paolp78
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mercoledì 22 dicembre 2021
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più estetica che sostanza
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Questa pellicola diretta da Todd Haynes si segnala per l’eccezionale cura formale che più di qualunque altro elemento finisce per caratterizzare l’opera.
Gli ambienti ed i costumi dell’America anni ’50 impressionano davvero per accuratezza e ricercatezza; in merito deve dirsi che negli ultimi anni ad Hollywood si sono girate numerose pellicole che hanno realizzato con impeccabile rigore quest’operazione di riproduzione di epoche passate, pertanto il risultato raggiunto in questo caso non deve essere considerato un’eccezione assoluta, tuttavia non si può non rimarcarne la sensazionale e spettacolare riuscita.
Sempre sul piano formale è apprezzabilissima la fotografia, soprattutto per la scelta delle luci e della messa a fuoco che sono studiate proprio per valorizzare l’ambientazione anni ’50, a cui risultano adattissime.
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Questa pellicola diretta da Todd Haynes si segnala per l’eccezionale cura formale che più di qualunque altro elemento finisce per caratterizzare l’opera.
Gli ambienti ed i costumi dell’America anni ’50 impressionano davvero per accuratezza e ricercatezza; in merito deve dirsi che negli ultimi anni ad Hollywood si sono girate numerose pellicole che hanno realizzato con impeccabile rigore quest’operazione di riproduzione di epoche passate, pertanto il risultato raggiunto in questo caso non deve essere considerato un’eccezione assoluta, tuttavia non si può non rimarcarne la sensazionale e spettacolare riuscita.
Sempre sul piano formale è apprezzabilissima la fotografia, soprattutto per la scelta delle luci e della messa a fuoco che sono studiate proprio per valorizzare l’ambientazione anni ’50, a cui risultano adattissime.
Ottima la recitazione di tutto il cast, ma specialmente delle due protagoniste Cate Blanchett, all’ennesima grande performance, e l’emergente e bravissima Rooney Mara: le due interpreti riescono a cogliere e valorizzare i tratti essenziali e più caratterizzanti dei rispettivi personaggi, restituendoli in modo superbo al pubblico.
Come in sue precedenti pellicole, Haynes pone al centro della narrazione questioni afferenti la sfera sessuale dei personaggi, che si intrecciano con il riconoscimento dei propri diritti civili: in questo senso l’opera veicola un messaggio di importante impegno sociale, risultando apprezzabile e ben riuscita in questo.
Meno pregevole invece il ritmo della narrazione, eccessivamente blando; la storia non viene presentata in modo sufficientemente accattivante e non riesce ad attrarre a pieno l’attenzione del pubblico, che resta affascinato solo dalla perfezione formale della pellicola, non riuscendo invece ad empatizzare con i personaggi, alle cui sorti resta sostanzialmente indifferente.
Ottimo finale, molto ben girato da Haynes e valorizzato dalla felice scelta di legarlo all’inizio della pellicola tramite la riproposizione della medesima scena vista da due diverse visuali.
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mario nitti
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mercoledì 6 gennaio 2016
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un film per chi non ha fretta
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Il film, ambientato negli anni 50, è costruito come lungo flashback che fa ripercorrere a Therese, una giovane donna, gli eventi degli ultimi mesi che l’hanno portata a vivere una relazione d’amore omosessuale con Carol, impersonata Cate Blanchett, elegante e raffinata esponente dell’alta borghesia di New York.
La storia raccontata dal film osannato dalla critica e che è valso agli interpreti nomination e premi ai Golden Globe e a Cannes, specie nel primo tempo avanza con un passo lentissimo: il regista si concentra sulle sfumature perché la descrizione deve seguire un evolversi di sentimenti sempre mascherati, nascosti anche nei momenti privati e mai espressi a parole in modo esplicito.
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Il film, ambientato negli anni 50, è costruito come lungo flashback che fa ripercorrere a Therese, una giovane donna, gli eventi degli ultimi mesi che l’hanno portata a vivere una relazione d’amore omosessuale con Carol, impersonata Cate Blanchett, elegante e raffinata esponente dell’alta borghesia di New York.
La storia raccontata dal film osannato dalla critica e che è valso agli interpreti nomination e premi ai Golden Globe e a Cannes, specie nel primo tempo avanza con un passo lentissimo: il regista si concentra sulle sfumature perché la descrizione deve seguire un evolversi di sentimenti sempre mascherati, nascosti anche nei momenti privati e mai espressi a parole in modo esplicito. Tutto è affidato al gioco degli sguardi, alle espressioni, ai particolari.
Una bella prova di bravura per le due protagoniste e una notevole prova di pazienza per lo spettatore.
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maurizio meres
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sabato 9 gennaio 2016
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una storia d'amore
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In una affascinate NewYork inizio anni 50 , s'incontrano due donne una più grande appartenente ad una borghesia apparentemente pulita ma fondamentalmente ipocrita ,l'altra giovane alla ricerca di una propria identità,vulnerabile ma profondamente sensibile nel proprio essere ,tra loro un attrazione fatale le unisce in una ricerca reciproca dei propri sentimenti fatta di compressione ma soprattutto d'amore.
La tematica del film raggiunge in pieno lo scopo principale di come la libertà dell'essere viene ostruita dalla menzogna di un comportamento non idoneo alla moralità,stiamo nel 1952 ma è come se il tempo si sia fermato,lo sviluppo socio culturale negli anni e ancora ancorato nel pregiudizio della moralità ,nel film tuttavia trionfa la libertà di vivere la propria vita.
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In una affascinate NewYork inizio anni 50 , s'incontrano due donne una più grande appartenente ad una borghesia apparentemente pulita ma fondamentalmente ipocrita ,l'altra giovane alla ricerca di una propria identità,vulnerabile ma profondamente sensibile nel proprio essere ,tra loro un attrazione fatale le unisce in una ricerca reciproca dei propri sentimenti fatta di compressione ma soprattutto d'amore.
La tematica del film raggiunge in pieno lo scopo principale di come la libertà dell'essere viene ostruita dalla menzogna di un comportamento non idoneo alla moralità,stiamo nel 1952 ma è come se il tempo si sia fermato,lo sviluppo socio culturale negli anni e ancora ancorato nel pregiudizio della moralità ,nel film tuttavia trionfa la libertà di vivere la propria vita.
Film strutturalmente perfetto,ambientazione superlativa,dialogato in una recitazione teatrale,dove lo spettatore viene coinvolto e anche affascinato merito anche di un doppiaggio superbo,sceneggiatura molto solida vista la problematica,geniali le scene iniziali e finali, la stessa scena ma vista da angoli opposti o meglio da stati d'animo delle singole interpreti.
Cate Blanchett superlativa,affascinante,bellissima,intrigante,recita alla perfezione il personaggio in una libertà soprattutto espressiva da premio oscar.
Bravissima anche Rooney Mara in quello sguardo infantile con due occhi che recitano,riesce nel dare purezza,bellezza e innocenza.
Film raffinato,vero,libero da pregiudizi,da vedere,e soprattutto da apprezzare per i linguaggi liberatori della libertà della propria dignità.
Inviato da iPad
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emyliu`
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domenica 10 gennaio 2016
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capolavoro saffico retrò
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Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, il film di Todd Haynes narra una storia saffica ambientata nella New York degli anni 50, in epoca di Guerra Fredda, quando l'omosessualità era considerata un disturbo psichiatrico da personalità sociopatica. ''Il mio angelo caduto dallo spazio'', così l'affascinante Carol definisce una commessa dei Grandi Magazzini di Manhattan che le rapisce il cuore. Carol è una ricca signora borghese estremamente attraente e femminile, come d'altronde l'amata Therese, e questa scelta tipologica del soggetto tratto da un romanzo letterario, sfata il luogo comune che vorrebbe le lesbiche mascoline, mentre in gran parte sono femminili, così come la maggioranza degli uomini gay sono maschili.
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Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, il film di Todd Haynes narra una storia saffica ambientata nella New York degli anni 50, in epoca di Guerra Fredda, quando l'omosessualità era considerata un disturbo psichiatrico da personalità sociopatica. ''Il mio angelo caduto dallo spazio'', così l'affascinante Carol definisce una commessa dei Grandi Magazzini di Manhattan che le rapisce il cuore. Carol è una ricca signora borghese estremamente attraente e femminile, come d'altronde l'amata Therese, e questa scelta tipologica del soggetto tratto da un romanzo letterario, sfata il luogo comune che vorrebbe le lesbiche mascoline, mentre in gran parte sono femminili, così come la maggioranza degli uomini gay sono maschili. Carol ha una dolcissima bambina, che adora e vuole crescere, ed è sposata con un uomo altrettanto attraente, ma la sua natura non conforme che l'ha spinta verso un matrimonio di copertura per assecondare le convenzioni dell'epoca, la sta portando verso un'infelice esistenza anaffettiva. Finché la fulminea comparsa di Therese risveglia in lei l'assopita passione, sconvolgendole anche la vita familiare già alla deriva fino all'epilogo, sfociando in una drammatica rinuncia.... Il film ha una struttura narrativa ciclica, aprendosi con una scena del finale per poi narrare la storia in un evocativo flashback circolare, riagganciandosi poi al finale iniziale per concluderlo. Tutto incentrato sui primi piani del bel viso e del seducente portamento di Cate Blanchett che, tra i tanti ruoli fin'ora interpretati, qui è alla sua massima forma espressiva, molto probabilmente da Golden Globe e da Oscar come migliore attrice. Le scene d'amore saffico sono di rara eleganza, così come ogni singola inquadratura, in una impressionante ricostruzione storica anni 50, con una fotografia magistralmente virata. Tutto in questa pellicola sembra funzionare, senza una benché minima sbavatura, senza un benché minimo difetto, proprio come il corpo dell'angelica e conturbante Therese che accende di inquieto desiderio la raffinata Signora Carol. Ma non è certo quella erotica la prima chiave di lettura, seppur gli sguardi delle protagoniste sprigionino sensualità da ogni alogenuro d'argento, come nelle fotografie che la talentuosa commessa si diletta a scattare a Carol. Oltre all'intimismo di una passione tutta al femminile, c'è un'accurata ricerca socio-politica che rende questo film, non solo esteticamente, perfetto.
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flyanto
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mercoledì 13 gennaio 2016
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due donne contro gli anni '50
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Riprendendo uno dei primi romanzi di Patricia Highsmith, il regista Todd Haynes in "Carol" narra la storia o, meglio, la relazione infuocata che nei perbenisti Stati Uniti dei primi anni '50 investe due donne: una (Cate Blanchett) un poco più matura e socialmente altolocata (nonchè sposata e con una figlia piccola), e l'altra (Rooney Mara) più giovane e commessa presso un lussuoso grande magazzino. Tipico di quell'epoca era la forte ristrettezza di vedute che sicuramente non approvava e non giustificava sentimenti tra individui dello stesso sesso. Se ciò accadeva, dovevano in ogni modo essere tenuti all'oscuro da tutti e presto dimenticati.
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Riprendendo uno dei primi romanzi di Patricia Highsmith, il regista Todd Haynes in "Carol" narra la storia o, meglio, la relazione infuocata che nei perbenisti Stati Uniti dei primi anni '50 investe due donne: una (Cate Blanchett) un poco più matura e socialmente altolocata (nonchè sposata e con una figlia piccola), e l'altra (Rooney Mara) più giovane e commessa presso un lussuoso grande magazzino. Tipico di quell'epoca era la forte ristrettezza di vedute che sicuramente non approvava e non giustificava sentimenti tra individui dello stesso sesso. Se ciò accadeva, dovevano in ogni modo essere tenuti all'oscuro da tutti e presto dimenticati. Ma le due donne, non si comportano secondo le ristretta regole morali della loro epoca e, quasi incuranti o, meglio , impossibilitate a trattenere i loro reali sentimenti, si comportano in maniera "scoperta" non facendo, insomma, segreto della loro passione. Ciò ovviamente, recherà loro molto biasimo , soprattutto per la donna più matura in quanto sposata e con una figlia. Il marito, infatti, arriva a minacciarla di portarle via la bambine e di allontanarla per sempre dalla sua casa. Dopo innumerevoli battaglie legali e dubbi interiori, le due donne riusciranno a superare l'enorme ostilità della società ed a vivere alla luce del sole la propria sincera e profonda relazione amorosa.
Todd Haynes, grande esperto e creatore principalmente di opere cinematografiche ambientate nei passati anni '40/'50 (si ricordi "Lontano dal Paradiso" e il riuscito sceneggiato televisivo "Mildred Pierce"), costruisce una pellicola perfetta da tutti i punti di vista: sia per ciò che riguarda i costumi e gli ambienti dei primi anni '50, che per ciò che riguarda la narrazione stessa della vicenda, curata, forse fin troppo e tale così da risultare un poco lenta in alcune parti, nei minimi particolari e dettagli. L'analisi che egli presenta della nascita e dell'evoluzione della storia sentimentale delle due protagoniste, risulta profondamente conosciuta e compresa, esponendone i lati positivi e non. Insomma, si può dire un esercizio registico di stile molto ben eseguito e raggiunto e da aggiungere e lodare è la scelta di Haynes delle due protagoniste, Cate Blanchett e Rooney Mara appunto, ottime e perfette interpreti nel ruolo di due donne prese dalla profonda passione e fortemente ostacolate dalla mentalità retrograda dell'epoca..
Altamente consigliabile.
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funny_face
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venerdì 15 gennaio 2016
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naturalezza
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Il film ha mostrato la delicatezza dell'innamoramento: nasce da un'iniziale curiosità ed è bello come Therese si lasci trasportare da questa. Le due attrici protagoniste si sono rivelate all'altezza il che non è stata una sorpresa nel caso di Cate Blanchett, il cui personaggio ho trovato inizialmente troppo arrogante con quel passo sicuro ed il sorriso seducente, per poi ricredermi negli sguardi e nelle piccole cedevolezze, davvero toccanti. Lo stesso vale per Rooney Mara, che forse mi ha colpita ancor di più per quel suo nascondersi in tanti momenti tranne quando la guardava ipnotizzata, ha interpretato a pieno l'innocenza e l'evoluzione del suo personaggio.
Il film sicuramente può deludere coloro che sperano di assistere ad un dramma strappa-lacrime, dato che si tratta di un lavoro anche relativamente lento: tuttavia posso dire in onestà che si è trattato di un ottimo film, supportato da scelte stilistiche perfette (bello il modo in cui viene raccontato tutto sotto forma di flashback ritornando poi al presente in maniera completamente naturale, senza forzature), una magnifica fotografia, il trucco, la colonna sonora (che davvero ha aggiunto qualcosa senza mai rubare la scena al momento).
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Il film ha mostrato la delicatezza dell'innamoramento: nasce da un'iniziale curiosità ed è bello come Therese si lasci trasportare da questa. Le due attrici protagoniste si sono rivelate all'altezza il che non è stata una sorpresa nel caso di Cate Blanchett, il cui personaggio ho trovato inizialmente troppo arrogante con quel passo sicuro ed il sorriso seducente, per poi ricredermi negli sguardi e nelle piccole cedevolezze, davvero toccanti. Lo stesso vale per Rooney Mara, che forse mi ha colpita ancor di più per quel suo nascondersi in tanti momenti tranne quando la guardava ipnotizzata, ha interpretato a pieno l'innocenza e l'evoluzione del suo personaggio.
Il film sicuramente può deludere coloro che sperano di assistere ad un dramma strappa-lacrime, dato che si tratta di un lavoro anche relativamente lento: tuttavia posso dire in onestà che si è trattato di un ottimo film, supportato da scelte stilistiche perfette (bello il modo in cui viene raccontato tutto sotto forma di flashback ritornando poi al presente in maniera completamente naturale, senza forzature), una magnifica fotografia, il trucco, la colonna sonora (che davvero ha aggiunto qualcosa senza mai rubare la scena al momento)...
Ci sono film che mi hanno forse emozionata di più, ma questo penso possa lasciare qualcosa, nel mio caso un senso di dolcezza, quindi non mi sentirei di dare un voto inferiore e spero che venga apprezzato da più persone!
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filippo catani
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domenica 12 giugno 2016
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due donne e un amore (im)possibile
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New York 1952. Una donna matura che sta divorziando dal marito rimane colpita dalla giovane commessa di un grande magazzino di giocattoli. Le due inizieranno a frequentarsi e nascerà una passione tra di loro.
Haynes dirige ancora una volta un melodramma impeccabile che potremmo definire figlio o fratello del meraviglioso Lontano dal Paradiso. Ancora una volta il regista racconta la storia di un amore anticonvenzionale e addirittura scandaloso o moralmente inaccettabile come si sarebbe detto ai tempi. La Blanchett interpreta superbamente la donna matura che ha già avuto in passato una relazione omosessuale e per questo sta divorziando dal marito che vorrebbe anche toglierle la custodia della figlia.
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New York 1952. Una donna matura che sta divorziando dal marito rimane colpita dalla giovane commessa di un grande magazzino di giocattoli. Le due inizieranno a frequentarsi e nascerà una passione tra di loro.
Haynes dirige ancora una volta un melodramma impeccabile che potremmo definire figlio o fratello del meraviglioso Lontano dal Paradiso. Ancora una volta il regista racconta la storia di un amore anticonvenzionale e addirittura scandaloso o moralmente inaccettabile come si sarebbe detto ai tempi. La Blanchett interpreta superbamente la donna matura che ha già avuto in passato una relazione omosessuale e per questo sta divorziando dal marito che vorrebbe anche toglierle la custodia della figlia. D'altra parte la Mara altrettanto superbamente interpreta una giovane commessa di un grande magazzino che si dibatte tra un uomo che vorrebbe sposarla, un altro che è innamorato di lei e infine l'amore per Carol che si dimostrerà essere più forte di tutto e tutti. Impeccabili i costumi così come la fredda fotografia dell'inverno americano. Insomma un altro piccolo gioiello incastonato dal bravissimo Haynes capace, lui tra i pochi, di saper proporre ancora dei melodrammi di ottima fattura.
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fabiofeli
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domenica 10 gennaio 2016
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un'alba perpetua
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Nella New York degli anni ’50 sfarfallano i fiocchi di neve mentre fervono i preparativi natalizi: i commessi dei negozi sono obbligati a indossare il berretto rosso di Santa Klaus. Al banco dei giocattoli una elegante dama, Carol (Cate Blanchett), viene convinta ad acquistare un trenino elettrico per la sua bimba di 4 anni da una giovane commessa, Therese (Rooney Mara), anche grazie al feeling immediato che si stabilisce tra le due donne. I guanti di Carol dimenticati sul bancone degli acquisti sono occasione di un nuovo incontro. Carol ha il matrimonio in pezzi e Therese è corteggiata inutilmente da un giovane coetaneo e aspira a un lavoro come fotografa.
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Nella New York degli anni ’50 sfarfallano i fiocchi di neve mentre fervono i preparativi natalizi: i commessi dei negozi sono obbligati a indossare il berretto rosso di Santa Klaus. Al banco dei giocattoli una elegante dama, Carol (Cate Blanchett), viene convinta ad acquistare un trenino elettrico per la sua bimba di 4 anni da una giovane commessa, Therese (Rooney Mara), anche grazie al feeling immediato che si stabilisce tra le due donne. I guanti di Carol dimenticati sul bancone degli acquisti sono occasione di un nuovo incontro. Carol ha il matrimonio in pezzi e Therese è corteggiata inutilmente da un giovane coetaneo e aspira a un lavoro come fotografa. Il regalo di una macchina fotografica da parte di Carol fa divampare il fuoco di una passione dopo la scintilla iniziale. Un viaggio all’ovest insieme cementa il trasgressivo sodalizio, una sorta di storia alla Thelma and Louise ante litteram. Un investigatore privato, messo alle calcagna della coppia dal marito di Carol, svela il legame, che permette all’uomo di ottenere l’affidamento della figlia per “indegnità morale” della moglie. La storia tra le due donne sembra finita: la scelta ricattatoria tra la figlia e la relazione è troppo difficile …
La ricostruzione dell’atmosfera e della mentalità USA all’epoca è attenta alla moda, agli ambienti urbani, alle numerose canzoni con testi romantici col sottofondo delle notizie della radio che parla della vittoria di Eisenhower nella corsa alla presidenza. Sembra un quadro di Edward Hopper che rappresenta un’epoca patinata: il mondo borghese vuole dimenticare in fretta la seconda guerra mondiale e lo stallo della guerra in Corea per tuffarsi nel consumismo, negli spettacoli televisivi alla Perry Como Show, nel mondo delle canzonette di Pat Boone, il “ragazzo della porta accanto” che colleziona dischi d’oro. Nei gesti di Carol aleggia lo stile delle “vamp” alla Rita Hayworth o Laureen Bacall – il visone indossato, le troppe sigarette accese, i troppi Martini dry con oliva bevuti, i morbidi capelli color miele da “vamp” -, ancora prigioniera in un ruolo di donna-madre; nella figura delicata di Therese si incarna la giovane che conquista con la sua bravura un lavoro prestigioso “da uomo”. Philadelphia è di là da venire e l’America odia gli amori diversi, visti come intollerabile “disordine” e rottura degli schemi borghesi. Le recitazioni puntuali delle protagoniste, la sensualità di gesti delicati e casuali come una mano poggiata su una spalla, gli sguardi combattuti tra sorpresa, stupore, desiderio e piacere rendono il racconto molto vero e incisivo. Non si può non stare dalla parte delle due donne contro la stolidità di un mondo ancorato al patriarcato, restando in attesa della promessa di una “alba perpetua” . Da non mancare.
Valutazione *** e ½
FabioFeli
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luigi chierico
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domenica 10 gennaio 2016
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cos’ e’ l’amore
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Accompagnati da una magnifica colonna sonora,degna di ricevere un Oscar,lontani dal frastuono dentro e fuori di casa,viviamo con la protagonista Carol Aird,mirabilmente interpretata da Cate Blanchett,una vicenda delicata,dolce ed amara al tempo stesso. Un sentimento che è una carezza per l’anima,un amore,perché Amore è profondo e nuovo. Non anticiperò la storia breve di questo ottimo film perché ognuno ha il diritto di goderselo per intero. Peraltro basta un momento per vedere una immagine e tante, tantissime parole per descriverla. Tanto vale per Carol. Interessante l’impostazione del film che appena dopo aver iniziato la vicenda lai interrompe per tutta la durata la sua durata per poi riprenderla là dove è stata interrotta,lasciando il finale allo spettatore.
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Accompagnati da una magnifica colonna sonora,degna di ricevere un Oscar,lontani dal frastuono dentro e fuori di casa,viviamo con la protagonista Carol Aird,mirabilmente interpretata da Cate Blanchett,una vicenda delicata,dolce ed amara al tempo stesso. Un sentimento che è una carezza per l’anima,un amore,perché Amore è profondo e nuovo. Non anticiperò la storia breve di questo ottimo film perché ognuno ha il diritto di goderselo per intero. Peraltro basta un momento per vedere una immagine e tante, tantissime parole per descriverla. Tanto vale per Carol. Interessante l’impostazione del film che appena dopo aver iniziato la vicenda lai interrompe per tutta la durata la sua durata per poi riprenderla là dove è stata interrotta,lasciando il finale allo spettatore.
L’epoca non è quella del seicento a.C.ma neanche quella d’oggi,bensì di oltre mezzo secolo fa del 1952;non si svolge nell’antica Grecia ma nella moderna America,nella grande New York e non nell’isola di Saffo o altrove. L’ambientazione degli anni’50 è perfetta per chi l’ha conosciuta: i balli,le auto,i negozi,l’abbigliamento.
Fermiamoci ad osservare la scena madre di tutta la storia tra Carol e Therese Belivet,una grandissima,bella,giovane cerbiatta Rooney Mara. L’una con cappotto d’epoca e guanti galeotti,l’altra bambola tra le bambole,l’acquisto di un trenino elettrico,ultima novità,da regalare per il vicino Natale. A non turbare e distrarre lo spettatore dall’evolversi dei fatti in un crescendo d’affetti che vanno da quello che in musica definiremmo da una sinfonia ad un trionfo wagneriano,c’è la fotografia bellissima nelle riprese, un po’ sbiadita come una vecchia foto.
La frequente presenza della pioggia,come il pianto nell’anima,è presente in molte scene, la si vede scorrere sui vetri di un auto, di una casa e per la strada. L’inverno rende gli alberi spogli,nudi come lo è la vita di Carol prima del risveglio. La neve porta la luce e la gioia tra Carol e la giovanissima amica Therese,pronta a fotografare gli attimi fuggenti di un’amicizia che si sta trasformando in una relazione che farà dire a Carol:”Mia cara niente accade per caso e tutto torna al punto di partenza”.Tra chi si ama ci si “concedono i più straordinari dei regali”,ed è per questo che Carol deve rinunciare alla figlia per amor suo e per amor di tutti. In Pandora, film con Ava Gardner e James Mason,guarda caso del 1951,si legge “L’amore si misura da ciò che si è pronti a rinunciare per esso”.Al ricordo di questa verità inquadro il grandissimo momento del film allorché la straordinaria Cate Blanchett, nei panni di Carol,con fierezza e grande amore materno,affronta il marito e legali per l’affidamento della figlia Rendy:”Ci siamo fatti con lei uno straordinario regalo a cui non possiamo rinunciare per egoismo”. Un insegnamento per molte coppie.
Un magnifico film sull’Amore dunque che, come si legge altrove:”Non è solo un’ineffabile sentimento dell’anima,ma una forza violenta ed ineluttabile che sconvolge l’anima e il cuore di chi si innamora e si rassegna al groviglio di gioie e di dolori che esso genera”. L’Amore visto come l’essenza della Vita,come religiosità è puro e casto,non è appetito dei sensi,ma generosità, poesia,è un mondo in cui le carezze trionfano alla luce della bellezza,che è armonia e non volgarità.
Andate a vederlo questo film senza pregiudizi o falsi moralismi perché l’Amore vero non può essere criticato e condannato,tanto meno come scandaloso;impariamo piuttosto ad Amare che a giudicare.
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francesco2
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mercoledì 30 marzo 2016
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chi possiede chi
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E' tornato, Todd Haynes, sul luogo del delitto -non- consumato, in senso
cronologico e geografico). Dopo oltre un decennio, sarebbe semplice dire che ha
rifatto"Lontano dal Paradiso", e chi scrive era il primo ad avanzare questo dubbio.
Se andiamo oltre, tuttavia, possiamo cominciare dal flashback che
precede la narrazione: qualcuno ha parlato di un' "arte della visione" da parte di
Therese , che probabilmente non è un alter-ego del regista, ma più verosimilmente
una commessa che intraprenderà un percorso lavorativo nell'ambiente del giornalismo,
connesso all'arte del fotografare.
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E' tornato, Todd Haynes, sul luogo del delitto -non- consumato, in senso
cronologico e geografico). Dopo oltre un decennio, sarebbe semplice dire che ha
rifatto"Lontano dal Paradiso", e chi scrive era il primo ad avanzare questo dubbio.
Se andiamo oltre, tuttavia, possiamo cominciare dal flashback che
precede la narrazione: qualcuno ha parlato di un' "arte della visione" da parte di
Therese , che probabilmente non è un alter-ego del regista, ma più verosimilmente
una commessa che intraprenderà un percorso lavorativo nell'ambiente del giornalismo,
connesso all'arte del fotografare.
Il suddetto flashback, comunque, ci introduce aello scambio di ruoli al quale assisteremo:
all'inizio gli archetipi appaiono rispettati, la bionda "femme fatale" da una parte, la bruna
schiva(ta?) dall'altra. Ma quest'ultima sembra considerare il fidanzato come una
"seconda scelta", forse perché colta alla sprovvista dai sentimenti per Carol. Sarà
lei stessa ad autodefinirsi qualcuno che prende amore senza preoccuparsi di
corrisponderlo, venendo consolata dal nuovo amore con una rassicurazione:
quest'ultima è come una "debolezza" da chi appare più forte.
I diversi tipi di amore ", allora, sono un marchio distintivo di "Carol". Non solo, per fortuna,
nel senso più"banalmente" lesbico. L'amore è anche quello paterno o materno, pure nel
senso di "lotta", come si evince dopo il ritrovamento della pistola che introduce dubbi e
turbamenti proprio in un momento di apparente "stabilità", e costituisce una nuova tappa
per Therese: altro che il fossile nella "Stanza del figlio" di Moretti. Un "altro amore"
potrebbe essere quello del marito, cui viene fatto notare che, quando minaccia di ricorrere
con la moglie agli estremi giudiziari, la considerapraticamente un oggetto di sua proprietà.
Il già citato finale, allora, si carica di una doppia ambiguità: non conosceremo mai la
decisione definitiva, ma in più non sapremo mai quale delle due protagoniste "possiede"
veramente l'altra, vista la marcia lenta ed inesorabile della donna più giovane verso l'altra.
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