Il figlio di Saul

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Un film di László Nemes. Con Géza Röhrig, Levente Molnár, Urs Rechn, Todd Charmont.
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Titolo originale Saul Fia. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 107 min. - Ungheria 2015. - Teodora Film uscita giovedě 21 gennaio 2016. MYMONETRO Il figlio di Saul * * * * - valutazione media: 4,04 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
fsromait mercoledě 23 novembre 2016
il sorriso e la libertŕ oltre il lager. Valutazione 5 stelle su cinque
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Il figlio di Saul, dell'ungherese Laszlo Nemes, č un terribile ininterrotto incubo del vissuto nei campi di sterminio nazisti che il giovane regista ha deciso di rappresentare nella maniera, forse, piů potente possibile, vale a dire tramite una ossessiva "sequenza" di piani-sequenza (!?!) consistenti di primissimi (piani) e dettagli (successivi a un sapiente gioco di focale iniziale e uso massimamente espressivo del teleobiettivo) che, senza alcun dubbio, riescono a rendere persistente e costante l'atmosfera claustrofobica e asfissiante delle camere a gas. Premesso quindi il tristissimo e tragico contesto storico, e che necessariamente un senso di inevitabile oppressione e stagnazione si impadronisce dello spettatore per tutta la durata del racconto, anche grazie allo splendido ed efficace gioco di audio e sonoritŕ (e anche ai sottotitoli), va rimarcato che il film non annoia affatto bensě risulta avvincente, dinamico, vario, eterogeneo (e quant'altro). [+]

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francesco2 domenica 17 giugno 2018
un "altro" film sull'olocausto Valutazione 3 stelle su cinque
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E’ scontato, molto piů che scontato sottolineare come OGNI film sull’Olocausto ci metta di fronte a
determinati interrogativi. Se si POSSANO rappresentare quegli anni, in termini di diritti etici ma anche
di fattibilitŕ, e quale eventuale chiave di (ri?)lettura bisogna scegliere? Limitarsi (Sic?)°
ai risvolti documentaristici, o scegliere una chiave lettura piů ampia? O, ancora, battere il
percorso farsesco-drammaticaovista nella “Vita č bella” o in “Train de vie?”
In una primissima fase, nel film qui analizzato, concentrarsi sul protagonista non č scelta
orientata ad isolare un’individualitŕ rispetto al contesto: egli, anzi, č portatore di vita – alla fine, anche
nel senso letterale-, che xompie sforzi disumani per portare a termine quello in cui crede, proprio come
disumana fu Auschwitz, evitando l’accostamento banalissimo tra le sue vicissitudini personali e quelle
collettive, ovverosia il figlio che avrebbe perso. [+]

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carmine65 sabato 26 gennaio 2019
fughiamo i dubbi... Valutazione 5 stelle su cinque
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Commento a Zulu51 - Io trovo il film molto aderente a quello che gli storici e i testimoni riferiscono. Ora cercherò di dare una risposta ai tuoi dubbi: 1) i prigionieri non sembrano denutriti perché non arrivano da altri campi, ma dal loro paese; sicuramente il viaggio sarà stato orribile e le condizioni di vita difficili, ma diventavano scheletri nei campi; lo stesso vale per il ragazzo; certo probabilmente il corpo avrebbe potuto essere sfigurato dalla sofferenza, ma penso che mantenerlo integro fosse funzionale alla narrazione (a farlo emergere dalla massa indistinta; 2) i prigionieri destinati alle camere a gas non venivano registrati ed è perfettamente logico che i pochi valori che erano riusciti a non farsi sottrarre fossero nascosti nel loro abbigliamento; 3) il medico SS ordina al medico deportato (ve ne erano diversi che lavoravano nei crematori) di eseguire l'autopsia al ragazzo probabilmente perché rappresenta un caso rarissimo (è sopravvissuto alla gassazione, anche se poi viene ucciso dalla SS) e per tale motivo, secondo loro, da studiare con cura; l'autopsia ovviamente veniva eseguita solo su alcuni corpi e in genere proprio su persone uccise con metodi alternativi o durante esperimenti; il medico deve registrare solo i cadaveri che dovrà sottoporre ad autopsia (non tutti) e come detto si trattava di persone uccise sul posto, quindi non passate dalla camera a gas e pertanto ancora in possesso di qualche documento; registrare in questo caso significa prenedere nota delle caratteristiche indicative del ragazzo (tant'è che nel prosieguo del film chiede a Saul di portargli un corpo con caratteristiche simili); 4) i membri del Sonderkommando avevano una certa libertà di movimento all'interno del perimetro del crematorio (anche esterno) e inoltre erano facilmente identificabili dalle guardie; 5) il tedesco che sorprende Saul non è un soldato, ma un ufficiale SS (tenente o sottotenente) e gli altri sono tutti ufficiali medici senza grandi differenze di grado; la canzonatura rappresentata era una forma di dileggio per umiliare il prigioniero (se hai visto il Pianista vedrai che spesso gli ebrei venivano sbeffeggiati); 6) la facilità con cui Emma consegna il pacchetto la chiamerei coraggio; /) mandano lui perchè si offre volontario (era molto rischioso); 8) quando scavano la fossa si trovano nell'area del crematorio ove poteva essere usuale che il Sonderkommando facesse lavori; i vestit per vestire sè e il presunto rabbino sono quelli degli ebrei che venivano fucilati nei pressi (prima venivano fatti spogliare); 9) il fatto che Saul pensi a un morto piuttosto che pensare a salvarsi è il cuore del film; 10) la rivolta del Sonderkommando riprende un fatto realmente accaduto a Birkenau (le armi in qualche modo le hanno trovate) finito tragicamente. [+]

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pietro viola lunedě 24 giugno 2019
la speranza Valutazione 5 stelle su cinque
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Che cosa rende un uomo un uomo? Il linguaggio, la ragione, l'immaginazione.. ma prima di tutto la necessità di cercare e trovare un senso alle cose, una prospettiva, all'interno di relazioni. Su questo, i campi di sterminio sono stati forse la massima espressione di disumanizzazione della Storia, arrivando al punto di creare "unità speciali" costituite dalle stesse vittime trasformate a rotazione in carnefici, offrendo in cambio la mera (e transitoria) sopravvivenza fisica: uomini forzati a diventare involucri di carne per eliminarne altri già trasformati in "pezzi". 
Di questo orrore si sono occupati già altri film, ma nessuno ha la potenza di questo. [+]

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matteo mercoledě 5 febbraio 2020
nel cuore dell'inferno Valutazione 5 stelle su cinque
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l film è incentrato su Saul membro (temporaneo) del sonderkommando di  Auschwitz. Senso di precarietà claustrofobico dove il ritmo del lavoro e della vita è sempre sospeso tra la vita e la morte in un universo di violenza  privo di umanità, dove il solo obiettivo è sopravvivere. Un film praticamente senza colonna sonora che rende in modo efficace la realtà precaria all'interno del campo. Azzeccato l'uso della telecamera a spalla e dello sfocamento come strategia di estraniazione dall'orrore. Non capisco le critiche sul realismo a questo film. Evidntemente mancano informazioni adeguate su come funzionava il sonderkommando e su quello che è stato Auschwitz-Birkenau. [+]

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elpiezo lunedě 25 gennaio 2016
autentico ed angosciante!!! Valutazione 4 stelle su cinque
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Risoluto esordio alla regia per l'ungherese Laszlo Nemes che racconta l'orrore dei lager nazisti attraverso le disperate gesta di un deportato tra le mura di Auschwitz. Saul, ebreo ungherese addetto allo smistamento ed alla cremazione dei corpi farŕ di tutto per offrire degna sepoltura al cadavere di un bambino (suo figlio?). Una nervosa telecamera ne segue le gesta mentre attorno, l'abominio viene mostrato in maniera offuscata ed intuitiva, corredata da una moltitudine di urla, voci, rumori e lingue differenti atti a comporre una Babele immersa nell'isteria collettiva. Una ruvida violenza che fa da contorno all'insistente peregrinare dei protagonisti aggrappati alla speranza di un'improbabile rivolta o dall'ossessione di compiere un semplice rituale mistico, mentre le immagini si soffermano sui volti tirati di esseri umani in perenne lotta per la sopravvivenza. [+]

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ninoraffa lunedě 29 maggio 2017
anche noi non saremmo diversi. Valutazione 4 stelle su cinque
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 La fabbrica di Auschwitz vista dall’interno. Inquadrata dall’obiettivo sfuocato dei sonderkommandos, gli ebrei prigionieri, che nella speranza di sopravvivere qualche mese in più, scelgono di farsi smaltitori della morte tra le docce fatali e i forni crematori. Uno di questi, Saul Ausländer,durante il lavoro recupera un ragazzo ancora agonizzante che il medico nazista provvede a terminare; Saul allora decide, senza neppure calcolare i rischi del folle piano, che quel corpo non diventerà cenere e fumo ma avrà degna sepoltura con tanto di rabbino e preghiera dei morti. Questa da ora in poi sarà la sua ragione, perché Saul ha scoperto che il ragazzo è suo figlio. [+]

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flyanto martedě 26 gennaio 2016
la lotta esasperata e vana di un padre Valutazione 3 stelle su cinque
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Esordio cinematografico del giovane regista ungherese Laszlo Nemes, "Il Figlio di Saul" si inserisce nel filone dei films che ricordano la Shoah e lo sterminio in generale di tutti gli individui nei campi di concentramento durante il secondo conflitto mondiale. 
Il protagonista (Géza Rohrig) di nome, appunto, Saul è un prigioniero ungherese di religione ebraica rinchiuso nel campo di concentramento di Auschwitz e, al momento, è ancora in vita rispetto a tutti coloro che sono condotti direttamente nelle camere a gas poichè svolge dei lavori di profonda pulizia e di estrema fatica per i comandanti della prigione dove è rinchiuso. [+]

[+] espressivo? (di deadman)
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deadman mercoledě 27 gennaio 2016
una storia rovinata Valutazione 2 stelle su cinque
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conosco la storia del sonderkommando di auschwitz che in prossimità sella loro eliminazione si ribellò ai nazisti e vado a vedere il film, ma già dopo pochi secondi capisco cosa mi aspetto, l'inquadratura non è la solita da cinema la cosidetta 4:3 ma un misero quadrato evabbè, finisse qui ma il regista non contento ci propina un'inquadratura fissa sul personaggio in questione (dopo ne parleremo) con totale sfocatura della scena la quale va a fuoco solo quando il primo piano si sfoca. e questo per tutta la durata del film, una cosa che mi dà un'irritazione bestiale, provate poi capite. capisco che è la tua opera prima e vuoi far vedere che sei in "artista" ma amico mio stai parlando dell'olocausto non stai facendo una videoclip, che poi le qualità tecniche le avrebbe pure quindi non capisco questa scelta autoriale e snobistica veramente stupida che toglie nitidezza nel vero senso della parola a tutto il lungometraggio. [+]

[+] maggior indulgenza (di goldy)
[+] pienamente d'accordo (di flaw54)
[+] ... (di no_data)
[+] uno storico .... che non vede "la storia"? (di smarter)
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