flyanto
|
giovedì 17 settembre 2015
|
un impietoso ma quanto mai vero ritratto di vite s
|
|
|
|
Presentato fuori concorso nel corso dell'ultima Mostra del Cinema a Venezia "Non Essere Cattivo" costituisce l'ultima opera del, purtroppo, recentemente deceduto regista Claudio Caligari, dopo una lunga e grave malattia. Prodotto, inoltre, da Valerio Mastrandrea essa viene giustamente paragonata alle pellicole di Pier Paolo Pasolini in quanto, pur non avendo l'originalità e la "vis" di queste, effettivamente può richiamare un poco il sopra citato regista, almeno per ciò che riguarda lo sfondo sociale e l'ambiente descritti della più squallida periferia romana.
Qui siamo negli anni '90 e vi sono due giovani che vivono di espedienti e soprattutto, facendo peraltro uso di droghe in maniera piuttosto smodata, di furti e di spaccio di sostanze stupefacenti.
[+]
Presentato fuori concorso nel corso dell'ultima Mostra del Cinema a Venezia "Non Essere Cattivo" costituisce l'ultima opera del, purtroppo, recentemente deceduto regista Claudio Caligari, dopo una lunga e grave malattia. Prodotto, inoltre, da Valerio Mastrandrea essa viene giustamente paragonata alle pellicole di Pier Paolo Pasolini in quanto, pur non avendo l'originalità e la "vis" di queste, effettivamente può richiamare un poco il sopra citato regista, almeno per ciò che riguarda lo sfondo sociale e l'ambiente descritti della più squallida periferia romana.
Qui siamo negli anni '90 e vi sono due giovani che vivono di espedienti e soprattutto, facendo peraltro uso di droghe in maniera piuttosto smodata, di furti e di spaccio di sostanze stupefacenti. Essi non hanno un lavoro, nè stabile, nè precario e non lo cercano nemmeno, trovando molto più conveniente e remunerativo dedicarsi alle attività illegali. Nel corso delle loro giornate e degli anni trascorsi sempre insieme piano piano uno di loro comincia a sentire l'esigenza e ad apprezzare il fatto di condurre un'esistenza secondo principi ed azioni più oneste ed all'insegna di una certa tranquillità ottenuta, magari, grazie un lavoro stabile e la presenza di una famiglia, mentre l'altro continua il solito stile di vita estremo che lo condurrà verso un tragico epilogo.
Caligari è riuscito molto efficacemente a descrivere i suoi "ragazzi di vita", presentandoli in tutte le loro sfaccettature e pertanto, se da una parte essi sono ed appaiono come degli sbandati, strafatti di ogni tipo di sostanza, dall' altra essi posseggono anche dei lati positivi che includono dei sinceri sentimenti come l'affetto profondo provato da uno di due per la piccola nipotina malata o l'amore per le proprie compagne, perchè così è strutturato l'essere umano, sembra voler dire il regista, essendo composto di luci ed ombre.
Nel cast, assemblato completamente da attori perfettamente aderenti ai propri ruoli, spicca però su tutti Luca Marinelli, già ampiamente ammirato in "la Solitudine dei Numeri Primi" di Saverio Costanzo ed in "Tutti i Santi Giorni" di Paolo Virzì. Quello che questo giovane attore dimostra ogni volta che appare in un film è la sua abile capacità di calarsi nei più differenti e disparati personaggi e trasformarsi di conseguenza, anche anche dal punto di vista fisico: e così dal tormentato e problematico giovane della "Solitudine...", dalla svagatezza e trasognata persona in "Tutti i Santi Giorni", giunge qui ad essere un giovane tossico irriconoscibile, anche violento quando in astinenza, ma pure dolce e generoso nei rari momenti di lucidità e tranquillità. Pertanto, la pellicola accresce il proprio valore grazie anche alla presenza ed all' interpretazione di questo giovane talentuoso del cinema italiano, consegnandoci uno spaccato di vite e di ambienti degradati, purtroppo, quanto mai veri.
Interessante e da non sottovalutare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
emyliu`
|
giovedì 17 settembre 2015
|
una stupefacente opera ultima
|
|
|
|
"Non essere cattivo" - Film postumo di Claudio Caligari, regista recentemente scomparso, prodotto da Valerio Mastandrea, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 72. Già dopo i primi fotogrammi del film si percepisce il grande lavoro attoriale, tutto incentrato sulla recitazione stanislawskiana di talentuosi giovani attori.
[+]
"Non essere cattivo" - Film postumo di Claudio Caligari, regista recentemente scomparso, prodotto da Valerio Mastandrea, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 72. Già dopo i primi fotogrammi del film si percepisce il grande lavoro attoriale, tutto incentrato sulla recitazione stanislawskiana di talentuosi giovani attori. Primo tra tutti il bello e dannato Luca Marinelli (interprete di "La solitudine dei numeri primi" e del figlio suicida della Villoresi ne "La grande bellezza" di Sorrentino).
Questa opera ultima di Caligari, autore del mitico "Amore Tossico", è una mirabile pellicola di ottima fattura, pervasa interamente dalla disperata voglia di riscattarsi dalla scelta/costretta autodistruttiva dello sballo, in una Ostia marginale anni 90. Seppur la trama abbia dei prevedibili deja-vu, tutto l'insieme rende la struttuta dell'opera solida e unica, dalle interpretazioni sempre ben calibrate dei bravissimi attori, senza mai ricadere nel macchiettismo nemmeno nelle esasperazioni in slang romanesco coattese di certi momenti, alla fulgida fotografia vintage post-neorealista. Il ruolo della madre del protagonista, affidato ad Elisabetta De Vito, è una perla drammaturgica davvero notevole. Ma la rivelazione del film è l'attore coprotagonista Alessandro Borghi, fin'ora visto solo in piccoli ruoli, prevalentemente stuntman di serie e fiction, che come nel ruolo dell'amico fraterno di Cesare, si riscatta anche come attore con una perfetta interpretazione iper-definita, che piacerebbe di sicuro al Re per eccellenza degli attori forgiati dall'Actor's Studio, Robert De Niro, perchè da lì sembra provenire tanto è bravo e credibile nella parte.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a emyliu` »
[ - ] lascia un commento a emyliu` »
|
|
d'accordo? |
|
emyliu`
|
giovedì 17 settembre 2015
|
opera ultima intensamente post-neorealista
|
|
|
|
Tra i tanti Titoli appena usciti, scelgo di vedere "Non essere cattivo". Film postumo di Claudio Caligari, regista recentemente scomparso, prodotto da Valerio Mastandrea, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 72. Una scelta decisamente "giovane e vitale" la mia, rispetto ai Bellocchio e alle Meryl Streep occheggianti dalle locandine degli altri films in programmazione.
[+]
Tra i tanti Titoli appena usciti, scelgo di vedere "Non essere cattivo". Film postumo di Claudio Caligari, regista recentemente scomparso, prodotto da Valerio Mastandrea, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 72. Una scelta decisamente "giovane e vitale" la mia, rispetto ai Bellocchio e alle Meryl Streep occheggianti dalle locandine degli altri films in programmazione. E tanto già mi basterebbe.Già dopo i primi fotogrammi del film percepisco che sarà un bel lavorone attoriale, tutto incentrato sulla recitazione stanislawskiana di talentuosi giovani attori. Primo tra tutti il bello e dannato Luca Marinelli (interprete di "La solitudine dei numeri primi" e del figlio suicida della Villoresi ne "La grande bellezza" di Sorrentino, tanto per intenderci).
E a fine proiezione le mie percezioni sono più che confermate, a tal punto da dirvi di andare a vederlo senza indugio alcuno, perchè ne vale la pena. Questa opera ultima di Caligari è una mirabile pellicola di ottima fattura, pervasa interamente dalla disperata voglia di riscattarsi dalla scelta/costretta autodistruttiva dello sballo. Seppur la trama abbia dei prevedibili deja-vu, tutto l'insieme rende la struttuta dell'opera solida e unica, dalle interpretazioni sempre ben calibrate dei bravissimi attori, senza mai ricadere nel macchiettismo nemmeno nelle esasperazioni in slang romanesco coattese di certi momenti, alla fulgida fotografia vintage post-neorealista. Il ruolo femminile della madre del protagonista, affidato ad Elisabetta De Vito, è una perla drammaturgica davvero notevole.
La rivelazione del film è l'attore coprotagonista Alessandro Borghi, fin'ora visto solo in piccoli ruoli, prevalentemente stuntman di serie e fiction, che come nel ruolo dell'amico fraterno di Cesare, si riscatta anche come attore con una perfetta interpretazione iper-definita, che piacerebbe di sicuro al Re per eccellenza degli attori forgiati dall,Actor's Studio, Robert De Niro. Parola di Emyliù.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a emyliu` »
[ - ] lascia un commento a emyliu` »
|
|
d'accordo? |
|
brunobruno
|
mercoledì 16 settembre 2015
|
le periferie come luogo dell'anima
|
|
|
|
Dopo "Amore Tossico" dell'83 e "L'odore della notte" del 95, Claudio Caligari finisce con questa opera il suo lavoro e _purtroppo_ anche la sua vita stessa. "Non essere cattivo" non é solo un film straordinario, ma anche un messaggio di amore verso tutti i giovani che non sono nati col culo al caldo, e non serve cercare a Scampia: basta togliersi gli occhiali dell'ipocrisia per vederci i nostri paesi, qualcuno dei nostri amici e ahimè talvolta anche noi stessi. La durezza dei lavori operai, la limitatezza nei rapporti umani, le famiglie di origine sommerse da problemi d'ogni sorta.Nascere in certe pieghe dello spaziotempo è una condanna. In un periodo storico dove speranze di rivalsa collettiva e lotta politica sono cadaveri ancora caldi (siamo 1995), c'è è poco per cui motivarsi, gratificarsi, o vivere per.
[+]
Dopo "Amore Tossico" dell'83 e "L'odore della notte" del 95, Claudio Caligari finisce con questa opera il suo lavoro e _purtroppo_ anche la sua vita stessa. "Non essere cattivo" non é solo un film straordinario, ma anche un messaggio di amore verso tutti i giovani che non sono nati col culo al caldo, e non serve cercare a Scampia: basta togliersi gli occhiali dell'ipocrisia per vederci i nostri paesi, qualcuno dei nostri amici e ahimè talvolta anche noi stessi. La durezza dei lavori operai, la limitatezza nei rapporti umani, le famiglie di origine sommerse da problemi d'ogni sorta.Nascere in certe pieghe dello spaziotempo è una condanna. In un periodo storico dove speranze di rivalsa collettiva e lotta politica sono cadaveri ancora caldi (siamo 1995), c'è è poco per cui motivarsi, gratificarsi, o vivere per. Siamo in una società grigia, inemendabile, dove impera l'edonismo ed il cavarsela da sè. Ma i blocchi di partenza son truccati: non è tanto il destino, è la società stessa che ha prenotato per i figli dei proletari soltanto due strade. Quella della droga e della delinquenza o quella dei lavori più duri e umili. Ma è percorrendo ogni giorno quest'ultima che la vita _pur tremenda e disincantata_ può comunque regalare qualche barlume di umanità, di calore umano, di cuore. Per chi rimane incastrato nell'altra strada invece sarà solo pianto senza fine. Ma la meraviglia di questo regista e di questo film è il far capire che non è questione di meritarsela o no una sorte infame. Non c'è un grammo di giudizio morale sulle persone: ognuno è quel che è, lati brutti e lati belli. Ed è "solo" una questione di piccole scelte quotidiane l' uscire dalla merda. Ma, quand'anche ciò non capitasse , non prendetevela coi dannati, amici benpensanti ,amici felici,amici fortunati. Questo è invece il messaggio che dà a voi. Undicesimo comandamento: non giudicare. Per i più fortunati è questo il non essere cattivo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a brunobruno »
[ - ] lascia un commento a brunobruno »
|
|
d'accordo? |
|
pepito1948
|
martedì 15 settembre 2015
|
degrado e passioni
|
|
|
|
Il film è bellissimo e toccante, nonostante l'azione si svolga in un'Ostia abbandonata al degrado e alla totale mancanza di opportunità formative a cominciare dal lavoro. Uso e spaccio di droga, prostituzione, violenza in forma di risse e rapine, piccole truffe sono all'ordine del giorno e scandiscono la vita di chi si trova incardinato in un modello sociale sballato che le difficoltà di sviluppo di una periferia allo sbando hanno profondamente radicato.
L'azione è focalizzata sulle gesta di due ragazzi, amici dall'infanzia, che quotidianamente, dal rassicurante rifugio di un branco di vitelloni nullafacenti (il riferimento a Fellini qui è puramente formale, anche se il Maestro è citato nella scena dell'allucinazione on the road), escono per sfidare l'ozio forzato ingolfandosi di adrenalina con tutti i mezzi moltiplicatori disponibili.
[+]
Il film è bellissimo e toccante, nonostante l'azione si svolga in un'Ostia abbandonata al degrado e alla totale mancanza di opportunità formative a cominciare dal lavoro. Uso e spaccio di droga, prostituzione, violenza in forma di risse e rapine, piccole truffe sono all'ordine del giorno e scandiscono la vita di chi si trova incardinato in un modello sociale sballato che le difficoltà di sviluppo di una periferia allo sbando hanno profondamente radicato.
L'azione è focalizzata sulle gesta di due ragazzi, amici dall'infanzia, che quotidianamente, dal rassicurante rifugio di un branco di vitelloni nullafacenti (il riferimento a Fellini qui è puramente formale, anche se il Maestro è citato nella scena dell'allucinazione on the road), escono per sfidare l'ozio forzato ingolfandosi di adrenalina con tutti i mezzi moltiplicatori disponibili. La fuga da una realtà disumanizzante appare la condizione necessaria per dare un senso almeno in termini temporali alle giornate che inesorabilmente passano. La costante ricerca di denaro, per sè e per esigenze familiari, li spinge ad andare sempre oltre, verso limiti invisibili. Ma la comparsa di nuove relazioni affettive, che non tarderanno a trasfornarsi in rapporti leganti e portatori di speranza, insieme alla prospettiva concreta di una possibilità di lavoro, imprime una svolta anche se tortuosa ed incerta ai loro itinerari esistenziali, che porteranno a sbocchi differenti.
Caligari, già misuratosi sul tema del degrado urbano e umano, sceglie una storia di povertà ed emarginazione come tante, ispirandosi al mondo pasoliniano delle periferie ricco di forze e dinamiche tumultuose, per descrivere con spietata attenzione (ed un pizzico di indulgenza) la deriva di un'umanità apparentemente disperata, ma in continuo e convulso movimento. La caotica quanto destabilizzante emergenza di bisogni e di ostacoli spinge a ricorrere ad espedienti ed a soluzioni anche estremi seguendo la linea sottotraccia dell'indole individuale: è ciò che fanno Vittorio e Cesare, sodali finchè i loro "insiemi" coincidono e pronti a divergere quando dovranno affrontare singolarmente scelte determinanti.
La straordinarietà del film sta nella capacità del regista di illuminare l'altra faccia della luna, la ricchezza rivitalizzante delle pulsioni emotive che nei momenti cruciali prorompono nonostante l'ambiente ostile e la durezza e asperità degli animi. Il peggio si fa da parte e sgorgano lacrime, di sofferenza, per amore, per amicizia. C'è vita, c'è vitalità, c'è reattività emotiva anche in mezzo al mare, e questa è l'arma spesso nascosta ma la più efficace per tenere a bada la morte, la tragedia dietro l'angolo. E c'è anche poesia nella disperazione, negli abbracci, negli slanci sentimentali, nei distacchi inesorabili. E Caligari,a differenza che in tanti altri film di analogo tema e tenore, lancia a briglia sciolta i colori e le luci liberando anche i toni più accesi, per ribadire il contrasto tra il gioco al ribasso dfi una condizione di vita miserevole e la forza vitale e passionale che può scatenarsi in chi non si rassegna a limitarsi all'immobilità da bar o all'artificio di una fuga allucinatoria o all'esaltazione di una trasgressione riuscita. Il tutto nobilitato da una prova eccelsa dei due protagonisti, in ruoli difficili in cui anche la minima crepa potrebbe demolire la crescente tensione accumulata fin dalle scene iniziali.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pepito1948 »
[ - ] lascia un commento a pepito1948 »
|
|
d'accordo? |
|
marcello1979
|
martedì 15 settembre 2015
|
si!!
|
|
|
|
Da vedere assolutamente , non tanto per la sceneggiatura ma per l'interpretazione dei personaggi e la regia..
Scene di vita quotidiana, squarcio di un Italia che tutti conoscono ma che pochi raccontano..
Non è Sorrentino o Bellochio ,e forse è un bene...
Non sempre la satira racconta ciò che la vita mostra..
A tratti ricorda Luisiana, forse meno duro ma comunque vero..
Bravo.
|
|
[+] lascia un commento a marcello1979 »
[ - ] lascia un commento a marcello1979 »
|
|
d'accordo? |
|
davidino.k.b.
|
lunedì 14 settembre 2015
|
neorealismo
|
|
|
|
film veramente bello. Bravi gli attori. Peccato che il regista, venuto a mancare, ha , con grande realismo creato solo ed esclusivamente tre bei film.......Sicuramente Pasoliniano nell'affrontare certi argomenti ed ambienti... Si sente sicuramente la Strada in cio che vuole rappresentare ...Consigliato
|
|
[+] lascia un commento a davidino.k.b. »
[ - ] lascia un commento a davidino.k.b. »
|
|
d'accordo? |
|
|
domenica 13 settembre 2015
|
finalmente!
|
|
|
|
Finalmente non si parla di attori in crisi d'identita' di giornalisti e architetti pieni di soldi che si sentono tanto infelici.....questa e' vita vera. Violento commovente e anche con momenti comici e paradossali,mai ricattatorio.Bravissimi i protagonisti e ottima scelta dei caratteristi tutti personaggi credibili.
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
maurizio meres
|
domenica 13 settembre 2015
|
complimenti claudio
|
|
|
|
Purtroppo non avremmo più il piacere di vedere un film di Claudio Caligari deceduto subito dopo aver finito di girare questo film,regista con una personalità autenticamente reale diretto sull'argomento ,sulle situazioni e senza scendere mai sul patetico,ma dando sempre un proseguo di speranza di vita .
Questo film rispecchia in pieno il suo carattere neorealista ,le scenografie sono quelle della vita reale ,il film scorre benissimo con dialoghi veri di una realtà passata ma ancora radicata ,attori bravissimi recitano nei tempi giusti senza sovrapposizione ,ognuno a il suo ruolo il suo spazio,riesce a far uscire quel sentimento nascosto che si chiama amore e oggetto sconosciuto in questa realtà.
[+]
Purtroppo non avremmo più il piacere di vedere un film di Claudio Caligari deceduto subito dopo aver finito di girare questo film,regista con una personalità autenticamente reale diretto sull'argomento ,sulle situazioni e senza scendere mai sul patetico,ma dando sempre un proseguo di speranza di vita .
Questo film rispecchia in pieno il suo carattere neorealista ,le scenografie sono quelle della vita reale ,il film scorre benissimo con dialoghi veri di una realtà passata ma ancora radicata ,attori bravissimi recitano nei tempi giusti senza sovrapposizione ,ognuno a il suo ruolo il suo spazio,riesce a far uscire quel sentimento nascosto che si chiama amore e oggetto sconosciuto in questa realtà.
Ambientato alla periferia di Roma nel quartiere di Ostia nella parte più degradata dove fa da sfondo la vita quotidiana di tutti i giorni,senza speranza di un futuro migliore,dove l'auto distruzione e manifestata come unico scopo di vita ,ottima fotografia riprese dirette cogliendo espressioni di disagio di sofferenza di crudeltà ma anche di sentimenti nascosti ,la scena finale con il neonato,commovente ma non strappa lacrime è il trionfo della bellezza della vita.
Film bellissimo da vedere .
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maurizio meres »
[ - ] lascia un commento a maurizio meres »
|
|
d'accordo? |
|
brian77
|
sabato 12 settembre 2015
|
gran film
|
|
|
|
Gran bel film. Intenso, forte, non arretra davanti a situazioni in cui i registi italiani non hanno quasi mai il coraggio di avventurarsi. Ottimi anche Marinelli e Borghi. E' il miglior film di Caligari, di cui avevo trovato solo promettente "Amore tossico", riuscito ma non a questi livelli "L'odore della notte". A Venezia l'hanno messo fuori concorso: mo' vediamo come sono i film in concorso, perché se hanno scartato questo film per rifilarci le solite simulazioni anoressiche di cinema d'autore all'italiana...
|
|
[+] lascia un commento a brian77 »
[ - ] lascia un commento a brian77 »
|
|
d'accordo? |
|
|