conta è se lo spettatore viene catturato dalla storia e se riesce ad innamorarsi un poco dei personaggi. Loris De Martino (Accorsi), ex talento della velocità è ormai schiavo della droga. Ex tutto, si lascia sballottare dalle vicende della sua vita tossica che cerca continuamente di raddrizzare, senza riuscirci, ma testimoniando il coraggio e l’umanità del vecchio campione, la stoffa dei De Martino, lo stesso talento che scorre nel sangue della sorella diciassettenne, Giulia, che a volte appare una bambina ed altre volte una donna o, forse meglio, una bambina con una forza ed una determinazione insolita ed uno straordinario carico di responsabilità che le cade addosso con l’improvvisa morte del padre, l’assenza della madre, il fratellino Nico da accudire e la gestione difficilissima del fratellone tossico che le piomba in casa contro la sua volontà, ma di cui ha anche un po’ bisogno. L’intuito mi ha suggerito di non lasciarmi scappare questo film. L’ho visto e non me ne sono pentito, anzi.
Eden Artemisio
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[+] perchè non hai messo stellette se ti è piaciuto ?
(di enrico danelli)
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tonio96
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mercoledì 13 aprile 2016
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favoloso!!
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Film davvero fantastico! Inizialmente guardando il trailer non mi convinceva molto, e invece sono rimasto davvero stupito! 5 stelle meritatissime
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jujitsu
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martedì 12 aprile 2016
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sale sul podio dei migliori film dell’anno.
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Ecco un altro capolavoro italiano. Dall’inizio dell’anno abbiamo già avuto due meraviglie cinematografiche: “Fuocoammare” e “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Adesso arriva il mondo delle gare GT nostrano, che nulla ha da invidiare al “veloce e furioso” di oltreoceano. Anzi, a chi ha paragonato il film come il “Rush” all’italiana, direi che, a parità di storie ispirate a vicende realmente accadute, “Veloce come il vento” è anche superiore. Cominciamo col dire che 5 stelle andrebbero solamente al grande Stefano Accorsi che in questo film si è particolarmente superato, per non parlare della scoperta Matilda De Angelis e degli altri attori, bravi.
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Ecco un altro capolavoro italiano. Dall’inizio dell’anno abbiamo già avuto due meraviglie cinematografiche: “Fuocoammare” e “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Adesso arriva il mondo delle gare GT nostrano, che nulla ha da invidiare al “veloce e furioso” di oltreoceano. Anzi, a chi ha paragonato il film come il “Rush” all’italiana, direi che, a parità di storie ispirate a vicende realmente accadute, “Veloce come il vento” è anche superiore. Cominciamo col dire che 5 stelle andrebbero solamente al grande Stefano Accorsi che in questo film si è particolarmente superato, per non parlare della scoperta Matilda De Angelis e degli altri attori, bravi. La storia esiste e si sviluppa, c’è tutto: il desiderio di vincere, l’allenamento in stile Rocky, la vittoria parziale, il fallimento, il riscatto finale.
Avvincente, appassionante, meritevole di 4 stelle.
Da andare a vedere, ovvio!
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