Il figlio di Saul

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Un film di László Nemes. Con Géza Röhrig, Levente Molnár, Urs Rechn, Todd Charmont.
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Titolo originale Saul Fia. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 107 min. - Ungheria 2015. - Teodora Film uscita giovedě 21 gennaio 2016. MYMONETRO Il figlio di Saul * * * * - valutazione media: 4,04 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
enzo70 venerdě 29 gennaio 2016
anche all'inferno si puň essere uomini Valutazione 4 stelle su cinque
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      Laslo Nemes esordisce alla regia con un film destinato ad entrare nella storia del cinema. Attenzione, non è un capolavoro; qualche indugio di troppo lo lascia nel limbo dei tanti bei film destinati a perdere nella comparazione dei grandi film. Ma alla durezza della storia che racconta, o alla sua infinita dolcezza, il regista ungherese affianca una tecnica di regia innovativa nella sua crudezza, le immagini sfocate continuamente sovrapposto, l’utilizzo rude del sonoro per trasferire il dramma delle urla e del dolore infinito della Shoà. [+]

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angelo umana martedě 9 febbraio 2016
abominio Valutazione 4 stelle su cinque
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 Qualcuno ha scritto che dopo un film come questo di László Nemes nessuno più ne girerà altri sulla Shoah. E’ un’esagerazione, altri film escono sull’argomento, la testimonianza non cesserà, anche perché “Fin quando la tragedia non incontra qualcuno che la sappia raccontare essa scivola sugli abiti come acqua nel diluvio”: questo ha detto Marco Belpoliti, scrittore e critico letterario, docente di letteratura a Bergamo e massimo esperto su Primo Levi. Nemes l’ha raccontata specificamente dai locali della eliminazione (Vernichtung) delle persone, che poi diventano corpi da far bruciare e la cui cenere veniva buttata nei fiumi tedeschi (una lapide in un punto del Danubio ricorda che lì fu buttata la cenere di 30. [+]

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lbavassano lunedě 7 marzo 2016
capolavoro di rigore stilistico ed etico Valutazione 5 stelle su cinque
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Una rappresentazione dell'universo concentrazionario che ha pochi, pochissimi eguali sotto il profilo del rigore stilistico. La macchina da presa costantemente incollata al volto del protagonista rende con la massima forza la mostruosità claustrofobica, fisica ed etica, al pari dello sfocato di tutto ciò che lo circonda, dell'accumulo indistinguibile dei corpi destinati al macello, ma rende anche l'impossibilità di comprendere ciò che veramente vive, continua nonostante tutto a vivere, dietro quello sguardo implacabilmente fisso che solo in due occasioni si scioglie a sfiorare un improbabile, assurdo sorriso. [+]

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mario nitti domenica 18 settembre 2016
restano le domande Valutazione 4 stelle su cinque
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Sul tema dell’orrore dei campi di concentramento sono stati girati tanti film, eppure l’abisso non è ancora stato scandagliato fino in fondo ed è ancora capace di generare nuovi punti di vista, riflessioni che aggiugono qualche cosa al già detto. Ci vuole un po’ a capire cosa sta facendo Saul perché l’orrore delle camere a gas sta sullo sfondo, sfocato, mentre lui indaffarato esegue ordini urlati senza che il suo viso tradisca emozioni. Ma qualcosa rompe l’estraniamento: in un ragazzo che muore solo dopo un’agonia, e lui riconosce suo figlio e a questo reagisce con la decisione che non dovrà essere bruciato, ma seppellito da un rabbino. [+]

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gigioncino lunedě 13 febbraio 2017
una perla Valutazione 0 stelle su cinque
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Vera Perla per cinefili, il film di Nemes ti colpisce dritto allo stomaco, lasciandoti senza fiato per tutta la visione. Originale e straordinariamente angosciante , non lascia spazio a compromessi di sorta. Ciò che la macchina da presa ti fa vedere, va di pari passo con quello che ti fa immaginare ci sia e con quello che vorresti non ci fosse ma c'è. Uno dei film  più interessanti degli ultimi anni: cruda testimonianza di una tragedia che qui viene evocata nei suoi risvolti più crudi e realistici

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greatsteven sabato 15 luglio 2017
il sentimento paterno della pietŕ nella shoah. Valutazione 5 stelle su cinque
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 IL FIGLIO DI SAUL (UNG, 2015) diretto da LàSZLò NEMES. Interpretato da GéZA RöHRIG, LEVENTE MOLNAR, URS RECHN, SANDòR ZSòTER, TODD CHARMONT
Premiato con l’Oscar al migliore film straniero, eguale riconoscimento pareggiato col Golden Globe e il David di Donatello nella medesima categoria, insieme al Grand Prix de la Giurie a Cannes, è uno dei capolavori inconfutabili dell’ultimo decennio, un film di nicchia che ha usufruito d’un distributore indipendente e brilla di luce propria nella categoria cui appartiene, la pellicola storica di ambiente ebraico in piena Seconda Guerra Mondiale. [+]

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valterchiappa mercoledě 8 novembre 2017
endlösung Valutazione 4 stelle su cinque
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Si poteva dire ancora qualcosa sulla Shoah? Sì, se tralasciata ogni consequenzialità propria di un racconto storico, la si rende l’archetipo di ogni idea di Male, un immenso Mare Nero dove far galleggiare il flebile e purtroppo effimero lume di una Speranza. Sì, se la dipinge come Caos sommo, negazione di ogni Ordine che è alla base del concetto di umanità. “Il figlio di Saul” è questo ed oltre.
Un racconto surreale. Saul Ausländer (Géza Röhrig), prigioniero ungherese nel campo di sterminio di Auschwitz, è arruolato nei Sonderkommand. Il più infame dei compiti: al servizio del proprio carnefice accompagnare i confratelli verso le camere a gas, raccoglierne i corpi, stiparli nei forni crematori. [+]

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ennio mercoledě 3 gennaio 2018
l'alienazione narrata in modo originale e feroce Valutazione 4 stelle su cinque
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Non sono molti i film sull'olocausto che brillano per originalità. "il figlio di Saul" è tra questi. La scelta di concentrare le riprese sul protagonista e mantenere il resto sullo sfondo, spesso sfocato, è una trovata che ti fa vivere molto più da vicino l'assurdità e l'oppressione della prigionia e del clima militare. Anche la scelta di lasciare la lingua tedesca non tradotta all'inizio disturba, sembra di non riuscire a seguire bene la trama, ma alla fine si rivela il fattore che più di tutti ti fa vivere la drammaticità, l'alienazione nella vita dei protagonisti, che per loro è ormai diventata normalità. [+]

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robroma66 domenica 31 gennaio 2016
resistenza all'abisso Valutazione 4 stelle su cinque
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László Nemes ha avuto coraggio e il suo primo lungometraggio è ben riuscito, anche se è difficile dare dare un giudizio su un film che parla della Shoah.

Saul è un componente del Sonderkommando di Auschwitz, cioè uno dei prigionieri -periodicamente uccisi e sostituiti- che aiutavano gli aguzzini nazisti nella gestione dello sterminio. Saul ha il compito di accompagnare nelle camere a gas, pulire, bruciare i corpi. Un giorno Saul vede un bambino sopravvissuto 
al gas e finito da un medico. [+]

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ennas sabato 30 aprile 2016
la memoria di saul Valutazione 4 stelle su cinque
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Molto difficile č fare un film sull’olocausto: incombe il rischio del giŕ visto o della retorica da tragedia. Il regista ungherese Laszlo Nemes, con questo “Il figlio di Saul”, centra con grande perizia un’angolatura che sfugga a questi rischi. Ambientandolo ad Auschwitz-Birkenau il regista focalizza il suo obiettivo su uno degli aspetti piů ripugnanti della vita dei campi: quello dei sonderkommando. Saul č uno di loro, un ebreo adibito allo smistamento, spoliazione dei prigionieri, trasferimento dei cadaveri dalle camere a gas ai crematori. Nel programma di distruzione sistematica di un popolo, le ss adibirono una parte dei prigionieri al lavoro sporco nell’eliminazione dei loro compagni di sventura, in attesa del proprio turno. [+]

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