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vincenzoambriola
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domenica 7 maggio 2017
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oro a 14 carati
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A volte la realtà supera l'immaginazione. Come sia possibile convincere geologi, investitori finanziari, agenzie governative che in nella giungla indonesiana ci sia un enorme giacimento d'oro, semplicemente alterando alcuni esami di laboratorio, è qualcosa di sorprendente. Eppure questa vicenda è realmente accaduta e il film si limita a raccontarla. Lo fa brutalmente, mostrandoci un personaggio alcolizzato, che fuma in continuazione e che si comporta da pagliaccio per convincere le persone perbene a credere alla sua visione. Come contraltare, abbiamo un geologo con una sola espressione, molto professionale, attivo ed efficace. Il resto è paccottiglia, scene e ambientazioni innumerevolmente già viste (imbarazzante la stanza d'albergo piena di rose gialle) e poco interessanti.
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A volte la realtà supera l'immaginazione. Come sia possibile convincere geologi, investitori finanziari, agenzie governative che in nella giungla indonesiana ci sia un enorme giacimento d'oro, semplicemente alterando alcuni esami di laboratorio, è qualcosa di sorprendente. Eppure questa vicenda è realmente accaduta e il film si limita a raccontarla. Lo fa brutalmente, mostrandoci un personaggio alcolizzato, che fuma in continuazione e che si comporta da pagliaccio per convincere le persone perbene a credere alla sua visione. Come contraltare, abbiamo un geologo con una sola espressione, molto professionale, attivo ed efficace. Il resto è paccottiglia, scene e ambientazioni innumerevolmente già viste (imbarazzante la stanza d'albergo piena di rose gialle) e poco interessanti.
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lupo67
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martedì 25 luglio 2017
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un film per difetto
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Voto: 6
Diretto dal regista di Syriana, e interpretato da Matthew McConaughey, Gold tenta di raccontare la storia di un uomo (Kenny Wells) che trova il più grande giacimento d’oro del XX secolo.
Dico “tenta” perché ci riesce solo in parte. Le intenzioni della sceneggiatura erano quelle di mostrare un uomo avido, un perdente assetato dei successi dei suoi genitori e nonni, che tra difficoltà, malattie, e perdita degli affetti, finisce solo per cadere nel tritacarne di banche e società di affari.
Per questa prova attoriale, McConaughey è pesantemente truccato e si è inciccionito a patate e birra per un mese (mia moglie: ma perché lo fanno sempre brutto?).
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Voto: 6
Diretto dal regista di Syriana, e interpretato da Matthew McConaughey, Gold tenta di raccontare la storia di un uomo (Kenny Wells) che trova il più grande giacimento d’oro del XX secolo.
Dico “tenta” perché ci riesce solo in parte. Le intenzioni della sceneggiatura erano quelle di mostrare un uomo avido, un perdente assetato dei successi dei suoi genitori e nonni, che tra difficoltà, malattie, e perdita degli affetti, finisce solo per cadere nel tritacarne di banche e società di affari.
Per questa prova attoriale, McConaughey è pesantemente truccato e si è inciccionito a patate e birra per un mese (mia moglie: ma perché lo fanno sempre brutto?). Al di là della somiglianza ventrale, la sua performance scivola sulla stessa buccia di banana capitata a Leonardo DiCaprio con il personaggio di Jordan Belfort in The Wolf of Wall Street. Entrambi i personaggi (Wells e Belfort) ne sono usciti pasticciati e adombrati dalle faccette egocentriche dei rispettivi attori. Ed è un po’ ironico, perché proprio nel film in cui DiCaprio fa la smorfiosetta, McConaughey è apparso per cinque dei suo migliori minuti nel ruolo di Mark Hanna (forse è esagerato, ma quei cinque minuti sono davvero stupefacenti).
Migliore la prova di Edgar Ramirez, che interpreta il personaggio di Michael Acosta, suo socio in affari, e che riesce a spiccare con una buona recitazione, più misurata e aderente al personaggio. Nel ruolo di Kay, la fidanzata del perdente, c’è la brava Bryce Dallas Howard, la quale ha capito assai meglio del divo chi sia Kenny Wells, e con la sua recitazione ci restituisce alla perfezione tutto il dramma di una donna che nonostante tutto ama l’uomo odioso che le sta accanto.
La regia brilla nell’intreccio politico, nelle sale riunioni delle grandi aziende, nell’uso dei primi piani, ma trascura invece la parte in Indonesia, che avrebbe dovuto essere sia funzionale a trasmettere il duro e paziente lavoro di un prospettore minerario, sia nello svolgere il compito di organo emozionale della trama, ma che appare come cresciuta in un altro corpo e inserita chirurgicamente.
Il titolo in orginale dell’opera è solo Gold. In italiano viene svelata parte della trama, ed è un peccato perché a conti fatti merita di essere vista, ma il voto non può essere che per difetto, esattamente come il film.
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