L'attesa |
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Un film di Piero Messina.
Con Juliette Binoche, Lou de Laâge, Giorgio Colangeli, Domenico Diele, Antonio Folletto.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Italia, Francia 2015.
- Medusa
uscita giovedì 17 settembre 2015.
MYMONETRO
L'attesa
valutazione media:
3,33
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Debutto coadiuvato dalla bravura degli interpreti.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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lunedì 28 settembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'ATTESA (IT/FR, 2015) diretto da PIERO MESSINA. Interpretato da JULIETTE BINOCHE, LOU DE LAAGE, GIORGIO COLANGELI, DOMENICO DIELE, GIOVANNI ANZALDO, CORINNA LO CASTRO, ANTONIO FOLLETTO
In un paese siciliano a metà strada fra il paesaggio campestre-lacustre e la vicinanza del mare, arriva Jeanne, giovane ragazza di origine francese fidanzata con un italiano di nome Giuseppe la cui madre proviene anch’essa dalla Francia. Anna (così si chiama la donna) ospita la futura nuora nella casa in cui vive insieme all’inserviente Pietro dopo aver sepolto il fratello, improvvisamente morto, e il cui funerale l’ha straziata profondamente. Anna e Jeanne divengono ben presto amiche e condividono numerose esperienze piacevoli insieme, ma il mancato arrivo di Giuseppe comincia ad insospettire la ragazza, e Anna dovrà occultare faticosamente la verità perché il suo rapporto con suo figlio nasconde alcune pesanti magagne che nemmeno lei riesce a riconoscere con totale sincerità. È un esordio nel lungometraggio poco traumatico e ricco invece della tranquillità plateale che oggi rappresenta un mezzo indispensabile per realizzare film d’essai che meritino l’attenzione della critica e il consenso del pubblico, o meglio: occorre inserire nelle prove cinematografiche, specialmente in quelle di debutto, una dose piuttosto consistente di significativi silenzi, messaggi non verbali dal valore recondito ma pur sempre specifico e scene dove a dominare siano semplicemente le immagini e i suoni uditi in lontananza. P. Messina centra l’obiettivo almeno per un buon 80%, e affida l’esito positivo del suo non facile esperimento all’esperienza rodata ma comunque rinfrescata di J. Binoche (che è bravissima a non farsi nemmeno doppiare, nonostante la pellicola abbondi di dialoghi in francese), perfetta nell’incarnare una madre di provincia che preferisce stendere un pietoso abbandono sulle sue triste vicende famigliari per non dover affrontare gravi cordogli né fastidiosi malintesi. Al suo fianco, L. De Lȃage è una comprimaria di prim’ordine che sa scavare tutt’altro che in superficie l’elaborazione di un lutto che porta seco un mare di emozioni deprimenti e un pervasivo, ineliminabile senso di delusione. Da non tralasciare la libera origine letteraria dell’opera, che attinge la propria ispirazione a una fonte pirandelliana: La vita che ti diedi. Pirandello è notoriamente un autore complesso da rappresentare in versione audiovisiva, tanto più che la Sicilia ritratta nei suoi immortali capolavori fornisce ritratti intimi di una terra che costituisce da sempre un crocevia popolare e internazionale di diverse etnie che a volte non sanno convivere pacificamente e dunque arrivano allo scontro. Ed è proprio uno scontro, per quanto sentimentale e blando possa apparire, a imperniare una trama silente e latente attorno ad un crogiuolo di pathos, tradimenti, frasi pensate, omissioni volute, bisogni affettivi e voglie inappagate. Il regista sa anche mettere da parte la sua natalità più strenuamente folkloristica (è nato infatti a Caltagirone) per inviare agli spettatori un messaggio che fa della sicilianità un mezzo espressivo univocamente rivolto e per di più avvertito ad un livello che praticamente si innalza su un lecito piedistallo di carità, antimoralismo e sensazioni descrittive. Notevoli anche le interpretazioni degli attori secondari, tutte alquanto sotto le righe ma completamente caratterizzate da una placida e fascinosa orizzontalità. Premiato a Venezia 2015 con riconoscimenti minori, ma candidato addirittura al Leone d’Oro: ha ricevuto anche numerose citazioni che testimoniano come la critica, non solo italiana e francese (i due paesi che l’hanno coprodotto), ha trovato al suo interno una densa ricchezza di parti interessanti e spunti degni di lode.
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