Ritengo che possa avere un senso, a proposito del film in questione, dire"prendere o lasciare", in quanto il riferimento alle droghe(acidi, in prevalenza)sconcerta e giustamente; tuttavia, se si ha la pazienza di superare lo sconcerto, ci si rende conto del fatto che forse nel film di Levine, è una modalità per andare oltre le"apparenze"(certo, sono "apparenze" che pesano, però)guardando alla sostanza, che è/dovrebbe essere quella di innovare il film natalizio, scardinandone alcuni presupposti: bontà, amicizia, non sesso(o in dosi molto limitate) e droga/per nulla),Qui, invece, si ha la rottura, tanto che quello che sembra essere lo spacciatore tout court è in realtà un.
[+]
Ritengo che possa avere un senso, a proposito del film in questione, dire"prendere o lasciare", in quanto il riferimento alle droghe(acidi, in prevalenza)sconcerta e giustamente; tuttavia, se si ha la pazienza di superare lo sconcerto, ci si rende conto del fatto che forse nel film di Levine, è una modalità per andare oltre le"apparenze"(certo, sono "apparenze" che pesano, però)guardando alla sostanza, che è/dovrebbe essere quella di innovare il film natalizio, scardinandone alcuni presupposti: bontà, amicizia, non sesso(o in dosi molto limitate) e droga/per nulla),Qui, invece, si ha la rottura, tanto che quello che sembra essere lo spacciatore tout court è in realtà un...angelo. Rottura consumata a fatica, certo, passando per vie quanto meno"impervie", con scene che rimandano al"trip"; ma, se si fa maggiore attenzione, ci sono persino riferimenti a"A Christmas carol", il giustamente stra-usato classico natalizio, che ha avuto/ha(di recente una versione operistica), /avrà sempre potenzialmente infinite versioni(trasposizioni da un medium all'altro, versioni più o meno spurie, "tradimenti", anche perché"traduire c'est trahir"...). Ma se si accetta la sfida, arrivando a guardare-esaminare tutto il film, appunto non fermandosi allo sconcerto(chi delle spettatrici/degli spettatori non ha avuto qualche amico/a rovinato/a dalle droghe?Se non morto/a, almeno-e qui mi riferisco agli allucinogeni, in particolare-invalidato/a, reso un"vegetale"o quasi, comunque gravemente menomato/a?), si vedrà come alla fine tutti e tre gli amici protagonisti del film ritrovano un loro"ubi consistam"nel film e nella loro vita che il film rappresenta, uno tornando alle responsabilità familiari, l'altro rinunciando a essere un campione sportivo quando l'età non consente più la cosa, l'altro rendendosi conto che vanno benissimo gli amici, ma anche che una soluzione sentimentale-familiare è da accettare con gioia. Il tutto il regista Jonathan Levine lo rende con estrema intelligenza e con un ritrmo che, pur non cedendo alla tentazione dromologica(ossia a un ritmo "forsennato")ha il grande pregio di rendere la narrazione non retoricamente indulgente ai particolari. Da considerare con attenzione il ruolo di Seth Rogen, che rende nuovamente attuale il ruolo dell'"Ebreo errante", ossia di una religione e di una tradizione che il cristianesimo(meglio: un certo cristianesimo)ha per secoli forcluso, appellandosi a violenze(pogrom, inquisizione, razzismo antisemita)e solo tardi ha riconosciuto come proprio"fratello maggiore". El Gato
[-]
|
|