filippo catani
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lunedì 26 ottobre 2015
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camminare tra le torri gemelle
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7 agosto 1974: gran parte di New York resta con gli occhi puntati verso il cielo per vedere l'impresa del funambolo Petit che percorse su un cavo la distanza che separava le due Torri Gemelle.
Bisogna aspettare una buona mezz'ora per vedere decollare questa pellicola. L'inizio infatti è particolarmente soporifero anche se serve per mostrare i primi passi compiuti da Petit nella sua carriera di funambolo a Parigi. La seconda parte è decisamente più emozionante sia per la spiegazione di come venne reso possibile questo gesto assolutamente anrchico e poi c'è la realizzazione della traversata. Va detto che effettivamente in questa occasione merita la visione in 3D con le immagini dall'alto verso il basso che fanno letteralmente venire i brividi per l'altezza a cui si trovava Petit.
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7 agosto 1974: gran parte di New York resta con gli occhi puntati verso il cielo per vedere l'impresa del funambolo Petit che percorse su un cavo la distanza che separava le due Torri Gemelle.
Bisogna aspettare una buona mezz'ora per vedere decollare questa pellicola. L'inizio infatti è particolarmente soporifero anche se serve per mostrare i primi passi compiuti da Petit nella sua carriera di funambolo a Parigi. La seconda parte è decisamente più emozionante sia per la spiegazione di come venne reso possibile questo gesto assolutamente anrchico e poi c'è la realizzazione della traversata. Va detto che effettivamente in questa occasione merita la visione in 3D con le immagini dall'alto verso il basso che fanno letteralmente venire i brividi per l'altezza a cui si trovava Petit. Il film è anche un implicito atto di omaggio e nostalgia alle mitiche Torri Gemelle. Insomma niente male la regia di Zemeckis e l'interpretazione di Levitt mentre forse appare un tantino sprecata la presenza nel cast di Kingsley.
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maracaibo
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lunedì 26 ottobre 2015
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zemeckis per un film entusiasmante
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E' possibile riuscire a fare un film avvincente quando tutti conoscono la fine della trama e nel mezzo ci si domanda che cosa mai puo' succedere? Eppure si! Zemeckis cè riuscito. ul film ti prende dall'inizio fino alla fine, ti emoziona ,vivi con il protagonista tutta la storia.... e che storia. ti accorgi che per Zemeckis è riuscito da gran "equilibrista" a dosare tutti gli ingredienti per capovolgere le aspettative del pubblico ...del chissà cosa sarà mai uno che passeggia sul filo. Una sfida vinta senz'altro. Grande cinema , grande Zemeckis.
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nerone bianchi
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domenica 25 ottobre 2015
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la caduta di un funambolico regista
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Il film racconta la storia vera del funambolo francese Philippe Petit che nel 1974 attraversò, sospeso su una corda, la distanza che separava le due torri gemelle di New York. Sinceramente ci aspettavamo molto di più dal “funambolico” regista americano che ci ha regalato lavori come: “Ritorno al Futuro”, “Chi ha incastrato Roger Rabbit”, “Forrest Gump”, “Cast Away”, “Polar Express”, “A Christmas Carol”, “Flight”, solo per citare quelli più conosciuti. Dopo la prima mezz'ora “The Walk” già sbanda paurosamente, la storia acqua e sapone con la ragazza parigina non può reggere e così, verso la metà, si precipita in una noia e prevedibilità totale, dove neanche l'apparizione di Ben Kingsley riesce a farci risalire di quota.
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Il film racconta la storia vera del funambolo francese Philippe Petit che nel 1974 attraversò, sospeso su una corda, la distanza che separava le due torri gemelle di New York. Sinceramente ci aspettavamo molto di più dal “funambolico” regista americano che ci ha regalato lavori come: “Ritorno al Futuro”, “Chi ha incastrato Roger Rabbit”, “Forrest Gump”, “Cast Away”, “Polar Express”, “A Christmas Carol”, “Flight”, solo per citare quelli più conosciuti. Dopo la prima mezz'ora “The Walk” già sbanda paurosamente, la storia acqua e sapone con la ragazza parigina non può reggere e così, verso la metà, si precipita in una noia e prevedibilità totale, dove neanche l'apparizione di Ben Kingsley riesce a farci risalire di quota. Il film si ridesta nel finale, dove i dieci minuti che raccontano l'attraversata sono davvero speciali e forse danno un senso al biglietto d'ingresso che si è pagato. L'immagine del funambolo che racconta la sua storia dalla torcia della statua della libertà è la sintesi di un progetto decisamente sottotono e non all'altezza di chi lo ha firmato.
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[+] grande
(di escifranco!)
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brian77
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venerdì 23 ottobre 2015
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costruito a tavolino
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Zemeckis è un eccellente regista in grado di raccontare qualsiasi storia, ma questa l'ho trovata non solo stiracchiatissima e ben poco interessante, ma quel che è peggio schiacciata e resa pedante dalla metafora sull'11 settembre. A quel punto, anche il talento di Zemeckis finisce per partorire due ore di noia artificiale.
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michele
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mercoledì 21 ottobre 2015
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la camminata tra cielo e torri
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Il 7 Agosto 1974 a New York si realizzò una delle imprese più famose e assurde della storia dell’umanità. Il funambolo francese Philippe Petit attraversò su un cavo d’acciaio, sospeso nel vuoto, senza protezione alcuna, la distanza che separava le Twin Towers. A questo episodio, dopo il documentario premio Oscar di James Marsh del 2009 “Man on Wire”, viene dedicato adesso un lungometraggio di finzione che porta la firma del maestro Robert Zemeckis. Il film di Zemeckis parte da lontano raccontandoci velocemente la storia di Petit, com’è nata la sua passione per questo mestiere, la fasi di maturazione dell’artista, gli incontri che sono stati determinanti per la sua crescita professionale fino ad arrivare alla fase preparatoria per la grande impresa.
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Il 7 Agosto 1974 a New York si realizzò una delle imprese più famose e assurde della storia dell’umanità. Il funambolo francese Philippe Petit attraversò su un cavo d’acciaio, sospeso nel vuoto, senza protezione alcuna, la distanza che separava le Twin Towers. A questo episodio, dopo il documentario premio Oscar di James Marsh del 2009 “Man on Wire”, viene dedicato adesso un lungometraggio di finzione che porta la firma del maestro Robert Zemeckis. Il film di Zemeckis parte da lontano raccontandoci velocemente la storia di Petit, com’è nata la sua passione per questo mestiere, la fasi di maturazione dell’artista, gli incontri che sono stati determinanti per la sua crescita professionale fino ad arrivare alla fase preparatoria per la grande impresa. Fino a qui, pregi e difetti. Si perché il buon ritmo della pellicola si scontra con una sceneggiatura a tratti un po’ debole che sbrigativamente ci presenta alcuni personaggi secondari della vicenda che non vengono caratterizzati come dovrebbero, tanto da risultare quasi superflui all’interno della storia, ma inseriti per rispettare evidentemente la verità di come si sono svolti i fatti. E’ innegabile una certa superficialità di scrittura, come se sceneggiatori e regista avessero fretta di arrivare a raccontarci e mostrarci quello che più ci interessa, la camminata tra le torri gemelli che rappresenta poi la ragione dell’esistenza della pellicola stessa. Se fino a qui quindi la pellicola traballa un po’ sul filo della narrazione, la parte finale invece è perfetta e ci lascia senza fiato. Viene in soccorso sia la tecnica artificiale del 3D che contribuisce a dare un senso di vertigine mai provato prima in una sala cinematografica, sia quella concreta e tangibile di Zemeckis dietro la macchina da presa che ci regala davvero momenti di grande cinema. In particolare è lodevole la sua capacità di dare razionalità a un gesto che apparentemente non la possiede, ma che fa proprio della sua spericolatezza e non-sense la sua forza e soprattutto la sua bellezza.
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[+] un altro bel film di zemeckis
(di antonio montefalcone)
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