no_data
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martedì 20 settembre 2016
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lo sponsor che non c'entra...
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Da appassionato di auto e gare complessivamente è un bel film ma c'è sicuramente un nesso tra Stefano Accorsi ed il fatto che nel film il suo personaggio utilizza la Peugeot come marca di auto. Infatti lui è il testimonial della casa automobilistica. Però questa cosa lascia un po' di amaro in bocca perchè dal film s'intuisce che il regista e lo sceneggiatore amano le auto e le corse ed il fatto che non abbiano usato l'eccellenza italiana da un po' fastidio, sai che goduria vedere al posto della T16 la Lancia 037 (che realmente guidava il pilota a cui si è ispirato il film) o la mitica Lancia Delta S4. E per l'auto "civile" una Lancia Delta integrale anziché la Peugeot 205 GTI. Come per la ragazza che invece di guidare una Porsche poteva guidare una Ferrari o una Lamborghini.
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Da appassionato di auto e gare complessivamente è un bel film ma c'è sicuramente un nesso tra Stefano Accorsi ed il fatto che nel film il suo personaggio utilizza la Peugeot come marca di auto. Infatti lui è il testimonial della casa automobilistica. Però questa cosa lascia un po' di amaro in bocca perchè dal film s'intuisce che il regista e lo sceneggiatore amano le auto e le corse ed il fatto che non abbiano usato l'eccellenza italiana da un po' fastidio, sai che goduria vedere al posto della T16 la Lancia 037 (che realmente guidava il pilota a cui si è ispirato il film) o la mitica Lancia Delta S4. E per l'auto "civile" una Lancia Delta integrale anziché la Peugeot 205 GTI. Come per la ragazza che invece di guidare una Porsche poteva guidare una Ferrari o una Lamborghini. Purtroppo però sembra che i marchi italiani non abbiano interesse a sponsorizzarsi, però per il resto il film è piacevole, almeno non ci sono delle castronerie.
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astromelia
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martedì 6 settembre 2016
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dalla finzione alla realtà
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...se si vuole fare un film ispirato dalla storia di qualcuno,quantomeno ci si dovrebbe attenere alla realtà della stessa,la biografia di carlo capone ex pilota di rally parla di tutt'altro che non la sceneggiatura,sono rimasta sconcertata da quello che ho letto e la storia mi ha colpito molto,per quanto riguarda il film ho trovato alcune lacune e non la totale credibilità di quello che si è voluto narrare,un'accorsi tra alti e bassi,le sequenze delle auto è tutto ciò che tiene in vita la pellicola...n.b. rimando chi ne avesse voglia a leggere la vera storia del pilota esempio di quello che lo sport fallisce e di quello che a volte ci raccontano ma che non è...
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kyotrix
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mercoledì 24 agosto 2016
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voti penosamente generosi
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Uno che non corre da oltre 10anni imbottito di crack che va a vincere la gara... e non è solo questo il problema. Solito film italiano.
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bambocci
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martedì 26 luglio 2016
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storia incompatibile con le corse
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direi deludente in ogni parte tranne che per l'interpretazione di Accorsi,lontano dal concetto delle corse,soprattutto surreale una pilota di 17 anni attrice anonima,a tratti troppo drammatico poco adrenalinico per un film con auto da corsa,la ciliegina sulla torta e stata poi chiamare "ferro vecchio" una Peugeot 206 T16 evo 2 del valore di mezzo milione di euro,segno evidente della poca competenza di chi ha messo su carta questa trama,molto deluso!
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alemiglio
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venerdì 13 maggio 2016
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un capolavorooo
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penso che sia uno dei film più belli che abbia mai visto, non solo per il genere, ma anche la storia è davvero bellissima e ti cattura molto. Un capolavoro italiano davvero avvincente, emozionante e adrenalinico. sono davvero soddisfatto e spero che il cinema italiano possa produrre molti altri film belli come questo!!
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jacopo mancini
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martedì 10 maggio 2016
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un grande film
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“Veloce come il vento” è un film di Matteo Rovere con Matilda De Angelis e Stefano Accorsi, prodotto da Domenico Procacci.
Racconta la storia di Giulia De Martino, una ragazza di 17 anni che corre nel campionato automobilistico italiano GT. La sua guida, il padre Mario, ha improvvisamente un infarto durante una gara. Al funerale ecco arrivare il fratello maggiore, Loris, un tempo pilota di talento, adesso tossicodipendente lontanissimo dalla famiglia. Le strade di Loris e Giulia si incrociano, nel bene e nel male, fino a quando il fratello diventa allenatore della ragazza.
Non ho mai amato le corse automobilistiche, un elemento che potrebbe tenere distanti molti spettatori dal cinema.
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“Veloce come il vento” è un film di Matteo Rovere con Matilda De Angelis e Stefano Accorsi, prodotto da Domenico Procacci.
Racconta la storia di Giulia De Martino, una ragazza di 17 anni che corre nel campionato automobilistico italiano GT. La sua guida, il padre Mario, ha improvvisamente un infarto durante una gara. Al funerale ecco arrivare il fratello maggiore, Loris, un tempo pilota di talento, adesso tossicodipendente lontanissimo dalla famiglia. Le strade di Loris e Giulia si incrociano, nel bene e nel male, fino a quando il fratello diventa allenatore della ragazza.
Non ho mai amato le corse automobilistiche, un elemento che potrebbe tenere distanti molti spettatori dal cinema. E sarebbe accaduto anche nel mio caso, se non avessi dato fiducia al film.
Ebbene, “Veloce come il vento” è veramente un grande film. E non occorre essere appassionati di auto per avvertire il piacere della visione.
La regia è davvero potente, i due attori estremamente convincenti; la fotografia, il montaggio e tutti gli altri reparti sono all’altezza della situazione.
È vero: ci sono alcuni problemi nelle scelte di sceneggiatura; le scene di inseguimento nella città, per esempio, appaiono un po’ forzate. Eppure non possiamo permetterci, solo per questo, di prendere le distanze da un’opera che per il resto è ottima.
Il ritmo è decisamente piacevole, la musica sostiene i tempi della narrazione, l’estetica visiva è funzionale al racconto. Il linguaggio di Rovere intrattiene e coinvolge, regalando al pubblico puro spettacolo. Il regista si sa muovere egregiamente sia quando mostra le corse in pista, ricche di adrenalina, sia quando osserva le sottili dinamiche emotive che si sviluppano tra i personaggi nelle scene di vita quotidiana: queste due dimensioni del racconto si intrecciano perfettamente tra loro.
“Veloce come il vento” è una prova di elevato spessore. Per realizzare un film di questo tipo ci vogliono altissime capacità, ci vuole proprietà di linguaggio e una notevole maestria, da tutti i punti di vista.
Si esce contenti dal cinema, perché questa opera fa ben sperare per il futuro delle persone che hanno lavorato al film: credo proprio che ci trasmetteranno ancora emozioni e soddisfazioni davvero importanti. E dunque complimenti a Rovere, un regista giovane, coraggioso e bravissimo, complimenti agli interpreti, complimenti a tutti.
È questo il cinema di cui dobbiamo gioire e andare orgogliosi.
Da non perdere.
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ricneg70
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domenica 1 maggio 2016
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finalmente un film italiano!
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L'ho visto una settimana fa, ma ho voglia di scrivere una lode al regista, ma soprattutto a Stefano Accorsi, bravo e mai pretenzioso.
Il film non perde un colpo, buon ritmo, mai banale, tiene lo spettatore "vivo" e attento allo svolgere della storia. E' proprio vero che non serve inventare per raccontare, la realtà offre storie più straordinarie e commoventi! Il film parte con una corsa del campionato italiano automobilistico gran turismo e una giovane ragazza alla guida di una porche della scuderia De Martino, un team "di famiglia", che ha investito tutto su una passione, quella del papà di lei che purtroppo durante la corsa muore d'infarto....A questo punto lo spettatore penserebbe alla storia strappalacrime, già stravista e prevista, ma invece no, la storia è quasi paradossale, quasi inverosimile, ci sono molti sentimenti, speranze, casualità, che lasciano la voglia di "riscatto" a persone di un futuro incerto e distruttivo.
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L'ho visto una settimana fa, ma ho voglia di scrivere una lode al regista, ma soprattutto a Stefano Accorsi, bravo e mai pretenzioso.
Il film non perde un colpo, buon ritmo, mai banale, tiene lo spettatore "vivo" e attento allo svolgere della storia. E' proprio vero che non serve inventare per raccontare, la realtà offre storie più straordinarie e commoventi! Il film parte con una corsa del campionato italiano automobilistico gran turismo e una giovane ragazza alla guida di una porche della scuderia De Martino, un team "di famiglia", che ha investito tutto su una passione, quella del papà di lei che purtroppo durante la corsa muore d'infarto....A questo punto lo spettatore penserebbe alla storia strappalacrime, già stravista e prevista, ma invece no, la storia è quasi paradossale, quasi inverosimile, ci sono molti sentimenti, speranze, casualità, che lasciano la voglia di "riscatto" a persone di un futuro incerto e distruttivo. Sentimenti ed emozioni che pensi non possano esistere. Bravo il regista, brava la ragazzina Malinda De Angelis, bravo il "vecchio" Paolo Graziosi, grandi interpreti che mi hanno fatto trascorrere un bel pomeriggio. Grazie
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marce84
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domenica 1 maggio 2016
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bel film con un super accorsi
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Veloce come il vento è un film da vedere perché è vero, è genuino, è reale. Un film italiano finalmente lontano dagli standard: non è la solita commedia, ma non è nemmeno un artificioso film d’autore lontano dalla realtà. Matteo Rovere ha vinto perché ha osato. Ha rischiato di fare un film originale rispetto al panorama italiano, ma senza bizzarrie o stranezze, puntando tutto sulla semplicità della storia e sulla genuinità degli attori. Punto di forza del film sono indubbiamente i due protagonisti: la giovane Matilda De Angelis, fresca nel suo personaggio di giovane pilota, ma allo stesso tempo forte e determinata e Stefano Accorsi, strepitoso nei panni del fratello tossicodipendente, assolutamente credibile nella sua interpretazione.
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Veloce come il vento è un film da vedere perché è vero, è genuino, è reale. Un film italiano finalmente lontano dagli standard: non è la solita commedia, ma non è nemmeno un artificioso film d’autore lontano dalla realtà. Matteo Rovere ha vinto perché ha osato. Ha rischiato di fare un film originale rispetto al panorama italiano, ma senza bizzarrie o stranezze, puntando tutto sulla semplicità della storia e sulla genuinità degli attori. Punto di forza del film sono indubbiamente i due protagonisti: la giovane Matilda De Angelis, fresca nel suo personaggio di giovane pilota, ma allo stesso tempo forte e determinata e Stefano Accorsi, strepitoso nei panni del fratello tossicodipendente, assolutamente credibile nella sua interpretazione. Così bravo che anche quando esagera nel caricare il personaggio, risulta così simpatico e così abile, che strappa un sorriso allo spettatore e non la sensazione di caricatura. La sceneggiatura è solida, punta tutto sui sentimenti, sul rapporto inizialmente difficile tra i fratelli, sul loro legame che man mano cambia, su una sorta di “redenzione” da parte del fratello e non tralascia il mondo dei motori, che viene rappresentato in modo credibile e senza artifici. Il rischio era proprio questo: in un film in cui i motori fossero così centrali, si rischiava di dare meno spazio alla storia, al legame familiare, alle difficoltà della giovane protagonista. Ma questo non è successo proprio per la bravura del cast, del regista e degli sceneggiatori, tutti davvero eccellenti. Insomma, film bello, che non ha nulla a che invidiare con le produzioni americane, perché nostrano e quindi più vicino a noi in tutti i sensi. Con in più il valore aggiunto di uno Stefano Accorsi da applausi, che riesce a strappare sorrisi ed emozionare, nonostante il clima di grigiore e di difficoltà che trasmette la storia.
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poldino
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venerdì 29 aprile 2016
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azione e sentimento
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L'ultimo film di Matteo Rovere mi è piaciuto molto. Mescola sapientemente azione e sentimento. La protagonista Giulia De Martino viene da una famiglia che da generazioni sforna campioni di corse automobilistiche. Anche lei è un pilota, un talento eccezionale che a soli diciassette anni partecipa al Campionato GT, sotto la guida del padre Mario. Ma un giorno tutto cambia e Giulia si trova a dover affrontare da sola la pista e la vita. A complicare la situazione il ritorno inaspettato del fratello Loris, ex pilota ormai totalmente inaffidabile, ma dotato di uno straordinario sesto senso per la guida. Saranno obbligati a lavorare insieme, in un susseguirsi di adrenalina ed emozioni che gli farà scoprire quanto sia difficile e importante provare ad essere una famiglia.
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L'ultimo film di Matteo Rovere mi è piaciuto molto. Mescola sapientemente azione e sentimento. La protagonista Giulia De Martino viene da una famiglia che da generazioni sforna campioni di corse automobilistiche. Anche lei è un pilota, un talento eccezionale che a soli diciassette anni partecipa al Campionato GT, sotto la guida del padre Mario. Ma un giorno tutto cambia e Giulia si trova a dover affrontare da sola la pista e la vita. A complicare la situazione il ritorno inaspettato del fratello Loris, ex pilota ormai totalmente inaffidabile, ma dotato di uno straordinario sesto senso per la guida. Saranno obbligati a lavorare insieme, in un susseguirsi di adrenalina ed emozioni che gli farà scoprire quanto sia difficile e importante provare ad essere una famiglia.
Tutti gli attori sono bravissimi, le scene in pista sono girate benissimo e ottima anche la sceneggiatura scritta a sei mani.
Consigliato a chi vuole passare due ore guardando cinema italiano di qualità.
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pier delmonte
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venerdì 29 aprile 2016
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da vedere e dimenticare
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Intanto torna l’Accorsi tossico del Liga e brutto ( e bruttarello lo e’, o no?), in un film , devo ammetterlo, visto dopo aver visto il “Jeeg Robot”, e il supereroe de noialtri stravince. Questo “veloce come il vento” e’ una zuppa di messaggi, competizione, famiglia, radici, passione, educazione, la tossicodipendenza e l’adrenalina, ma adrenalina di cosa e su cosa? Film bluff, fatto malissimo. Pure la recitazione…
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